Once Upon a Dream

di sandrinakiss92
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Mi chiamo Emma Swan e oggi è il mio 28esimo compleanno. La mia vita non è mai stata tutta rose e fiori. Si, certo, ho il mio modesto lavoro, se così possa essere definito, che, per chi non lo sapesse, sono una cercatrice di taglie, mi permette di vivere una vita tranquilla, mi gratifica e soprattutto, mi permette di pagare l'affitto . Ho un appartamentino a Boston, nel Massachusetts. Non è male, se non fosse che non lo condivido con nessuno, ma sono abituata a vivere nella solitudine. Ogni tanto però mi farebbe piacere frequentare qualcuno che non fosse un ladro o un truffatore. Sono sempre stata attratta dagli uomini, però c'è un qualcosa nelle donne che mi affascina, non so, forse la dolcezza, quel loro lato sensibile... Non sono mai stata con una di loro, chiaro, solo con uomini, anche più grandi di me, se vogliamo. Mi facevano sentire protetta, ma dopo un po' la relazione cominciava a soffocarmi. Sarà che ci tengo alla mia privacy e si sa, quando si ha passato troppi anni in solitudine, la vita di coppia la si trova alquanto difficile . Non ho neanche molti amici e nemmeno una famiglia, a dire il vero. I miei genitori mi hanno abbandonata poco dopo la nascita. Non si presero nemmeno il disturbo di lasciarmi in qualche ospedale. Fui trovata sul ciglio di una strada, dove una coppia mi prese con sè fino ai tre anni, per poi mandarmi via dopo la nascita del loro primogenito, affidandomi ad una famiglia dopo l'altra. Quella sera dovevo incontrarmi con Ryan, un uomo piuttosto attraente, sulla quarantina. Capello corto, di un castano scuro. Portava un completo elegante beige e una camicia rosa. I suoi modi di fare erano delicati, e il suo sorriso era piuttosto accattivante. Per l'occasione, avevo scelto di indossare un semplice tubino rosso e ai piedi delle decolletè nere dal tacco 12 cm. Poteva sembrare un primo appuntamento, se non fosse per il fatto che in passato, quest'uomo, fu stato arrestato per truffa ai danni del proprio datore di lavoro e che, poco prima del processo, abbandonò la città, lasciando sua moglie, che gli aveva pagato la cauzione. Il mio compito sarebbe stato quello di riconsegnarlo alla polizia. E così fu fatto. Ottimo lavoro, Swan! Ero esausta, non vedevo l’ora di liberarmi da quei tacchi fastidiosi. Ho sempre pensato di essere un tipo da scarpe basse, preferivo 100mila volte le mie amate converse a delle Christian Louboutin, costatemi quanto tutto il mio stipendio. Ma, ahimè, sapete, lo shopping compulsivo... Prima, però, decisi di passare alla pasticceria per comprare un cupcake. Pensavo sarebbe stata più che meritata una piccola ricompensa, un occasione per un piccolo festeggiamento. Arrivata a casa, presi il dolcino e accesi la candelina. “A un anno pieno di successi!”, chiusi gli occhi e soffiai. "Buon compleanno, Emma!". Ho espresso il desiderio che non avrei più passato il resto della mia vita da sola. "impossibile" pensai, proprio quando qualcuno bussò alla mia porta. "Ma che tempismo!". Ecco, l'ironia è un altro aspetto che fa parte di me da quando ne ho memoria. Ma chi poteva mai essere a quell'ora della notte? un ragazzino esile, alto poco più di un metro e venti se ne restava in piedi davanti la mia porta. indossava un cappottino nero, al collo una sciarpa a righe grigia e rossa e alle spalle uno zaino da scuola. "sei tu Emma Swan? mi chiamo Henry e sono tuo figlio". Da quel momento la mia vita non sarebbe stata più la stessa.




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