Solitario di pensieri

di Quella Della Pasta
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Quando le persone comprendono quant'è terribilmente solitario contare solo su se stessi, è allora che diventano magicamente gentili.

Mirajane Strauss aveva un modo tutto suo di essere dolce e inquietante al tempo stesso, osservò Fried. Capace di vedere il buono negli altri – e rimarcare sempre e costantemente quanto il mondo potesse essere cinico. Bah, non che ci volesse un genio, davvero. Non in un mondo come il loro.

Quando Fried si era ritrovato in compagnia di Laxus, nientemeno, nella stessa vasca termale, aveva pensato ad una coincidenza. Fortuita, certo...ma soltanto una mera coincidenza. Laxus aveva missioni altrove, non aveva più tempo di badare alla sua lealtà. O Fried così pensava.

«Hai fatto così tanto per me», gli disse Laxus, insaponandogli la schiena come fosse quello, il suo compito nella vita. L'acqua era piacevolmente calda, le sue mani insospettabilmente abili e delicate nel massaggiargli le spalle. Mani forti e callose, di chi la vita la rispetta e non ha paura di affrontarla a muso duro. E poi la gente si sorprendeva perché Fried aveva per Laxus un'ammirazione che rasentava l'ossessione. «Lascia che ricambi, per una volta.»

«Ma...» Non ne hai bisogno, avrebbe voluto rispondergli Fried. Non tu! «...perché?», gli uscì invece. Come un dannato bamboccio, il classico pivellino appena entrato nella gilda. E che ancora non capisce di aver trovato la famiglia più grande che avesse mai potuto desiderare.

«Perché rispetto la lealtà», gli rispose Laxus, diretto come fosse quasi un dato di fatto. Fried avrebbe potuto giurare che sorridesse, perfino. Ma sarebbe stato un regalo di Natale troppo grande persino per lui. Così si contentò di immaginarlo.

«E poi...senza di te, le mie missioni sarebbero molto più noiose. E non mi farei coprire le spalle da nessun altro. Ti devo almeno questo.»

Fried ringraziò che l'acqua della vasca fosse calda a sufficienza da giustificare il suo rossore improvviso.





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