La
luce dell’alba accendeva il cielo di tremuli riflessi d’oro,
vermiglio e violetto.
Lo
sguardo di Gesù, malinconico, si posò sul corpo di Giuda, dilaniato
dal dolore delle fiamme. No, non gli avrebbe permesso di morire così.
La
sua agonia era stata lunga e straziante.
Posò
la mano destra sul cuore del vampiro e, d’un tratto, una luce
candida avvolse il suo corpo, simile ad una nube.
A
poco a poco, gli spasmi dolorosi si placarono e le fiamme si
spensero, come se vi fosse caduta una imponente pioggia.
D’improvviso,
la corda, con un rumore secco, si spezzò e il corpo di Dracula,
privo d’appoggio, cadde tra le braccia di Gesù.
Il
Nazareno scosse la testa e strinse le labbra. Ancora il suo cuore
piangeva e si riteneva indegno di perdono.
‒Yehûdâh
, puoi guardarmi? ‒
chiese.
Un
fremito, come una scossa, attraversò il corpo di Giuda e le sue
palpebre, a fatica, si sollevarono, come fossero diventate di piombo.
No…
Non è possibile…, si disse, incredulo. Non aveva abbandonato
le gioie del Paradiso per lui…
Eppure,
perché sentiva la sua voce meravigliosa?
‒ Sì,
Yeshua… ‒ articolò, gli
occhi lucidi. Non avrebbe mai smesso di godere di quella luce
ultraterrena.
Si
sarebbe goduto ogni istante d’una simile grazia.
L’Inferno,
con una simile visione, sarebbe stato meno dilaniante.
‒ Io
non ti odio. Sei stato punito troppo a lungo, anche a causa mia. ‒
mormorò. Aveva osservato a lungo il suo apostolo prediletto.
Era
precipitato nella tenebra del dolore, ma il suo cuore, ostinato,
aveva sempre bramato la luce divina.
‒ Ma
tu… Tu sei morto da innocente… Non si può dimenticare... ‒
obiettò Giuda, amaro. Quella tranquillità era sorprendente.
Aveva
saputo trascendere i sentimenti terreni.
‒ E’
vero. Ma tu hai punito te stesso per il rimorso, quando ti sei
accorto del tuo errore. ‒ replicò l’uomo di Nazareth, pacato.
Giuda, col suo suicidio, aveva cercato una distorta punizione al suo
peccato.
Aveva
sbagliato, ma non si era nascosto dietro facili scuse, come molti
uomini privi di qualità.
Le
lacrime, impetuose, bagnarono il viso dell’altro. No, non c’era
nessuna ombra nel suo tono.
Non
aveva più senso la sua incertezza.
Poteva
riposare tra le sue braccia, senza alcun dolore.
‒ Vorrei
riposare… Posso addormentarmi ora? ‒ chiese, il tono colmo di
pudore. Non temeva il gelido respiro della morte.
La
vita, a volte, era ben più crudel.e
I
suoi occhi, ormai stanchi, si chiusero e il suo capo, ormai inerte,
si abbandonò contro il petto dell’altro.
Gesù,
per alcuni istanti, fissò il suo sguardo sul viso dell’ex vampiro.
La sofferenza si era dissolta dal suo viso.
Finalmente,
aveva cessato di piangere.
‒ Certo.
Ora, torniamo a casa. ‒ scandì, pacato, il Nazareno, mentre la
luce avvolgeva entrambi nel suo aureo abbraccio.
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