Izzy Revenge
Erano passati due anni da quando la ciurma di David e quella di Stede
si erano salutate,
anni in cui un uomo,
ferito nell'orgoglio e nei sentimenti,
aveva meditato la sua
vendetta e se la sarebbe presa...ad ogni costo.
...
<< Ed, sei sicuro che
stiamo andando nella direzione giusta? >>
<< Sì amore, proprio come lo ero cinque minuti
fa. Dubiti delle mie capacità di navigazione?
>>
Stede arrossiva sempre quando quello che era diventato il suo fidanzato
lo chiamava in quel modo, per quanto gli piacesse non si era ancora
abituato del tutto a quei nomignoli affettuosi anche se lui pure ne
usava, solo che usarli e sentirseli rivolgere erano due cose totalmente
diverse, però gli piaceva sentire lo stomaco in subbuglio
ogni
volta che veniva nominato così, e anche ogni volta che
vedeva
Edward uscire dal bagno solo con la vestaglia, o che...bè
diciamo che Edward era una fonte costante di piacevoli maremoti nel suo
organismo, e questo lo metteva di buon umore, perché
significava
che anche se erano passati due anni i loro sentimenti non erano calati
nemmeno di una briciola, anzi probabilmente erano ancora più
forti.
<< Non dubiterei mai di te, tesoro, ma Buttons dice che
saremmo dovuti arrivare mezz'ora fa e allora...- >>
<< Buttons si sbaglia. >>
<< Lo ha detto anche Olivia >> insistette
Stede.
<< Ah allora se lo ha detto un pennuto... >>
Il biondo sospirò.
<< Senti Stede rilassati, siamo solo un po' in ritardo
sulla
tabella di marcia >> tentò di rassicurarlo
posandogli le
mani sulle spalle.
<< E' che non voglio arrivare tardi >>
mugugnò il
gentiluomo, Edward gli strinse le mani appoggiando la fronte sopra la
sua, sorrise dolcemente.
<< Arriveremo in tempo, è una promessa.
>>
Stavano per baciarsi quando un forte colpo fece ondeggiare la nave.
<< Ci attaccano! >> gridò
qualcuno.
<< Chi cazzo è che ha avuto un'idea
così di merda?
>> si domandò tra sé Barbanera
mentre i suoi occhi
scrutavano in giro.
Da una le palle di cannone divennero molte, una colpì la
bandiera stracciandola nel punto dove era stato ricamato il cuore
sanguinante, la ciurma era nel panico, Edward ordinò loro di
contrattaccare ma la nave nemica era già troppo vicina, era
un'imbarcazione nera e rossa, spaventosa, sembrava quasi spettrale.
I nemici presto furono sulla Revenge e in poco abbatterono uno ad uno i
loro avversari, che per quanto avessero ricevuto estenuanti
allenamenti non erano né pronti né all'altezza di
un
attacco del genere.
<< Effetto sorpresa, no Edward? >>
Una voce, quella voce riecheggiò nelle viscere del terrore
dei
mari che non aveva potuto fare niente per impedire quella sommossa, era
stato tutto così veloce e lui forse nel corso degli
anni aveva abbassato la guardia, si maledì per questo, ora
tutti
erano in pericolo a causa sua.
<< Izzy... >> il suono dalla sua gola
uscì arido.
Finalmente la figura del primo ufficiale si palesò
sogghignante,
il suo ex capitano sgranò gli occhi e a dire il vero
l'intera
ciurma era rimasta ammutolita.
<< Izzy vomi...- >>
Pete tappò la bocca a Lucius prima che potesse finire la
frase e
con una pallottola in testa, aveva capito che non era il momento di
scherzare.
<< Cosa stracazzo stai facendo lurido cane?
>>
sbraitò Edward, ma le sue parole non ebbero l'effetto
sperato, anzi il ghigno di Izzy si fece se possibile più
malvagio.
<< Semplice, ti porto via tutto, come tu hai fatto con
me. >>
Barbanera estrasse la pistola.
<< Se fossi in te non lo farei, o non ci tieni
più al tuo biondino? >>
Lo sguardo di Edward cercò Stede e impallidì
quando lo
vide tra le braccia di un uomo possente, con una cicatrice su un occhio.
<< LASCIALO ANDARE BASTARDO! >>
Quando era successo? Quando lo aveva preso? Possibile che fosse
diventato
sordo a tal punto? Queste erano le domande che vorticavano nella mente
del grande pirata d'un tempo, deglutì sentendo la gola
secca,
doveva concentrarsi e pensare ad un piano.
<< Non c'è bisogno che ti agiti Edward, non ho
intenzione di ucciderlo almeno per ora. >>
<< E' ME CHE VUOI, LUI NON C'ENTRA! >> la
sua voce si ruppe
a metà frase, lo sguardo del primo ufficiale divenne scuro
ma
con una velatura dolorosa, come di un sentimento che non se n'era mai
andato.
<< Hai ragione, volevo te, volevo il mio capitano,
Barbanera e ti
do l'opportunità di dimostrarmi che l'uomo che veneravo non
se
n'è mai andato. Vieni a salvare il tuo Bonnet, ma prima
dovrai uccidermi, e prima ancora passare in rassegna i miei uomini,
avanti Edward fa vedere al tuo fidanzato che razza di mostro sei.
>>
<< Non farlo Ed... >> mugugnò il
biondo, l'uomo che
lo teneva in ostaggio strinse maggiormente il braccio intorno alla sua
gola.
<< Puoi avere la tua vendetta, vieni qui e distruggimi
come sai
fare >> continuò Izzy con un luccichio malato
negli occhi.
<< Tu non sei un mostro >>
riuscì a dire il gentiluomo, il primo ufficiale si
innervosì.
<< Fatelo stare zitto! >>
L'uomo lo lasciò andare poi lo colpì
così forte da farlo stramazzare a terra.
La ciurma emise un verso di panico.
Barbanera sgranò gli occhi.
<< Stede! >>
A quel punto tutto si annebbiò, non ci vide più e
corse
in avanti per afferrare quello che un tempo era stato suo amico e aveva
assistito all'insorgere della leggenda, ma gli uomini di Izzy si
pararono davanti, e così Edward dovette affrontarli uno ad
uno a
mani nude o con la spada, alla fine della battaglia cadde in ginocchio
stremato, la crocchia si era slegata, i lunghi capelli ricadevano in
avanti coprendo il volto sudato e ansimante.
<< Che patetico ometto sei diventato. >>
Le mani di Barbanera tremavano, le sue armi erano lontane, disperse
chissà dove, ma avrebbe potuto uccidere quel vigliacco a
mani
nude se solo...
<< Prendete il damerino >>
ordinò la voce di Izzy,
quello che era il suo braccio destro sollevò il biondo di
peso e
se lo caricò in spalla, Edward sollevò il viso,
gli occhi
sgranati e con un accenno di lacrime, si rimise in piedi a fatica con
le ginocchia che tremavano per lo sforzo.
<< Non osare toccarlo! >>
Izzy aveva già la pistola puntata alla testa di Stede.
<< Se ti avvicini Edward, lo faccio fuori, e se non
faccio in
tempo ad ammazzarlo io ci penseranno i miei uomini, bè
quelli
che sono rimasti. Peccato che il biondino qui sia rimasto svenuto per
tutto il tempo, si sarebbe goduto lo spettacolo del suo ragazzo che
faceva strage di gente. >>
In verità la maggior parte degli uomini di Izzy erano vivi,
feriti sì, solo due avevano perso la vita ma solo
perché
uno era caduto in acqua con una profonda pugnalata e l'altro aveva
battuto la testa, durante il suo attacco Barbanera pensava solo a
metterli al tappeto, cosicché non lo intralciassero, il suo
vero
scopo non era ucciderli ma arrivare a Izzy, e forse lui sì
lo
avrebbe fatto fuori.
Il suo cuore non ce la faceva più, si sentiva lacerato,
diviso
in due, con il corpo scosso dai tremiti e dal dolore, graffi e lividi,
un senso di panico che gli stringeva lo stomaco.
<< IL CONTO IN SOSPESO E' TRA NOI DUE, LASCIALO ANDARE E
PRENDI
ME! >> gridò con l'ultima briciola di fiato
che gli era
rimasta in gola.
<< Se prendessi te ti farei un favore, ciò che
conta
è colpire dove fa più male, non è
questo che mi
hai insegnato Barbanera? >>
Quelle parole furono un colpo doloroso per Edward, non c'era niente che
potesse fare per convincerlo a lasciare andare Stede, lo sapeva ma non
voleva rassegnarsi, aveva dato vita a un mostro, in tutti questi anni
non si era reso conto che Izzy stava prendendo e assimilando la parte
peggiore di lui, quella dell'assassino senza scrupoli.
<< Ora ce ne andiamo, se vi azzardate a fare un passo
falso o
seguirci il tuo fidanzato muore >> lo minacciò
il primo ufficiale
prima di voltarsi e allontanarsi, i suoi uomini con lui ma tenevano
d'occhio Edward e la ciurma in modo che il loro capitano salisse sulla
nave senza pericolo.
<< Giuro che ti troverò Izzy e ti
farò pagare ogni
secondo di questo momento >> ringhiò Barbanera
a denti
stretti e coi pugni chiusi.
Izzy si voltò appena.
<< Non vedo l'ora che accada >> e poi
riprese il suo cammino.
Quando la Revenge fu libera dai nemici Edward cadde in ginocchio, la
ciurma gli fu accanto allarmata.
<< Cosa facciamo capitano, dobbiamo seguirli lo stesso?
>>
Lui rimase in silenzio qualche attimo, il petto che si alzava e
abbassava velocemente come se il fiato non bastasse a dare aria ai
polmoni.
<< No, lo ucciderebbero. >>
<< E allora cosa facciamo? >>
<< Ci serve aiuto >> mormorò
Barbanera con la voce
roca e sottile, le lacrime che premevano di uscire e lasciarle andare.
...
<< Forza
ragazzi concentratevi, questa è la prova generale.
>>
<< Ma capo non mi entra il costume >> si
lamentò uno degli attori.
<< Ti entrerebbe se non avessi mangiato tutte quelle
fettine di
vitello! >> lo rimbeccò una donna, sua
compagna nello
spettacolo.
<< Ma erano così buone >>
mugugnò
David batté le mani.
<< Tranquilli non litigate, faremo in modo che il costume
ti
vada, abbiamo degli ottimi cucitori tra noi. Prendetevi una pausa e poi
potete continuare a provare anche senza i costumi di scena
>> e
così fecero, lasciando il palco vuoto e Jenkins da solo.
Improvvisamente il capitano vide buio, solo buio.
<< Chi sono? >>
<< Fernando, sei consapevole che se mi chiudi gli occhi
ma parli io ti riconosco dalla voce? >>
<< Oh... >>
<< Anche se penso che... >>
iniziò David tastando le mani del primo ufficiale.
<< Potrei riconoscerti benissimo anche solo dalle mani.
>>
Fernando lo liberò permettendogli di voltarsi.
<< Ma sentilo che saputello! >>
David rise scuotendo la testa.
<< Devo ancora insegnarti molto su come si sorprende
qualcuno
>> disse Jenkins facendo un occhiolino malizioso, che
Fernando
colse tardi, molto tardi, ma quando accadde drizzò la
schiena e
raggiunse il suo capitano che si era spostato poco più
avanti.
<< Ehi perché non me lo mostri ora?
>>
Jenkins finse di pensarci.
<< Vediamo... >> si avvicinò non
staccando gli occhi
azzurri da quelli caldi e scuri dell'amico, appoggiò le mani
al
suo petto e si alzò in punta di piedi, il primo ufficiale
deglutì sentendo il cuore galoppargli nel petto, ma vennero
interrotti da quattro gigantesche furie pelose che si lanciarono su di
loro a fargli le feste.
<< Ehi, voi mascalzoni! >> li
accarezzò David ridacchiando, Fernando invece era parecchio
irritato.
<< Isabelle quante volte dobbiamo dirti che i cagnolini
qui non
possono entrare, sono le prove generali, quelle più
importanti e
potrebbero rompere qualcosa o farsi male dato che...Ehi quelli sono i
miei pantaloni! >>
La ragazza sbuffò.
<< Lo so ma gli mancavate. >>
<< Aww hai sentito Fernando, gli mancavamo
>> disse il
capitano, che già era in ginocchio avvolto da quelle palle
di
pelo che erano cresciute a vista d'occhio.
<< Sì bè anche a me manca
qualcosa... >> borbottò il primo ufficiale.
<< Su finiscila, avrai tutto il tempo dopo di farti
mettere le
mani addosso >> affermò la giovane buttandosi
seduta su
una sedia.
<< Isabelle! >> la rimproverarono i due
arrossendo.
<< Che c'è? Guardate che vi si sente, non
abbiamo mica i
muri anti suono >> cinguettò Isabelle
torcendosi una
ciocca di capelli che erano cresciuti tra le dita, ora li teneva sempre
legati o in una bella coda fluente o in un treccia.
<< Bè ma non è questo il modo di
saltare su >> la rimbeccò David.
Isabelle sollevò gli occhi al cielo.
<< Possiamo restare a guardare le prove? >>
domandò la ragazza.
<< Sì, ma tieni i cuccioloni vicino a te.
>>
<< D'accordo capo >> fece un gesto con la
mano e chiamò a raccolta i quattro fratelli.
<< Ehi ragazzoni venite dalla mamma. >>
I cagnoloni non se lo fecero ripetere due volte, corsero da lei che
prese ad accarezzarli.
<< Oh ma guardate che bravi, che bravi siete.
>>
<< A lei obbediscono >> disse Fernando con
un sopracciglio alzato e una vena lamentosa nella voce.
<< Se è per questo anche a me, e a tutta la
ciurma a dire il vero >> puntualizzò David.
<< Si vede che gli starò antipatico, che devo
dirti
>> sbuffò e il suo capitano
intenerì lo sguardo.
<< Non essere geloso. >>
<< Non sono geloso! >>
David gli prese le guance.
<< Sai che rimani sempre tu il mio cagnolino preferito
>>
disse scherzoso e tirandogli piano la pelle che aveva afferrato con i
polpastrelli, Fernando se lo scostò di dosso.
<< Ah ma piantala, so bene che per una moina di uno di
quei
quattro mi molleresti all'istante >> incrociò
le braccia
fintamente offeso.
<< Bè sì è vero, ma puoi
biasimarmi? >>
<< Nah >> rispose il primo ufficiale con un
sospiro.
<< Io non so abbassare le orecchie e fare gli occhioni
dolci come loro. >>
<< Già...Ma sai fare altre cose
>> disse David
a bassa voce e ammiccando, Fernando arrossì fino alla punta
dei piedi.
<< Dai rimettiamoci al lavoro! >>
ordinò il capitano, prima
di cambiare idea e sparire con il suo primo ufficiale fino a sera.
...
Mentre Isabelle guardava le
prove
stravaccata sulla sedia, uno dei cani si mise a borbottare, emettendo
dei bassi guaiti, la ragazza si chinò per accarezzargli la
testa
e tranquillizzarlo ma lui sembrava essere concentrato su qualcosa.
<< Che c'è? Cosa stai... >> si
voltò.
<< OH. MIO. DIO. >>
<< Omaccione! >>
Saltò giù dalla poltroncina e corse in contro a
Edward
seguita dai quattro cagnoloni, gli saltò al collo
stringendolo forte.
<< Edward! >>
Lui la strinse a sua volta, poi la scostò guardandola negli
occhi, si sforzò di sorridere.
<< Ma guardati, quanto sei cresciuta ragazzina.
>>
Lei fece una giravolta su se stessa e sorrise compiaciuta.
<< Visto? Ma dov'è Stede? >>
Quel semplice nome fu come una pugnalata nel petto del pirata, il suo
sorriso di circostanza svanì e Isabelle vedendo
quell'espressione scura iniziò a capire che qualcosa non
andava,
i cani intanto annusavano le mani di Barbanera sporche ancora del
sangue
secco dei nemici che aveva affrontato, Isabelle abbassò lo
sguardo e si pietrificò.
<< Che cosa è successo? >>
domandò con voce tremante.
<< Posso parlare con David? >>
<< Sì certo ti faccio strada >>
disse la giovane, lo
prese sotto braccio accompagnandolo fino al palco, ovviamente venne
notato da tutti quelli che stavano provando, si fermarono di colpo
causando confusione nel loro capitano.
<< Ehi ma che vi prende? >>
<< David. >>
Jenkins si voltò verso Isabelle e non poté
credere ai
suoi occhi, troppo preso dall'entusiasmo di rivedere un vecchio
amico non notò i volti tesi di entrambi, si
precipitò a stringere il pirata che lo abbracciò
a sua
volta, anche Fernando fece lo stesso ma successivamente i sorrisi sulle
loro labbra svanirono, sempre dopo aver posto quella domanda.
<< E Stede? >>
A quel punto le labbra di Edward si arricciarono e scoppiò
in un pianto silenzioso e sommesso.
<< Andiamo a parlare fuori >> disse Jenkins.
<< Voi ragazzi prendetevi una pausa. >>
I quattro uscirono all'aperto, nemmeno l'aria riusciva a dare sollievo
visto che era calda e soffocante, Barbanera ci mise diverso tempo a
calmarsi e riuscire finalmente a respirare, gli avevano dato persino un
bicchiere d'acqua che lui aveva rifiutato dicendo che non riusciva ad
ingerire niente.
<< Izzy lo ha portato via >>
riuscì a dire dopo un
silenzio che sembrava infinito, la voce roca, come quella di chi smette
di parlare a lungo e poi improvvisamente ricomincia, ma deve riabituare
le corde vocali che inutilizzate hanno perso il loro vigore.
<< Chi è Izzy? >>
domandò Isabelle.
<< E'... >>
<< Era il mio primo ufficiale. >>
<< Lui non ha mai accettato il rapporto tra me e Stede,
non ha
mai sopportato l'idea che io smettessi di essere Barbanera, l'ultima
volta che ci siamo visti abbiamo discusso e io gli ho detto che se non
voleva partire con noi poteva andarsene, ed è quello che ha
fatto. Lo abbiamo aspettato, ho voluto farlo perché era
anche
mio amico e mi ha servito fedelmente per così tanto tempo
che mi sembrava uno sgarro troppo grosso abbandonarlo lì
come un
cane randagio. Ma lui non si è fatto vivo e allora siamo
ripartiti. >>
Il silenzio cadde di nuovo tra loro, ognuno rimuginava sulla cosa
giusta da dire, anche se non sembrava essercene una adeguata, fu David
a parlare.
<< Quando è stata l'ultima volta che lo hai
visto? >>
<< La volta in cui siamo stati tutti insieme a Tortuga,
sapevo
che Izzy e la ciurma di Stede sarebbero stati lì, per questo
ti
ho chiesto di andarci. >>
Il capitano della Emily accennò un sorriso, per quanto si
sforzasse di apparire burbero e senza sentimenti, Edward nascondeva un
grande cuore.
<< D'accordo quindi non si è presentato, poi
è ricomparso dopo due anni...- >>
<< Con una nave e degli uomini assetati di sangue, pronti
a tutto
per distruggere e uccidere, senza scrupoli. E ciò che
è
peggio, è che sono stato io ad insegnare a Izzy tutto quello
che
ha usato contro di me, non dovrei nemmeno essere tanto stupito che lo
abbia fatto. >>
Le labbra di Barbanera si tirarono in un debole sorriso.
<< Stavamo venendo qui per farvi una sorpresa, Stede non
vedeva
l'ora, non stava zitto un minuto, continuamente a chiedermi tra quanto
saremmo arrivati e io... >> la voce gli si
incrinò, David
appoggiò una mano sopra quella guantata del pirata.
<< Izzy non avrà scrupoli con lui, se non lo
uccide subito, lo torturerà fino...- >>
<< Edward. Lo troveremo. Conta su di noi. >>
<< Sì omaccione lo riporteremo indietro
>> disse Isabelle.
Edward sorrise asciugandosi gli occhi.
<< Non volevo causarvi altri problemi. >>
<< Non dirlo nemmeno >> intervenne Fernando.
<< I vostri uomini dove sono? >>
domandò Jenkins.
<< Sulla Revenge, ho detto loro di aspettarmi
lì. >>
Il capitano della Emily annuì.
<< Bene. Izzy conosce la vostra nave quindi non possiamo
andare
con quella, ma la nostra no, quindi penso sia meglio che andiamo con la
Emily, Edward chiama i tuoi uomini, io ne raduno un paio dei miei e poi
andiamo, è una situazione d'emergenza e dobbiamo muoverci in
fretta. >>
Si alzarono in piedi.
<< Grazie David. >>
...
<< Capo ma
sei sicuro di questa decisione? >>
<< Ragazzi siete benissimo in grado di portare avanti lo
spettacolo senza di me, ce la farete, io mi fido di voi. Non so quando
farò ritorno quindi dovrete avere pazienza e aspettarmi qui.
Vi
ho lasciato tutto quello che potrebbe servirvi per andare avanti, mi
raccomando non litigate troppo. >>
<< D'accordo capo, tu però fa attenzione e
vedi di tornare sano e salvo. >>
David sorrise.
<< Promesso. >>
<< Margaret hai un momento? >>
<< Tutto il tempo del mondo per lei capitano
>> ammiccò la donna.
Le guance di Jenkins si velarono di rosa, si schiarì la voce
e si allontanarono un po' per parlare.
<< Potresti dare un'occhiatina a Isabelle mentre non ci
siamo? >>
<< Ma certo! Sarà un piacere per me prendermi
cura di
quella fanciulla, già immagino le miriadi di cose che potrei
insegnarle, per esempio...- >>
David entrò nel panico.
<< Sì Margaret non c'è bisogno
che...Voglio dire
dalle solo un occhio, niente alcolici e a letto presto. >>
<< Oh ma capo non è una bambina.
>>
<< Chiaro ma non voglio le si gonfi il fegato a
diciassette anni! >>
Margaret mise il broncio.
<< D'accordo come vuole, niente divertimento per la
fanciulla. >>
<< Senti io mi fido di te okay? So che ne avrai cura.
>>
La donna sorrise e gli fece l'occhiolino.
<< Non si preoccupi capitano. >>
...
Edward e la ciurma, David,
Fernando e Isabelle e alcuni uomini si trovarono fuori dal teatro.
<< Vengo con voi >> disse la ragazza.
Con grande stupore di tutti fu Barbanera a intervenire per primo.
<< No Isabelle, è pericoloso, non è
un gioco e se
ti accadesse qualcosa non solo non me lo perdonerei, ma non sarebbero
solo il tuo capo e Fernando a farmi fuori, ma anche Stede. So che sei
una ragazza in gamba, ma non sei pronta per questo tipo di...missioni.
>>
Isabelle mise su un faccino sconfortato, poi sospirò.
<< E va bene... >>
Naturalmente tutti quelli che la conoscevano bene rimasero sconcertati
dalla facilità con cui si era arresa, Fernando mise una mano
davanti alla bocca e si chinò verso il suo capitano
sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
<< Che le prende? >>
David sollevò appena le spalle, scuotendo piano la testa.
<< Non ne ho idea, forse è solo maturata.
>>
Edward le sorrise, portò il pugno in avanti e lei lo
colpì con il suo.
<< Riportalo indietro sano e salvo omaccione.
>>
<< Lo farò. >>
...
La Emily partì,
anche se con meno
uomini era più difficoltoso farla andare ma tutti i ragazzi
si
impegnarono per spingerla alla massima velocità, per Edward
sembrava un dejavù ritrovarsi su quella nave, con David e il
resto, solo che due anni fa le cose erano migliori, c'era Stede con lui
e sì forse le cose tra loro erano difficili ma erano
insieme,
adesso invece lui, quel pirata che ogni mattina lo svegliava con un
sorriso e una fetta di pane alla marmellata non c'era, e tra tutte
quelle persone Barbanera si sentiva incredibilmente solo.
<< Barbanera, signore? >>
Si voltò per vedere accanto a lui, a pochi centimetri di
distanza un uomo in attesa che stringeva tra le dita il suo cappello.
<< Chiamami pure Edward >> disse
stancamente.
<< Uhm...okay. Dav...Il mio capitano vuole parlare con
te. >>
Edward raggiunse la cabina di Jenkins con passi stanchi e pesanti,
tutto su quella nave, anche se non era la loro, gli ricordava di Stede,
in quei corridoi il biondo gli aveva dichiarato il suo amore e lui lo
aveva
rifiutato ancora troppo spaventato per dirgli di sì, forse
se lo
avesse fatto, adesso non sarebbero in quella situazione, se fosse stato
più prudente Stede non si sarebbe trovato in pericolo, ma
non
era tempo per gli "e se", così aprì la porta del
capitano
senza bussare, come era solito fare.
<< Edward, prego accomodati, vuoi qualcosa da bere?
>>
Barbanera prese posto sulla sedia usata anni prima dal pirata
gentiluomo, un modo forse inconscio per sentirlo vicino, poi scosse la
testa.
<< Non riesco a buttare giù niente.
>>
<< Lo capisco >> sospirò.
<< Ma ti farebbe bene, e dovresti anche mangiare
qualcosa. >>
Il pirata alzò lo sguardo sul capitano.
<< E va bene, Stede mi ha raccontato che non dai molta
tregua quando ti metti in testa qualcosa. >>
David rise, e una morsa dolorosa strinse il suo petto, si
schiarì la voce
e prese due bicchieri riempiendoli di quel liquido dorato che in tanti
amavano sorseggiare, ne porse uno all'amico e prese posto a sua volta
sulla sedia di fronte.
Il primo sorso fece arricciare il naso a Barbanera, gli bruciava la
gola, solitamente l'alcol non gli faceva quell'effetto
fastidioso,
i successivi però diventarono più piacevoli
fino a lasciargli una sensazione di calore nel petto e nello stomaco.
<< Allora hai idea di dove potrebbe essere andato questo
Izzy? >>
<< Insomma non crederà veramente che tu non lo
inseguirai? >>
Barbanera si leccò le labbra e posò il bicchiere.
<< Sa che lo farò, non aspetta altro, ma il
punto è
che in tutto questo casino io non so se non appena mi vedrà
ucciderà Stede davanti ai miei occhi, per scatenare la mia
ira e
lasciarsi uccidere lui stesso da me. >>
<< Mi sembra un'ipotesi un po' drastica >>
ragionò Jenkins.
<< Non si può mai dire con lui. E'
ossessionato dalla mia figura. >>
<< Ma che senso avrebbe fartelo cercare per poi
ucciderlo, non faceva prima a farlo sulla nave? >>
<< Vuole stremarmi, il suo primo attacco è
stato per
spiazzarmi, per farmi capire quanto la mia scelta di seguire il cuore
sia stata fatale, quanto mi abbia reso debole e la seconda parte del
suo piano è farmi credere di avere una speranza di salvarlo,
consapevole del fatto che lui non si farebbe scrupoli ad ammazzarlo,
non gli importa di morire. >>
<< Cristo...sembra un vero pazzo quest'uomo
>> David si
grattò la nuca, se possibile era anche peggio della
situazione
con l'ammiraglio.
<< Sono stato io a farlo diventare così.
>>
<< Edward avanti non puoi davvero...- >>
<< E' così >> gli occhi scuri,
cupi di Barbanera si posarono sulla figura di Jenkins.
<< La gloria, il potere, i tesori, la violenza...E'
questo
ciò di cui ho nutrito Izzy per tutti gli anni in cui abbiamo
navigato insieme, anche quando non mi andava più di
partecipare
attivamente, gli ordinavo cosa fare, lui eseguiva e poi mi riportava i
dettagli. Non ha mai ambito al mio potere, lui amava lo avessi io, come
tenevo in pugno tutti, come mi temevano. >>
<< Mi raccontava che... >> si
schiarì la voce poi bevve un altro sorso.
<< Che quando assaltava una nave, o riscattava qualcosa
da
qualcuno diceva sempre "mi manda Barbanera" e descriveva esattamente il
panico sul volto di quei malcapitati, dovevi vedere l'orgoglio, la luce
nei suoi occhi quando me lo raccontava. E io non facevo niente per
spegnerlo, perché all'inizio, quella foga che aveva Izzy nel
seguirmi era l'unica mia ragione di vita. Come se valessi qualcosa solo
perché avevo un uomo al mio fianco pronto a fare di tutto
per
me. >>
David rimase in silenzio per qualche istante, poi buttò
fuori l'aria dalle narici.
<< Voi due non avevate un rapporto molto sano vero?
>>
Edward corrugò le sopracciglia.
<< Amico era tutto fuorché sano cazzo, e io
l'ho capito
solo ora praticamente. Quando ho scelto Stede credevo anzi ero certo
che Izzy mi avrebbe seguito, certo con i soliti borbottii e lamentele
che aveva cominciato a manifestare ma alla fine avrebbe ceduto, ma
così non è stato. Ha fatto di tutto per separarmi
da lui,
persino allearsi con la marina. >>
Jenkins strabuzzò gli occhi.
<< Cosa ha fatto? >>
<< Già. Per questo dico che avrei dovuto
aspettarmi una
sua mossa, non mi lascerà mai andare, preferisce che io
decida
di essere Barbanera per esasperazione, per proteggere Stede, che viva
una vita di infelicità prendendomela con lui, piuttosto che
sapermi veramente felice accanto all'uomo che...amo. >>
Barbanera accavallò le gambe.
<< Riguardo la tua domanda, so dove può essere
andato. >>
David attese impaziente, il silenzio si era fatto fitto e tagliente.
<< La baia della Morte. >>
<< Che...Io non l'ho mai sentita. >>
Il pirata ridacchiò.
<< Perché la conoscono solo i pirati
più forti e pericolosi. >>
<< Ah certo, giusto >> annuì il
capitano.
<< E' stato lì che io e Izzy...
>>
David spalancò gli occhi pronto a ricevere chissà
quale notizia.
<< L'ho fatto diventare primo ufficiale, era una
sorpresa, ci ho
fatti lasciare soli dalla mia ciurma e lui... >> rise
appena.
<< Lui credeva volessi ucciderlo e abbandonare il suo
cadavere ai
pesci, ma poi quando gli ho dato la mia piena fiducia era contento, non
credo di averlo mai più visto così felice come
quel
giorno, negli ultimi anni invece il nostro rapporto è andato
peggiorando e io non mi sono reso conto di quello che Izzy stava
covando dentro di sé. >>
<< Secondo me voi due avete un grande problema di
comunicazione >> disse Jenkins.
Edward tossì una risata.
<< Perché tu e Stede siete così
ossessionati dal parlare cazzo... >>
<< Perché serve! >>
<< Andiamo David siamo uomini di mare, credi che le cose
sarebbero andate diversamente se io mi fossi seduto un giorno e avessi
detto "ehi amico dovremmo farci una bella chiacchierata noi due, non
trovi? Siediti e dimmi come ti senti." >>
<< Mi avrebbe mandato al diavolo ecco cosa.
>>
Jenkins sospirò.
<< Sto solo dicendo che forse, a lui non è
mancato solo il
suo capitano, la sua guida, forse sente di aver perso un amico, magari
si è sentito tradito da te in un modo che fatichi a
comprendere
e probabilmente anche per lui è difficile capire
ciò che
sente. >>
<< Senti... >> Barbanera si
strofinò il viso con la mano.
<< Amico o no, qualunque stronzata gli frulli nel
cervello non giustifica il suo comportamento. >>
<< Non ho detto questo Edward. >>
<< Lo so, ma non posso mettermici a parlare dopo che ha
rapito
l'uomo per cui mi sono dannato per mesi interi, voglio solo trovare
Stede e portalo via, e assicurarmi che rimanga al sicuro per sempre,
nulla mi interessa più di questo. >>
<< Sì lo capisco, e io ti aiuterò.
>>
<< Sapevo di poter contare su di te, Stede non si sbaglia
mai sulle persone. >>
I due si sorrisero poi tracciarono una rotta per la baia della Morte,
un luogo già terrificante dal nome, difficile anzi quasi
impossibile da raggiungere se non da esperti navigatori, una volta
abbozzato un piano ognuno si ritirò per riposare o almeno
provarci.
...
Stede era inginocchiato a
terra, i
vestiti sporchi di polvere, sudore e sangue, un rigagnolo rosso gli
colava dal lato del labbro, il sudore gli imperlava il volto, i capelli
erano attaccaticci e umidi, mentre le braccia erano aperte, legate in
alto da due catene che gli tenevano ammanettati i polsi.
<< Allora Bonnet, com'è la vita del pirata, ti
piace? >>
Il biondo non rispose, tentava di figurarsi l'immagine del suo
fidanzato, pregando silenziosamente che non venisse a prenderlo o
sarebbe morto, Izzy gli aveva già spiegato il suo piano e
non
andava a finire bene, in nessun caso.
<< Oh lasciami indovinare, stai aspettando che il tuo
fidanzato piombi qui a salvarti >> sogghignò.
<< N-non verrà... >>
<< Cosa? >> domandò Izzy
sollevando un sopracciglio.
<< Ho detto che non verrà. >>
Il primo ufficiale si sentì irritato da quell'affermazione,
credeva che una volta catturato quel damerino sarebbe stato tutto un
piagnucolio e una supplica di lasciarlo andare, e invece persino mentre
lo avevano picchiato era rimasto in silenzio.
Afferrò alcune delle sue ciocche bionde, tirandole fino a
fargli alzare la testa.
<< Si vede che non lo conosci abbastanza Bonnet.
>>
<< Avresti potuto venire anche tu, con noi, sulla Revenge
>> mugolò Stede, sentendo dolore dappertutto,
Izzy lo
lasciò ma rimase chinato su di lui.
<< E per fare cosa mh? Stare a guardare voi due bamboline
che vi intrecciavate i capelli? Tu lo hai...- >>
<< Cosa farai dopo Izzy? >>
domandò il gentiluomo sforzandosi di aprire meglio gli occhi.
<< Quando avrai ucciso me ed Edward, tu cosa farai?
>>
Izzy rimase in silenzio, la bocca socchiusa, le pupille che tremavano
con piccoli spasmi, come se stesse elaborando la risposta nel suo
cervello.
<< Non sono affari tuoi Bonnet >> disse
poi, dopo un istante troppo lungo, si tirò su e si
allontanò.
<< Sistematelo >> ordinò a due
dei suoi.
...
La notte era lunga, troppo
per chi aveva
il cuore in pena, Edward sospirò per l'ennesima volta
fissando
il blu infinito di quella volta celeste, era salito sul cestello di
vedetta per trovare un po' di pace, lo stesso posto in cui Stede gli
aveva detto che comprendeva i suoi timori e poi lo aveva baciato, un
bacio che era sembrato tanto un addio ma non lo era affatto, percepiva
il suo fantasma accanto anche se Stede non era davvero morto, ma
avrebbe potuto diventarlo presto e lui si sarebbe trasformato in quella
belva feroce che lo terrorizzava, avrebbe strappato a mani nude il
cuore di Izzy, e poi...
<< Se mi avessero dato una moneta per ogni tuo sospiro a
quest'ora sarei ricca. >>
Edward sussultò voltandosi.
<< Isabelle? Che cosa diavolo ci fai qui? >>
Lei sollevò le spalle.
<< Credi davvero che vi avrei fatto andare da soli a
cercare
quello che, se non ci fossi stato tu, sarebbe diventato sicuramente mio
marito tra qualche anno? >> il tono che usava quella
ragazzina
gli ricordava tanto quello di se stesso da giovane, spavaldo e
senza un briciolo di timore, o almeno fingeva di non averlo.
<< Avevi detto che saresti rimasta sulla terraferma.
>>
<< Ho mentito >> lo disse con una tale
naturalezza da far impallidire persino il grande pirata che era stato.
<< Il tuo capo lo sa? >>
<< Non ancora, ma te ne accorgerai quando lo
scoprirà, lo sentirai urlare fin da quassù.
>>
Edward scosse la testa.
<< Ragazzina è pericoloso, sul serio non
è un gioco. >>
<< Lo so, infatti non scenderò dalla nave, me
ne
rimarrò nascosta qui così voi potete cercare
Stede e io
posso esservi utile in altro modo, ma non vi intralcerò. Non
voglio certo che a causa mia Stede muoia. >>
<< Comunque ormai sei qui, certo non torneremo indietro
per
riportarti a casa >> disse Barbanera appoggiando la testa
contro
il palo dietro di lui.
<< E io non voglio lo facciate. Sai mi siete mancati in
questi anni, soprattutto Stede. >>
Edward ghignò.
<< Già...a chi non mancherebbe.
>>
<< Parlava sempre di te >> Edward si
voltò giusto in tempo per vedere gli occhi della ragazza
illuminarsi.
<< Davvero? >> chiese lei e lui
annuì.
<< Che avete fatto per tutto questo tempo, oltre a
sbaciucchiarvi ovviamente. >>
<< Giuro ragazzina che appena troverai qualcuno con cui
stare non ti darò tregua. >>
Isabelle sbuffò una risata.
<< Se prima non lo ammazza David. >>
<< Ah no prima devo prenderti in giro e metterti in
imbarazzo. >>
<< Sai che sei proprio antipatico >> mise
il broncio.
<< Lo so, me lo dicono spesso. >>
<< Sul serio? >> domandò la
giovane.
<< No >> rispose ridacchiando Edward.
<< Hanno troppa paura di farlo. >>
Lei alzò gli occhi al cielo.
<< Posso solo immaginare come ti senti >>
iniziò Isabelle tirandosi le ginocchia al petto.
<< Voglio dire si vede dalla tua faccia, le cose andavano
bene tra voi immagino. >>
Barbanera chiuse gli occhi, le lacrime cominciarono a formarsi agli
angoli degli occhi.
<< Andavano più che bene, ci siamo svagati per
due interi
anni, poi ho trovato la locandina del vostro spettacolo e Stede era al
settimo cielo, in seguito avremmo deciso cosa fare. Meditavamo di
fermarci un po' da qualche parte. Dio lui era sempre così
fottutamente entusiasta di qualsiasi cosa, delle volte mi chiedevo come
riuscisse a stare con me. >>
<< Ti ama omaccione, e quando ami davvero qualcuno
sopporti anche
i suoi difetti, accetti ciò che non ti piace.
>>
Lui aprì gli occhi scacciando le lacrime e la
guardò.
<< E tu che ne sai? >>
Isabelle sorrise furbescamente e lo spinse piano.
<< Non esiste mica solo l'amore tra fidanzati sai.
>>
<< Adesso vado ad annunciarmi a David, augurami buona
fortuna. >>
<< Fa la brava con lui, ti vuole bene >>
disse Edward sorridendo, mentre lei aveva iniziato a scendere.
<< D'accordo mio altro padre che non sapevo di avere.
>>
Il pirata ridacchiò scuotendo la testa.
<< Piccola mocciosa insolente >>
borbottò divertito.
<< Ti ho sentito! >> gridò lei
dal basso facendolo nuovamente ridere.
...
<< ISABELLE!
>>
David tentò di prendere un respiro e calmarsi.
<< Che cosa ti è saltato in mente?
>>
Lei prese posto su una sedia, sapendo già come sarebbero
andate
le cose, David le avrebbe fatto la paternale, lei si sarebbe
giustificata, avrebbe promesso di aver capito i suoi errori e lui
l'avrebbe perdonata.
<< Ascoltami prima di dare di matto, so che è
pericoloso, ma come ho già detto a Edward...-
>>
<< Edward lo sapeva!? >>
<< No, lo sa ora, gliel'ho appena detto. >>
Il capitano si passò una mano tra i capelli, il
mal di testa già in atto.
<< Dicevo, non ho intenzione di scendere con voi ovunque
stiate andando, rimarrò qui sulla nave. >>
<< E se qualcuno dei nemici dovesse salire qui?
>>
<< Rimarrò nascosta, stanza segreta ricordi?
>> domandò con un sorrisetto.
<< SO come è fatta la nostra nave, ma il punto
è
che rimane rischioso, cosa ne sai se non ci sarà una
battaglia
tra navi, se dovessero attaccarci con i cannoni, ci hai pensato a
queste cose quando hai formulato la brillante idea di unirti a noi?
>>
Isabelle sbatté le palpebre, ora era decisamente
più insicura.
<< Veramente no... >>
<< Ecco appunto. >> Sbottò
Jenkins mettendosi le mani sui fianchi.
<< Ma non è detto che vada a finire
così, e comunque ormai sono qui sopra >> disse
alzando le spalle.
<< Era troppo bello sperare che per una volta ti fossi
comportata da persona matura. >>
<< David calmati >> intervenne Fernando.
Lei si alzò dalla sedia.
<< Matura come voi due? >>
domandò sollevando le sopracciglia indicandoli.
<< Da quanto fingete che tra voi due non ci sia niente,
come se
non si sentisse quello che dite, o quello che fate, e gli sguardi che
vi scambiate quando pensate che nessuno vi veda? Due anni che fingete
di non stare insieme quando è evidente che sia
così.
>>
Jenkins chiuse gli occhi e prese un respiro.
<< Noi due non stiamo insieme, stiamo solo...
>>
<< E comunque non sono cose che ti riguardano Isabelle.
>>
La giovane alzò e abbassò le braccia.
<< E che cosa siete allora? Se davvero vi importasse solo
di
divertirvi l'uno con l'altro non ci sarebbero problemi, ma il punto
è che tu stai diventando isterico >> disse
indicando David.
<< E tu ti struggi mentre David non c'è.
>>
<< Questo solo perché avete il terrore di
prendere una
decisione che vi spaventa, ma se foste un po' più maturi,
avreste
il coraggio di decidervi a stare insieme e così potremmo
essere
davvero una famiglia >> sbottò con le lacrime
agli occhi e
corse via.
<< Isabelle! >> il capitano si
stropicciò la faccia con le mani, poi strinse gli occhi.
<< Perché proprio ora... >>
mormorò tra
sé, poi i suoi occhi azzurri si posarono su quelli di
Fernando
che allungò le braccia, poi si fermò a
metà strada
e uscì anche lui, David gemette appoggiandosi alla parete.
...
Di fronte alla porta della
stanza di Isabelle.
<< Toc. Toc. Sono Fernando posso...- >>
<< Vattene. >>
<< Avanti sono da solo, David non c'è.
>>
<< Non c'è come l'ultima volta?
>>
Fernando sorrise anche se lei non poteva vederlo.
<< Non c'è davvero, parola mia.
>>
<< Allora puoi entrare, ma se c'è anche lui vi
caccio fuori a pedate. >>
Il primo ufficiale entrò e chiuse la porta dietro di
sé
con delicatezza, Isabelle era sdraiata sul letto a pancia in
giù, la testa nascosta sotto il cuscino, lui si
avvicinò
e si mise a sedere sul materasso, in fondo.
<< Posso parlare con Isabelle o c'è solo il
signor cuscino? >>
Lei si tirò su, il cuscino cadde da un lato.
<< Senti se ti ha mandato lui...- >>
<< Sono venuto di mia spontanea volontà.
>>
Isabelle però non sembrava convintissima.
<< Ascolta so che David può essere duro a
volte, ma ci
tiene a te, ti vuole bene, ha una paura matta di perderti.
>>
<< E alla paura che ho io di perdere lui non ci pensa?
>>
domandò di getto la ragazza, quella domanda
lasciò senza
parole Fernando, si concentravano sempre sulle cose giuste da fare,
come educare quella ragazzina vivace che era piombata nelle loro vite,
senza mai fermarsi e chiedersi come si sentisse lei.
<< Hai perfettamente ragione, ma gli adulti siamo noi,
viene
naturale tentare di proteggerti a tutti i costi senza pensare alle
nostre di vite. Ma non prendiamo le cose alla leggera, David e nemmeno
io te lo assicuro, non abbiamo alcuna voglia di morire e lasciarti.
>>
Gli occhi castani della giovane erano lucidi, aveva le labbra
imbronciate ma si vedeva che stava riflettendo su ciò che
aveva
appena ascoltato.
<< Ma ormai sono qui, non potrebbe semplicemente
accettarlo e non dare di matto? >>
Fernando ridacchiò.
<< E' un po' tardi per quello, sai che lui è
fatto
così, gli piace sbraitare e poi accettare la situazione.
>>
<< Lo fa soprattutto con chi tiene di più
>> aggiunse il primo ufficiale.
<< Anche con te? >> domandò
Isabelle sollevando quei due grandi occhioni.
<< Sì a volte >> rispose
annuendo.
<< E fate pace dandoci dentro? >> chiese
mordendosi le labbra e sorridendo furbescamente.
<< Isabelle! Non risponderò a questa domanda.
>>
Lei lo spinse appena.
<< Scherzavo >> disse ridacchiando.
<< Però sì facciamo pace quasi
subito >> rispose lui.
<< E perché non riuscite a dirvi quello che
provate? >>
L'uomo rimase in silenzio, scosse appena la testa fissando il vuoto.
<< Non lo so, penso sia più complicato di
così. >>
Isabelle gemette lanciandosi di schiena sul materasso e coprendosi il
viso con le mani emise un gemito frustrato.
<< Ma non lo è. >>
<< Sai ragazzina, non c'è bisogno di
ufficializzare per essere una famiglia. >>
La giovane si rialzò piano, guardandolo con un faccino tra
il triste e lo speranzoso.
<< Davvero? >>
<< Sì >> Fernando sorrise.
<< Lo siamo sempre stati senza saperlo, e adesso non
è diverso. >>
<< Ma sarebbe più bello se poteste sentirvi
liberi di
esternare i vostri sentimenti anche davanti a noi, che ne so prendervi
per mano, darvi un bacio o dirvi che vi amate. Senza più
nascondervi o rimanere bloccati in un rapporto senza mai definire di
cosa si tratta, come se aveste paura. >>
Fernando si grattò i baffoni e la guardò, da
quando era maturata così tanto?
<< Abbiamo paura, perché ci siamo spinti
così tanto
oltre che se ufficializzassimo e non funzionasse avremmo rovinato la
nostra amicizia. >>
<< E' questo che temete, di non poter essere
più amici dopo? >>
<< Sarebbe imbarazzante >> annuì
l'uomo.
<< Io non credo, voi vi volevate bene ancora prima di
stare insieme, siete sempre stati amici per la pelle... >>
<< Come potrebbe diventare difficile, se non funziona al
posto di un bacio vi scambiate un cinque. >>
Lui rise.
<< La fai sembrare così facile ragazzina.
>>
<< Sai cosa penso Fernando, che sia David quello che ha
veramente paura mentre tu saresti disposto a provarci. >>
<< E' una delle cose per cui discutiamo ultimamente
>> ammise lui.
<< Gli hai detto che lo ami? >>
<< Isabelle... >>
<< Avanti rispondi >> lo pregò
dondolandosi avanti e indietro.
<< No, non gliel'ho mai detto apertamente
>> sospirò.
<< E che aspetti? >>
Fernando la guardò sollevando un sopracciglio.
<< Non voglio perderlo. >>
<< Finirai per perderlo comunque, anzi finirete entrambi
per perdervi >> sbuffò lei tornando a
sdraiarsi.
<< Ti ringrazio per il consiglio, ragazzina.
>>
Isabelle agitò una mano.
<< Non c'è di che. >>
Lui ridacchiò e uscì dalla stanza, chiuse la
porta con un
sospiro, quando stava per andare nella sua cabina a riposare si
soffermò di fronte a quella di David, dopo aver contato fino
a
dieci si decise ad entrare, lo trovò che stava leggendo
delle
carte nautiche e tracciando linee e coordinate.
<< David... >>
<< Mh? >> mormorò Jenkins
sollevando appena lo sguardo.
<< Hai parlato con Isabelle? >>
<< Sì, sta bene, ha capito il suo sbaglio e
non ce l'ha
con te, non più del solito >>
ridacchiò Fernando grattandosi
il collo.
<< Non voglio che finisca in mezzo a questo scontro
>>
disse il capitano lasciando andare gli attrezzi che stava usando.
<< Non succederà, la terremo al sicuro.
>>
David annuì abbassando lo sguardo.
<< Sì, hai ragione. >>
Fernando si avvicinò a lui e lo prese per le spalle
massaggiandogliele.
<< Ehi... >>
<< Andrà bene, lo sai. >>
Jenkins lo guardò e annuì.
<< Come sempre >> sorrise leggermente.
<< Come sempre >> ripeté il
primo ufficiale.
<< David io...avrei bisogno di parlarti di una cosa
importante. >>
David si irrigidì scostandosi di poco, il volto
improvvisamente stanco come se avesse scalato dieci montagne.
<< Senti Fernando non è il momento adesso, se
non si
tratta di qualcosa che riguarda un modo per uscire tutti vivi da questa
situazione può aspettare >> disse, forse con
troppa
freddezza, Fernando indietreggiò di qualche passo.
<< Certo per te non è mai il momento adatto...
>>
disse e sparì fuori dalla porta, Jenkins si
appoggiò con le mani
al tavolino e sospirò sconfortato.
...
La baia della Morte era un
luogo tetro,
spettrale e pieno di insidie, il mare era sempre grigio e mosso in
quella zona, la schiuma creata dalle onde che battevano sugli scogli
era bianca quasi mucosa, somigliava a qualcosa che solo toccandolo
avrebbe potuto uccidere qualcuno, le rocce erano quasi tutte appuntite
e ispide, c'erano pendii pericolosi ma anche molti luoghi in cui
nascondersi, non facili da raggiungere naturalmente.
La Emily procedeva dritta, temeraria verso la meta, mentre su di essa
il cielo si incupiva sempre più come a fare da specchio a
quel
luogo spaventoso, Edward era appoggiato con le mani alla balaustra, le
braccia tese, i muscoli contratti.
<< Non si vede nessun'altra nave >> disse
David.
<< So dove l'ha nascosta, vuole fingere di non essere
qui, non
attaccherà finché io e Stede non ci troveremo
l'uno di
fronte all'altro, quindi per adesso possiamo considerarci al sicuro
>> spiegò Barbanera mentre guardava serio
l'orizzonte.
<< Fermiamo qui la nave >> disse poi.
<< Sicuro? >>
<< Sì. >>
Il capitano diede l'ordine di rallentare e gettare l'ancora.
Si radunarono tutti sul ponte, pronti a scendere.
<< Ho già detto a Isabelle di rimanere
nascosta >>
disse Jenkins, Edward annuì e quando furono pronti
cominciarono
a scendere, lui che conosceva quel posto diede le indicazioni al
meglio, secondo quello che ricordava, scalavano e calpestavano le rocce
in silenzio, facendo attenzione a non cadere, precipitare di sotto
sarebbe stato un bel dramma.
Il luogo era ampio ma dividersi avrebbe significato morte certa, Izzy
cercava Barbanera, per cui avrebbe dato meno peso alle persone che lo
accompagnavano, ma non si sarebbe fatto scrupoli ad ucciderle se lo
avessero intralciato, dovevano raggiungere il luogo dove stava Stede,
osservare i loro movimenti e agire, almeno quello era il piano.
Nel cuore del pirata gentiluomo si stava facendo largo la speranza che
il suo fidanzato non sarebbe mai venuto a cercarlo, soffriva, aveva
ferite ovunque e lividi, fortunatamente quel pazzo del primo ufficiale
non aveva ancora dato ordine di rompergli qualche osso o mutilarlo ma
Bonnet sapeva che quel momento sarebbe giunto presto.
Aveva gli occhi gonfi, lucidi, colmi di lacrime, era stanco e avrebbe
tanto desiderato poter accoccolarsi sul letto della Revenge, con Edward
che gli accarezzava dolcemente i capelli, che gli raccontava una storia
inventata sul momento, invece era legato, impossibilitato a muoversi e
spaventato.
Mentre si cullava in quei pensieri i passi di Izzy si avvicinarono a
lui, una mano gli afferrò i capelli costringendolo ad aprire
gli
occhi e lasciar andare le lacrime che gli bagnarono le guance
mischiandosi col sangue che aveva perso.
<< Indovina chi c'è? >>
ghignò il primo ufficiale.
Il cuore di Stede si fermò, impallidì di colpo.
<< No >> sussurrò, le labbra
secche e pallide.
<< Oh sì. Ora inizia il divertimento
>> disse Izzy lasciandogli andare i capelli.
<< No, no Izzy ti prego lascialo stare. >>
<< E' me che
odi, puoi farmi quello che vuoi, torturarmi, mutilarmi ma lascia in
pace Edward! >>
Il primo ufficiale lo guardò, poi gli appoggiò
una mano sulla guancia ispida.
<< Ma guardati, così disperato, sai un tempo
anche io ero
come te, pronto a tutto per salvare il mio capitano. Avrei dato la vita
per Barbanera, sarei morto ogni giorno per lui fino a quando non ha
cominciato ad avere idee strambe e folli proprio come te Bonnet. E voi
due farete la stessa fine. >>
Tolse la mano e si allontanò, Stede cominciò ad
agitarsi,
strattonando le catene, tirando e gridando anche se gli facevano male i
polsi e le braccia.
<< NO, NO IZZY NON FARLO! >>
Ma ormai era troppo lontano.
...
<< Stede...
>> mormorò Edward certo di aver sentito la sua
voce.
<< Come? >> domandò Fernando.
<< Sono sicuro di averlo sentito, in lontananza.
>>
<< D'accordo rimaniamo calmi, potrebbe essere una
trappola >> suggerì David.
Il pirata scosse la testa.
<< Sono certo fosse lui. >>
<< Procediamo con cautela >> disse Jenkins.
Continuarono a camminare schivando alberi e grosse rocce appuntite,
udirono un fruscio e poi si ritrovarono circondati, Izzy a capo di quel
cerchio che fissava dritto negli occhi, senza un briciolo di timore il
suo ex capitano.
<< Bene, bene, bene Edward, hai portato i rinforzi.
>>
<< Ma non ti serviranno. >>
<< Dov'è Stede!? >>
Izzy rise, poi si passò una mano tra i capelli.
<< Dovrai guadagnarti la sua posizione, sappi solo che
c'è
qualcuno pronto a tagliargli la testa nel caso mi succedesse qualcosa
prima del tempo e per quanto riguarda la tua combriccola, una parola e
sono morti. >>
Barbanera deglutì, si voltò appena verso di loro.
<< Okay rimanete in silenzio, ci penso io.
>>
<< Che cosa vuoi da me Izzy? Cosa vuoi che faccia?
>>
<< Voglio che vieni con me, da solo. >>
Il pirata rimase in silenzio, poi chiuse gli occhi per un istante ed
avanzò.
<< Edward... >> lo chiamarono gli altri
sussurrando.
<< Zitti. Fate come vi ho detto. >>
<< Sì ascoltatelo, a volte sa quello che dice
>> intervenne Izzy.
<< I tuoi amichetti ovviamente resteranno qui, sotto
stretta sorveglianza. >>
Edward lo raggiunse, andandogli volutamente molto vicino e non gli
sfuggì il tremore che lo colse, forse una parte di Izzy, era
ancora
succube e timorosa di lui e l'avrebbe usata, doveva solo scoprire come.
<< Andiamo >> disse con voce seria, facendo
attenzione a
non dare alla parola l'inclinazione della domanda, lo disse come se
fosse un ordine, il primo ufficiale deglutì, poi strinse i
pugni
e cominciò a camminare seguito dal suo ex capitano,
Barbanera
doveva fare attenzione, un passo falso e Stede sarebbe morto.
<< Allora? Perché stai facendo tutto questo?
>>
<< Lo sai il motivo >> rispose Izzy
rimanendo qualche passo avanti a lui.
<< Un filino troppo teatrale >>
commentò Edward.
<< Tu mi hai tradito, e sai bene cosa succede ai capitani
che voltano le spalle alla propria ciurma. >>
Una risata secca lasciò le labbra di Barbanera.
<< Tradito? Io ti ho portato con me fino alla fine, sei
tu che hai voluto andartene. >>
Izzy non rispose.
<< Non pensi di aver fatto una mossa sbagliata ad avermi
portato
qui, in mezzo al nulla, da soli. Potrei ucciderti, tanto Stede
morirebbe in ogni caso, ma almeno mi sarei tolto la soddisfazione di
vederti soffocare, sentendo il tuo fiato venire meno con le mie stesse
mani. >>
Un brivido percorse la schiena del primo ufficiale, deglutì,
il
pomo d'Adamo si mosse su e giù lentamente, si
fermò.
<< Come sai che non ho cosparso l'isola di uomini, e che
non ce ne siano nascosti vicino a noi anche ora? >>
Edward si avvicinò lentamente, chinò il busto, i
capelli
lunghi sfiorarono la spalla del primo ufficiale, gli
sussurrò
dritto all'orecchio.
<< Perché ti conosco Izzy Hands, so che non ti
importa di morire, visto il punto in cui sei arrivato. >>
Il primo ufficiale si girò di scatto, spingendolo.
<< Tu non mi conosci affatto! >>
ringhiò a denti stretti, puntandogli l'indice contro.
Izzy riprese a camminare, ma venne fermato dalla voce di Edward.
<< E se ti proponessi un accordo? >>
Izzy si fermò di nuovo, alzò il mento, poi si
voltò lentamente.
<< Di che genere? >>
Barbanera piegò leggermente il collo di lato.
<< Lascia andare Stede e tutti quelli che erano con me,
io
verrò con te, sarò di nuovo Barbanera, mi
trasformerò in quello che più desideri e ti giuro
Izzy
non passerà un giorno in cui non ti porterò allo
stremo,
tornerò ad essere quello che tutti temono se non peggio,
riavrai
il tuo capo nella sua forma peggiore, perché ti assicuro che
tu
ancora non hai visto niente >> disse quelle parole
arricciando le
labbra e il naso, come se stesse sputando veleno, come se la sua bocca
fosse diventata completamente amara, nel frattempo si era avvicinato al
suo sottoposto, che era rimasto impassibile, con la mascella rigida e
lo sguardo puntato in quello di Edward.
<< Tu credi che io stia facendo tutto questo solo per
riavere indietro Barbanera? >>
Sorrise ma era un sorriso finto, amaro.
<< Se sapessi che funzionerebbe sarebbe diverso, ma per
riaverti
veramente avrei dovuto agire prima, quando ancora Bonnet non ti aveva
fritto del tutto il cervello, quando eri tornato da solo su quella nave
di imbecilli, era quello il momento in cui sarebbe stato utile, sapevo
anche quali tasti premere e invece da idiota quale sono non l'ho fatto.
Sembrava che ci fossi arrivato da solo, ti sei ripreso la Queen Anne,
ma il fatto che avessi voluto tenere quegli idioti doveva farmi suonare
un campanello d'allarme. >>
Edward non resse più, in un attimo lo afferrò per
la giacca sbattendolo di schiena contro il tronco di un albero.
<< E ALLORA COSA CAZZO VUOI SI PUO' SAPERE!?
>> gli
sbraitò dritto in faccia, e Izzy sorrise, uno sguardo
lucido e folle, sollevò una mano e l'appoggiò
sulla
guancia del suo ex capitano.
<< Dimostrarti che nessun damerino vestito di seta
può
cambiare la tua vera natura, eri e resterai per sempre Barbanera, il
flagello dei mari, quello che tutti temono. Fingere con lui non serve a
niente, Barbanera vive in te e me lo hai appena confermato.
>>
Edward lo lasciò andare scostandosi malamente,
deglutì la
rabbia che sentiva montargli in corpo, respirava affannosamente, poi si
guardò le mani, quelle stesse mani che Stede aveva stretto
un
milione di volte, prese un respiro e spostò lo sguardo su
Izzy.
<< Non sono più quella persona.
>>
<< Peccato >> disse il primo ufficiale
passandogli davanti.
...
Sulla terra polverosa le
macchie umide
continuavano ad aumentare, una goccia dopo l'altra, rigavano le guance
del pirata gentiluomo scendendo direttamente dai suoi occhi, e andavano
a mescolarsi alle altre che avevano formato una poltiglia fangosa al
suolo, Stede era ancora in ginocchio, ancora legato, e non riusciva a
smettere di pensare a quanto impotente e inutile fosse, doveva essere
con Edward, proteggerlo e invece...
<< Diamine quanto pesa questa cosa! >>
Il volto del pirata si voltò di scatto, lontano da lui,
vicino alle rocce
c'era Isabelle che stava tentando di tirare fuori un'ascia conficcata
nel terreno, per un momento credette di star avendo un'allucinazione,
ma
sembrava troppo reale per esserlo davvero.
<< I-Isabelle!? >>
<< Che cosa... >>
Lei si voltò.
<< Tranquillo biondino ti libero io >> e
tirava emettendo dei versetti di sforzo.
<< Vattene subito Isabelle, è pericoloso!
>> era nel
panico, se qualcuno di quegli uomini fosse arrivato per lei sarebbe
stata la fine.
<< Non ti lascio solo! >>
<< Isabelle santo cielo, va via! >>
Poi si rese conto che forse così avrebbero attirato di
più l'attenzione.
<< Se vuoi ti do una mano io >> disse una
voce maschile dietro la ragazzina.
<< Sì grazie molto gen... >> lei
si girò e sbarrò gli occhi.
<< Oh oh. >>
Stede si allarmò, tentava di voltarsi del tutto ma le catene
glielo impedivano.
<< Ivan! Ti prego lasciala stare, è solo una
ragazzina... >>
Ivan prese l'ascia, l'estrasse dal terreno poi andò verso il
pirata, Isabelle si allarmò e corse verso di lui, ma l'uomo
aveva
già alzato l'arma verso il cielo, e con un colpo secco ruppe
le
catene, per un istante il biondo vide nero, credette di essere morto,
quando riaprì gli occhi era incredulo, si toccò
ogni
parte del corpo per verificare fosse ancora fatta di carne, anche la
ragazza aveva chiuso gli occhi ma quando li riaprì
brillarono
per lo stupore.
Il biondo alzò lo sguardo su Ivan.
<< Perché? >>
Lui sollevò le spalle.
<< Mi sono stancato dei modi di Izzy e mi manca il mio
amico
Fang, per cui considerami dalla tua parte >> disse
allungando la
mano verso Stede, che ovviamente rimase titubante.
<< Devo fidarmi? >>
<< Come ti pare, io da qui voglio andarmene, con o senza
di te. >>
Bonnet rimase in silenzio con le sopracciglia corrugate, poi dopo aver
preso un respiro afferrò la mano dell'uomo che lo
aiutò
ad alzarsi, a quel punto Isabelle strinse il pirata tra le braccia che
emise un mugolio di dolore.
<< Scusa >> disse lei accarezzandolo e
sorridendogli.
<< Tranquilla ragazzina, se non fossi così
felice di
vederti ti farei una bella ramanzina >> le
accarezzò il
viso sorridendole.
<< Sei diventata grande. >>
<< Me lo ha detto anche il tuo fidanzato. >>
Stede scattò a quelle parole.
<< A proposito dov'è? >>
<< Non lo so, io sono scesa dopo di loro. >>
<< Ehi voi due, non è il momento per le
smancerie,
andiamocene >> disse Ivan guardandosi intorno, a lui era
stato
affidato il compito di controllare Stede, ovviamente non da solo ma gli
altri dovevano arrivare e in questo erano stati molto fortunati.
...
Edward e Izzy giunsero nel
luogo dove
teoricamente doveva trovarsi Stede, ma al suo posto, erano rimaste solo
le catene spezzate e le tracce di sangue secco sul terriccio, il primo
ufficiale sgranò gli occhi, non era possibile fosse riuscito
a
fuggire da solo, qualcuno lo aveva sicuramente aiutato.
Barbanera si avvicinò a quelle pesanti manette che avevano
tenuto bloccati i polsi del giovane pirata, ne prese una in mano,
rabbrividendo al pensiero di come quella carne sottile dovesse ora
apparire rovinata a causa di quei pezzi di metallo, la
lanciò
per terra e guardò Izzy.
<< Lo hai tenuto legato qui per tutto il tempo?
>>
Lui non rispose, troppo occupato a cercare una soluzione, comunque la
baia era cosparsa dai suoi uomini, sicuramente uno di loro lo avrebbe
trovato e riportato indietro, quel damerino da solo non aveva tanto
scampo, nemmeno se aiutato dai suoi amici idioti.
<< Dov'è ora? >>
Silenzio.
<< DOVE DIAVOLO E' ORA!? >>
<< Non lo so >> rispose il primo ufficiale.
<< Come? >>
<< Ho detto che non lo so, non ne ho idea, in qualche
modo quell'idiota deve essere fuggito. >>
L'espressione di Edward era contratta dalla rabbia.
<< Stai mentendo. >>
<< Perché dovrei!? A quale scopo portarti
qui...- >>
Non riuscì a terminare la frase perché Barbanera
gli era già addosso.
...
Intanto Stede, Isabelle e
Ivan
scivolavano e correvano verso la costa, anche se correre era una parola
grossa, ma vennero presto braccati dagli altri uomini del primo
ufficiale, dovettero impegnarsi per non farsi prendere, e dopo essere
finiti all'interno di una fitta foresta giunsero nell'esatto punto dove
si trovava la ciurma di Stede, più David, Fernando e una
parte
dei loro ancora circondati dai nemici.
Quando Jenkins vide la ragazzina si allarmò ma gli uomini
che li
circondavano vedendo Stede cominciarono a sferrare colpi, e
così
partì un combattimento che nessuna delle due ciurme avrebbe
voluto iniziasse, quella gente era forte, ma colpiva spesso a casaccio,
Stede intimò a Isabelle di nascondersi mentre lui e Ivan
corsero
ad aiutare i loro amici.
Il pirata gentiluomo e il capitano della Emily si trovarono spalla
contro spalla.
<< Dov'è Edward? >>
riuscì a gridare il biondo.
<< E' andato via con Izzy, credo lo volesse portare da
te!
>> rispose Jenkins riuscendo a mettere al tappeto un uomo
robusto.
Da quel momento Stede apparve sempre più preoccupato,
riuscendo
a malapena a schivare i colpi così David gli
gridò
di andarli a cercare, il pirata oppose resistenza ma Jenkins
lo
convinse ad andare, così il gentiluomo partì in
tutta
fretta, correndo a ritroso, arrampicandosi su quelle rocce taglienti.
<< Ed sto arrivando >> ansimava, le ferite
che già
aveva, più i piccoli tagli nelle mani non gli impedivano di
spingere il suo corpo già allo stremo delle forze, cadde
più volte stracciandosi i pantaloni e procurandosi graffi
brucenti sulle ginocchia, ma doveva raggiungerlo prima che fosse troppo
tardi, se Izzy non lo avesse trovato legato come lo aveva lasciato
avrebbe potuto infuriarsi e prendersela con Edward, e per quanto il suo
fidanzato fosse forte, non poteva niente nel caso il primo ufficiale
avesse chiamato i rinforzi.
Isabelle osservava lo scontro riparata dietro un albero, ogni volta che
qualcuno veniva colpito chiudeva gli occhi, aveva tanta paura, la sua
mente la riportò al giorno in cui i pirati avevano attaccato
la
nave della sua famiglia, tutta quella violenza, tanto sangue...I suoi
occhi si riempirono di lacrime, guardava David e Fernando riuscire a
schivare e contrattaccare abilmente quella gente, ma i nemici erano
veramente troppi, voleva uscire e aiutarli ma se lo avesse fatto era
certa che l'avrebbero messa fuori gioco al primo colpo.
Aveva ragione Edward quando le aveva detto che non era ancora pronta
per quel genere di missioni, poi le venne un'idea, sulla nave c'era una
cassetta per le medicazioni, tutto quello che serviva per intervenire
in un primo soccorso, lei aveva assistito spesso il medico della Emily
e sapeva bene cosa fare, così decise che si sarebbe resa
utile
in quel modo, corse rimanendo nascosta tra cespugli e rocce quando era
possibile, desiderando di arrivare in fretta alla nave.
Lo scontro andava avanti, molti degli uomini di Izzy erano stati
sconfitti, ma alcuni della Revenge erano rimasti feriti, Fernando e
David si coprivano a vicenda ma tentavano in tutti i modi di prendersi
cura e parare le spalle anche agli altri, era un combattimento
estenuante, Jenkins per un secondo perse di vista il suo bersaglio e
quello ne approfittò per sferrare un colpo, Fernando
però
riuscì a muoversi in tempo e prendersi la pugnalata al posto
del
suo capitano, che vide la scena a rallentatore davanti ai suoi occhi,
la spada che doveva essere destinata a lui infilzata nel fianco del suo
migliore amico, la stessa lama che veniva estratta sporca di sangue, il
corpo di Fernando che piombava verso terra se non fosse che Jenkins si
precipitò afferrandolo tra le sue braccia e chinandosi a
terra
insieme a lui.
Uno degli uomini di Jenkins colpì il nemico sbattendolo al
suolo, poi
tornò allo scontro e tutti fecero in modo di formare uno
scudo
davanti al capitano e al suo primo ufficiale, in modo che non venissero
attaccati, David teneva Fernando tra le braccia, era sudato, il sangue
gli colava dalla bocca ma sorrideva.
<< No, no, ti prego non farmi questo. >>
<< Fernando >> pianse David, con gli occhi
lucidi e le
labbra tremanti, Fernando sollevò una mano e andò
a
toccare la guancia dell'amico, che la premette più forte con
la
sua.
<< Volevo solo dirti... >>
cominciò il primo ufficiale.
<< Che ti amo... >> il suo fiato cominciava
ad essere corto, e i respiri più flebili e brevi.
Jenkins strinse gli occhi e gemette, due gocce salate solcarono le sue
guance finendo sul volto di Fernando.
<< A-Anchio... >> tremò David.
Fernando spalancò gli occhi per quanto possibile.
<< Cosa hai dett-o? >>
<< Che ti amo idiota >> la voce del
capitano era a
singhiozzi, non poteva credere che si stavano finalmente dicendo quello
che provavano proprio quando uno dei due...
Fernando sorrise poi chiuse gli occhi, la testa si piegò di
lato
e David lo strinse ancora più forte mentre soffocava i
singhiozzi e il cuore gli faceva dannatamente male.
...
<< TU LO HAI
UCCISO! >>
gridò Edward mentre Izzy si divincolava dalla sua presa,
erano
minuti interi che stavano lottando, esausti e sudati, Izzy aveva
cercato di far capire al suo ex capitano che non aveva idea di dove
fosse finito Stede Bonnet, ma lui non voleva credergli e allora decise
di dargli ciò che si aspettava.
<< E va bene l'ho ammazzato quel cane! L'ho fatto fuori e
buttato il suo inutile corpo agli squali! >>
Barbanera ansimava, il volto si distorse in una smorfia di dolore
talmente forte che colpì e fece male anche al primo
ufficiale.
<< No... >> sussurrò Edward con
gli occhi già
lucidi, cadde a terra in ginocchio stringendosi il petto, Stede, Stede,
Stede, il suo Stede non c'era più, non avrebbe
più
rivisto i suoi sorrisi, né ascoltato la sua voce, niente
più baci da quelle morbide labbra, non lo
avrebbe...rivisto...mai...più.
<< NO!!! >> urlò straziato dal
dolore, mentre si
stropicciava la faccia con le mani, nemmeno le lacrime avevano il
coraggio di scendere, come se non bastasse cominciò anche a
piovere, ma lui parve non notarlo, il petto compresso in una morsa
soffocante che non gli permetteva neanche di respirare.
Izzy si avvicinò senza timore, non gli importava se lo
avrebbe
ucciso, era disgustato e sentiva un senso di nausea rivoltargli lo
stomaco.
<< Alzati Edward. >>
Non poteva sopportare che il grande Barbanera stesse a piagnucolare
come un moccioso, come un debole, non riusciva ad accettare che stesse
piangendo, che tutte quelle lacrime, quel dolore fossero per Stede
Bonnet, una nullità, un uomo che conosceva da a malapena
poco
più di due anni.
<< Alzati cazzo, non vedi come ti ha ridotto quel
rammollito! >>
Lo sguardo infuocato di Edward si posò nel suo, e solo in
quell'attimo Izzy ebbe davvero paura.
<< TU NON SAI NIENTE >> sbraitò
Barbanera alzandosi
e afferrando la giacca del primo ufficiale, lo strattonò,
poi lo
colpì in pieno viso facendolo finire a terra, lo
riafferrò tirandolo verso di sé, ringhiandogli in
faccia
tutta la sua frustrazione e disperazione.
<< Ti farò pentire di ogni fottuto secondo
della tua
miserabile vita >> sibilò tra i denti, a pochi
centimetri
dal viso di Izzy il quale lo spinse via con un colpo di rabbia cieca.
<< Sono già pentito! Rimpiango ogni merdoso
secondo che ti
ho dedicato, avrei dovuto lasciarti ammazzare quando ce n'era stata
l'occasione, mi pento di ogni singola, maledetta cosa che ho fatto per
te! A tutto il fiato che ho sprecato, le ossa rotte, le ferite, tu non
meritavi niente. >> Due grosse lacrime solcarono il volto
pallido
del primo ufficiale, che fortunatamente per lui si mischiarono con la
pioggia.
Izzy in un impeto di rabbia si strappò via la cravatta dal
collo dove era legato l'anello e la strinse nel pugno.
<< Questo era un simbolo di fedeltà!
>> gridò il primo ufficiale con le lacrime
agli occhi
<< Ma adesso ho capito che per te non valeva niente
>>
ringhiò stringendo le palpebre e gettando per terra cravatta
e
anello che svolazzarono per un po' fino a quando non finirono sul
terreno umido, macchiandosi ti terra e bagnandosi in fretta grazie alla
pioggia.
Barbanera abbassò lo sguardo, bagnato e spento, i capelli
che
gocciolavano, toccato sì da quel gesto e quelle accuse ma
Izzy
gli aveva fatto troppo male perché potesse preoccuparsi di
come
si sentiva, infatti si limitò a guardarlo senza un briciolo
di
emozione sul volto.
<< Non mi interessa nemmeno più sapere
perché stai facendo tutto questo... >> disse
Edward
<< Non ho mai detestato nessuno in questo modo come sto
detestando te >> continuò.
<< Perché a te interessa solo di lui.
>> Izzy
continuava a tremare e si stava odiando, tutta quella debolezza, doveva
andare diversamente nella sua testa.
Lo sguardo di Edward si posò lentamente sul primo ufficiale.
<< Sì è vero e tu me lo hai portato
via >> si
avvicinò con passo lento, sollevò un braccio e
strinse le
dita intorno al collo di Izzy, lui per istinto appoggiò le
mani
sulla sua ma senza divincolarsi, Barbanera cominciò a
camminare
spingendo il primo ufficiale all'indietro fino allo strapiombo, un
piede finì sopra alcuni sassolini sdrucciolevoli, per poco
non
finì di sotto.
<< Coraggio fallo, finisci il lavoro >> lo
incitò Izzy, le dita sul suo collo strinsero di poco la
presa.
<< Avanti cosa aspetti? Ho ucciso il tuo fidanzato, era
così irritante che non ho resistito >> lo
provocava,
sapendo bene quale sarebbe stata la sua fine, aveva accettato di essere
niente per Edward, almeno voleva essere ucciso da lui, per una malata e
ultima richiesta di interesse.
<< Sei una nullità Izzy, e non hai capito
proprio niente
>> si era improvvisamente calmato, la sua voce era
pacata, ma si
poteva sentire benissimo che non era una calma naturale, rasentava
quasi l'apatia e il suo sguardo era già spento, come se
avesse
rinunciato a lottare senza nemmeno essere ferito.
Lo spinse maggiormente verso il vuoto, la schiena del primo ufficiale
era inarcata e lui si teneva al braccio di Edward, in una stupida lotta
inutile alla sopravvivenza.
<< Non hai capito che eri tutto per me...
>> disse Edward.
Izzy sgranò gli occhi.
<< Cosa!? >>
<< E hai continuato a esserlo in un modo diverso...
>> continuò l'ex capitano di Hands.
Il primo ufficiale strinse la presa contro il braccio di Barbanera,
forse cominciava a capire, ma quella consapevolezza faceva ancora
più male di tutto il resto.
<< A cosa sarebbe servito capirlo prima se tanto dopo
avresti
incontrato lui, e perso la testa per lui... >> i suoi
occhi erano
lucidi, la pioggia sferzava e desiderava ardentemente che Edward
mollasse la presa.
Edward emise un flebile sospiro, il suo sguardo già nel
vuoto.
<< Non lo so >> rispose.
<< Ma quello di cui sono certo è che io non
sono come te
>> lo tirò in avanti mollando la presa dal suo
collo, e si
lasciò cadere lui verso il vuoto, Izzy cadde per un momento
in
ginocchio poi si voltò sconvolto affacciandosi allo
strapiombo,
scioccato, con gli occhi spalancati e la bocca aperta in un urlo
silenzioso.
<< NO! >> un urlo straziato, ma di un'altra
voce.
<< EDWARD! >> era Stede, giunto in tempo
per vederlo
precipitare, troppo tardi per riuscire a salvarlo.
Corse in avanti con
il fiato corto, il cuore a pezzi e le lacrime che già
lasciavano
copiose i suoi occhi, non fece nemmeno caso a Izzy che spostava lo
sguardo da lui allo strapiombo.
<< Edward... >> pianse il biondo, le labbra
distorte, in un moto di
pazzia tentò di calarsi giù ma venne afferrato da
un paio
di inaspettate braccia.
<< Che cosa vuoi fare idiota!? Ormai è andato.
>>
Stede si voltò scioccato verso Izzy, digrignò i
denti e lo spinse via.
<< Lasciami, sta zitto! >>
Il pirata gentiluomo dopo aver fatto ballare lo sguardo verso quel
dirupo iniziò a calarsi tenendosi stretto, la pioggia si era
calmata, ma il terreno e le rocce erano comunque scivolose, dopo un
paio di metri di discesa, in cui il cuore sembrava stesse per
scoppiargli nel
petto lo vide, era Edward, la cinta della sua giacca di pelle si era
incastrata in un ramo, sotto di lui c'era una piccola zona d'appoggio,
ma poteva non essere stabile e se il ramo avesse ceduto il pirata
avrebbe potuto comunque farsi molto male.
Stede deglutì sentendo il magone salirgli alla gola, scese
lentamente con i battiti a mille, l'ansia di arrivare ma doveva fare
attenzione a non scivolare o non sarebbe riuscito a salvarlo, raggiunse
quel piccolo spiazzo con le ginocchia che gli tremavano, il terreno
sembrava abbastanza sicuro, resse la parte superiore del corpo di
Barbanera con un braccio, mentre con l'altro sganciava la cintura,
l'uomo ricadde tra le sue braccia e insieme finirono per terra.
<< Eccoti qui ti ho preso, va tutto bene ora
>> gli
accarezzò i capelli facendo attenzione alla ferita che aveva
sulla fronte, respirava ancora, Stede era commosso, lo strinse
chiudendo gli occhi poi riprese ad accarezzarlo.
<< Va tutto bene, ci sono io con te, ci sono io.
>>
<< E' VIVO! >> gridò dopo
qualche secondo,
rendendosi presto conto che le sue urla sarebbero andate a vuoto, il
primo ufficiale non li avrebbe certo aiutati.
<< Dannazione >> imprecò Izzy
tra i denti, strinse i
pugni e cercò qualcosa che potesse essere utile,
trovò una corda
abbastanza robusta e la buttò giù tenendo l'altra
estremità stretta tra le mani, il biondo rimase incredulo ma
anche diffidente di fronte a quella corda.
<< Come faccio a fidarmi? >>
urlò.
Izzy sollevò gli occhi al cielo.
<< Preferisci rimanere lì e rischiare che
muoia sul serio
o tentare la sorte? >> gridò in risposta Izzy.
Stede prese un respiro, baciò la fronte di Edward e gli
accarezzò una guancia.
<< Ti porto al sicuro adesso. >>
Legò la corda alla vita di Barbanera poi disse al primo
ufficiale di tirare, lui lo fece a fatica, il pirata gentiluomo
iniziò ad arrampicarsi rimanendo sotto il corpo del
fidanzato,
nel caso fosse caduto o Izzy lo avesse lasciato andare lui lo avrebbe
preso e al massimo sarebbero morti insieme, ma nulla di ciò
accadde, il corpo di quello che tutti chiamavano terrore dei mari
arrivò sano e salvo in cima, mentre l'ormai passato braccio
destro si lasciò cadere a terra stremato, Stede una volta
salito
gattonò verso Edward e gli accarezzò il viso
sorridendo,
strinse le labbra per non lasciarsi andare.
<< Adesso andiamo a casa va bene? >>
<< Andiamo a casa >> ripeté
accarezzandogli la
fronte nella parte sana con la mano tremante, nel frattempo il primo
ufficiale si era
avvicinato, Bonnet lo fulminò con lo sguardo.
<< Sta lontano da lui. >>
Ma Izzy non gli diede retta, si chinò e tagliò la
corda che era
ancora legata alla vita del pirata, così stretta avrebbe
potuto
causargli altre ferite di cui non aveva bisogno, poi si
allontanò di qualche passo, osservò quel damerino
che tentava di
prendere in braccio Barbanera con scarsi risultati viste le sue
condizioni.
<< Bonnet ti serve una mano, non ce la farai mai da solo.
>>
<< Zitto >> disse solo, avvolgendo un
braccio intorno a
Edward, le sue ginocchia avrebbero dovuto collaborare, e le sue ferite
smettere di bruciargli o le avrebbe solamente ignorate, tutto per
portare l'uomo che amava in salvo.
<< Così rischi solo di farlo cadere contro
qualche roccia appuntita, idiota vuoi darmi retta! >>
<< Perché dovrei!? Tu lo hai ridotto
così, lo hai
lasciato cadere! >> urlò Stede guardando
quell'uomo dritto
negli occhi, e Izzy giurò che non aveva mai visto quel tipo
di
sguardo addosso a quello che considerava un debole snob.
<< Veramente non è andata in questo modo, ma
non sono io a
dovertelo spiegare. Non ce la farai mai da solo Bonnet. >>
Stede alzò lo sguardo verso un punto lontano, gli occhi si
riempirono di lacrime, un sorriso nacque spontaneo sulle labbra.
<< Non sono solo >> disse guardando la sua
ciurma che si avvicinava.
E Izzy forse in quel momento capì che cos'era l'amore.
...
Un paio occhi scuri si
aprirono nella
penombra della stanza, dalla finestra entrava una tenue luce, i
dondolii della braca erano così lievi da rischiare di farlo
nuovamente addormentare, spostò lo sguardo alla ricerca di
qualcosa o qualcuno e incontrò un paio di lapislazzuli
azzurri, le
quali pupille si dilatarono riempiendo gli interi occhi di gocce salate.
<< Sei sveglio >> sussurrò la
voce di David, roca,
rotta e bassa come non l'aveva mai sentita, era rimasto al suo
capezzale per intere giornate supplicandolo di svegliarsi.
<< Da-vi... >>
<< Shh, non sforzarti >> disse il capitano
stringendo piano
quella mano debole che stava lentamente riacquisendo calore, si
allungò per prendere il bicchiere d'acqua e glielo
avvicinò alle labbra.
<< Ce la fai? >>
Fernando annuì e bevve piano, piccoli sorsi che diedero
immediato sollievo all'arsura che sentiva alla gola, poi il bicchiere
venne riappoggiato sul mobiletto.
<< Ho fat-to uno...strano sogno. >>
Jenkins allargò lo sguardo, sorrise lievemente.
<< Di che genere? >> domandò.
Il primo ufficiale corrugò le sopracciglia, sforzandosi di
ricordare.
<< C'eri tu... >> deglutì.
<< E c'ero io...e tu mi hai detto che >>
gli occhi si riempirono di lacrime.
<< Mi hai detto... >>
David gli strinse la mano e si chinò appena su di lui.
<< Non era un sogno Fernando. >>
Lui spalancò gli occhi incredulo.
<< Come? >>
David sorrise, una lacrima scivolò leggera lungo la sua
guancia.
<< Io te l'ho detto davvero >> ammise,
sentendo il cuore
leggero e gonfio allo stesso tempo, ma quell'ammissione non
causò la reazione sperata, perché il volto del
primo
ufficiale si incupì.
<< Ehi che ti prende? >> chiese il capitano.
<< N-Non è che lo hai detto solo per...
>>
<< Solo per-ché pensavi che io...
>>
<< Ti amo >> soffiò David con le
labbra che tremavano.
<< Io ti amo Fernando, e l'ho nascosto così
dannatamente
bene perché avevo una paura folle di perderti, di perdere il
mio
migliore amico, e invece poi ho rischiato di vederti morire sotto i
miei occhi, non potevo lasciarti andare senza che lo sapessi.
>>
Fernando allungò il braccio, afferrò la nuca del
compagno
con una mano, muovendo le dita tra quei soffici e sottili capelli
castani.
<< Sei così cocciuto a volte Jenkins...
>>
Lui rise.
<< Lo so, forse è per questo che ti piaccio un
po'. >>
<< Sciocchezze, tu non mi piaci, io sono perdutamente
innamorato di te David. >>
Si sorrisero, il capitano si chinò lasciandogli un delicato
bacio sulle labbra.
<< Significa che adesso posso baciarti in pubblico?
>>
Jenkins si morse le labbra.
<< Puoi fare tutto quello che vuoi mio braccio destro
>> e
si baciarono di nuovo, passando il successivo quarto d'ora in quel
modo, dolci tocchi che sapevano di pace e armonia.
...
Edward invece non si era
ancora
svegliato, giaceva immobile, con il petto che si alzava e si abbassava
lentamente, Stede non lo aveva mollato un secondo, era inginocchiato
per terra, con il busto, la testa e le braccia appoggiate sul
materasso, una mano stretta a quella del suo fidanzato.
Qualcuno entrò nella stanza.
<< Stede? >>
<< Ehi... >> lo scosse piano e il pirata
tirò su il capo, i capelli scompigliati e il volto assonnato.
<< Ehm...ciao...Lucius >> disse lo scriba
come se si stesse presentando.
<< So chi sei Lucius. >>
<< Sì, certo, ovvio >> rispose
il giovane scuotendo la testa.
<< Ci sarebbe bisogno di te fuori. >>
Stede guardò in direzione di Edward.
<< Non voglio lasciarlo, se si dovesse svegliare...
>>
<< Oh ma non rimarrà solo, Frenchie si
è offerto di rimanere
qui, è una questione di pochi minuti e se si dovesse
svegliare
lui correrà a chiamarti. >>
Frenchie entrò in quel momento, facendo un cenno al suo
capitano
che sospirò e si rimise in piedi, le gambe gli dolevano per
essere stato tutto quel tempo accartocciate sul pavimento, ma lui ci
fece poco caso, il dolore che sentiva nell'anima era molto
più
forte.
<< Facciamo in fretta >> disse e uscirono.
Quando si ritrovarono sul ponte l'espressione di Bonnet
cambiò notevolmente, facendosi aspra.
<< Cosa ci fa lui qui? >>
<< Uhm Ivan e Fang lo hanno catturato >>
spiegò Spriggs.
Lo sguardo del capitano gentiluomo era serio.
<< Ti sei fatto catturare >> questa volta
si rivolse direttamente a Izzy.
<< Perché? >> domandò
sempre il biondo.
Il primo ufficiale Hands alzò e abbassò le spalle
in
segno di indifferenza, aveva i polsi legati in avanti e anche le
caviglie erano strette con una corda e un bel nodo, le sue armi
ovviamente erano state fatte sparire.
<< Non lo vedrai >> disse Stede guardandolo
dritto negli occhi.
Una lieve punta di dolore colorò lo sguardo di Izzy, ma
durò solo un secondo.
<< Se non ti decidi a parlare... >> scosse
la testa.
<< Non ho tempo per te adesso, tenetelo a bada,
decideremo cosa
fare appena si sveglia Edward >> cominciò ad
allontanarsi
poi si voltò verso quello che era stato per anni il braccio
destro di Barbanera.
<< O lo deciderà lui stesso >> e
poi sparì
sottocoperta raggiungendo l'amore della sua vita che stava lottando
contro la morte, congedò Frenchie e si accoccolò
accanto
a quel corpo che tanto amava.
Fu nel cuore della notte che le cose cambiarono, qualcosa
svegliò il pirata gentiluomo dal suo sonno agitato, qualcosa
molto simile a una mano tra i capelli, alzò la testa di
scatto e grazie alla luce del camino acceso
vide gli occhioni di Edward aperti, solo che erano più
stretti e
sofferenti.
Si alzò in piedi appoggiando le mani sul materasso e in un
attimo lo strinse tra le braccia come poté, facendo
attenzione a non fargli male.
<< Edward... >> piagnucolò con
il naso infilato nell'incavo del suo collo.
<< St-ede? >>
Il biondo alzò il viso, erano occhi negli occhi ora.
<< Sono in...paradiso? >>
domandò Barbanera, il biondo scosse la testa.
<< No...tesoro. >>
<< E allora dove...dove...? >> la voce del
pirata era molto secca, fioca, quasi inudibile.
<< Sei, siamo sulla nave di David >>
spiegò Stede
dolcemente, prendendogli una mano tra le sue, il cipiglio di Edward
divenne confuso.
<< Sono morti...anche loro? >>
<< No Ed...Nessuno di noi è morto
>> rispose il gentiluomo, sorridendo gentilmente.
Barbanera sembrava ancora in preda alla confusione.
<< Quindi...n-nemmeno tu >> disse e Bonnet
annuì.
<< Siamo vivi Edward. >>
Seguirono attimi di silenzio, Barbanera si era appena ripreso, faticava
a parlare e persino respirare era un'azione che gli costava tanta
energia, Stede attese pazientemente accarezzandogli piano il petto,
aveva un'immensa voglia di baciarlo ma non voleva rischiare di
peggiorare le sue condizioni.
<< Izzy... >>
Il biondo si irrigidì sentendo quel nome, poi Edward
continuò la frase.
<< Mi ha detto di averti...ucciso. >>
Stede sgranò gli occhi, poi scosse piano la testa,
intrecciò le dita con quelle del fidanzato.
<< Non so perché ti abbia detto
così, ma non ha
fatto nulla del genere. Mi ha torturato, ma poi se ne è
andato,
veniva da te e io ero disperato, è stato Ivan a salvarmi. In
realtà prima Isabelle ha tentato di farlo, ma questa
è
una storia per quando starai meglio. >>
<< Isabelle? >> sbottò incredulo
l'altro, poi tossì, Bonnet gli fece cenno di calmarsi.
<< Sì proprio lei. >>
<< Che razza di peste >> ghignò
appena Edward, scuotendo piano la testa.
Poi il volto di Barbanera divenne improvvisamente più teso.
<< A causa di quell'idiota stavo per morire inutilmente.
>>
<< Che vuoi dire? >> domandò il
biondo.
Edward voltò il viso di lato, come se gli facesse male o non
volesse parlarne.
<< Non potevo vivere in un mondo dove tu non esistevi
più. >>
Gli occhi del gentiluomo si spalancarono, divennero presto umidi.
<< Oh Ed... >>
D'un tratto la consapevolezza si abbatté su di lui, aveva
rischiato di perdere l'uomo che amava per una bugia, se non fosse
arrivato in tempo, se Izzy per quanto colpevole non li avesse aiutati a
risalire a quest'ora starebbe osservando un letto vuoto, si
chinò ad abbracciarlo, con le lacrime che gli pungevano gli
occhi, respirò quell'odore di tabacco e lavanda a cui non si
sarebbe mai abituato, perché amava sentirlo invadergli le
narici, ogni volta aveva una sfumatura diversa.
<< Ti prego Edward, promettimi che non commetterai
più una sciocchezza simile. >>
I due si guardarono, Barbanera accarezzò la schiena del
fidanzato, stupendosi di quanto apparisse calda anche attraverso i
vestiti.
<< Dobbiamo parlarne ora? >>
Stede scosse la testa.
<< Edward Teach... >> disse il biondo
dolcemente, mentre
gli accarezzava i capelli in corrispondenza all'attaccatura sulla
fronte, lo guardava con tanto amore negli occhi...
<< Sì? >> rispose Edward.
<< Niente, mi piace solo pronunciare il tuo nome
>> il
pirata biondo sembrava come entrato in sorta di trance, mentre sfiorava
con la punta delle dita i lineamenti dell'uomo di cui era innamorato,
da lì una consapevolezza, non avrebbe mai potuto smettere di
amarlo, nemmeno se un giorno Edward si fosse stancato e se ne fosse
andato, desiderava ricordarsi quei tratti così belli,
morbidi,
la sensazione che davano ai suoi polpastrelli, poi sorrise, uno di quei
sorrisi che fanno i neonati, così senza un'apparente ragione.
<< Che c'è? >> chiese Barbanera,
guardandolo
confuso, con il cuore che gli batteva forte. Si emozionava sempre
quando scopriva Stede ad osservarlo in quel modo, ma in quel momento
c'era qualcosa di diverso, più profondo.
<< Niente...è solo che ti amo. >>
Il cuore di Barbanera perse un battito, se avesse potuto raccogliere in
un barattolo tutti quelli che aveva perso grazie a Stede, e poi
venderli
a quest'ora sarebbe così ricco da potersi comprare un'isola
intera, e l'avrebbe chiamata con il nome del suo amato oppure no, con i
loro due nomi uniti insieme, e avrebbero vissuto lì, felici
e
contenti come nelle migliori storie della buonanotte.
Nel silenzio
della stanza, rispose a quella dichiarazione, sussurrandoglielo
all'orecchio fino a quando entrambi, sfiniti e pieni di emozione, si
addormentarono stretti l'uno all'altro.
...
Passarono altri giorni
prima che Edward
potesse alzarsi, poi una mattina sentendosi molto meglio decise di
farlo, mentre si vestiva Edward trovò
all'interno della tasca dei pantaloni l'anello che lui aveva regalato a
Izzy oramai una vita fa, i motivi per cui glielo aveva donato erano
molteplici, ma ora sembravano essere scoloriti, aver perso la loro
importanza, se Edward aveva ferito Izzy era anche vero il contrario, si
erano fatti del male a vicenda ma il primo ufficiale secondo l'opinione
di Barbanera si era spinto troppo oltre, rischiando di separarlo
dall'amore della sua vita, e non accettandolo per quello che era.
Non sapeva perché glielo avesse ridato, né
quando,
forse era un modo per dirgli che gli dispiaceva, o forse un altro modo
di sbeffeggiarlo, ma niente di ciò gli importava
più,
Izzy non era affar suo da molto tempo ormai, per cui si rimise l'anello
in tasca con tutta l'intenzione di liberarsene e uscì.
Mancava poco perché ripartissero, allontanandosi da quel
luogo
che era stato suo incubo per un tempo indecifrabile, si
appoggiò
alla balaustra di legno, fissando il mare grigiastro sotto di lui, la
baia della Morte, non ci avrebbe mai più rimesso piede
nemmeno
sotto tortura, avrebbe tenuto lui e Stede lontani da quel posto pieno
di insidie e spaventosi ricordi.
Prese l'anello dalla tasca e lo fissò, rigirandoselo tra le
dita, da giovane aveva creduto che lui e Izzy sarebbero rimasti amici
per tutta la vita e invece...
Poi una voce dietro di lui, quella voce, che adesso gli causava solo
irritazione.
<< Volevo solo dirti che mi dispiace. >>
<< Che cosa diavolo ci fai tu ancora qui?
>> sbottò Barbanera senza voltarsi.
<< Stede mi ha permesso di restare, sotto stretta
sorveglianza ovviamente, fino a che tu non ti fossi ripreso.
>>
Edward abbassò lo sguardo, strinse l'anello nel pugno.
<< Stede è troppo buono. >>
Izzy sorrise amaramente, anche se il suo ex capo non poteva vederlo.
<< Ed è per questo che ti piace vero?
>>
<< I motivi Izzy sono molteplici, ma tu non ne capiresti
nemmeno uno, non riusciresti mai a capirli. >>
<< Me ne sto andando Edward, non sentirai più
parlare di me, sarà come se non fossi mai esistito.
>>
Barbanera non rispose, rimase voltato di spalle e dopo attimi di
silenzio prese l'anello tra pollice e indice e lo buttò in
acqua, sotto lo sguardo di Izzy al quale si spezzò il cuore,
gli
occhi gli bruciarono all'istanze facendogli provare quella sensazione
odiosa che detestava.
<< Sì, mai esistito >>
ripeté Barbanera a voce bassa.
Il primo ufficiale girò le spalle e si allontanò
asciugandosi gli occhi, scese dalla nave in tutta fretta senza dire una
parola a nessuno, il petto gli faceva un male cane, e si sentiva ancora
peggio, un traditore, un indegno, aveva voltato le spalle al suo capo,
al suo amico più volte, ed Edward lo aveva ugualmente tenuto
con
sé, ma questa volta aveva esagerato, nel tentativo di
riprendersi la persona che viveva a sue spese nel suo cuore, aveva
finito invece per perderlo per sempre, in più aveva perduto
anche l'unico ricordo che aveva di lui, sarebbe un bugiardo se non
ammettesse che quello stesso giorno dopo che la Emily se ne fu andata,
si tuffò in mare cercando quel piccolo oggetto, ovviamente
senza
risultati.
...
Lo spettacolo
durò un'ora e fu
uno dei più belli che Stede, Edward e la sua ciurma ebbero
l'occasione di vedere, erano ritornati tutti sani e salvi, felici di
avercela fatta e più uniti che mai, quell'esperienza seppur
terrificante era servita a far comprendere che la vita e le occasioni
non vanno sprecate, e che a volte la paura di un rifiuto o di perdere
qualcuno fanno fare un passo indietro, come nel caso di David e
Fernando, che finalmente erano riusciti a guardasi negli occhi e dirsi
quello che provavano, senza più paure o timori.
<< Siete stati tutti bravissimi >> si
complimentò Stede.
<< Una scena l'ho scritta io! >> intervenne
Isabelle.
<< Oh bè allora devi iniziare a farti pagare
>> disse Barbanera facendole l'occhiolino.
<< Hai sentito David, devi pagarmi >>
affermò entusiasta la giovane.
<< Certo tesoro vieni qui. >>
Lei si avvicino speranzosa, il capitano la tirò a
sé stringendola e baciandole la fronte.
<< Ecco la tua ricompensa, un abbraccio e una coccola
>> ridacchiò Jenkins, Isabelle mise su il
broncio.
<< Sei antipatico >> borbottò e
tutti risero.
Quella sera mangiarono insieme, entrambe le ciurme, ci furono risate,
balli, canti e storie e così proseguirono per altri giorni
fino
a che giunse il momento di rimettere in moto la Revenge,
così si
salutarono promettendosi di rivedersi presto, visto anche che tra i
membri degli equipaggi stavano nascendo delle belle amicizie.
<< David ti ringrazio ancora per quello che avete fatto
per noi... >>
<< Oh Edward non devi, siete nostri amici e non avremmo
mai potuto lasciarvi nei guai. >>
Edward sorrise, i due si strinsero la mano dandosi una specie di goffo
abbraccio.
<< La prossima volta che ci vedremo prometto che non mi
farò rapire >> la buttò sul ridere
Stede e tutti lo
seguirono, dopo un altro paio di saluti commossi e ringraziamenti i due
co-capitani e la ciurma si incamminarono verso la loro nave.
Fernando strinse la mano di David che alzò lo sguardo e gli
sorrise tornando a guardare l'orizzonte, Isabelle sorrise a sua volta
vedendo quel piccolo gesto, finalmente sarebbero stai una vera
famiglia, certo lo erano anche prima ma adesso era ufficiale, e lei non
poteva esserne più felice e grata.
...
Dieci anni
dopo
Edward e Stede erano seduti sul materasso
della loro
camera, il primo teneva un foglio in mano, una lettera scritta con una
grafia disordinata e macchie d'inchiostro.
"Edward non so se in
tutti questi
anni il tuo fidanzato ti abbia insegnato a leggere, in ogni caso so che
se così non fosse sarebbe lui a leggere questa lettera per
te,
non so nemmeno se ti arriverà mai, perché come ti
avevo
promesso sono sparito dalla tua vita, dalla vostra vita.
L'ultima volta che ci siamo visti ti ho detto che mi dispiace, ma non
erano scuse sincere, perché la verità
è che per
tutto il tempo che la nave su cui eravate è rimasta ferma
lì, io ho sperato, desiderato che tu cambiassi idea, solo
ora mi
rendo conto di che idiota sono stato.
Sei stato la mia guida per così tanti anni, un amico,
qualcuno
su cui contare e...colui che mi ha mostrato che anche io avevo un
cuore, anche se tu non lo sapevi, ma non è questo il punto,
ero
così abituato a te e al fatto che tu dipendessi in un certo
senso dalla mia presenza e viceversa, che mi sono sentito minacciato,
ad un tratto la nostra vita è cambiata, tu sei cambiato ed
io...mi sentivo sempre lo stesso, sentivo di essere l'unico a stare
perdendo tutto.
Tu avresti avuto Stede e a me cosa sarebbe rimasto?
Mi sentivo già solo anche se tu eri ancora lì e
non lo
accettavo, era una sensazione da debole e tu mi avevi insegnato a non
esserlo e poi tutto mi è sfuggito di mano...
La delusione si è trasformata in rabbia e la rabbia in odio,
credevo di odiare Stede perché ti stava portando via da me,
ma
in verità tu non saresti andato da nessuna parte, e non
c'è mai stato un noi
da difendere, per cui ho capito che l'unica persona che
odiavo in quel momento ero io.
L'ho capito troppo tardi e alla fine ti ho perso davvero, l'unica cosa
che non volevo accadesse l'ho fatta succedere io...
Mi dispiace Edward, non so se mi perdonerai mai, ma se continuerai a
detestarmi va bene lo stesso...
E mi spiace anche per ciò che ho causato a te Stede.
Spero che voi due, ovunque siate, siate felici e lo penso sul serio.
Per quanto riguarda me, non sono felice ma va bene lo stesso, forse non
lo sono stato in tutta la mia vita e la felicità
è un
concetto che non mi appartiene, ma già il fatto di aver
compreso
di essermi comportato come un coglione, bè è
già
qualcosa...adesso la pianto e la chiudo qui, anche se non ho idea di
come si debba chiudere una lettera."
Izzy
Stede accarezzò le spalle del fidanzato in un
gesto
confortevole, evitando di fare battute sul fatto che i miracoli a volte
accadono davvero, lo osservò alzarsi e appoggiare la lettera
sulla scrivania senza dire una parola, si tolse la vestaglia rossa
lasciandola scivolare per terra e poi lo raggiunse di nuovo, si
chinò per baciarlo e il biondo accolse quel contatto caldo
con
gioia.
<< Vuoi parlarne? >> domandò il
gentiluomo.
<< No >> rispose Edward, gattonando sul
letto.
<< Voglio solo... >> afferrò il
polso dell'altro e lo tirò a sé.
<< Stare qui con te. >>
Stede si accoccolò tra le sue braccia, con la testa
appoggiata
al suo petto, chiuse gli occhi e si rilassò mentre Edward
gli
accarezzava i capelli.
<< Un po' mi dispiace per lui... >> disse
il biondo.
<< Stede, devo ricordarti quello che ci ha fatto?
>>
<< No, lo so bene ma...In un certo senso mi fa pena, io
sono
entrato nelle vostre vite così improvvisamente
>>
mentre parlava si rigirava tra le dita una ciocca di capelli di Edward.
<< E' stato lui a volersene andare, nessuno lo ha
cacciato >> disse Barbanera usando un tono duro.
<< Hai ragione, ma adesso sembra essersi pentito.
>>
Edward si rigirò, ora erano occhi negli occhi.
<< Cosa vuoi fare andare a cercarlo? >>
chiese allarmato.
<< No Ed, dico solo che se dovessimo incontrarlo per caso
potresti dargli una possibilità, ascoltarlo. >>
Barbanera rimase in silenzio, vagò con lo sguardo un paio di
volte prima di puntarlo in quello di Stede.
<< Vedremo. >>
Il biondo sorrise, gli spostò i capelli dietro
l'orecchiò
e lo baciò prima sulla punta del naso poi sulle labbra.
<< Ora dormiamo, abbiamo tutto il tempo del mondo.
>>
Edward sorrise e chinò il capo, le loro fronti si
sfioravano,
chiuse gli occhi e si lasciò cullare dall'abbraccio caldo
del
suo fidanzato, non c'era altro posto dove avrebbe voluto essere, con
nessun altro, la vita gli aveva donato l'amore e lui non se lo sarebbe
lasciato sfuggire mai più, se poi un giorno avrebbero
incontrato
nuovamente Izzy, bè forse, solo forse avrebbe potuto dargli
una
possibilità di parlare ma non sapeva se lo avrebbe
perdonato,
anche se a fianco aveva l'angelo più buono del mondo che
sembrava già essersi dimenticato dei torti subiti.
E così si addormentò presto, sentendosi al sicuro
come
non lo era mai stato in vita sua, sentendosi protetto dalla luce che
emanava l'uomo che gli era accanto e che lo aveva salvato e continuava
a farlo ogni giorno in mille modi possibili, senza nemmeno rendersene
conto, questo era l'amore secondo lui e nessuno gli avrebbe fatto
cambiare
idea.
Fine
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