Quello era stato un giorno come
tutti gli altri, e non certo dei migliori; infatti a scuola mi avevano
recapitato l’ennesimo cinque, voto di cui oramai ero letteralmente sommerso.
Sembrava che niente potesse migliorare quella triste giornata, perché quando la
malinconia mi assaliva, tutto diventava grigio ai miei occhi e ogni cosa
perdeva la felicità. Fu così che mi diressi a casa, dove sapevo che nessuno mi
stava aspettando, perché i miei erano al
lavoro e mia sorella a scuola. Decisi che il modo migliore per scacciare la
malinconia era una bella dormita, alla fine della quale avrei cominciato a
studiare per cercare di recuperare anche quel cinque. Non ricordo di essermi
mai addormentato così velocemente, ne così profondamente.
Fu il freddo a svegliarmi, un
freddo che all’inizio di Settembre era semplicemente impensabile e
inconcepibile. Schiusi un occhio per controllare se avevo lasciato la finestra
aperta, ma quello che vidi riuscì a sconvolgermi. Ero davanti ad un palazzo! Di
notte! Come poteva essere? Non riuscivo a capire. Giravo la testa in ogni
direzione per cercare qualcosa che mi potesse essere familiare, ma niente di
niente. Ero in un posto che non conoscevo e non comprendevo il come potessi
esserci arrivato. Provai a pensare anche alla teoria del sogno, ma non reggeva
perché mi sentivo più sveglio che mai, cosa che di solito non mi succede
durante i sogni. Un'altra folata di vento mi fece rabbrividire, faceva troppo
freddo per stare là fuori, così decisi di entrare all’interno del palazzo.
Alzandomi, mi misi ad osservare meglio il luogo dove ero capitato. Mi
trovavo su una piccola isola, che
ospitava solamente l’immenso palazzo davanti ai miei occhi e null’altro.
L’immensa struttura davanti ai miei occhi ricordava vagamente San Pietro, e
questo forse mi diede una sorta di sicurezza. Pensai che all’interno avrei
sicuramente trovato qualcuno che mi avrebbe aiutato, e sarei tornato a casa in
un batter d’occhio.
La mia paura crebbe quando mi
avvicinai alle porte, immense, nere, con strane incisioni di un drago che le
ricoprivano totalmente. Tentai di bussare per attirare l’attenzione sulla mia
presenza, ma appena avvicinai la mano le porte si aprirono automaticamente con
un aria sinistra e carica di mistero. Deglutii dal nervosismo, e sentii i
brividi crescermi dalla pianta dei piedi. Ormai era chiaro che avevo una paura
folle di quel posto, ma il buon senso mi suggeriva di andare avanti comunque se
non volevo morire congelato. Fu così che con un paio di passi fui finalmente
all’interno del palazzo. Le porte si richiusero dietro di me, e nello stesso
tempo alcune candele attaccate alle pareti si accesero, mostrando quella che
scambiai per una Chiesa; infatti aveva alcuni aspetti in comune: la lunga
navata e l’altare. Sfortunatamente però, dietro l’altare troneggiava su tutta
la navata la più grande statua che avessi mai visto. Era di color nero e
rappresentava un drago incatenato, sembrava molto sofferente e i suoi occhi
erano rossi come sangue. Avanzai per cercare di guardarla meglio, arrivai
addirittura fino all’altare, spinto da una forza invisibile che attraeva la mia
curiosità.
Ancora non sapevo che stavo
andando incontro al mio destino con quei passi così sicuri e spavaldi, che mi
avevano fatto dimenticare la paura. Quando fui davanti all’altare, ebbi la
possibilità di leggere ciò che c’era scritto sul lato che stavo guardando.
“Il liberatore salverà tutti noi
dalla tirannia e riscatterà il nome di Zanna Nera”
-Zanna Nera-
Sussurrai il nome quasi senza
accorgermene. Notai che sopra il Drago c’era un buco nel soffitto solo quando
un fulmine lo usò per colpire la statua, scatenando un inferno. Prima
sopraggiunse il terremoto, che mi fece scattare vicino ad una colonna per paura
che qualcosa mi crollasse in testa. Poi vidi che lentamente la statua si stava
crepando e lentamente si sgretolava, lasciando vedere cosa avesse nascosto per
tutto quel tempo. Un drago nero, un immenso drago nero! La statua dunque
racchiudeva quel drago. Mi nascosi dietro la colonna, per fare in modo che non
mi scoprisse. Sfortunatamente il destino aveva qualcos’altro in serbo per me;
infatti furono le catene che prima tenevano il drago legato a trovarmi. Fui
imprigionato per le braccia e poi
sollevato in aria, infine lentamente portato al cospetto del drago nero. Ero
esattamente davanti al suo volto, ed ero terrorizzato, talmente terrorizzato da
non riuscire ad emettere un grido per cercare aiuto. Fissavo i suoi occhi
rossi, e mi sentivo incapace di guardare altro, come se mi stesse ipnotizzando.
Improvvisamente sul volto del drago si delineo un sorriso.
-Ti stavo aspettando Liberatore,
ti stavo aspettando da tempo-
Il drago aveva parlato! Il drago
aveva parlato! Non ci potevo credere, non ci volevo credere, era impossibile,
impossibile, impossibile. Dopo alcuni secondi di silenzio giunse la calma, una
calma innaturale che mi avvolse e mi permise di rispondere
-Zanna Nera?-
Al drago bastò annuire con la
testa per affermare ciò che avevo detto. Mi trovavo dunque al cospetto del
drago Zanna Nera, colui che doveva essere riscattato dal Liberatore. Ma lui mi
aveva chiamato proprio così! Fortuna che ero sopraffatto da quella calma
innaturale, quasi magica, perché altrimenti non sarei riuscito a mettere due
parole in fila.
-Perché mi hai chiamato
Liberatore?-
-Perché è quello che sei-
-Ossia? Sono nuovo di qui e non
mi sono ancora ambientato-
-Molto bene dunque, ti racconterò
chi sono e dove siamo, per giungere a chi sei tu. Ci troviamo nella terra di
Mur, un immenso continente in una dimensione parallela alla tua. Questo
continente è stato creato da un antico sciamano, che manipolando la luce e le
tenebre creò un mondo dove la sua gente potesse vivere in pace e armonia, visto
che il loro mondo non gli accettava più. Alla morte di quello sciamano però, le
forze che lui aveva dominato fino a quel momento tornarono libere, e Luce e
Ombra si trovarono a combattersi per il destino di questo mondo. La Luce creò
per difendere gli umani tre draghi guardiani, con il compito di insegnare come
proteggersi dall’Ombra. Fu questa la nostra origine, intendo di mia sorella, di
mio fratello e mia: Zanna Nera, Ala Rossa e Occhio Blu. Ci affrettammo ad
insegnare agli umani come utilizzare gli spiriti della natura per combattere le
ombre, un’arte che chiamammo Sciamanesimo. Padroneggiando al meglio questa
arte, l’Ombra venne sconfitta, e si ritirò. Venne così inaugurata una
grandissima era di pace e prosperità, nella quale l’arte dello sciamanesimo
divenne potentissima e molto utile per la protezione della pace. Questa pace
durò per tre secoli. Io e i miei fratelli avevamo esaurito il nostro compito,
così ci dedicammo alla supervisione degli uomini. Facemmo fondare tre grandi
città, le più grandi di tutto il continente di Mur, nelle quali avremmo potuto
renderci utili. Nerona fu il nome che scelsi per la mia città, Rubinia era la
città di mia sorella Ala Rossa e Zaffira la città di Occhio Blu. Ovviamente
ogni città aveva un suo campo di specializzazione, e le altre non erano gelose
esattamente come io non ero geloso dei miei fratelli. Zaffira aveva sviluppato
uno sciamanesimo molto basato sul combattimento, formando in poco tempo una
classe guerriera dalla potenza incontrastabile. Rubinia si specializzò
nell’utilizzo dello sciamanesimo per scopi medici e scientifici, riuscendo
addirittura a donare a pochi eletti, dopo anni e anni di studio, il potere
sufficiente a riportare in vita i morti. Infine Nerona, che divenne la città
più grande in assoluto di tutto il continente di Mur per le sue leggi, il suo
commercio e i suoi palazzi, si occupava di cultura. Era a Nerona che tutti i
neofiti andavano per imparare la pratica base dello sciamanesimo, e poi se
volevano continuare a coltivarlo in forma generale vi restavano, altrimenti si
spostavano nelle altre città e si specializzavano. Tutto sembrava andare per il
meglio, e quindi tutti abbassammo la
guardia, godendoci la nostra vita. Fu proprio allora che l’Ombra tornò, più
astuta e forte che mai; infatti riuscì a suscitare la gelosia nel cuore di
Occhio Blu, portandolo a dichiararci guerra. Le sue forze militari erano troppo
potenti, così io e mia sorella decidemmo di affrontarlo in privato. Lui però
aveva previsto quello scontro e così si era assicurato un maggior potere.
Grazie all’Ombra aveva soggiogato completamente un essere umano, rendendolo suo
schiavo, poi si era ucciso, diventando così uno spirito. Grazie all’arte dello
sciamanesimo era diventato lo spirito del suo schiavo, e controllandolo si era
assicurato una libertà e un potere che non potevamo eguagliare. La sconfitta
costò la vita di mia sorella e la mia prigionia in questo luogo; infatti per
evitare che io potessi utilizzare Ala Rossa come arma contro di lui, Occhi Blu
mi rese una statua, e mandò nel mondo degli spiriti Ala Rossa, in modo che non
potesse più essere recuperata. Ma non finì qui il suo malvagio piano, per
assicurarsi che io non venissi liberato, incolpò me della fine di Ala Rossa,
costruendo il suo regno sulla fiducia mal riposta che gli umani gli donarono.
Solo un piccolo manipolo di uomini di Nerona, quelli a me più fedeli, venne in
questo luogo a pregare la Luce di liberarmi, e un giorno per risposta la Luce
con un fulmine scolpì quell’incisione che tu hai letto poco fa. Questa speranza
però non rese felice Occhi Blu, che prese i pochi seguaci del mio culto e li
arse vivi, come esempio per chi venerava un traditore. Questa è la mia storia,
e ora veniamo a te, mio Liberatore. Sei stato mandato dalla Luce per
contrastare il potere dell’Ombra, grazie a te il sortilegio si è spezzato e io
ora sono in grado di combattere di nuovo mio fratello. Priva di fare questo
però, anche io dovrò morire e tu mi utilizzerai come spirito per riportare la
pace-
-Stai dunque dicendo che mi
dovrai insegnare l’arte dello sciamanesimo per permettermi di utilizzarti?-
-Non ti insegnerò solo questo, ma
una tecnica ancora più potente, che ho sviluppato in questi anni di prigionia,
essa ti permetterà di controllare più spiriti in una volta sola, e in questo
modo diventerai semplicemente inarrestabile. Sfortunatamente non c’è alcun modo
in cui io possa insegnarti lo sciamanesimo in così poco tempo, poiché questo
posto è controllato dagli uomini di Occhi Blu, ma possiamo unire le nostre
menti, così potrò trasmetterti le mie conoscenze-
-In che modo metteremo in comune le
nostre menti?-
Chiesi improvvisamente
spaventato, non mi fidavo ancora completamente di Zanna Nera, quindi era meglio
essere molto cauto sulle decisioni da prendere.
-Non ti preoccupare, lascia fare
a me e non ti spaventare-
Disse mentre le catene
cominciavano a farmi avvicinare ancora di più a lui, spalancando le fauci
avrebbe potuto divorarmi in un attimo, ma cercai di allontanare questo pensiero
perché mi spaventava troppo. Improvvisamente lui appoggiò il suo muso sulla mia
fronte, e io sentii come una forte pressione, seguita da un gran mal di testa,
tanto forte che non riuscivo neanche a pensare, ma solo a lamentarmi dal
dolore. Poi improvvisamente il dolore scomparve, e una strana sensazione di
benessere mi invase. Era naturale, dopo un dolore così forte, anche la normalità
è molto simile ad un sollievo.
“Mi senti?”
Improvvisamente sentii una voce
nella mia testa, come se ricevessi pensieri non miei, era una sensazione
strana, ma in un certo senso mi sentivo il solo a capire quel linguaggio
“Sei tu Zanna Nera?”
“Si, vedo che il collegamento è
riuscito senza difficoltà”
“Senza difficoltà? Mi hai quasi
distrutto la testa!”
Ridacchiai per quella
discussione, stava diventando quasi comica
“Non è così semplice violare una
mente, è come barare sul tempo, ma noi ne avevamo bisogno”
Improvvisamente, sentimmo delle
voci arrivare da fuori. Zanna Nera pensò che fossero dei soldati, e quindi
anche io mi ritrovai a pensare la stessa cosa. Dovevamo fare in fretta, così
aiutai Zanna Nera a trovare il coraggio necessario per il gesto estremo,
togliersi la vita. Non fu facile convincerlo, ma proprio quando stava per
compiere il gesto, le porte si spalancarono e dodici guardie fecero irruzione
nella struttura. Sembravano molto sorprese di quello che videro, ma poi
scattarono subito nella mia direzione, evocando i loro spiriti. Le loro
intenzioni erano chiare, ma per fortuna Zanna Nera fu più veloce di loro e si
frappose fra me e loro, ricevendo tutti i colpi che invece erano destinati a
me. La sua morte fu dunque molto rapida anche se abbastanza dolorosa.
Fortunatamente sentivo ancora i pensieri della sua anima, che giusto in quel
momento cominciava ad abbandonare il corpo. Mi chiedevo come avrei fatto a
vederla, visto che solo uno sciamano poteva vedere gli spiriti, ma per fortuna
Zanna mi passò le informazioni necessarie per compiere il rito e diventare a
tutti gli effetti uno sciamano
“Bada che potrebbe non funzionare
subito”
“Non abbiamo tempo Zanna, avrò
una sola opportunità!”
Cominciai a recitare molto
attentamente le parole che costituivano il fulcro del potere di uno sciamano,
una specie di incantesimo lanciato su se stesso e sull’anima che si voleva
evocare.
- Sopravvivi alla morte e diventa
un mio alleato, io ti chiamo come mio spirito, vieni a me Zanna Nera!-
Non successe niente, e i soldati
cominciarono a ridere e a schernirmi, non ce l’avevo fatta a quanto pare, ma
non appena ricominciai a dire la formula, i soldati mi furono addosso con i
loro attacchi. Per paura mi coprii gli occhi con il braccio, aspettando che la
morte mi accogliesse, ma a quanto pare non successe niente, dopo alcuni secondi
tolsi il braccio e scoprii il perché. Zanna Nera era davanti a me, come se non
fosse mai morto, e aveva fermato il colpo degli sciamani respingendoli. Era
fatta, ero riuscito ad evocare Zanna Nera come mio spirito ed ero diventato a
tutti gli effetti uno sciamano. Adesso l’unica cosa che dovevo fare era
attaccare e sconfiggerli.
“Ordinami di attaccare”
Eseguii subito il comando che
Zanna nera mi aveva donato
-vai Zanna Nera, attacca con la
Fiamma Oscura!-
Non scorderò mai quel momento, un
momento in cui trionfai sul male per la prima volta. Il drago che con i miei
nuovi poteri avevo materializzato, aveva appena sputato fiamme completamente
nere, incenerendo gli spiriti degli altri sciamani e facendoli scomparire. Avevo
vinto e ora quegli uomini appartenevano a me. Mi avvinai a loro, sempre con il
mio fedele spirito che mi faceva da guardia e dissi
-Avete due opportunità, o vi
arrendete adesso oppure morirete prima di poter battere ciglio, a voi la
scelta-
Codardi, non si potevano definire
in nessun’altro modo; infatti dopo pochi secondi si buttarono ai miei piedi
piangendo perché li risparmiassi. Decisi che avrei esaudito la loro richiesta
-Andate pure e dite a Occhi Blu
che lo saluta il Liberatore-