#comeasyouarenote2024 - Prima storia
FANDOM: Haikyuu!!
TITOLO: Lattina fatale
PERSONAGGI: Kenma, Kuroo
GENERE: Romantico, Commedia
PROMNT: || @Aislinn Ni Sorar Festa di fine anno scolastico, Kenma si ubriaca||
@EleanorBones «Conosco un modo più interessante di passare il tempo. Vuoi
provare?»
WARRINGS: //
MARZO 2013 - Metropolitan Nekoma High School – Festa fine
anno
Sarebbe stata l’ultima.
Dall’anno prossimo Kenma non avrebbe più partecipato a quelle
americanate insopportabili. Kenma lo promesse a se stesso. Circondato
dall’rumore assordante della musica e da ragazzi sudati, i quali si muovevano
senza alcun senso sulla pista da ballo improvvisata della palestra del club di
pallavolo, cercò in tutti i modi di estraniarsi e di nascondersi il più
possibile da Kuroo.
Kenma si alzò un po’ dalla sua sedia e iniziò a cercarlo
nella folla; per quanto sia strano a dirsi, il suo migliore amico era una sorta
di faro, il suo posto sicuro, quello che si perdeva cura della sua salute
quando non lo faceva da solo. Kenma si
domandava cosa ne sarebbe stato di lui in sua assenza.
«Eccoti
qui! Pensavo sarebbe stato più difficile scovarti.»
Tetsuro
sbucò da dietro con quel ghigno da gattaccio di malaffare. Altissimo, con la
sua cresta nera incuteva soggezione reverenziale, emanava fascino animale.
Tutto
il contrario di Kenma.
«Dici?»
rispose fissando la console che teneva in mano.
O
forse si nascondeva per farsi trovare.
«Non
vorrai passare il tempo a giocare ai videogiochi durante una festa!»
Kenma
voleva rispondere di sì, che a quella festa non voleva andare ma non era
rimasto a casa per amore suo perché quello era l’ultima festa liceale a cui
Tetsuro avrebbe partecipato. Per farlo necessitava di un coraggio che non
possedeva.
«Conosco un modo più interessante di passare il tempo. Vuoi
provare?»
Kenma ripose la tasca interna della sua giacca. «Quale sarebbe?» chiese
scettico.
Il suo amico sorrise vittorioso. Gli afferrò il polso e lo
trascinò al tavole delle bevande. Non si
fermarono di fronte, ma andarono dietro dove c’era un cartone ben nascosto. Kuroo
prese un pacco da sei di lattine di birra. Si guardò introno e gli fece segno
si seguirlo. «Fa finta di niente.»
Kenma sempre più scettico lo seguì verso un angolo
particolarmente appartato della palestra.
Gli organizzatori avevano allestito una sorta di magazzino in cui
mettere le riserve di bibite e patatine, e tutti gli scatoloni serviti per
trasportare le decorazioni.
«Tieni,»
Kuroo gli passò una lattina, «ti aiuterà a scioglierti.»
«Sciogliermi?»
«Scioglierti,
rompere i freni inibitori, così ti butterai in pista e per una volta ti
divertirai» spiegò.
«E
l’unica soluzione che hai trovato è farmi bere alcolici?» chiese Kenma.
Il
gattaccio aprì una lattina e bevve; il movimento della sua gola era ipnotico e
quando Kuroo finì la sua sorsata, Kenma fece fatica a distogliere lo sguardo.
«Beh,
vedila così,» rispose Kuroo, «non posso stancarti con l’esercizio fisico, ci
metterei troppo tempo.»
Il cervello del Nekoma osservò la lattina che aveva in mano,
poi, l’aprì e bevve. La prova che non sempre le persone intelligenti fanno la
cosa giusta: Kenma non avendo mai bevuto alcolici prima e non sapeva di essere astemio.
Bastò finire una lattina di birra per
essere completamente fuori.
«Kenma
stai bene? Sei tutto rosso…»
La testa gli girava e non riusciva più a mettere un piede
dietro l’altro, aveva una forte nausea e stava andando infiammare. Si toccò le
guance. «Per niente bene»
Il
risultato fu che Kuroo dovette trascinarlo fino all’infermeria.
«Dai,
non è difficile prova destra, sinistra, destra…» lo incitò l’amico. Kuroo
sistemò meglio il braccia introno alla sua vita e lo tirò su di peso.
«Voglio
andare a casa…»
Kuroo
ridacchiò: «e cosa raccontiamo ai tuoi?»
«È
tutta colpa tua,» biascicò Kenma, «non dovevo darti retta invece di lasciarmi
convincere…»
Tetsuro
aprì la porta dell’infermiera e lo depositò nel letto vuoto. «e perché lo fai?»
Kenma
chiuse gli occhi, voleva solo dormire. «Cosa?»
«Assecondarmi.»
«Perché
sei tu,» rispose Kenma con una facilità che non gli era propria, «volevo farlo
un ultima volta perché domani ti diplomerai e non sarai più nei paraggi.»
«Scemo,»
disse Kuroo con voce roca. Kenma sentì il tocco gentile della sua mano sul suo viso.
«Sarò sempre nei paraggi, per te ci sarò sempre.»
Kenma
sorrise poi scatto a sedere impietrito. «Devo vomitare!»
«Aspetta,
prendi il secchio!»
Vomitare
dentro il cestino della carta non era bello, in generale non lo era mai; farlo
al posto di ballare e divertirsi, forse, peggiorava ancora di più la situazione.
Tuttavia, avere la mano di Kuroo che lo accarezzava e lo aiutava, sapere che ci
sarebbe stato a sostenerlo quando cadeva, ecco quello, rendeva sempre le cose
brutte belle.