Shampain

di MikuruTea
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L'immacolata luce della luna attraversa con coraggio la finestra spalancata,
accarezza il mio volto, sfiora la mia nuda pelle e mi fa svegliare da quel profondo sonno nel quale ero felice di non trovar più finalmente via d'uscita.

Riprendere coscienza è angosciante,
riprendere coscienza significa ricordare il dolore.
Vergogna è la prima cosa che provo risvegliandomi sola in questo grande letto, nel quale mi hai lasciata a soffrire e a contorcermi, non appena hai capito che non ero più disposta a piegarmi alle tue voglie.

Sono stata proprio una stupida, a riporre fiducia nei tuoi confronti, a credere, anzi sperare, che assieme avremmo potuto vivere un futuro fatto di piccolezze.
Ormai non so più cosa siano le speranze o quand'è che arriverà il mio futuro, i miei obbiettivi sono andati persi, fuggitivi chissà dove, direi più che irrecuperabili.

Mi alzo ed è lì che lo vedo, a me dinnanzi,
tutta la mia attenzione, tutte le mie forze, finiscono là, il resto scompare, svanisce e al suo posto colmano le mie interiora desideri irripetibili.

In pochi secondi passo dalle braccia di Morfeo a quelle di Gabriele, l'arcangelo dei miei sensi,
lo assaporo, sento il suo frizzante gusto sulle labbra, mi fa sentire stellare, in capo al mondo.
Non posso fermarmi adesso, ne voglio ancora, ancora e ancora.
Guardo allo specchio il mio riflesso, scruto me stessa,
non la riconosco più,
vedo nei suoi occhi un bagliore a me estraneo, la sposa che mai sarò, faccio un brindisi a lei prima di cadere a terra esanime.




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