Nella mente di Milo

di KailHiroshi
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A volte mi faccio domande esistenziali. Fin da piccolo me le sono sempre fatte. Mi hanno sempre detto che sono più sveglio della media, ma non ho mai dato molto peso a questa cosa, fino a che non ho cominciato a ricevere pressioni... Ovunque io andassi: a scuola, a casa, con amici, ovunque. Mi hanno sempre preso in giro dandomi dello psicopatico, perchè non riesco ad empatizzare affettivamente, ma solo a logica. Mi hanno sempre detto frasi del tipo: "scusa se non sono intelligente quanto te", e mi hanno sempre rifiutato. I docenti hanno sempre preteso molto da me. Anche nel mio periodo peggiore. La scuola non è mai stata il mio ambiente: gente falsa e troppo chiusa di mente, che non è in grado di formulare opinioni proprie al di fuori dei libri. La scuola ti forma per fare l'operaio, non il creativo, nonostante la capacità di problem solving sia una delle più richieste in ambito lavorativo. Non voglio essere schiavo di un sistema che non funziona. Non ho mai voluto. Voglio essere libero. Libero per davvero. "Cosa voglio fare nella vita?", questa domanda mi tormenta, nonostante la mia giovane età. "Hai 20anni, per l'amor del cielo! Pensa a goderti la vita!" Vorrei che mi rispondessero, anche se non darei loro ascolto. Invece, mi ritrovo ad ascoltare un costante: "Ma torni a scuola o trovi lavoro? Devi fare qualcosa della tua vita! Non puoi fare il bamboccio!". Vero: ho mollato la scuola perchè non era (e non è) il mio ambiente: non sopporto il fatto che tu debba portare rispetto anche quando ti mancano di rispetto i docenti stessi; non sopporto le menti chiuse e le opinioni assenti; non sopporto nessuno. Ed è proprio qui che il mio desiderio di aiutare le persone in un campo che mi piace, entra in gioco: vorrei fare ricerche. Vorrei aprire gli occhi al mondo, ma per farlo, devo tornare tra i banchi di scuola... E non mi va'. Sono sempre stato un bimbo abbastanza felice, con un grande senso di pesantezza nel cuore. Fin da piccolo sognavo, poi la scuola mi ha messo davanti alla relatà dei fatti e questa cosa mi ha deluso molto. Chi sei tu, oh pezzo di carta, per dire quanto valgo io? Chi sei tu, oh docente, per paragonarmi ad un numero e dirmi di stare zitto? Chi siete voi per dirmi cosa fare? La vita è la mia e decido io. Vorrei solo... Sapere cosa fare. Vorrei solo... Sapere cosa voglio.




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