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2.
"Ti prego,
dimmi dov'è Hak..." una supplica.
La ragazza guardava implorante il suo ex amico d'infanzia, gli occhi
rubino spalancati, striati di paure inespresse, per lei troppo grandi
da poter
gestire.
Si era ripetuta di non crollare, - davanti
a lui
- di perseverare, di lasciare acceso un piccolo barlume di speranza. Ma
più i giorni passavano più la speranza si
affievoliva e
la realtà che le si parava davanti la prendeva a schiaffi.
Singhiozzò e si portò una mano al cuore, quasi a
sorreggerlo per il tremendo vuoto che provava. Sentiva che le mancava
qualcosa. L' attanagliava un tremendo peso all'altezza del petto e uno
strano
dolore ogni qualvolta respirasse. Le lacrime prepotenti le
rigarono le guance e si ritrovò a stringere tra i
denti il labbro inferiore per cercare di tenere a freno l'ennesimo
singulto.
Lui che la mordeva mentre le carezzava il viso, in un gesto
così
delicato che ogni dannata volta si ritrovava a chiedersi chi fosse la
persona che aveva davanti, e che fine avesse fatto il rude guerriero
che in realtà era...
Sentì un sospiro di fronte a lei ed alzò lo
sguardo,
trovandosi SuWon a fissarla con gli occhi spalancati quasi pieni di...
preoccupazione(?).
La rossa
aveva fallito. Fino a quel momento era riuscita a far credere di essere
calma ed avere il controllo della situazione, ma la sua finta maschera
si era sgretolata.
Proprio dinanzi l'unica persona che non sarebbe dovuto venire
a
conoscenza dell'enorme diga di emozioni che si annidava in lei.
Il suo aspetto non doveva essere dei migliori.
Aveva lottato tanto per non far trasparire la sua debolezza, negli
ultimi giorni, specie davanti ai quattro Draghi.
Ma quando quella mattina si era recata nell'ufficio del Re per trovare
informazioni sull'Impero del Kai e le loro strategie belliche, - tra
scartoffie, mappe e antiche leggende, - tutto le era piombato
pesantemente addosso e si era ritrovata a singhiozzare nelle braccia
dell'ultima persona che avrebbe voluto la vedesse così.
La guerra contro il Kai del Sud era imminente ormai. Lo scontro era
alle porte. I guerrieri si stavano schierando; di lì a poco
tutto sarebbe cambiato e le sorti del regno, ora, si ritrovavano in
mano a
quello che un tempo era un ragazzino timido e riservato, - ma scaltro
ed
intelligente -, che in quel momento la fissava incerto su cosa dirle.
Nella situazione attuale non c'era il tempo materiale per disperarsi ma
solo per contrattaccare.
Yona si schiarì la voce e la presa che stringeva sul cuore
diventò presto un tocco leggero e auto confortante per
risistemarsi la veste. Si alzò.
"SuWon. Verrò sul campo di battaglia insieme a te. "
Proferì.
La principessa incatenò i profondi occhi rubino
nei suoi, di un chiaro ceruleo, (non
blu cobalto).
Lo vide scostarsi, con un gesto deciso del capo, i capelli
color grano dalla fronte, (non
neri come la notte) imprigionandola in uno sguardo freddo
e calcolatore.
Voleva controbattere.
Il biondo aprì la bocca per parlare ma la decisione negli
occhi di lei lo zittirono.
"Se mai ti accadesse qualcosa, ci sarò io a darti
supporto...
Finiamo questa guerra al più presto." Yona si
alzò,
radunando le poche forze rimaste, con un'aria stoica che la fece
sembrare, agli occhi del Re, molto più grande della sua
età.
La vide fermarsi, lo sguardo le si oscurò, come se in quel
momento non si trovasse più di fronte a lui, ma
molto
più lontano. In un posto dove nessuno potesse raggiungela.
O forse... solo una persona.
"Quando tutto sarà concluso-" iniziò, la voce
determinata, ma le parole le morirono in gola.
Quando? ... Quando tutto sarà concluso? Quando finirà tutta
questa sofferenza? Quando
finirà tutta questa morte?
Tremolante, sospirò. "Terminerà anche la nostra
alleanza..." alzò lo sguardo e Suwon non vi trovò
più traccia della ragazzina che correva spensierata tra i
corridoi del castello anni prima, ma al suo posto, poteva ammirare una
giovane
donna. Una donna decisa e conscia delle proprie possibilità.
"Ed io... andrò a cercare Hak."
Yona si richiuse la grande porta alle spalle, la testa dritta che
puntava di fronte a se.
"Io ti troverò"
sussurrò a se stessa. Una tacita promessa. Una promessa che
sapeva avrebbe rispettato a costo della morte.
Si incamminò verso la stanza dei quattro Draghi, -
sicuramente
la stavano aspettando,- ma qualcosa la gelò sul posto. Un
rumore
sordo e netto... Continuo.
Una vibrazione che sembrò entrare e posarsi nella stanza,
sui mobili... intorno a lei.
Un suono di corno da battaglia.
La guerra era iniziata.
***
C'era rumore d'acqua ovunque intorno a lui.
Tutto era buio e privo d'essenza.
Respira...
La prima sensazione che avvertì fu un freddo gelido
risalirgli
dalla punta dei piedi sino a quella del naso e, cercando di fare mente
locale per far riaffiorare i ricordi degli ultimi istanti di coscienza,
cercò di aprire un occhio. Si sentiva pesante, ogni parte di
lui
gridava al dolore. Non aveva più la sensibilità
al
braccio destro...
Anzi, ragionandoci bene, non sapeva neanche se possedeva più
un braccio destro.
Respira...
Hak riuscì a stendere meglio le gambe e cercò di
schiarirsi la gola. La sentiva secca ed irritata.
Cosa alquanto strana,
riflettendoci.
Con l'enorme quantità d'acqua che Raiju doveva aver
ingerito si sarebbe dovuto sentire idratato a sufficienza.
Provò a muovere un braccio e riuscì piano a
portarselo
davanti gli occhi, coprendoli da quella luce fastidiosa. Non seppe con
esattezza quanto tempo rimase in quella posizione. Disteso a terra, in
un posto da lui non ben definito, con il sole puntato in faccia ed un
braccio a coprire le iridi doloranti.
Non mosse un muscolo.
Il rumore dell'acqua era assordante. Nella sua
testa risuonava lo scroscio implacabile delle onde agitate e d'un
tratto
la distesa di terra sul quale era sdraiato diventò una
superficie galleggiante che lo cullava.
Lasciati andare...
Poi, un lampo cremisi gli sfrecciò davanti e lui
aprì di scatto gli occhi.
"Principessa!" il guerriero si guardò attorno prendendo
finalmente coscienza dall'alquanto improbabile situazione in cui era
stato catapultato.
Sono vivo?
Era sopravvissuto.
Con un gesto pesante si sbattè la mano sugli occhi e la
trascinò stanco su tutto il viso cercando di memorizzare i
propri tratti. Poi passò ad ispezionarsi il corpo
constatando
che effettivamente non era messo poi così bene.
Hak riportava gravi ferite in più punti vitali e il dolore
che
provava gli mandava regolari fitte lancinanti al cervello ogni
qual volta lui provasse a muoversi.
Ma era vivo, lui ce l'aveva fatta!
Sorrise e alzò di scatto la
testa come a volerlo urlare, che non era stato sconfitto neanche da
madre Natura, ma il suo entusiasmo smorzò non appena si rese
davvero
conto della situazione.
Dove diavolo sono?
Ovunque voltasse la testa o si girasse, a circondarlo solo
il... nulla. Un'enorme deserto
desolato ed una quantità indefinita di corpi di guerrieri
rimasti vittima della battaglia o periti dalla forza dell'impatto con
'La grande inondazione'.
Fece mente locale e dopo pochi istanti capì di trovarsi
ancora
sul campo di battaglia.
Per quanto tempo era rimasto steso a terra
privo di sensi? Doveva muoversi. Doveva assolutamente trovare un modo
per tornare al castello e avvertire tutti... Voleva rivedere tutti.
Rivederla.
Si alzò con non poca fatica e la sua mente cercò
di formulare
un qualche pensiero di senso compiuto, ma la testa gli
vorticò e
le gambe cedettero facendo si che ruzzolasse nuovamente a
terra
inghiottito dal suo stesso buio.
Hak guardava fuori dalla piccola finestra in legno, lo sguardo vuoto e
gli occhi vitrei. Un'altro giorno era passato. Un'altra alba era sorta
e lui era ancora fermo immobile come quando, tre giorni prima, si era
risvegliato in quella piccola capanna medicato e fasciato da
un'affabile signora e la sua invadente figlia.
Certo aveva tentato la fuga più volte ma,
constatando lui
stesso le sue pessime condizioni, decise di rimanere ancora del tempo
in convalescenza.
In quei tre giorni interminabili aveva riflettuto a lungo.
Pensava
spesso ai suoi compagni. Chissà cosa stavano combinando...
Come
se la passavano al castello di Hiryu.
Cosa pensavano gli fosse successo? Come avevano preso la sua scomparsa?
Avrà pianto? pensò sospirando. Non
seppe perché, ma l'ovvia risposta lo fece sorridere.
Rammentò con nostalgia le molteplici espressioni della
principessa
del regno di Koga, poggiando il mento sul proprio ginocchio coperto da
una spessa tunica color ocra leggermente logora.
La verità era soltanto una, l'unica.
L'unica che ormai era
più che nota a tutti. Gli mancava. Eccome se gli mancava.
Lei,
la sua buffa faccia. Lei, la sua pelle e il suo sorriso. Il suo modo di
chiamarlo al mattino, la sua espressione preoccupata quando il ragazzo
veniva ferito.
Le sue
piccole, ma allo stesso tempo, forti mani. Quelle stesse mani che lo
accarezzavano incerte, con un tocco che lo faceva letteralmente uscir
fuori di senno.
Le sue risate le sue
grida... Gli mancava tutto.
Dio, effettivamente non credeva ci fosse
una singola cosa di lei che non gli mancasse.
A pensarci bene, in quel preciso momento, anche di occhi spioventi, del
serpente bianco e di tutta l'allegra combriccola, sentiva la mancanza.
Ghignò a quel pensiero.
Aspettatemi. Tornerò
da voi a qualunque costo.
***
I rumori della battaglia erano lontani, ma sembravano avvicinarsi
implacabili sempre di più.
La principessa era ferma e rigida sul suo cavallo, affiancata da SuWon,
Keishuk
e le personali guardie del Re. Tutte le tribù erano state
schierate e chiamate alla guerra, l'odore di disperazione e morte si
posava leggiadro su ogni essere umano presente a quel massacro.
Yona sussultava ad ogni esplosione e provava una fitta al cuore ad ogni
urlo che le arrivava alle orecchie. I quattro Draghi si erano
allontanati da lei per buttarsi nella mischia e senza più la
loro presenza e la sua,
si sentiva impotente e indifesa.
Accanto a lei, SuWon tossì e all'improvviso si
accasciò, rischiando seriamente di cadere dal cavallo, se la
rossa non avesse
prontalmente allungato una mano per sorreggerlo.
Questo è il
mio compito adesso... Aspetta
ancora un pò... E sarò libera di
venire a cercarti!
Puntò lo sguardo risoluto davanti a lei mentre gli occhi
stanchi
e malati del Re la scrutavano in un silenzioso ringraziamento.
"Vostra maestà le truppe dell'impero del Kai si stanno
ritirando! Abbiamo vinto!" Le urla arrivarono nitide alle orecchie
della rubina che sorrise grata portandosi una mano al cuore.
"Qualcuno ha guidato i soldati ed è riuscito a portarli alla
vittoria! L'esercito del regno di Koga ha vinto!" L'esultanza dei
soldati aleggiò in tutto il continente e piano, i rumori
della
battaglia cessarono, lasciando il posto al fruscio del vento ed un
forte
odore di sangue.
Chissà dove sono finiti Kija e gli altri...
Si guardò intorno incerta, scendendo da cavallo, impugnando
il suo fedele
arco lungo. Compagno di numerose battaglie.
Sarebbero dovuti già essere di ritorno.
Il suo
sguardo vagò all'orizzonte cercando di scorgere almeno
una delle quattro figure a lei ormai così famigliari.
All'improvviso una strana sensazione la gelò.
Poco lontano sentì un rumore di zoccoli avvicinarsi
a gran
velocità ed una scossa elettrica le percorse la spina
dorsale.
Sgranò gli occhi e si parò davanti a quello che
una volta
era suo amico d'infanzia, - ora suo Re,- mettendosi in
posizione
d'attacco con una freccia già posizionata che puntava dritta
davanti a lei.
"SuWon allontanati! Sta arrivando un soldato del Kai del Sud!.."
Le parole le morirono in gola. Come aveva fatto quell'unico soldato ad
avvicinarsi così tanto ed in maniera così
plateale al
corpo di guardia di sua maestà?
Doveva essere un demone!
Sentì il respiro farsi pesante, il cuore aumentare i battiti
e riuscì a percepire il
tremolio della mano con cui aveva incoccato la freccia,
nell'esatto instante in cui i suoi occhi incontrarono i suoi.
***
Hak corse radunando tutte le forze rimaste.
Corse dritto davanti a lui guidato dal richiamo di quella
fortissima attrazione.
Sbaragliò ogni
nemico gli si parasse davanti e continuò a
correre anche
senza riuscire a vedere bene. Il sangue gli colava dalla fronte fino a
gocciolargli sugli occhi, e le gambe erano diventate di piombo. Aveva
combattuto fino allo sfinimento, non aveva più forze neanche
per
scagliare un ultimo fendente. Ma lui non si arrese e
continuò ad
avanzare.
Un filo invisibile lo stava attirando lontano e, l'unica cosa per lui
importante in quel momento, era raggiungere la fonte di quel dolce e
allo stesso tempo malinconico, richiamo.
Lui sapeva dove il suo cuore lo stava portando. Sapeva chi avrebbe
trovato alla fine della sua corsa.
Sapeva che si trattava di lei.
Il suo corpo gli stava permettendo di compiacere un ultimo desiderio.
Dopodiché, non avrebbe avuto più rimpianti ma
sarebbe
potuto morire in pace e nell'unico modo per lui rispettabile.
Morire ai suoi piedi.
NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti e buona domenica! :)
Allora come penso abbiate capito diciamo che questa è una
mia rivisitazione dei volumi 37, 38 e 39. Perché?
Perché mi sono piaciuti tantissimo ma si poteva osare di
più! XD
Questo manga sarà la mia rovina, sto in fissa. Anzi sono
davvero dispiaciuta che qui in italia non sia apprezzato come dovrebbe
perché, davvero,
credo che sia una delle opere più belle che ho mai letto.
Non mi delude mai. E poi mi ha fatto tornare la voglia di scrivere ed
erano minimo due anni che non ne vedevo neanche l'ombra.
Credo che il prossimo capitolo sia l'ultimo, (praticamente
sarà incentrato solo su questi due capoccioni) come
già spiegato non penso sarà molto lunga.
Ho notato che questo fandom è morto. Eheh pazienza, spero
solo che chi legge si prenda un momento rilassante per se e se lo goda.
Il prossimo è già in lavorazione e se il lavoro
non mi porta via troppo tempo penso aggiornerò a breve.
Io vi saluto, alla prossima puntata! :)
cyra.
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