InBetween
Titolo
originale: In-Between
Autore:
Shadow-kazul
Traduttrice: Becky
(autorizzata dall’autrice a tradurre questa storia)
Link
originale: http://www.fanfiction.net/s/3290408/1/InBetween
In
Between
Ambientato durante l’episodio 26,
mentre Mugen e Jin sono convalescenti
Fuu
fece scorrere la porta della casa, dove un tempo aveva
vissuto suo padre, con un catino e un panno tra le braccia. Si
fermò un attimo,
i suoi occhi iniziarono ad abituarsi all’oscurità.
Era il quinto giorno che
Mugen e Jin erano privi di conoscenza. Ogni tanto si domandava se si
sarebbero
mai svegliati. Scuotendo leggermente il capo entrò
definitivamente dentro la
stanza scura.
Mugen
giaceva da una parte, Jin dall’altra. Fuu sorrise:
quei due stavano lontani anche mentre dormivano. Appoggiò
silenziosa l’acqua
accanto a Jin e andò a prendere una scatola in un angolo
della stanza e ne
estrasse alcune bende pulite. Lei e il vecchio si assicuravano di
pulirle e
cambiarle ogni giorno. Il vecchio le aveva detto che non era necessario
farlo
tutti i giorni, ma lei aveva insistito tenacemente.
Era
questa la verità. Sentiva che era l’unico modo per
non
piangere. Ogni volta che sedeva accanto ai suoi ragazzi e li
sorvegliava, non
poteva farci nulla. Le lacrime scendevano copiose e piangeva
così tanto da far
tremare tutto il corpo. La disperazione aumentava quando si accorgeva
che
mentre lei piangeva entrambi iniziavano a muoversi nel sonno e produrre
piccoli
mugolii di dolore.
Potevano
sentirla?
Questo
era il motivo per cui cercava di tenere i pensieri
occupati. Se si concentrava sul prendersi cura di loro, non avrebbe
pianto.
Iniziò
a sciogliere le bende attorno al petto di Jin
mostrando così la sua pelle chiara. Nei giorni precedenti
era sempre stata
molto rapida nel cambiare le bende, l’avvertiva come
un’intromissione nella
loro privacy. Ma negli ultimi giorni lasciava con nonchalance che le
dita
spalmassero l’unguento medico sopra le loro ferite.
Fuu
non si era mai soffermata veramente ad osservarli e
iniziò a lavare le ferite di Jin col panno che si era
portata. Il suo volto, di
solito così serio e composto, si ammorbidiva nel sonno. I
suoi capelli era
molto più scuri di quelli di Mugen e la sua pelle, pallida e
raffinata,
sembrava essere più lucente. Il suo corpo era più
minuto rispetto a quello
vigoroso di Mugen. Fuu, lentamente, concesse alle proprie dita di
sfiorargli il
viso e col pollice gli accarezzò il labbro inferiore. Era
morbido e umido. La
sua mano corse a sfiorargli il collo e poi le braccia. La pelle di Jin
era soffice,
ma non come quella di una donna...era indescrivibile. Forse come quella
di un
bambino.
Jin
rabbrividì. Fuu ritrasse per un momento la mano, per poi
tornare a toccargli il petto. La sua mano scivolava sul suo addome
piatto.
Poteva sentire i suoi muscoli guizzare ad ogni tocco mentre scendeva
verso il
basso. Il ragazzo
iniziò a mugugnare
lievemente di piacere e Fuu si fermò. Imbarazzata
finì di bendarlo e si
allontanò.
Ora
toccava a Mugen. Lui era ferito solo al fianco, al
contrario di Jin che aveva riportato ferite sia al ventre che al
fianco.
Tuttavia l’intero suo corpo era ricoperto da piccoli graffi e
tagli. Fuu gli
slegò le bende e si preparò a pulire le sue
ferite.
Mugen
era molto diverso dall’altro samurai. Era abbronzato e
ruvido dove Jin era pallido e morbido. Anche le mani erano
più larghe. La
ragazza rabbrividì al pensiero di quanto dolore potessero
arrecare quelle mani
ai nemici. Il suo sguardo si spostò poi sul volto. Aveva
tante, troppe,
cicatrici, di cui una sul sopracciglio. Delicatamente si
allungò su di lui e
gli sfiorò la pelle paffuta e osservando i suoi capelli
rise. I capelli di Jin
erano lunghi e setosi, quelli di Mugen invece erano corti e
terribilmente
disordinati. Fuu colse l’occasione e glieli
scompigliò.
“...teme”
mormorò Mugen nel sonno. Fuu avvampò,
“Persino
mentre dorme mi chiama stronza!”.
La
faccia di Fuu divenne rossa dalla rabbia, ma si rilassò
velocemente e rise vedendolo dormire così pacificamente.
Ripeté allora ciò che
aveva fatto anche con Jin. Gli sfiorò il viso e gli
accarezzò le labbra col
pollice. Erano calde e ruvide. Fuu non aveva mai baciato un uomo prima,
ma
sapeva comunque che quelle labbra probabilmente erano avvezze ai baci.
La mano
scivolò sul collo e, al contrario di Jin, Mugen si
infastidì.
Fuu
rise deliziata “Com’è
suscettibile!”.
Continuò
sulle sue braccia. Le spalle erano ampie e le
braccia molto più muscolose rispetto a quelle di Jin.
Probabilmente avrebbe
potuto prenderla tranquillamente in braccio e dondolarla come se non
pesasse
nulla, pensò Fuu in soggezione. All’inizio si
sentiva intimidita nel toccargli
il petto, aveva così tante cicatrici sul corpo, vecchie e
nuove. Trattenne il
fiato e lasciò che le dita incontrassero resistenza.
Era
solido e duro. Quando le sue dita scivolarono su tutto
il suo corpo, i suoi muscoli si tesero come se fossero in flessione.
Grugnì.
Fuu ne rimase sorpresa; pensava che il suo corpo fosse già
teso prima!
La
ragazza si scostò i capelli dal viso, le sue guance erano
in fiamme e si sentiva strana. Finì di prendersi cura di lui
e silenziosamente
lasciò l’abitazione.
Quella
stessa notte, più tardi, Fuu fece nuovamente scorrere
la porta. La sua lanterna illuminò vagamente la stanza. Si
richiuse la porta
alle spalle e si guardò attorno. La sua espressione
mutò da grave al tipo “sto
morendo dal ridere”. Mugen e Jin avevano incredibilmente
invaso l’uno lo spazio
dell’altro. I suoi ragazzi si erano avvicinati tanto da
ritrovarsi con i volti
vicini, dato che Mugen giaceva sulla schiena, con un braccio sotto al
collo, e
Jin sdraiato sull’altro lato. C’era solo pochissimo
spazio a separarli, tanto
da condurre Fuu al riso.
Si
ridiede velocemente un contegno, prese un profondo
respiro e sospirò felice. Il suo giaciglio era
dall’altro lato della stanza, ma
all’aperto si stava talmente bene che dormiva fuori ogni
notte. Girò attorno ai
ragazzi e lo raggiunse. Si chinò per prenderlo ma si
bloccò.
Lentamente
si raddrizzò e guardò lo stretto spazio tra i
suoi ragazzi. Poteva benissimo entrarci. Ignorò la propria
coscienza e a passi
lenti si diresse nuovamente verso di loro.
La
ragazza si distese in mezzo ai due ragazzi. Ricordando il
calore e la solidità del petto di Mugen, si premette contro
il suo lato e
appoggiò la testa sulla sua clavicola. In quel momento
ringraziò con tutta se
stessa che stesse dormendo con un braccio alzato, altrimenti lo avrebbe
svegliato muovendosi.
Mosse
una mano dietro alla schiena e raccolse delicatamente
il braccio di Jin. Se lo drappeggiò attorno alla vita e lui,
nel sonno,
inconsapevolmente vi si strinse contro con maggior forza, premendole
contro la
schiena e avvicinandola col braccio. Anche Mugen aveva mosso
imbarazzantemente il
braccio oltre il
petto fino ad adagiare la sua grande mano sulla sua coscia. Fuu
riusciva a
sentire il calore della mano di Mugen e il battere nel suo petto, e il
tepore
del respiro di Jin contro il suo collo, e il suo petto, e il suo
braccio. Provò
a muoversi leggermente, contorcendosi, ma il suo bushido-boy e il suo
wild-boy
la tenevano stretta saldamente.
Fuu
rimase sveglia per qualche tempo, timorosa pensando a
dove si era distesa. Nel mondo reale sapeva che quei due non
l’avrebbero mai
toccata in quel modo. Ma era piacevole godere di quel calore e di
quella
compagnia, e presto cadde addormentata.
“Pst.
Sei sveglio quattrocchi?”.Jin aprì un occhio di
scatto
e alzò lievemente il capo per fulminare Mugen.
“Shhh. La sveglierai” sussurrò
deciso.
“Ma
sta’ zitto! Voglio solo la tua opinione su una
cosa”.
Noncurante della sua provocazione aveva abbassato la voce.
“Mph?”
replicò Jin nel suo solito modo di esprimersi senza
parole, mentre riappoggiava la testa.
“Tu
pensi...che dovremmo dirle domani mattina che eravamo
svegli? Io penso che si trovi bene abbracciata a noi...”.
“No.
Lascia che questo resti ciò che è”.
“Bene”.
Il
silenzio calò sulla stanza per circa un minuto.
“Sai,
lei si è stretta a me per primo. Allora, da uomo a
uomo...come ti fa sentire questo?” mormorò Mugen
con un ghigno di sfida.
Jin
fece un sorrisino contro il collo di Fuu e premette il
petto contro la sua schiena, stringendo la presa attorno alla vita.
“Fortunato”.
“Tu,
bastardo...” mormorò Mugen spingendosi
maggiormente
contro il corpo di Fuu e afferrando delicatamente la sua coscia.
“Io non sono
molto bravo a condividere, lo sai...ma in questo caso non mi crea
troppi
problemi. È il destino”.
Jin
annuì e accidentalmente sfregò contro Fuu.
“Non mi piace
condividere le donne ma farò un’eccezione. Potremo
stare entrambi con lei e
quando Fuu vorrà uno di noi, lo potrà
avere”.
Mugen
sogghignò soddisfatto.
“D’accordo” dissero entrambi
all’unisono e seguirono Fuu nel sonno.
Ragazzo,
ragazza e ragazzo. Rosso, rosa e blu. Gallo, fiore
e pesce. Mugen, Fuu e Jin. Non importava cosa gli passasse per la
testa,
l’avrebbero comunque accompagnata e aiutata ad essere dove
voleva. In mezzo a
loro, e anche dentro i loro cuori.
Img:
Champloo Threesome by ~Elruu
NdT:
Spero di aver
reso bene l’idea, in alcune parti ho usato una traduzione
letterale, in altre
più libera. Davvero, spero vi piaccia! Becky
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