Salve a tutti! Prima
di iniziare con la fic mi sembra giusto fare alcune precisazioni affinché siano
chiari i tempi e tutto il resto. La storia si svolge poco dopo l’epilogo di
“Una nuova vita”, quindi, giusto per rispolverare la fine dell’altra storia, Draco
è tornato da Hermione e le ha chiesto di sposarla, ma lei ha rifiutato; Harry e
Sabrina si sono lasciati ed ora lui è sposato con Ginny (questa cosa ha
lasciato qualcuno perplesso, ma qui verranno spiegate un po’ di cose); Ron si è
sposato con Calì ed hanno avuto da poco una bimba. Per il resto… leggete e
fatemi sapere che ne pensate! Non ho altro da dire se non che ringrazio coloro
che hanno recensito l’altra storia, “Una nuova vita”, perché se sono arrivata
in fondo è tutto merito loro! Bacioni e buona lettura.
PROPOSTA DI MATRIMONIO... LA SECONDA
La sveglia magica suonò puntuale alle 7.00, come tutte le
mattine. Hermione Granger la spense con una manata, facendola cadere per terra,
e si rintanò di nuovo sotto le coperte. Tanto ci avrebbe pensato Draco a farla
alzare. Tutti i giorni ci pensava lui. Tese una mano verso sinistra, ma non vi
trovò quel corpo caldo che tutte le notti le teneva compagnia. Aprì un occhi e
si guardò intorno.
-Draco?- chiamò piano.
-Arrivo!- la voce del ragazzo risuonò per i corridoi
dell’ala sud di Malfoy Manor, quella che non era riservata all’Ordine ma a
loro, a lei, Draco e Camilla.
Hermione si tirò su a sedere sul letto, coprendosi il seno
con il lenzuolo di seta rosso.
-Ma dove sei?-
Lui comparve sulla porta con in mano un vassoio con la
colazione, leggermente ansimante per aver fatto due piani di scale di corsa.
-Ma ti sei già alzata?! Di solito non lo fai prima di dieci
minuti, dopo aver spento la sveglia.-
Lei gli sorrise.
-Mi hai portato la colazione?-
Draco appoggiò il vassoio sul comodino e si buttò a letto.
-Sì. Ma solo perché oggi è un giorno importante, non farci
l’abitudine. Anzi, ora che hai finito la scuola, e aggiungerei finalmente, la
colazione a letto me la porterai tu.-
Hermione inarcò un sopracciglio.
-Certo, contaci! Ti pare che dopo aver fatto quattro anni di
università e due anni di specializzazione possa anche solo venirmi in mente di
venire a fare la casalinga per te? Tu sei matto!-
Il biondo la baciò dolcemente.
-Non mi sembra un sacrificio tanto grande da fare per il
ragazzo che ami.-
-Sei estremamente presuntuoso.-
Draco la fece adagiare sotto di sé, facendo attenzione a non
schiacciarla con il peso del suo corpo muscoloso.
-No, sono estremamente eccitante. Non è vero signorina
Granger?-
Hermione lo baciò prima sulle labbra. Poi passò al collo,
deliziandolo con piccoli morsetti e lasciando segni piuttosto evidenti del
proprio passaggio.
-È vero, signor Malfoy. Ma faccia attenzione, perché ora che
sono una giornalista vera, con tanto di specializzazione, potrei anche decidere
di essermi stancata di lei e trovarmi qualcuno di più eccitante.-
Lui scrollò le spalle.
-Cerca pure, ma sta sicura che un altro eccitante come me
non lo trovi.-
La mora gli sorrise e poi sgattaiolò fuori dalla sua
stretta. Draco si lasciò cadere sul materasso.
-Dai, non vestirti subito! Per favore, resta qui al
calduccio ancora un po’.-
-Tesoro, io sto per laurearmi, per prendere l’attestato
della specializzazione, non posso restare a dormire!-
-Ti stai per laureare per la seconda volta, non è poi
questa novità. E poi la tua laurea non sarà mica più importante di me!-
Hermione finì d’infilarsi i jeans e si chinò a baciare il
ragazzo sui capelli biondi.
-Infatti non ho mai detto una cosa del genere. Ho solo detto
che mi laureo e non posso arrivare in ritardo, altrimenti mi becco la tonaca
più brutta. È successo l’altra volta, ero chiusa in una veste nera che mi stava
incredibilmente stretta e che mi faceva sudare! Non voglio ripetere la stessa
orribile esperienza! Quindi, Draco, se vuoi accompagnarmi vedi di alzarti,
altrimenti andrò da sola con Camilla.-
Il ragazzo sbuffò e abbandonò controvoglia il letto. Prese
un paio di pantaloni neri eleganti dall’armadio ed una camicia grigia di seta.
-A proposito di Camilla, ti conviene andare a svegliarla. Da
quando sono iniziate le vacanze non si alza prima delle undici.-
-Io invece scommetto che è già sveglia.-
Draco si sistemò i capelli davanti allo specchio del bagno.
-Come fai ad esserne sicura?-
-Perché ieri sera ha promesso di prepararmi la colazione.-
-Quindi hai intenzione di farne due?- domandò lui accennando
con il capo al vassoio ormai vuoto sul comodino. –Guarda che è così che metti
su la ciccia.- disse pizzicandola sui fianchi.
-Dai, lasciami stare! E poi quando la baci, la mia ciccia,
non sembra che ti dispiaccia così tanto!-
Lui la strinse da dietro e la baciò sul collo.
-Infatti ho detto che è così che ti viene, mica che mi
dispiace.- ghignò. –Basta che la tua pancia resti di dimensioni normali e che
non diventi un pallone.-
Hermione si morse il labbro inferiore, pensando al
significato che potevano assumere le parole del biondo. La prima immagine che
le veniva in mente sentendo parlare di “pancia come un pallone” non era quella
di una donna che aveva esagerato con la colazione, ma una donna incinta. Quando
lei aspettava Camilla Ron gliel’aveva detto mille volte che la sua pancia
assomigliava ad un’enorme pluffa. E tutte le sante volte scoppiava a ridere. E
quante volte lei lo aveva picchiato per quelle battutacce? Praticamente tutte.
Fino a quando si erano mollati. E poi, quando suo padre aveva superato lo shock
della gravidanza della sua bambina, aveva iniziato lui a rivolgersi alla
sua pancia con l’appellativo di pallone.
Draco parve accorgersi dell’effetto che avevano suscitato le
sue parole sulla ragazza e le sorrise.
-Io… Senti Hermione, io…
La mora lo fissò negli occhi, a metà tra l’incuriosito e
l’impaurito.
-Cosa?-
Lui deglutì.
-Andiamo giù, non vorrai mica che la colazione di Camilla si
raffreddi.-
Hermione annuì, vagamente delusa. Poi sospirò e sorrise.
-Certo, andiamo. Anche se conoscendo mia figlia si sarà
dimenticata che mi voleva preparare la colazione. Ha preso dalla madre,
cucinare non è il suo forte.-
Draco sghignazzò.
-Se ha preso da sua madre è un bene che non cucini! Mi hai
propinato le tue prelibatezze solo una volta e ho seriamente rischiato di
morire.-
Lei fece una smorfia e lo trascinò giù dalle scale, diretta
verso le sala da pranzo.
-Tu mi avevi detto che il peperoncino ti piaceva!-
-Sì, ma che tenevo lo stesso al mio palato era sottointeso!-
Arrivarono nel Salone, dove incontrarono Harry Potter e
Blaise Zabini che stavano discutendo animatamente.
-Senti, Potter, io sono un Mangiamorte, hai presente,
ammazzo le persone, vi odio tutti quanti, voglio uccidervi…
-Non dire sciocchezze, Zabini, tu non ammazzi nessuno e non
vuoi ucciderci!-
Il moro roteò gli occhi.
-Ovvio che non voglio uccidervi, lo dicevo per farti capire
che non posso venire alla consegna della laurea della Granger! Non posso
farmi vedere in giro!-
-Ma neanche se ti nascondi, neanche se…
Hermione accorse in aiuto di Blaise.
-Harry, lascialo stare! Non pretendo di certo che Blaise
venga alla cerimonia, so benissimo che non può farsi vedere in giro! È già
tanto che sia riuscito ad essere qui in questi giorni.-
Il ragazzo le rivolse un sorrise grato e lanciò
un’occhiataccia ad Harry.
-Visto, Potter?-
-Certo, ho visto! Ho visto anche che a te di Hermione non te
ne frega niente!-
Il moro diventò paonazzo dalla rabbia.
-Questo non è vero! Le voglio bene quanto gliene vuoi tu e
calcola che io sono un ex Serpeverde, per di più Mangiamorte, e che prima che
lei si mettesse con Draco la odiavo!-
Hermione guardò Draco.
-Ma per cosa stanno litigando?-
-Per il gusto di litigare. Lo sai che tutte le volte che
Blaise è a casa si scannano, ormai non possiamo farci niente. Io e Potter siamo
diventati “amici” e lui si è dovuto trovare qualcun altro da importunare.-
-Sì, ma povero Blaise!-
Il biondo sbuffò divertito.
-Figurati, lui ci va a nozze! Ha tanta di quella rabbia
repressa che non appena trova qualcuno disposto a farlo sfogare ne approfitta.
Lasciamoli stare, no? Fin che non iniziano a lanciarsi addosso incantesimi che
fastidio ci danno?-
La ragazza alzò lo spalle.
-In effetti nessuno.-
Si sorrisero e raggiunsero la sala da pranzo. Camilla era
seduta a capotavola e si stava imburrando una fetta di pane. Accanto a lei
Neville stava raccontando una delle sue famose barzellette, facendo sbellicare
la ragazzina e qualche altro membro dell’Ordine.
-Paciock, mi rimbecillisci la figlia con tutte queste
idiozie!- sbottò Draco avvicinandosi al tavolo e baciando Camilla sui capelli.
-Scusa Malfoy, non volevo rovinare il tipico umorismo nero
della tua famiglia con un po’ di sano humor inglese.-
Il biondo gli rivolse un’occhiata gelida. Neville abbassò lo
sguardo. A volte si dimenticava che pur essendo felicemente fidanzato con una
delle sue più care amiche rimaneva il solito antipatico Serpeverde che ad
Hogwarts gli sabotava le pozioni e che ora non aveva divertimento migliore che
sottometterlo.
Hermione strinse brevemente la spalla di Neville, gesto che
lo rassicurò di un poco, e poi rivolse la sua attenzione a Camilla.
-Mica mi dovevi preparare la colazione?-
La ragazzina sgranò gli occhi e si portò una mano alla
bocca.
-Oh, mamma… me ne sono completamente dimenticata!-
La mora scoppiò a ridere e scambiò uno sguardo con Draco.
-Fa niente, tesoro. Piuttosto, io vado già all’università.
Tu vieni dopo con Draco, va bene? Là dovete trovarmi Sabrina, che sicuramente
starà cercando di attaccare bottone con qualcuno. I posti ve li ho riservati
nella prima fila destinata ai parenti. Sono sei, per te e Draco, Sabri, Harry,
Ginny e Molly. Capito?-
Camilla sbuffò.
-Capito, mamma, capito! Sono tre settimane che ci ripeti le
stesse cose!-
Hermione diede un frettoloso bacio prima alla figlia e poi
al biondo.
-Ve le ripeto perché so che se non ve le ripetessi andreste
chissà dove. Ora vado! Ciao a tutti, ci vediamo tra un’oretta!-
Draco guardò per l’ennesima volta l’orologio.
-Camilla, per la barba di Merlino, sei pronta?!-
La ragazzina arrivò correndo dalle scale.
-Eccomi! Insomma, papà, cos’è tutta questa fretta? Abbiamo
un casino di tempo!-
-Non abbiamo un casino di tempo, Camilla! Tua madre ci sta
aspettando!-
-Iniziano sempre in ritardo, queste cose! Ricordati che
abbiamo a che fare con il mondo babbano, non sono famosi per la loro
puntualità.-
-Sarà, ma io voglio andare! Forza.-
Camilla lo prese per mano e gliela strinse. Draco le
restituì la stretta ed insieme si smaterializzarono. Arrivarono in un vicolo
non lontano dall’università.
-Papà, ci pensi, mamma finisce la scuola ed io la inizio!-
uno sguardo triste le solcò il volto. –Sempre che mi arrivi la lettera da
Hogwarts.-
Draco le mise due dita sotto il mento e la costrinse a guardarlo.
-Ascoltami bene, tu andrai ad Hogwarts, questo è sicuro. La
tua lettera arriverà. Tutto a tempo debito.-
Lei inarcò un sopracciglio.
-Tutto a tempo debito? Come la tua proposta di matrimonio?-
Il biondo inciampò. Accidenti alla linguaccia che quella
ragazzina aveva ereditato dalla madre.
-Questo cosa c’entra?-
-Niente. Quando hai intenzione di chiederle di sposarti?-
-E tu quando hai intenzione di farti gli affari tuoi?-
-Questi sono affari miei! Voglio solo che… siamo una
famiglia.-
Draco prese fiato. Parlare di quelle cose lo facevano
sentire strano anche dopo cinque anni.
-Ma noi siamo una famiglia, piccola.-
Nelle sue iridi ghiacciate si ritrovò quelle di Camilla.
-Non è vero.-
-Non una famiglia convenzionale, forse. Ma siamo una
famiglia. Viviamo insieme, ci vogliamo bene… mi chiami anche papà. Cosa c’è che
non va?-
-C’è che… ho chiesto a mamma di parlarmi di quando andavate
a scuola. Ho saputo di Harry, di lei e del papà. E di te… e che vi odiavate.
Che vi odiavate perché la mamma era una mezza babbana, perché papà era un
Wealsey, perché lo zio era un Potter, perché tu eri un Malfoy, figlio di una
persona cattiva. E io? Cosa sono?-
Draco la guardò perplesso.
-Cosa vuol dire che non sai cosa sei?-
-Sono una Granger, perché la mia mamma lo è. Sono una
Wealsey, perché quello lo è il mio papà. O sono una Malfoy, perché lo sei tu,
che mi hai fatto da papà da quando avevo cinque anni. Cosa sono? Se tu sposassi
mamma, sarei sicura.-
Il biondo si fermò di colpo, mettendosi in ginocchio davanti
a lei.
-Ascoltami bene, Camilla. Quello che sto per dirti è molto
importante. Quando andavo a scuola io il cognome contava. Ed anche io credevo
in questa cosa e mi comportavo “da Malfoy”. Poi un giorno mi sono accorto che
in realtà il cognome non conta niente. Che non dovevo seguire la strada, molto
brutta tra l’altro, di mio padre solo perché mi chiamavo come lui. Allora mi
sono comportato “da Draco”. Tu comportati da Camilla e nient’altro, va bene?
Non c’entra che tu sia Granger, Weasley o Malfoy, sii te stessa e basta. E se
hai proprio bisogno di avere un cognome… all’anagrafe ti chiami Camilla
Granger. Però, se preferisci, il mio cognome te lo cedo volentieri. E credo che
anche Weasley sia ben disposto a fare lo stesso con il suo. Sta a te la
scelta.-
La ragazzina lo abbracciò e annuì.
-Va bene. Ma… questo vuol dire che non hai intenzione di
sposare la mamma?-
Draco ghignò.
-Te l’ho già detto, piccola… tutto a tempo debito.-
Hermione andò a ritirare l’attestato di specializzazione,
baciò il preside della Harford sulla guancia e sorrise alla sua famiglia:
Camilla, la sua bambina, Draco, il suo amore, Sabrina, la sua migliore amica,
Harry e Ginny, i fratelli che non aveva mai avuto, Molly, la sua seconda mamma.
Erano tutti lì, a guardarla. Per la seconda volta. Il cuore le si riempì di
gioia. Era così bello che fossero tutti insieme per lei, tutti sorridenti.
Mancavano i suoi genitori, certo, ma loro erano in America e avevano comunque
promesso di andarla a trovare presto.
Si sedette al suo posto, agitata. Ora che aveva l’attestato
voleva solo abbracciare Draco. Ma la coda era ancora lunga, doveva aspettare
ancora un po’. Si mise a fantasticare sul regalo che Draco le aveva promesso.
Aveva detto che sarebbe stata una sorpresa e lei, da brava bambina, non aveva tentato
di estorcergli alcuna confessione. Però sperava in qualcosa di grande. Draco
era solito fare le cose in grande, senza badare a spese, quando c’era in ballo
qualcosa d’importante. Per la sua laurea le aveva regalato un viaggio alle
Maldive. Due settimane da soli, su un isolotto sperduto nell’Oceano Indiano.
Era stato un sogno. Hermione amava Camilla, ogni giorno con sua figlia era un
giorno bellissimo, speciale ed unico, ma alle volte aveva bisogno di stare da
sola con il suo ragazzo. Aveva bisogno d’intimità. E ne aveva avuta in quelle
due settimane. Eccome se ne aveva avuta. Ma ne voleva ancora. E forse ne
avrebbe avuta. Si girò leggermente. Draco stava chiacchierando con Harry, ma
quando notò che lei lo stava guardando distolse lo sguardo dal moro e le
sorrise. Lei gli rispose con un’occhiata maliziosa, che venne prontamente
ricambiata.
-Hermione, non vorrei disturbare il tuo sexy discorso
silenzioso con il tuo ragazzo, ma la cerimonia è finita. Dobbiamo alzarci e
lanciare i cappelli. Non vorrai mica rimanere seduta mentre tutti sono in
piedi!-
La ragazza arrossì e scattò in piedi.
-Scusa, Liza, non me n’ero accorta!-
La compagna di corso ridacchiò.
-Lo so, quando ti sta guardando un bel biondo come il tuo
Draco è difficile accorgersi di certe cose…
Hermione fece per ribattere, quando un braccio la cinse per
la vita.
-Qualcuno ha forse parlato di me?- domandò Harry baciando
sulla guancia la propria migliore amica.
Ginny gli diede uno scappellotto sulla testa.
-Sei forse biondo, tu?-
-No, ma ho sentito solo “bel” e ho dedotto che si stesse
parlando di me.-
Draco ghignò.
-Hai dedotto male, Potter. Si stava parlando di me! Come
sempre. Guarda che sono io quello bello.-
-Se tu sei quello bello io sono quello intelligente. Mi va
bene lo stesso, eh.-
Il biondo fece una smorfia.
-Quello intelligente! Proprio!-
-Quello intelligente e quello simpatico!- rincarò Harry
gonfiandosi d’orgoglio.
-Sì? Allora, visto che sei quello simpatico, ti prendiamo
come baby-sitter per stasera. Io porto fuori la mia ragazza.-
Camilla si oscurò in volto.
-Io non ho bisogno di una baby-sitter! Posso stare a casa
anche da sola!-
-Ma non starai a casa.- disse il biondo facendole
l’occhiolino. –Il tuo zio preferito ti porterà al Luna Park!-
La ragazzina iniziò a saltellare.
-Davvero?!-
-Se va bene alla zia Ginny.-
La ragazza annuì.
-Certo, per me non c’è problema!-
-Ehi, vengo anch’io!- sbottò Sabrina infilandosi tra Draco
ed Hermione. –Insomma, sono l’unica non accoppiata e se non mi piazzo qui in
mezzo nessuno mi si fila!-
Hermione scoppiò a ridere e diede un bacio sulla guancia
della migliore amica.
-Poverina!-
La bionda le fece la linguaccia.
-Poverina sì, non prendermi in giro! Qua a nessuno importa
di me!-
Harry le sorrise.
-Oh, come sei noiosa! Va bene, ti portiamo con noi! Così la serata
dei nostri piccioncini non sarà rovinata perché tu ti senti esclusa.-
Hermione annuì con convinzione e sorrise a Draco.
-Così stasera siamo soli soletti.- gli sussurrò.
-Ho già in mente cosa fare, tesoro.- gli rispose lui con lo
stesso tono. Sabrina passò lo sguardo dall’uno all’altra.
-Perché, che dovete fare?- domandò curiosa. Tutti
scoppiarono a ridere, mentre Draco si tolse il suo braccio dalle spalle.
-Ma tu sei sempre in mezzo?!-
Malfoy Manor quella sera era stranamente silenziosa. Draco aveva
fatto in modo che tutti si trovassero migliore sistemazione per la nottata.
Nella grande casa c’erano solo lui ed Hermione.
-Tesoro, sei pronta?- domandò il biondo abbracciandola da
dietro.
-Quasi. Mi tiri su la cerniera del vestito?-
Lui ubbidì.
-Stasera dei bellissima.-
-Vorrei ben vedere, l’ho pagato una cifra stratosferica!-
Il ragazzo ridacchiò.
-Come sei materialista, Granger!-
-Io ho imparato a guadagnarmeli i soldi, Malfoy! So che
fatica si fa a tirare su i quattrini e quindi quando li spendo mi preoccupo
sempre di non buttarli via! Questo vestito, però… era bellissimo, dovevo
comprarlo!-
-Già. E sopra di te è ancora più bello.-
Hermione si rigirò nelle sua braccia.
-Mi stai adulando?-
-No, ero sincero.-
Si baciarono e dalla foga caddero abbracciati sul letto. La
ragazza si staccò dalle labbra del biondo.
-Draco… la cena possiamo anche saltarla per stasera.- lo
baciò di nuovo. –Restiamo qui. Io non ho fame. Se non di te.-
Lui le sorrise.
-No, stasera no. Andiamo giù. Abbiamo tutta la notte per questo.-
-Ma…
-Non c’è ma. Adesso andiamo giù. Vedrai, fidati di me.-
Hermione annuì, curiosa di sapere perché tanta insistenza
nel voler cenare.
Si recarono al piano di sotto. Nella sala da pranzo
candelabri d’argento erano posati un po’ dappertutto. La stanza era tutta uno
scintillio.
-Draco… non era necessario fare tutto questo!-
Il ragazzo ghignò.
-Oh, sì che lo era! Vedrai, tesoro, vedrai…
Gli elfi domestici servirono la prelibata cena e loro due
chiacchierarono di tutto, come facevano sempre quando erano da soli. Hermione
continuava a guardarsi intorno, cercando di notare se qualche pacchetto era
stato nascosto in qualche angolo. Ma sembrava tutto normale. Solo Draco a
tratti appariva estremamente nervoso. Finito il dessert la mora si decise a
parlare.
-Draco, ma… la mia sorpresa?-
Lui si finse perplesso.
-La tua sorpresa? Perché, dovevo farti una sorpresa? La cena
non ti basta?-
-Sì, ma… lo so che mi hai fato una sorpresa! Dai, tirala
fuori…- fece gli occhioni da cucciolo.
Draco si morse il labbro inferiore.
-Sicura di volerla?-
-Vuoi scherzare?! Certo che la voglio! Dov’è?-
Lui si alzò in piedi e prese il mazzo di rose che stava
davanti a lei. Gliene tese una. Poi la seconda, poi la terza. Rimase l’ultima,
con appeso un pacchettino. Glielo mise in mano.
-Aprilo piano. Non voglio che tu mi svenga sul più bello.-
Hermione prese l’involucro rosso con mani tremanti. Era
qualcosa di costoso, ne era certa. Portava il segno della più prestigiosa
gioielleria di Diagon Alley. Forse era quel pendente che avevano visto qualche
giorno prima e che le era piaciuto tanto. Piano, lo scartò. Dentro c’era una
scatolina. Una scatolina che sembrava tanto quella di un anello. Il cuore prese
a batterle forte nel petto. Guardò Draco: sorrideva. Nei suoi occhi grigi si
poteva leggere la tensione ed il nervosismo, ma il suo sorriso era dolce e
felice. Hermione prese coraggio ed aprì la scatola. Dentro c’era un bellissimo
anello d’oro bianco con inciso sopra un serpente, molto simile a quello di
Narcissa, che la mora portava al dito da ormai cinque anni.
-Draco…
Lui le appoggiò un dito sulle labbra.
-Shhh, non dire nulla, fai parlare me.- prese fiato.
–Hermione Granger, mi vuoi sposare?-
-Io…- gli lanciò le braccia al collo. –Sì! Lo voglio, Draco!
Voglio sposarti!-
Si baciarono. Dopo un’infinita quantità di tempo si
staccarono, seppur controvoglia. Il ragazzo le sorrise.
-Per fortuna hai detto di sì. Essere rifiutato una seconda
volta sarebbe stato un colpo troppo duro per il mio povero ego!-
Scoppiarono a ridere insieme, un po’ stupidamente, troppo
emozionati per parlare ancora, e poi ripresero a baciarsi.