5. Jacob Black
<< Avete visto? Voi due cocciuti che non siete altro
avete fatto svenire MIA figlia ancora prima di darle il tempo di
ambientarsi!>>
<< Nessie?Tesoro?Scusami tanto non volevo spaventarti, la
mia intenzione era quella di proteggerti dal CANE! E poi è
anche MIA figlia Bella >>
<< Nessie?Mi senti?Non volevo farti paura e poi non avrei
mai ammazzato tuo padre, almeno non davanti a te, non ti preoccupare
>>
Furono queste le prime cose che sentii appena rinvenni, decisi che
forse dovevo aprire gli occhi per capire il loro significato, e
così feci.
Quattro figure erano chine su di me, Carlisle con una mano mi teneva le
gambe alte e con l’altra mi sentiva il polso, papà
mi teneva una mano sulla fronte, mamma aveva un bicchiere
d’acqua in mano e mi guardava pensierosa, il mio cervello non
riuscì per un attimo a riconoscere l’altra persona.
Appena ripresi colorito mi misero seduta e bevvi l’acqua.
Fu allora che ricordai il motivo per il quale ero svenuta, sentii il
sangue affiorarmi le guance.
<< BRUTTO PEZZO DI M***A! COME TI PERMETTI? TI PRESENTI
DOPO UN ANNO SENZA SPIEGAZIONI E VENGO A SAPERE CHE SEI UN LUPO!ESCI
IMMEDIATAMENTE DALLA MIA CASA E DALLA MIA VITA, IO SONO FUGGITA QUI PER
NON VEDERTI PIU’ E TU TORNI?>>
Mentre dicevo queste parole battevo i pugni sul suo petto di marmo,
sperando di ferirlo in qualche modo, ma lui non fece una piega.
Mi guardò, e all’improvviso i suoi profondi occhi
neri si riempirono di lacrime.
<< NON CREDERE DI FARMI PENA! UNO S*****O RIMANE SEMPRE
TALE!>>
Ero contenta di poter parlare Italiano con lui, almeno i miei parenti
non avrebbero capito la sequela di insulti che gli stavo affibbiando.
Invece non avevo pensato al fatto che comunque le urla potevano
sentirle, infatti sentii zio Emmet prendere in giro mamma del fatto che
il caratterino l’avevo proprio preso da lei.
<< Nessie io…>> le lacrime
sgorgavano intense dagli occhi di Jacob e gli impedivano di parlare
<< E’ stato l’anno
più brutto della mia vita>>
bofonchiò.
<< Immagino! Ma tanto ti sei consolato abbondantemente
con la morettina con cui ti ho beccato quella sera!>>
Una sera circa un anno prima, avevo deciso di fargli una sorpresa e mi
ero presentata nel pub che frequentavamo di solito decisa ad andargli
incontro gridando “sorpresa!”, peccato che
l’avevo trovato avvinghiato ad una morettina che non sembrava
volerlo lasciare.
Quando entrai lui se ne accorse, ma prima ancora che potesse dire
qualcosa uscii, mi fiondai in macchina e partii a razzo.
Da quella sera spesso si appostò fuori casa mia, cercando di
parlarmi, mi lasciò mille messaggi, due settimane dopo io
fuggii.
La mia fuga aveva motivazioni valide: non avrei saputo resistere, prima
o poi avrei ceduto alla sua insistenza e il mio amore per lui era
talmente grande ed inspiegabile che lo avrei accettato anche dopo quel
tremendo tradimento.
Non potevo permetterlo, avevo sempre criticato le mogli che accettavano
continui tradimenti da parte dei mariti, il mio orgoglio vinse e io
scappai di casa.
Arrivata negli USA trovai lavoro e mi iscrissi
all’università sperando di dimenticarlo, invece
inspiegabilmente mi accorsi che assieme al dolore per il tradimento
subìto cresceva anche il mio amore per quel ragazzo, il cui
ricordo mi provocava sempre un brivido lungo la schiena.
Ma ora non era il momento di pensare a quelle sensazioni ora la rabbia
mi sovrastava, avevo pensato che il suo tradimento fosse dovuto al
fatto che io nell’ultimo periodo ero troppo presa dai
racconti della Meyer e che l’avevo trascurato, ora sapevo che
sia io che lui ne facevamo parte, e quindi visto che lui ne era al
corrente non aveva più scusanti.
<< Perché ti sei finto ciò che non
eri se poi dovevi spezzarmi il cuore così?>>
Non rispose guardava altrove.
<< RISPONDI C***O!>>
<< Perché ti amo Nessie, eri così
bella anche da umana che non ho saputo resistere, dovevo averti, dovevi
essere mia e di nessun altro, sarei impazzito
altrimenti!>>
<< Ah e invece tu potevi fare ciò che volevi
esatto?>>
<< No! Nessie quella che hai visto era mia nipote, sai
bene che mia sorella si è sposata con Paul, quella
è loro figlia! Era venuta a trovarmi, cercavo di far
coincidere queste visite con le serate che non passavo con te di modo
da non doverti spiegazioni.>>
Pensandoci bene non si stavano baciando sulla bocca, ma sulla guancia,
e non erano avvinghiati ma semplicemente abbracciati.
Ma allora perché papà lo aveva attaccato prima?
Come al solito Edward rispose ai miei pensieri:
<< Non lo sapevo, non lo vedemmo più da quella
sera ed io non potei leggere che nella tua mente ed interpretare la
situazione come avevi fatto tu, ma appena ho cercato di attaccarlo ho
sentito i suoi pensieri e mi sono fermato, ma tu oramai eri
già svenuta.>>
Ero esterrefatta, ero veramente fuggita dalla mia perfetta vita in
Italia per un malinteso che non avevo neppure cercato di chiarire?
Sì forse sì.
Eppure dentro me permaneva la rabbia per essere stata raggirata
così meschinamente.
<< Non potevi aspettare che riprendessi la mia forma
immortale?Perché mi hai mentito?>>
<< Sono stato un egoista lo so, ma tremavo
all’idea di vederti con un altro! Tuo padre mi aveva detto
che ti dovevo lasciar stare, ma come potevo dargli ascolto? Proprio a
lui che non ha rinunciato a Bella per niente al mondo?>>
<< Brutto cane che non sei altro!Mio padre si
è inflitto sofferenze ben più grandi solo per il
bene di mia madre! Se tu non lo capisci non è colpa
sua!>>
La nostra conversazione venne interrotta:
<< Non abbiamo tempo per le riconciliazioni adesso,
scusami tesoro mio ma sembrerebbe che Jacob durante questo periodo di
assenza si sia dato da fare per darci una mano, dì a tutti
cos’hai scoperto forza! E forse lei ti
perdonerà.>> disse Carlisle.
Mi ero persa qualcosa, ora Carlisle ed Edward sorridevano ancora, forse
mio padre aveva reso noti i pensieri di Jacob a Carlisle mentre io ero
impegnata nella discussione.
Jacob parlò in un inglese perfetto questa volta per farsi
capire chiaramente da tutti.
<< Dopo che te ne sei andata sono andato a cercare Bella
e tuo padre per avvertirli, ma loro erano già partiti,
quindi ho immaginato che tu fossi al sicuro comunque con loro,
così ho deciso che sarei andato a trovare la succhiasangue
che ti aveva trasformata, pensavo che se avessi trovato il modo di
farti tornare immortale forse avresti capito e mi avresti perdonato.
La trovai, lei mi presentò uno stregone che diceva di avere
poteri straordinari, il truffatore volle vendermi una pozione fasulla
fatta con vegetali puzzolenti, questo naturalmente prima che mi
trasformassi davanti a lui spaventandolo a morte!>> rise
di gusto << Gli ci volle un po’ per riprendersi
ma poi mi disse quello che volevo sentire, per riacquistare la tua
metà immortale devi solo cibarti di sangue umano, bastano
pochi sorsi e torni la nostra Nessie di sempre!>>
Detto questo si avvicinò con le braccia aperte in attesa di
un mio abbraccio, non avevo nessuna intenzione di dargliela di vinta a
questo modo, se voleva il perdono, avrebbe dovuto guadagnarselo col
sudore. Un modo prima o poi l’avrei trovato, ne ero certa.
Mi allontanai da lui e dissi.
<< Bene, sarà disgustoso, ma se dopo
avrò la forza necessaria a picchiarti lo
farò>>
<< Non avrai solo quella.>> disse Carlisle.
<< Riprenderai pieno possesso dei tuoi poteri e una volta
imparato a controllarli potrai fronteggiare con noi i Volturi, certo ci
vorranno parecchi mesi, ma con un esercizio costante sarai in grado di
guidare il nostro esercito in modo silenzioso e , tutti protetti dallo
scudo di Bella potremmo attaccarli e porre così la parola
fine a secoli di soprusi.>>
Decidemmo quindi che tornando dal suo turno in ospedale
l’indomani mattina Carlisle – proprio non riuscivo
a chiamarlo nonno, infondo dimostrava solo un paio d’anni
più di me – mi avrebbe portato un po’ di
sangue donato e poi sarei stata pronta a riprendere la mia forma
precedente.
Il pomeriggio si trasformò velocemente in sera e io
cominciai ad avere ancora fame.
<< Ti preparo qualcosa cara >> disse Esme.
Fu la migliore cena della mia vita, Esme era una cuoca eccezionale ed
io acconsentii a che Jacob rimanesse lì e cenasse con me,
infondo quella poteva essere l’ultima cena da umana che
facevo.
Subito dopo mangiato mamma mi si avvicinò e mi
sussurrò all’orecchio che se volevo aveva ottenuto
da Carlisle un’altra delle pillole miracolose per dormire, in
effetti ero molto agitata, chi non lo sarebbe stata sapendo che il
giorno successivo sarebbe diventata immortale?
Accettai di buon grado la pillola, anche se lo zio Jasper si offerto di
stare accanto a me durante la notte. Non potevo accettare, non vedendo
lo sforzo che gli costava anche solo starmi accanto pochi attimi.
Feci per dirigermi di sopra, in camera quando mi accorsi di essere
seguita, mi girai, sapevo benissimo chi fosse.
<< Dove vorresti andare tu?>>
<< A dormire nell’unico letto della
casa!>> Disse Jacob con un ghigno in volto.
<< Non credo proprio!>>
<< E Dai Nessie! Sono stanco! Negli ultimi mesi ho
riposato molto poco …>>
<< ANCH’IO!FACEVO DEGLI INCUBI STRANI!SAI CHE
C’ERA?TU E LA BRUNETTINA!>>
<< Ma se ti ho già detto che è mia
nipote!>>
<< Certo ORA lo so ma PRIMA no!E me la sono sognata tutte
le notti la tua nipotina!>>
<< Sei ancora molto arrabbiata eh?>>
<< Arrabbiata? Nooo!Sono incazzata nera!>>
<< Ok ho capito!Devo usare la forza!>>
Così dicendo mi prese di peso e si diresse su per le scale.
Era incredibile che riuscisse a trasportare i miei 55 kg senza nessuno
sforzo, rideva il bastardo.
Nessuno dei miei calci o dei miei pugni riuscì a scalfire la
sua determinazione. Purtroppo papà e mamma erano a caccia e
zio Emmet si divertiva a vedermi sballottata da Jacob.
Arrivati in camera mi posò con estrema delicatezza sul
letto, fece per chinarsi su di me, ma fui più veloce e
sgattaiolai sotto di lui per andare a nascondermi in bagno.
Dovevo stare attenta, il mio corpo e il suo vicini mi provocavano
sensazioni strane, cominciavo a tremare e le mie labbra anelavano le
sue. Non potevo permettermi una tregua, non ora che ero così
arrabbiata.
<< Vuoi rimanere lì tutta la
notte?>>
<< Sì, dormirò nel tappeto
piuttosto che essere assalita da un armadio di lupo!>>
Sopirò.
<< Nessie se ti prometto che nel tappeto ci dormo io
torni qui?>>
Aprii la porta.
<< Si hai proprio ragione il cane tra i due sei tu!Tu
dormi nello zerbino! E adesso passami il pigiama per
favore!>>
Mi vestii in bagno, mi lavai e poi quando ebbi finito presi la mia
pastiglia e mi infilai a letto.
Sentii Jacob che si alzava e si dirigeva in bagno, forse per farsi un
doccia, poi non sentii più nulla,mi ero beatamente
addormentata.
Mi svegliai più tardi perché sentivo
caldo, mi resi conto che ero tutta sudata, forse i miei parenti vampiri
si erano dimenticati di spegnare il riscaldamento, loro infondo non
sentivano né il caldo né il freddo.
Feci per alzarmi, volevo spegnerlo io, ma fu come se un enorme peso mi
trattenesse a letto, spaventata cercai di capire cos’era, lo
toccai … sembrava… una mano?
Capii subito di chi fosse.
<< Jacob! Alzati dal mio letto! Mi
soffochi!>>
Naturalmente non mi sentii russava come un macaco col raffreddore ed io
mi limitai a togliere maglia e pantaloni del pigiama e a cercare di
riaddormentarmi.
Sorprendentemente ci riuscii.
<< Oh, bene vedo che questa giornata prenderà
una piega diversa da quella che mi ero immaginato! Beh! Tanto vale
adeguarsi!>>
Fu con queste parole che mi svegliai il giorno dopo, seguite da una
mano caldissima che mi abbracciava e mi trascinava dall’altra
parte del letto.
Ci misi un po’ per capire cosa fosse quella scossa elettrica
che mi attraversava tutta, poi mi ricordai di poche ore prima, come
avevo fatto a spogliarmi senza pensare alle conseguenze del mio gesto
una volta che lui si fosse svegliato?
Balzai a sedere e tentai di assumere un atteggiamento imbronciato.
Probabilmente non funzionò
<< Ciao bellissima vedo che durante la notte hai cambiato
idea sul mio conto!>>
<< Non ci pensare neanche! E’ solo che mi hai
mentito, mi sono svegliata e tu eri a letto con me e avevi un braccio
sopra di me, ho urlato ma naturalmente non mi hai sentito e
così visto che sei un termosifone ambulante mi sono dovuta
adeguare!>>
<< Oh, beh! Tanto prima o poi cambierai
idea!>> rispose in tono calmo, e così dicendo
si alzò e andò in bagno.
Quando tornò il nervosismo della sera prima mi si leggeva
negli occhi in maniera molto chiara ero già vestita e
aspettavo ansiosamente di sentire la porta d’ingresso aprirsi.
<< Non ti preoccupare tesoro, sei qui con me e non ti
succederà niente di grave. Tornerai solo
immortale!>> Jacob disse queste parole e mi
abbracciò forte.
Scesi le scale e trovai tutti lì ad aspettarmi, tranne
Carlisle.
Tutti mi chiesero come stavo e se avevo dormito bene, tutti tranne
papà che ringhiava rivolto a Jacob, forse aveva letto nella
sua mente del nostro sensuale risveglio.
In quel momento arrivò Carlisle con una sacca in mano era
rosso bordeaux.
Una improvvisa nausea mi attraversò lo stomaco, zio Jasper
usci come un fulmine dalla stanza mentre zia Rosalie apriva il
sacchetto e trattenendo il respiro ne versava parte del contenuto in
una tazza.
Guardai il recipiente che mi era appena stato consegnato e decisi che
avrei buttato giù tutto d’un sorso.
Avevo tutti gli occhi fissati su di me, alzai la tazza e bevvi un sorso
di quello che sembrava un intruglio di ruggine e sale.
E da quel momento tutto cambiò.
Accetto anche gli
insulti purchè commentiate per favoreeeee!!!!
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