capitolo 2
Perso nella mia testa
Ci sono sentimenti irrisolti che mi perseguitano
E' troppo tardi per guarire
Li metterò a riposo
Muse-Ghosts
Parte II Mai più soli
Seduto sul divano Loki attendeva che Ouroboros iniziasse a dire
qualcosa. Ormai stava armeggiando con il suo aggeggio elettronico pieno
di luci da più di mezz'ora e l'attesa stava diventando a dir
poco snervante. Tamburellava con le dita sul bracciolo del divano e con
l’altra mano si passava continuamente il mento. Era nervoso,
parecchio nervoso.
Dopo l'incidente del giorno prima, Sylvie aveva proposto di chiedere aiuto a Mobius.
Mobius era l’unico amico che avevano e l’unica persona di cui potevano fidarsi.
Era strano per Loki avere un amico.
Da piccolo sua madre gli ripeteva sempre di uscire un po’ da palazzo e fare nuove amicizie.
« Hai bisogno di farti degli amici, Loki. » gli disse una volta Frigga. Un velo di preoccupazione aleggiava nella sua voce. « Non dovresti stare sempre da solo. »
Loki non alzò nemmeno lo sguardo dal suo libro di rune antiche. « I bambini della mia età sono tutti stupidi, madre. Non perdo tempo con inetti del genere. » rispose tranquillamente. Frigga sospirò. « Prima o poi avrai bisogno di qualcuno. »
Loki non aveva accettato di
buon grado l’idea di Sylvie. Perché coinvolgere uno come
Mobius in una questione spinosa che non lo riguardava? Era un semplice
midgardiano, cosa ne poteva capire di regni millenari, forze oscure e
poteri indescrivibili?
Sylvie però
insistette così tanto che Loki non poté che sbuffare
arrendevole e accettare che i suoi vecchi amici venissero a conoscenza
del suo piccolo problema.
Ecco perché
Ouroboros stava studiando meticolosamente ogni più piccolo
dettaglio di ciò che era accaduto il giorno prima. Aveva
analizzato la stanza, la camera da letto, persino i vestiti e gli
oggetti personali di entrambi. Ogni volta il suo sguardo si faceva
serio, le sopracciglia aggrottate in un'espressione attenta, ma nessuna
parola usciva dalla sua bocca.
E questo rendeva Loki nervoso e impaziente.
Per le Norne, perché
non diceva nulla? Continuava a ripetersi nella mente mentre osservava
lo scienziato spostarsi da una parte all'altra.
Nessuno osava proferire parola.
« E così
saresti un Gigante di Ghiaccio. Anche se mi fa strano crederlo,
onestamente. A guardarti hai tutto fuorché essere un gigante e
di ghiaccio. » Mobius si ritrovò lo sguardo di tutti
puntanto addosso.
« Adesso che cosa centra questa cosa? » disse Loki infastidito dal suo commento.
Mobius giocherellava con il
suo accendino, girandoselo continuamente tra le dita. «
Perché sei pallido e mingherlino. » disse con un sorriso divertito
che Loki trovò irritante.
« Vuoi vedere a come ti riduco, mediocre midgardiano senza poteri? » sibilò assottigliando lo sguardo.
Mobius aveva ancora quel
sorrisetto irritante sulle labbra. « Il mediocre midgardiano ti ha
tolto il seiðr una volta. Potrei rifarlo di nuovo se volessi. »
« Provaci. »
« Ora basta! »
urlò Sylvie mettendosi davanti al detective della TVA. «
Si può sapere che vi prende?! »
Mobius sorrise divertito in
direzione di Loki il quale gli lanciò un’occhiataccia
torva. Aveva cambiato radicalmente idea sul dio degli inganni con il
passare del tempo. Da pericoloso criminale qual era appena arrivato
alla TVA, con una rabbia e un’odio viscerale verso chiunque
provasse anche solo a guardarlo, con il tempo lo aveva visto lentamente
mutare nel modo in cui si rivolgeva a loro, dagli sguardi non
più di disprezzo, ma più amichevole e dal tono tagliente
e arrogante a più tranquillo e sincero. Mobius aveva iniziato ad
apprezzare Loki per la sua intelligenza e spiccata attenzione per i
dettagli. Certo, trovava la sua parlantina tediosa e quando si
rivolgeva a loro come se fossero dei perfetti idioti lo avrebbe preso a
schiaffi, ma tutto sommato non gli dispiaceva come persona.
Forse perché un po’ si somigliavano, dopotutto
« Questo silenzio
è insopportabile e mi sto annoiando. Stavo solo provocando il
nostro caro amico.» disse tranquillo. « Magari perde il
controllo di nuovo e vediamo con i nostri occhi cosa sta succedendo.
»
Loki aprì la bocca per replicare, ma Sylvie lo interruppe prima che iniziassero a punzecchiarsi di nuovo.
« O-B, hai notizie? »
Lo scienziato alzò
lo sguardo dal suo apparecchio e osservò la ragazza con aria
interrogativa. « Hai detto qualcosa? »
Sylvie alzò gli
occhi al cielo. « Stai armeggiando con quel coso da un sacco di
tempo. Hai trovato qualcosa sì o no? » disse non celando
affatto il tono scocciato.
« Ah, sì
sì » borbottò, schiacciando qualche tasto. «
Posso affermare con assoluta certezza che Loki non ha assolutamente
nulla che non vada. È sano come un pesce! » disse con un
largo sorriso.
Loki sospirò e si
passò una mano sul volto. « Sono un dio, è ovvio
che sia sano! Non posso di certo ammalarmi come vuoi deboli e inutili
midgardiani! » sbottò infastidito. Quella situazione stava
rasentando il ridicolo. « Stiamo solo perdendo tempo. »
« Oltre al fatto che
non hai alcuna patologia medica, qualcosa sta compromettendo la tua
linea temporale. » continuò Ouroboros come se nulla fosse.
Loki a quelle parole sgranò gli occhi e si alzò di scatto. « Cosa hai detto? »
« Ho detto che non hai malattie varie. »
Loki sbuffò.
« No! Quella cosa della linea temporale! »
« Ah, giusto! »
O-B tornò a guardare il suo dispostivo. « Dai miei dati
sembrerebbe che qualcosa stia manomettendo certi avvenimenti già
accaduti. È come se mancassero dei pezzi. »
Loki si mise al suo fianco per vedere meglio. Sul display vide una linea arancione frammentata.
« Cosa vuol dire questa cosa? » mormorò guardando quella maledetta linea come se ne fosse ipnotizzato.
« Voglio dire che
quello che stai avendo non sono semplici incubi, ma scene della tua
vita già accadute. Vedi? La linea è frammentata. »
Frammentata? Come poteva la sua linea temporale essere frammentata? Cosa stava succeedendo?
« Cosa suggerisci di fare? » chiese Sylvie al posto di Loki, visto che quest'ultimo non proferiva parola.
Ouroboros si sistemò
gli occhiali sul naso con due dita. « Io dico che bisogna
tornare indietro nel tempo e sistemare ciò che manca. È
come un puzzle a cui mancano dei tasselli. Bisogna trovarli e rimetterli
al loro posto, altrimenti l'immagine potrebbe svanire. »
Loki proruppe in una
risata, una risata isterica che fece voltare tutti nella sua direzione.
« Stai scherzando vero? »
« Perché
dovrei scherzare? Non credo sia un momento adatto per uno scherzo.
» disse con una semplice scrollata di spalle, come se fosse la
cosa più ovvia del mondo.
A Loki si annodò lo
stomaco. Tornare indietro nel tempo era fuori discussione. Significava
ripercorrere certi avvenimenti che no, mai e poi mai avrebbe
riaffrontato. Certe cose dovevano restare sepolte lì, nei
meandri dei suoi ricordi più nascosti e oscuri. Di certo non
poteva tornare e riviverli come se nulla fosse.
O sì?
Ripensò all'ultima
parola detta da O-B e deglutì. Svanire. Sarebbe stata questa la
sua fine? Svanire lentamente dalla linea temporale così che
nessuno si sarebbe mai ricordato di lui? Sarebbe finito dimenticato da
tutti quanti? No, non poteva sopportarlo. Lui era il dio degli Inganni,
per le Norne, era stato re di Asgard per un breve periodo, aveva quasi
conquistato Midgard, aveva dei gloriosi propositi da portare a termine in cui avrebbe
sottomesso l'intero universo. Non poteva svanire come se nulla fosse.
Cosa ne sarebbe stato di lui?
Guardò Sylvie e
pensò al momento in cui l'avrebbe dimenticato. Sentì
l'angoscia pervaderlo. Non avrebbe permesso che lei, l'unica persona al
mondo a cui importava realmente qualcosa, lo dimenticasse. Lei non poteva
rimuoverlo dai suoi ricordi, non lo avrebbe permesso.
Dopo un breve momento di riflessione, si inumidì le labbra. « Tornare indietro...dove? »
Aveva il terrore di scoprirlo.
O-B riprese ad armeggiare
con il suo dispositivo. Sulle lenti degli occhiali si rifletterono una
serie di numeri e codici. « Dovrò ricostruire ciò
che manca, ma un primo frammento mancante sono già riuscito ad
individuarlo. » Schiacciò ancora qualche tasto, lasciando
tutti con il fiato sospeso. « Si tratta di...Joutheneim, circa
mille anni fa. »
Loki sgranò gli
occhi, incredulo. « Ma quello è il luogo e l'anno in cui
sono nato. » disse più a se stesso che agli altri.
Con un gesto secco strappò l'apparecchio dalle mani dello scienziato e cominciò a cammianre per la stanza.
Lesse più e più volte quella frase, come a convincersi che si trattasse di un errore. Un tremendo errore.
Joutheneim anno 965 d.c.
Era sconvolto. Come poteva
essere? Sentì la testa esplodere per i troppi pensieri. Tornare
lì, nel Regno dei ghiacci era impensabile. Ciò che aveva
sempre ripudiato come sue origini ora lo stava richiamando
prepotentemente. Non riusciva a dire più nulla.
« Ma se mancano dei
pezzi nel momento in cui è nato, perché è qui?
» chiese Mobius incrociando le braccia al petto. «
Non dovrebbe, che so, svanire o qualcosa del genere? »
Ouroboros si
massaggiò il mento pensieroso. « Probabilmente
perché quel frammento non è stato cancellato, ma
modificato. Di conseguenza la sua linea temporale non si è
cancellata, ma riscritta. »
Loki si soffermò
attentamente su quella parola. Iniziò a pensare e a pensare,
elaborare teorie e piani come solo lui riusciva a fare. Se la linea
temporale aveva subito delle modifiche, allora poteva riportarla a come
era prima.
Mobius si alzò dalla
sedia e si sfregò le mani in un'espressione decisamente
compiaciuta. « Bene, allora direi che è il momento di
darci una mossa. La migliore squadra della TVA di nuovo all'opera!
»
O-B corrugò la
fronte. « Tu non puoi andare. La tua aurea temporale non combacia
con quella di Loki. Se entrassi nella sua linea temporale esploderesti
all'istante. » Era molto serio, così tanto che
ammutolì tutti quanti. Si schiarì la voce prima di
proseguire. « Solo Sylvie può andare con lui. »
Ora tutti guardavano lei e
Sylvie sentì il peso dei loro sguardi addosso. Seguire Loki in
un viaggio nel tempo? Era una cosa assurda, ma a quanto pare
necessaria. Non lo avrebbe di certo abbandonato in un momento simile.
Lo avrebbe aiutato e sarebbero stati una squadra.
Posò lo sguardo sul dio e capì subito che Loki aveva in mente altri piani per lei.
« Andrò da
solo. » sentenziò gelidamente, freddando tutti quanti. Non
diede a nessuno la possibilità di replicare perché i suoi
occhi verdi erano austeri e dicevano più di mille parole. Diede
l'apparecchio in mano ad O-B e cominciò ad impartire una serie
di ordini. « Assicurati che tutti i frammenti mancanti siano
correttamente registrati, poi trasferiscili sul mio Tempad. » Si
voltò verso la ragazza. « Sylvie, prepara le tue cose e
trova un altro posto dove andare. Non è sicuro restare qui.
» Infine guardò Mobius. « Tu tornatene alla TVA e
monitora da lì la cosa. Il tuo compito qui è finito.
»
Sylvie non accettò
quegli ordini, lo si vedeva dal suo viso tirato. Come si permetteva di
dirle cosa fare e cosa non fare? Si mosse abbastanza velocemente da
mettersi davanti a lui e fermarlo dall'andare ovunque stesse andando.
« Frena un momento! Chi ti ha dato l'autorizzazione di decidere
per tutti quanti? »
« Dal momento che
questa cosa riguarda me e me soltanto ho tutto il diritto di dare tutti
gli ordini che voglio. » sibilò indurendo lo sguardo.
Sylvie accorciò la
distanza e lo fissò dritto negli occhi. « Avevamo detto
che avremmo affrontato insieme qualsiasi cosa ci sarebbe capitata
davanti, dico bene? » abbassò la voce. « Mai
più soli. »
Lok ricordò bene la
promessa che si erano fatti. Fu la prima cosa che si dissero una volta
entrati in casa. Sylvie aveva affondato le dita nei suoi capelli scuri
e lo aveva attirato a sé, in un bacio lungo e passionale. Lo
aveva spinto sul divano e si era messa a cavalcioni sopra di lui,
immergendosi nei suoi occhi color smeraldo. Aveva visto così
tanta malinconia e solitudine nel suo sguardo che fu quasi spontaneo
fargli fare quella promessa. « Tu ci sarai sempre per me? »
gli chiese facendo scivolare la mano più giù, sul petto.
« Sempre. » disse cercando le labbra rosee della ragazza.
« Allora anche io ci sarò sempre per te. Mai più soli. »
Loki sospirò a lungo
a quelle parole. Le promesse erano una cosa seria per gli dèi,
persino per lui. Era un ingannatore e un bugiardo, ma aveva anche un
onore da rispettare. Infrangere quella promessa avrebbe disonorato il
suo essere un dio e un principe, oltre a ferire profondamente Sylvie.
Non voleva farla sentire abbandonata da lui, non dopo quello che aveva
passato in cui tutti alla fine l'avevano lasciata. Di fatto l'unico che
le era rimasto era lui soltanto.
« Lo so cosa ci siamo
detti, ma questa volta è diverso. » si allontanò da
lei. Non sopportava quello sguardo penetrante. « Qui significa
ripercorrere tutto quello che ho fatto, ogni atto di malvagità e
cattiveria verso le persone a me vicine. » abbassò la voce. « Non penso sarai mai pronta per vederlo. »
Sylvie posò un dito sulle sue labbra. « Non sta a te deciderlo. Sono libera di scegliere ciò che voglio per me stessa. »
Loki prese la sua mano e la sfiorò con le labbra poi chiuse gli occhi. « Noi siamo qui per aiutarti. » sussurrò Sylvie. I suoi occhi verdi erano decisi, ma trasmettevano calma.
Cosa poteva risponderle? Dirle che era d’accordo e contento che venisse anche lei? Sarebbe stata una bugia bella e buona.
Non gli era mai importato
mentire o raggirare qualcuno per proprio tornaconto, ma con Sylvie era
diverso. Quegli occhi verdi così penetranti lo trafiggevano da
una parte all’altra come una lama incandescente.
L’unica volta che si era sentito soffocare da uno sguardo intenso fu quando arrivò in manette ad Asgard.
Nella sua fierezza,
camminava spavaldo e divertito tra gli sguardi di disprezzo che gli
riservavano gli abitanti del regno che avevano deciso di assistere al
ritorno del principe caduto. Avevano paura di lui, ma la
curiosità era tale che li aveva portati ad accalcarsi tra le vie
della città per sbirciare anche solo per un attimo le sorti di
quel figlio ritenuto troppo strano anche per loro.
Si era diffusa la voce tra
il popolo che Loki fosse un gigante di ghiaccio e questo aveva generato
un mormorio non indifferente tra di loro mentre veniva scortato a
palazzo.
Sarebbe stato molto
divertente trasformarsi e farli urlare di terrore. Peccato che i suoi
poteri erano stati bloccati da Padre Tutto.
Non era per nulla toccato
dal modo in cui quegli inetti troppo biondi e troppo abbronzati lo
guardavano. Infondo ci era abituato, ma quando giunse alla sala del
trono e vide sua madre tutta la spavalderia e l’arroganza di
prima crollarono come un castello di sabbia.
Quegli occhi azzurri
così carichi di delusione nei suoi confronti lo ferirono
profondamente. Era riuscito a deludere l’unica persona
nell’universo a cui non avrebbe mai fatto del male. Quando la
vide piangere pensò che avrebbe voluto urlare e sparire per
sempre.
Non avrebbe sopportato lo stesso sguardo anche in Sylvie, avrebbe fatto troppo male.
Prese un grosso respiro prima di dire quello che, già sapeva, lo avrebbe fatto pentire per il resto della sua vita.
« E va bene. » mormorò. « Ma non dovrai mai interferire con quello che farò, chiaro? »
Sylvie annuì e
sorrise. Anche Loki voleva sorriderle di rimando, ma non lo fece. Era
preoccupato e non convinto di quella scelta.
Mobius si schiarì la voce. « Se i due
piccioncini hanno finito di discutere, io tornerei alla TVA per cercare
di ricostruire ciò che manca alla tua linea temporale. »
Puntò il dito verso entrambi e si fece serio. « Voi due
non fate idiozie nel frattempo, chiaro? Torniamo presto. » disse
sparendo all'interno di un portale arancione.
Loki agrrottò la fronte. « Perché ci guarda sempre come se stessimo per combinare qualcosa? »
Sylvie alzò le spalle. « Ti stupirebbe? »
New York, anno 2014
A Bruce banner quel maledetto coso che emetteva luce blu non piaceva per niente.
Da quando erano tornati con
lo scettro di Loki, una strana sensazione continuava ad aleggiare
dentro di lui. Non era mai stato convinto della missione di recupero,
né tanto meno averlo lì all’Avengers Tower. Sarebbe
stato meglio spedirlo ad Asgard insieme a quel pazzoide.
« Non mi piace, Tony. » sospirò Bruce osservando il computer.
Tony si era fissato con l’idea di tenerlo lì e studiarlo, ma Bruce non ne era convinto.
Era stato usato da Loki per
attaccare la città, comandare un esercito di mostri sanguinari e
per poco non ci hanno rimesso la vita. Perché giocare con un
aggeggio di grande potenza come quello? Sarebbe stato pericoloso.
Tony Stark sospirò rumorosamente.
« È
da 3, dannatissimi mesi che continui a ripetermi che non ti piace. Hai
voglia di cambiare registro o devo sentire questo disco rotto
all’infinito? »
Tony era veramente
infastidito da quel suo fare così ostico nei confronti dello
scettro. Banner non riusciva a vedere oltre la paura che quel potere
gli dava. Invece Tony guardava in lontananza, con gli occhi di chi
già aveva capito il grande potenziale che quell’oggetto
aveva. Voleva usarlo per creare un nuovo programma di sicurezza
mondiale, rendere il mondo un posto sicuro e sopratutto non trovarsi
impreparati di fronte a una nuova minaccia.
Infondo, chi gli diceva che Loki fosse solo il primo di una serie di nemici dalla forza straordinaria?
Asgard adesso era loro
alleata, ma nessuno poteva assicurargli che non si sarebbero mai
ribellati a loro. Dovevano essere pronti ad ogni evenienza, qualsiasi
minaccia aliena non poteva avere il sopravvento su di loro.
Bruce incrociò le mani sotto al mento e un’aria seria si dipinse sul suo volto. « Questa volta è diverso, Tony. I dati…»
« Non
mi interessa cosa dicono i dati! Questo affare è alieno, i dati
che noi abbiamo catalogato negli anni non hanno alcun valore adesso! »
Tony non ammetteva che qualcuno o qualcosa gli dicesse cosa poteva o non poteva fare.
Quello che i dati dicevano -o quello che Bruce diceva- non gli interessava.
Sapeva quello che stava facendo e lo avrebbe portato fino in fondo.
« C’è
molta instabilità nello scettro. Ti ostini a non vederlo, ma
sono giorni che si comporta in modo strano. » disse Banner
abbandonando la sua scrivania per raggiungere quella di Tony dalla
parte opposta alla stanza.
« E
come può comportarsi in modo strano una pallina blu incastonata
in un ridicolo scettro? » disse sorridendo come se Bruce avesse
detto la cosa più ridicola di sempre. Prendeva appunti su un
block notes e Banner fu parecchio infastidito da come non lo
considerava nemmeno.
« Quando
lo scettro è arrivato era stabile, emettendo sempre la stessa
quantità di energia. Ora ha degli sbalzi, come se stesse
reagendo a qualcosa. »
Tony continuò a scrivere i suoi appunti senza nemmeno alzare lo sguardo.
« Magari è stanco di sentire i tuoi lamenti. » disse annoiato.
« O magari…» Bruce appoggiò i palmi delle mani sul tavolo, costringendo Tony a fermarsi e guardarlo. « Qualcosa sta interferendo con la sua energia. »
Tony fu sorpreso dallo
sguardo serio di Bruce. La sua preoccupazione era tangibile,
così tanto che per un attimo nel subconscio iniziò a
svilupparsi l’idea che forse Banner aveva ragione.
Scacciò subito quel pensiero assumendo la solita aria strafottente.
« Ti stai facendo condizionare dal fatto che questo scettro non ti è mai piaciuto né che lo volessi qui. »
Banner si tolse gli occhiali e abbassò la voce.
« Ti
sei mai chiesto se il fatto che Loki abbia usato tutta quella potenza
non si sia in qualche modo legato allo scettro? »
Tony serrò le
labbra. L’espressione di Banner iniziò seriamente a
preoccuparlo. Perché tutta questa agitazione verso una cosa che
non aveva mai dato problemi? Non riusciva a capire perché Banner
avesse una tale repulsione verso l’oggetto alieno.
Eppure qualcosa
iniziò a muoversi nel profondo. Forse quello che diceva Bruce
era vero. Forse stavano davvero giocando con il fuoco. Il ragionamento
dello scienziato era perfettamente logico. Se Loki fosse legato allo
scettro e in qualche modo potesse sentirlo? E se volesse un giorno
tornare a reclamarlo?
No, non poteva permettersi dubbi. Non ora.
« Tu amico mio hai seri problemi. » disse cercando di mascherare l’insicurezza che iniziava a pervaderlo.
Bruce alzò gli occhi al cielo e si passò entrambe le mani sul volto. « Parlare con te è come parlare con il muro. »
« Senti. » Tony appoggiò malamente gli appunti sulla scrivania e assunse un’aria seria, di chi non ammetteva repliche. «
Non sta accadendo nulla, okay? È tutto sotto controllo. Loki non
è legato a questo scettro ne avrà mai alcun potere su di
esso perché, indovina, è a migliaia di anni luce distante
da noi prigioniero da un gruppo di dèi vichinghi molto
arrabbiati con lui, quindi stai tranquillo che-»
Non finì la frase
che un’improvvisa energia scaturì dallo scettro, che si
propagò per tutta la stanza. Esplosero bicchieri, le finestre e i fogli volarono da tutte le parti.
Bruce si schermò gli occhi con le braccia e Tony riuscì ad abbassarsi a livello della scrivania.
Quando si ripresero videro la sfera incastonata nello scettro emanare una luce non più azzurra ma bianca.
Entrambi gli scienziati si guardarono preoccupati.
« Ancora sostieni che sia tutto sotto controllo? »
disse Bruce cercando di mantenere il controllo. Non era un buon momento
per far uscire il mostro verde. Prese dei grossi respiri intanto che
Tony cautamente si avvicinava allo scettro.
« Jarvis, analizza lo scettro e dimmi cosa vedi. »
« Sì, signore. »
Nel giro di qualche secondo l’intelligenza di Tony stark analizzò l’oggetto, ma quello che disse non piacque.
« Signore, avverto instabilità all’interno del nucleo. »
« Che tipo di instabilità? » insisté.
« Temo
di non poter rispondere. Il materiale di cui è composto
l’oggetto è di natura sconosciuta. Tuttavia…» Tony si fece attento e Banner attese. « Posso affermare che l’energia contenuta nello scettro sta cercando il suo proprietario. » Tony sgranò gli occhi e Bruce gli rivolse uno sguardo da: “te l’avevo detto”.
« Jarvis non è possibile. Loki non si trova più sulla Terra da un bel pezzo. »
« Signore, non lo sta cercando solo sulla terra, ma in tutte le dimensioni. Sta viaggiando nel tempo, nello spazio e…» persino Jarvis sembrava essersi preso una pausa. «…tra gli universi. »
*
Loki si chiedeva continuamente perché per lui le cose non potevano mai essere semplici.
Suo fratello aveva trovato una midgardiana, una mediocre e petulante
midgardiana a dirla tutta, di cui si era perdutamente innamorato e
semplicemente avevano deciso di vivere tranquilli e sereni sulla terra
con i loro amici. Come se nulla fosse.
Thor poteva permettersi di
vivere la vita che desiderava, aveva sempre avuto questo privilegio.
Loki non aveva mai avuto una simile possibilità.
Era convinto che suo
fratello si sarebbe sposato con Lady Sif un giorno. Erano in perfetta
sintonia, belli e forti come pochi. Li aveva sempre visti molto
affiatati, sopratutto quando si coalizzavano per prenderlo in giro o
dargli fastidio.
Sif una volta lo aveva
visto da solo leggere all’ombra di un grande albero, mentre gli
altri ragazzini si divertivano a sfidarsi in varie prove di forza.
« Sei strano.» gli disse mettendosi davanti a lui e incrociando le braccia al petto. Un ghigno divertito increspò le sue labbra. « Potresti venire a combattere con noi e atteggiarti per una volta da vero uomo. Ho ragione ergi? (1) »
Loki non sopportava più quella skjaldmær (2), del suo provocarlo continuamente e dargli dell'effeminato (3) solo perché usava come principale arma il seiðr, così decise di fargliela pagare trasformandola in un rospo e gettatandola poi in un fiume.
“Era solo uno
scherzo”, si era giustificato davanti al re e alla regina di
Asgard, ma ovviamente non era uno scherzo e sperava vivamente che
affogasse o venisse mangiata da un predatore più grosso. (4)
Quando Sif tornò umana lo picchiò a sangue per vendetta.
A seguito di questo avvenimento gli era stato proibito di usare il seiðr
a palazzo, di usarlo contro gli asgardiani e gli allenamenti dovevano
essere fatti sotto la supervisione della regina. Era appena
adolescente quando accadde eppure ricordò molto bene gli sguardi
preoccupati che i suoi genitori si scambiarono, intimoriti da ciò
che stava diventando.
Una causa persa.
Giurò anche di aver
visto Odino rivolgere alla moglie un’occhiata che
diceva:”è colpa tua sé è diventato
così. Dovevi per forza insegnargli a usare quella stupida
magia?”
Quella notte lui e Sylvie
si erano amati come mai prima. Un amore intenso, di foga, di disperato
bisogno di sentirsi che l’uno c’era per l’altra.
Il tormento di chi aveva il terrore che di lì a poco avrebbe perso tutto quanto.
L’alba era spuntata da un bel pezzo e Sylvie si era concessa di riposare un po’, cosa che Loki non riusciva a fare.
Ripercorreva sul suo tempad
i luoghi e il tempo che Mobius aveva trovato. Tutto ciò che lui
aveva chiuso dietro di sé non era mai stato veramente messo da
parte.
« Loki…» una voce ancora impastata dal sonno lo chiamava da dietro.
Sylvie si mise seduta e si stiracchiò.
« Hai dormito un po’? »
« No. » rispose il dio. « Non riesco a chiudere occhio. »
Era sicuramente stravolto,
lo si vedeva dai segni neri sotto gli occhi e il viso più
pallido del solito. Non voleva dormire perché aveva paura di
perdere il controllo. Da sveglio invece poteva rimanere concentrato e,
sopratutto, non avrebbe fatto incubi.
La ragazza si alzò e indossò una vestaglia di lana, poi lo raggiunse sedendosi sul pavimento accanto a lui.
« Mobius è riuscito ad aggiornare il tempad con i dati definitivi. Questa è la lista. » glielo porse e Sylvie lo prese tra le dita.
Mille anni di vita, cinque
date segnate che sembravano portare il peso di mille esistenze,
Lampeggiavano come marchiate dal fuoco.
Cosa stava facendo lei in quei momenti? scappare dalla TVA ed elaborare la sua vendetta. Tutto qui.
Loki prese il tempad dalle
mani di Sylvie e con un gesto lo fece sparire. Poi si giró e si
mise in ginocchio cercando sotto al letto qualcosa. Tirò fuori
un grosso baule marrone.
Per aprirlo serviva una magia e bastò passarci la mano sopra che una luce verde illuminò la serratura.
Aprì il baule e
toccò il tessuto di un abito che aveva sperato con tutto il
cuore di non dover più indossare, ma che purtroppo così
non era stato.
Il pregiato materiale era
della qualità migliore che tutti i nove regni potessero avere.
Con un sospiro passò la mano sopra è immediatamente la
maglia e i pantaloni che indossava si sostituirono al suo abito nero e
verde asgardiano. Il tessuto aderiva perfettamente su di lui,
adattandosi ad ogni movimento, ma più che una seconda pelle lo
sentiva come una morsa soffocante. Allacciò al collo il bottone
della lunga mantella nera che lo avebbe coperto e fatto passare
inosservato.
Anche Sylvie fece lo
stesso, indossando di fatto l’unico abito che aveva quando era
arrivata lì. Anche il suo era simile a quello di Loki: nero e
verde.
In fondo al baule brillavano le lame delle loro armi.
I pugnali di Loki, la spada di Sylvie.
Anche quelli con un gesto sparirono.
« Direi che siamo pronti. »
Sylvie lo squadrò e abbozzò un mezzo sorriso. « Forse stavi meglio con i Levi’s di prima. »
Loki non rispose. Non gli piacevano gli abiti midgardiani, ma erano decisamente più comodi doveva ammetterlo.
Sylvie passò le dita sul braccio percorrendo le cuciture fino ad arrivare al petto.
« Ottima qualità, complimenti. »
« Solo il meglio per i reali. » disse con un mezzo sorriso.
« Ovviamente. »
Sylvie si ritrasse e gli diede le spalle. Si fece una coda raccogliendo una parte di capelli.
« Pronto? »
Loki si affiancò a lei. « Pronto. » confermò dando l’ok al suo tempad sulla prima data.
Un portale arancione si aprí.
« Andiamo. »
Note dell'Autrice
(1) Ergi era il peggior insulto che si potesse rivolgere ad un uomo e significa, sostanzialmente, frocio.
(2)
skjaldmær era una donna che aveva scelto di combattere come un guerriero
(3) Il seiðr era una pratica imparata e usata dalle donne. Per
gli uomini praticare il seiðr era considerato poco virile.
Nella mitologia norrena Loki viene accusato dagli altri
dèi di essere poco uomo perché usa, appunto, il seiðr
(4) La scena è una citazione al fumetto the Mighty Thor-Thor Croaks! dove Loki trasforma Thor in una
rana con l'inganno, lasciandolo su Midgard mentre tenta la conquista di
Asgard.
Eccomi tornata con il secondo capitolo.
In questa storia ci saranno dei salti nel tempo, come avrete capito, e
spero di non fare confusione con le date. Se non dovessi essere precisa
o fare casini avvertitemi.
L'anno che userò come riferimento è quello di uscita dei
vari film, pertanto Avengers 2 è uscito nel 2015 e ho usato
quella data per far capire in che anno fosse volta la vicenda.
Alcune piccole precisazioni: sappiamo tutti che la sfera blu nello
scettro di Loki è una gemma dell'infinito, ma all'inizio del
film i nostri eroi non lo sapevano. Per questo in questo capitolo la
chiamo "energia" o "sfera blu".
Inoltre questa storia non terrà conto degli avvenimenti nei film
successivi al primo Avengers a meno che non sia specificato.
Spero di non star facendo confusione, in caso avvertitemi.
Ah, per finire l'anno di nascita di Loki l'ho preso da un sito dove
appunto ne calcolavano l'anno di nascita ed è uscita quella data.
A presto!
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