Il
cuore di Yuki
Capitan
Harlock fissava l'orizzonte dal ponte di comando dell'Arcadia, mentre
Yuki Kei si avvicinava con passo deciso.
Anche
senza vederla poteva immaginare il suo sguardo indomito velato da una
sfumatura di tristezza. Era l'espressione che le leggeva in viso da
troppo tempo.
Entrambi
rimasero immobili fino a quando Harlock non ruppe il silenzio della
plancia deserta: “Parla, Yuki. Sei qui per dirmi qualcosa
vero?”
Yuki
esitò ma subito si fece coraggio. “È il
modo in cui mi tratti,
Capitano. Non posso ignorarlo” esordì senza mezzi
termini.
Harlock
capì. “Abbiamo una guerra da affrontare. Non
c'è spazio per
distrazioni” rispose freddo.
“Non
è una distrazione, Capitano. È amore”
lo disse con la voce
incrinata dalla disperazione di chi ha tanto atteso il momento della
resa dei conti e non ha più intenzione di nascondersi.
“È
amore...” ribadì con forza.
Harlock
si voltò di scatto quasi volesse aggredirla.
“L'amore è un punto
debole che non possiamo permetterci. Quando sei salita su questa nave
hai accettato le sue regole. Non voglio che i tuoi sentimenti
diventino un peso. Se non sei più in grado di accettarlo
devi
andartene.” Forse era stato troppo crudele e se ne
pentì
immediatamente, ma sentiva di non avere altra scelta.
Yuki
scosse la testa. “Non sono un peso, sono la forza che mi
guida. Io
non ho paura di quello che provo, Capitano. Forse sei tu ad avere
paura... Sei così determinato a proteggere l'universo da
aver
dimenticato cosa vuol dire gioire... Sognare... Desiderare... Chi ti
proteggerà da te stesso?”
L'occhio
di Harlock si velò di tristezza. “Non ho bisogno
di protezione. Ho
bisogno di guerrieri pronti a tutto, non di cuori deboli.”
“Allora
non devi preoccuparti. Amarti non mi rende debole, mi rende
più
forte. Ogni giorno di più” reagì
digrignando i denti, determinata
a tenergli testa.
Harlock
addolcì lo sguardo ma la sua voce rimase impassibile.
“L'amore è
una catena a cui non posso legarmi. E non voglio vederti imprigionata
da sentimenti che metterebbero a repentaglio la nostra
missione.”
Yuki
sussultò e i suoi occhi si illuminarono di una luce diversa,
nuova.
“Non devi temere questo. Io non cambierò mai,
Capitano. So che non
potrò mai avere il tuo cuore, ma il mio ti appartiene
già da tempo.
Ti apparterrà sempre. Combatterò al tuo fianco
finché avrò un
solo alito di vita. Il mio ultimo respiro sarà tuo. Volevo
solo che
lo sapessi...” lo fissò risoluta stringendo i
pugni.
Harlock
le regalò un lieve sorriso e annuì. “Lo
so, e te ne sono grato”
le confessò, anche se non avrebbe mai permesso che si
sacrificasse
per lui. Sarebbe morto cento volte per lei piuttosto. Ma in quel
momento non poteva confessarle una cosa del genere. “Ti senti
meglio adesso?” Le chiese preoccupato. Yuki annuì
anche se ormai
le lacrime le scorrevano copiose sulle guance rosee per l'emozione.
“Ora promettimi che di questo argomento non ne parleremo mai
più.
Concentrati sulla nostra causa, sulla nostra missione, non su di me.
Promettimelo Yuki” le parlò con tono quasi paterno.
La
bionda ufficiale sospirò mostrandosi più
tranquilla, ma lui
conosceva bene il tumulto che agitava il suo cuore innamorato.
“Lo
prometto, Capitano” gli sorrise ingoiando le lacrime, si mise
sull'attenti portando le due dita al ciglio, poi corse via
lasciandolo solo.
Harlock
la guardò allontanarsi e tornò a fissare il buio
dello spazio con
il volto increspato da una mescolanza di emozioni.
Oh
Yuki... il tuo amore è una tempesta impetuosa che fa vibrare
le
stelle.
Ma
in questo vasto universo, non c'è spazio per i sentimenti.
Non
per me, non per te.
Amarti
sarebbe come abbracciare la luce di una supernova, ma la luce
può
tradire.
La
luce può distruggere.
Se
solo potessi permettermi di cedere a questo sentimento, di dirti
quanto il mio cuore ti desideri...
Se
solo fossimo in un altro tempo, in un altro luogo.
Se
solo non fossimo noi ma due anime qualsiasi desiderose di
incontrarsi...
La
guerra che combattiamo richiede una corazza di ferro.
È
crudele. È terribile. È disumana.
Ma
non posso permettere che il mio amore ti renda vulnerabile.
Sarai
la guerriera indomabile di cui ho bisogno? Anche se ciò
significa
continuare a soffrire in silenzio?
Chiuse
l'occhio cercando di imprigionare le emozioni ribelli che
minacciavano di esplodere.
Il
desiderio di raggiungerla, baciarla... e amarla, si fece più
intenso
e quasi riuscì a sopraffarlo.
In
fondo cosa gli sarebbe costato cedere anche solo per una volta?
Sarebbe stato così facile, doveva solo lasciarsi andare e
dimenticare di essere Capitan Harlock per un istante.
Si
immaginò abbracciato a lei, labbra contro labbra, respiro
nel suo
respiro, inebriato dal suo profumo delicato. Sognò un
universo
libero in cui avrebbe potuto amare... Sì, amare anche lui,
incondizionatamente e contro ogni regola e dovere.
Ma
la risposta la conosceva bene: non poteva, perché avrebbe
perso se
stesso per sempre.
Si
impose di restare immobile, strinse i pugni quasi a farsi male e quel
desiderio, così puro, prepotente e disperato si spense
nell'oscurità
della plancia.
Tornò
a fissare l'infinito, conscio del dolore che lui stesso aveva
provocato nel cuore di entrambi, ma determinato a proteggere
ciò che
considerava l'obiettivo più importante: la lotta per la
libertà.
Per
il bene dell'universo e, soprattutto, per il tuo bene, Yuki...
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Sì
lo so, l'argomento è trito e ritrito e io sono un disco
rotto, ma
sti due li amo troppo in tutte le salse. Riemergo per una toccata e
fuga dall'Oltretomba solo per lasciare questa shottina che avevo
scritto tanto tempo fa ed era rimasta imprigionata in un computer
bruciato (forse era meglio se ci fosse rimasta ><' )
Sono
diventata molto più realista su questa coppia,
sarà stata la
mazzata di Star Wars ma non credo più tanto nel
“vissero felici e
contenti”. I personaggi sono belli e li amiamo soprattutto
per come
sono stati creati ed Harlock è e sarà sempre un
simbolo di libertà.
Chi lo segue deve accettare questo o andarsene.
(Adesso
però ne vado a scrivere un'altra in cui tromb... come ricci)
;)
Un
besos a tutti ;)
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