Enemies

di JoJo
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Prologo- Una nuova alba

Quella non era affatto una notte buia e tempestosa, anzi.
Era una mattina di primavera.
Il sole era sorto da poco e l'aria era ancora fresca e sembrava trascinarsi dietro l'umidità della notte.
Ma lui, del bel paesaggio che gli stava intorno, non se ne era accorto e in quel momento era l'ultimo dei suoi pensieri.
Stava a testa in giù, legato stretto al sedile dalla cintura di sicurezza. Sentiva la testa pulsargli sinistramente e dolori sparsi in tutto il corpo, tranne che alle gambe che non sentiva più da un pezzo.
Come ci era finito lì?
Come aveva fatto, l'auto su cui viaggiava, a finire fuori strada, ribaltandosi più volte?
E soprattutto: qualcuno sarebbe arrivato a salvarlo?
I dubbi si cozzavano l'uno contro l'altro nella mente di Timothy DeLuca e contribuivano a renderlo sempre più confuso.
Sapeva che non sarebbe venuto nessuno, non su quella strada così isolata e poco trafficata, eppure non riusciva a fare altro che sperare che accadesse qualche miracolo inaspettato.

Tirami fuori da questa situazione e comincerò ad andare in chiesa ogni settimana.” prometteva mentalmente, pregando ora questo ora quel dio.
Ma in fondo sapeva benissimo che ogni speranza era vana.
Perdeva sangue, troppo sangue, e lo perdeva a fiotti.
Fuori da quell'auto schiacciata il sole era pallido e il silenzio regnava sovrano, ma tutto quello che Timothy riusciva a vedere in quel momento, il parabrezza scheggiato, il volante e il portachiavi a forma di pinguino che gli aveva regalato la sua ragazza qualche sera prima, arrivava ai suoi occhi tinto di rosso, per via della patina vermiglia che gli colava sul viso.
Eppure, al di là di ogni sua aspettativa, qualcosa accadde.
Per prima cosa sentì un rombo e il rumore della lamiera schiacciata.
Poi, improvvisamente, si ritrovò alla luce dell'alba.
Chi avrebbe dovuto ringraziare per quel miracolo?
Buddha?Allah?Gesù?
Se lo stava domandando con insistenza, incurante del fatto che essere riuscito miracolosamente a uscire dalla sua macchina accartocciata, non significava matematicamente essere in salvo, quando la vide.
La creatura più bella che avesse mai visto.
Era pallida, estremamente pallida, come il sole di quella scialba mattina primaverile, ed aveva lunghissimi capelli scuri. E la sua pelle perfetta rifletteva la luce come se fosse fatta di diamanti.
Ma ciò che lo colpì maggiormente, mentre quell'angelica creatura si chinava su di lui con sguardo preoccupato, furono gli occhi.
Oro puro.
Quando sentì per la prima volta quel dolore acuto era ancora sotto l'influsso magico di quegli occhi, ma se ne riscosse subito.
Il fuoco cominciò a divorarlo e gli strappava forti grida.

Uccidimi, ti prego, uccidimi.” supplicava, guardando quella che pensava fosse la sua salvatrice.
Ma lei si limitava a aggrottare la fronte perfetta e a osservarlo tristemente.
Forse, dopotutto, quella non era affatto un angelo.
Timothy DeLuca morì tre giorni più tardi.

Et-voilà!Mi cimento in una storia che coinvolge il mondo di Twilight!
Avviso:l'intera vicenda è ambientata dopo il quarto libro, Breaking Down. Spero di avervi incuriosito almeno un pò, ma dopotutto è solo un piccolo prologo...





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