It's only a dream, Sam Winchester di Kingdom11 (/viewuser.php?uid=82663)
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L’Impala scivolava silenziosa
sull’asfalto bagnato dalla pioggia. Nell’abitacolo,
Sam stava guidando mentre Alice, accanto a lui, dormiva, cullata dalle
rassicuranti fusa del motore. Dean, sdraiato sui sedili posteriori,
russava sonoramente e Sam dovette spegnere la radio per non alzare il
volume e svegliare quindi la cognata. Si chiedeva spesso come
lei potesse sopportare tutto quel russare. Con una punta
d’invidia verso quel fortunato incontro che era arrivato al
lieto evento, iniziò a ripensare a tutte le donne della sua
vita. Beh c’era stata Jessica, quella si che era stata
veramente importante per lui. Non riusciva a darsi pace per averla
coinvolta in quella faccenda. La sua rabbia era dovuta alla morte
dell’amica, non a quella della donna amata. La ragazza che
gli aveva rubato il cuore risaliva a molto più tempo prima:
da piccolo, gli aveva raccontato il padre, lui era solito giocare con
una ragazzina, la figlia dei loro vicini e migliori amici. Questa
bimbetta con un incredibile sorriso e due occhioni blu cobalto lo aveva
stregato sin da piccolissimo e per lei aveva affrontato
“prove” impossibili. Poi, dopo la morte dei nonni,
gli avevano detto che la bimba era stata data in adozione ad
un’altra famiglia e che non sarebbe più tornata.
Suo fratello Dean, all’epoca quasi adolescente, gli aveva
detto di smetterla di frignare per cavolate simili, ma lui, in segreto,
aveva conservato quel volto nel cuore per tutti quegli anni.
Che sorpresa quando, circa l’anno precedente, se
l’era trovata davanti la porta di casa insieme al
fratello!Quasi non era riuscito a riconoscerla!Il fisico le si era
modellato fino a donarle forme eleganti e sinuose. Il viso le
si era asciugato e gli occhi blu(questo lo ricordava benissimo!)le
illuminava il volto come stelle nel cielo.
Dopo la morte di Jessica, credeva di aver ritrovato l’amica e
la ragazza dei suoi sogni …poi, come sempre nelle belle
favole...la bella sceglie il principe azzurro e lui aveva dovuto
mettersi da parte e, per giunta, fare da testimone al matrimonio tra
suo fratello e Alice.
Voltandosi si concesse un’altra occhiata:
“Com’è bella”
pensò, desideroso di accarezzarle le guance morbide e di
posare le proprie labbra su quelle di lei. Controllò Dean
nello specchietto retrovisore, dormiva appoggiato al poggiatesta. Era
il suo momento, pensò mentre, deglutendo , le si avvicinava.
Pochi centimetri e avrebbe potuto baciarla…mancava veramente
poco…si sporse verso la
giovane…”Respira
Sam”ansimò…pochi
centimetri…millimetri...
Un clacson lo ridestò e i fari di un camion lo
abbagliarono…”SAM”urlò da
dietro Dean risvegliato dal frastuono. Allontanandosi dal posto accanto
a quello del guidatore, proprio mentre Alice apriva gli occhi, Sam si
accorse di aver invaso la corsia opposta con l’auto
e di fronte a loro, un grosso camion procedeva a velocità
spedita. Grazie alla prontezza di riflessi, Sam riportò
l’Impala nella giusta carreggiata e tirò un
sospiro di sollievo. “Che diavolo ti è preso?Vuoi
farci uccidere tutti?”gli gridò Dean dal sedile
posteriore mentre Alice, ripresasi dalle poche ore di sconto, cercava
di difendere il cognato giustificandolo e proponendogli una
sostituzione alla guida. “Non ne ho bisogno, grazie
Alice”rispose mentre aprendo il cruscotto dell’auto
estraeva l’articolo di giornale sulla casa infestata vicino a
San Diego. “Dean che cos’hai raccolto sul
caso?”insistette Sam continuando a guidare.
“Ehm…no, stavo dormendo
fratellino…”si scusò Dean.
“Non ti preoccupare, amore, ci penso io adesso”si
offrì Alice aprendo il laptop con un dolce sorriso rivolto
al marito.
Sam guardò fuori cercando di non essere assalito dalla
malinconia; strinse il volante fino a che le nocche gli si
imbiancarono. Accese la radio per distrarsi: l’Impala venne
avvolta da “What hurts the most”dei Rascal Flatts.
“Di bene in meglio”pensò, cercando di
non essere contagiato da tutto quel romanticismo.
Il complesso residenziale di “Opeth Bridge” sorgeva
a meno di dieci chilometri dalla caotica San Diego. La struttura era un
tipico caseggiato statale: con grossi blocchi di marmo modellati e
suddivisi in piccoli appartamentini provvisti di balconcino nero in
ferro battuto e garage.
Scesero dalla macchina e si diressero verso l’indirizzo
segnato sul quotidiano: appartamento numero 4.
Dean bussò alla porta e una vecchietta sulla settantina e
molto gracile, aprì loro la porta. “Buongiorno,
posso esservi d’aiuto?”chiese cortesemente ai tre.
“Salve”la salutò il fratello maggiore
sorridendole educatamente. “Siamo rappresentanti del Comitato
Vigilanza Sicura”mostrò il falso distintivo
imitato dal fratello e dalla giovane. “Agente Fich, Maryle e
Johen”li presentò. La dolce vecchina li fece
accomodare in salotto: la stanza era arredata secondo uno squisito
gusto antico con tappeti, tende di pizzo e un caminetto acceso. Accanto
a quest’ultimo, un gatto certosino sonnecchiava pigramente.
Sam s’avvicinò alla finestra per dare
un’occhiata fuori. Sobbalzò quando la vecchietta
gli chiese se gradiva del the. “E’ una casa molto
graziosa”si complimentò Alice accarezzando il
gatto. “Mrs Witts”intervenne Dean
“Ha per caso notato qualcosa di anomalo in questi ultimi
giorni?”. Dall’altro lato della strada, intanto,
una considerevole folla di persone si stava avvicinando alla casa. Sam
accennò qualcosa ad Alice e iniziò ad estrarre
l’acqua benedetta dalla tasca del giubbotto. “In
che senso, giovanotto?”domandò mrs Witts.
“Qualcosa di soprannaturale,per
esempio”l’aiutò lui. “No, non
direi…il quartiere è un luogo
tranquillo”disse avvicinandosi alla legnaia e sollevando un
ceppo di almeno venti chili senza il minimo sforzo. Alice e Sam
guardarono preoccupati la nonnetta e il vicinato al di fuori
dell’abitazione. Oramai la casa era circondata da individui
posseduti, con i consueti occhi neri come pece.
“Dean..”sussurrò Alice cercando di
avvertire il marito. LA vecchietta depositò il ciocco di
legno nel caminetto e iniziò a procedere verso Alice. Il
gatto tra le due donne alzò il pelo e soffiò
contro la padrona. Sam si posizionò davanti alla ragazza e
lanciò l’acqua benedetta addosso alla
“cosa”. Il volto della signora divenne un ammasso
sfigurato, sfrigolante a causa del contatto con il liquido. La donna
posseduta rise di gusto e si voltò verso la porta, che
proprio in quel momento veniva sfondata da altri suoi simili.
“Siete in trappola” pronunciò prima che
i demoni gli fossero addosso.
Alice si risvegliò con un atroce mal di testa. Aprendo gli
occhi si ritrovò legata ad una parete. Poco più
in là , suo marito giaceva ancora svenuto. Di Sam non
c’era traccia. Cercando disperatamente di raggiungere
l’apparecchio telefonico di Dean, si allungò verso
il corpo dell’uomo. La gamba le pulsava e probabilmente stava
perdendo sangue. Cercò di concentrarsi
sull’obiettivo: raggiungere il telefono e chiamare Bobby.
C’era quasi…mancavano pochi centimetri e ce
l’avrebbe fatta…Udì alcuni passi e
pochi secondi dopo, una porta le sia aprì davanti,
inondandola di luce. Una figura le si posizionò davanti.
D’un tratto tutto ritornò buio.
Sam aprì gli occhi:davanti a lui alcune figure incappucciate
lo stavano osservando, poteva distinguere il luccichio dei loro occhi
sotto il fitto panno scarlatto. Cercò di muovere braccia e
gambe, contrasse il muscoloso busto per lo sforzo, ma pesanti catene
glielo impedirono. Goccie di sudore gl’imperlarono
il torace nudo. Voltando la testa, studiò la sala soglia: le
mura in pietra erano spesse e mal riflettevano la luce di alcune
candele poste su enormi candelabri accanto alla tavola in pietra sulla
quale era stato legato lui. Una porta alla destra dell’altare
era l’unica via d’uscita. Ma con quelle losche
figure e le catene che gli bloccavano gli arti, non sarebbe mai
riuscito a fuggire da lì, pensò affranto.
Improvvisamente la pesante porta in legno venne aperta e Sam
poté notare una figura incappucciata che trascinava Alice.
Si sporse preoccupato per le condizioni della cognata e vide che
l’avevano adagiata sopra una brandina accanto
all’altare. Una figura si spostò verso di lui e
gli toccò la spalla sinistra. Un dolore lanciante lo
colpì come un proiettile quando la mano del demone si
appoggiò sulla pelle. Urlò con tutto il fiato che
aveva in gola. L’eco provocato dalle pareti sorprese il
demone, che spostando la mano dalla spalla del giovane,
l’adagiò sul libro che(Sam lo notò poco
dopo)stringeva al petto con la mano destra. Dopo essersi ripreso un
poco dal dolore guardò in cagnesco la figura che controllava
qualcosa sul libro. “Chi diavolo sei?”. Vide
risplendere i denti del mostro in un sorriso. “Ho molti
nomi…Mrs Witts…Joe…MEG”disse
abbassando il cappuccio e rivelando il familiare volto anziano della
vecchietta. Gli occhi color ebano risplendevano della poca luce
presente nella sala. “Non ci posso credere…cosa
diavolo vuoi tu da noi?”Sam cercò di divincolarsi
dalla presa delle catene. “Oh povero
Sammy”sussurrò il demone all’orecchio
del ragazzo. “Non ti azzardare a chiamarmi
Sammy…solo Dean e Alice possono farlo”si
scostò. “E così questa sarebbe
quell’Alice che tormenta i tuoi
sogni…già ora capisco”lo
stuzzicò Meg. “Deve essere penoso assistere ai
loro continui scambi di effusioni, non è vero dolce
Sammy?” si avvicinò alla ragazza svenuta,
sfiorandole un braccio con la mano libera. “Lasciala
stare” gridò Sam dimenandosi.
“E’ un peccato che una così bella
ragazza non possa essere tua, non è vero Sam?”le
toccò il volto, privo di vita.
“SMETTILA”ruggì lui emanando con i suoi
poteri una sfera invisibile contro la donna. Meg cadde a
terra e squadrò Sam con occhi sbarrati. Una delle tre figura
incappucciate che osservavano la scena da un angolo, si
avvicinò a Meg e le sussurrò qualcosa
all’orecchio, indicando prima Alice e poi Sam. Il demone
sorrise ed annuì.
Gli incappucciati sollevarono la brandina e posizionarono Alice accanto
all’altare. Meg le si avvicinò e recitò
alcuni passi in latino. “Exorte te, o demoa, vampiri
figurae…vene nostrum te invoco…vene nostrum te
invoco…”. Sam vide la giovane agitarsi e
contorcersi, come se avesse ricevuto una potente scarica elettrica.
Improvvisamente la giovane cessò di muoversi. Sam,
preoccupato, si sporse verso di lei. I secondi passavano e Alice non
respirava, provò a chiamarla, ma non riusciva a sentirlo
né a rispondere. La credeva morta. Cercò di
scaraventarsi contro Meg, ma fu del tutto inutile perché le
catene glielo impedivano e la scarsa quantità di energia
rimastagli non sarebbe stata sufficiente a creare un’altra
bolla magica. Disperato, si voltò per osservare ancora una
volta in volto della giovane. Le labbra carnose erano più
rosse el solito, pensò, osservandole. I capelli ora erano
tendenti più all’oro che non al solito castano
mielato. La pelle, infine, era pallida e diafana.
Ad un tratto, Alice aprì gli occhi. Il blu cobalto che tanto
amava, era stato sostituito da uno strabiliante color topazio, meno
familiare ma conosciuto. Il colore degli occhi di Alice nella sua forma
vampira.
Meg le si avvicinò e recitò qualcosa in
latino…gli occhi di Alice divennero rosso rubino.
Alice lentamente si alzò dalla brandina: la sete
l’avvolgeva, la gola pulsava convulsamente come raschiata da
un’improvvisa voglia d’acqua. Ma non era quello che
l’avrebbe dissetata. Voleva del sangue. Scrutò la
stanza e si soffermò sulla figura incappucciata alla sua
sinistra. Era una vecchietta…posseduta s’accorse.
Poco più in là, un ragazzo era stato legato ad un
altare in pietra. Il battuto cardiaco era regolare. Le pulsazioni del
giovane cuore le arrivavano chiare e distinte. L’ore di forte
mascolinità e virilità la stava altamente
eccitando. Doveva averlo, e subito!
Meg sorrideva compiaciuta di quella macabra scenetta: risvegliando la
parte vampiresca di Alice, aveva fatto in modo da segregarne la
coscienza per lasciare che sfogasse tutta la sua irruenza e
sfrenatezza. Il piano stava proseguendo secondo gli accordi: presto il
vampiro avrebbe ucciso Sam e successivamente anche l’altro
Winchester. Poi l’avrebbero arruolata nell’esercito
demoniaco che si stava preparando alla conquista del mondo.
Sorridendo richiamò i suoi servi e si richiuse la porta alle
spalle lasciando che il sacrificio si compiesse.
Sam aveva capito tutto: Meg e scagnozzi avevano evocato la
“bestia” assopita dentro Alice. Ed era certamente
sicuro che quell’evocazione aveva a che fare con la sua morte
e con quella del fratello. “Alice”la
chiamò. LA giovane, riconoscendo il proprio nome si
voltò e sorrise al ragazzo. “Ciao Sam”
sensualmente ancheggiò verso il cognato. Sai”gli
sfiorò una ciocca bruna”Credo sai davvero un
peccato che tu debba morire così” gli
sfiorò il collo con le labbra”Sei un
così bel ragazzo”concluse prima di baciarlo. Sam
sapeva che quella era la fine, aveva ricollegato i tasselli del puzzle,
ma non gli importava. Sarebbe morto per mano sua, solo questo gli
bastava. “Ora però devo soddisfare la mia
sete”sussurrò lei soffiandogli sul collo e
mordendolo. Un urlo gli scoppiò in gola e si
propagò in tutta la stanza. Si rese però conto
che la ragazza non stava succhiandogli il sangue: infatti pur avendolo
morso, Alice non si era azzardata ad assaggiare neanche una goccia di
quel nettare per lei così divino. La porta si
spalancò e Meg ne entrò raggiante. La prima fase
del piano si era beatamente conclusa.
“Fingi d’essere morto”sentì
sussurrare Alice mentre ancora non accennava a mollare la presa.
“Fingi d’esalare l’ultimo respiro e poi
resta immobile finché non te lo dico io”. Con la
bocca imperlata del sangue del giovane, Alice si diresse verso Meg e i
suoi servi sorridendo compiaciuta di quell’offerta. Sam
intanto, rimaneva immobile cercando di non sollevare l’addome
per respirare.
“Ho decisamente gradito il suo sangue…uno AB
positivo d’ottima annata”si leccò le
labbra, pronta a scattare verso l’altra ignara di tutto.
“Sono contenta che tu l’abbia così
gustato”squittì Meg. “Ora, se vuoi
seguirmi, ti presenterò al resto della tua
squadra” iniziò a farle strada verso il lungo
corridoio. “Avremmo dovuto offrirti anche l’altro
fratello, il tuo ex marito insomma” Alice le prese il gomito
sinistro. “E allora perché non lasciate che mi
disseti anche di lui?” sibilò il vampiro.
“Purtroppo si è ribellato alla guardia che si
occupava di lui e siamo stati costretti ad ucciderlo”le
allungò la collana di fattezze egizie appartenuta al marito.
Alice mantenne il controllo prendendo il ciondolo e schiacciandolo con
la mano. “Pazienza”lasciò il gomito
dell’altra. “Sai, eliminando i Winchester siamo
riusciti ad arrivare finalmente a te”spiegò Meg.
“Ora in poi, tu lavorerai con noi per la conquista del mondo
terreno…i cacciatori sono stati quasi del tutto eliminati e
gli angeli di Dio di certo non si scomoderanno subito per
fermarci”. Scoppiò in una gutturale risata.
“Il luogo dell’appuntamento è
Taloon Square, situata accanto al cimitero costruito da
Colt…non so, riesci a ricordare dove si
trova?”.Quando gli spessi occhi neri incontrarono quelli
rubino del vampiro, quest’ultimo ebbe un attimo
d’esitazione, poi rispose rammentando tutto.
“Allora a domani sera al luogo
dell’appuntamento”. Meg aprì la porta
che collegava i sotterranei della villetta con il salottino dove erano
stati aggrediti poco prima. “Meg?”la
chiamò Alice. “Un’ultima cosa”
pronunciò prima di puntarla alla gola e ucciderla.
Corse verso la sala dove l’avevano tenuta
prigioniera:sdraiato sul pavimento, Dean, ad occhi aperti e privo di
vita. Prese un accendino e diede fuoco al fuoco del marito, come aveva
dato ordine lui. Si richiuse poi la porta dietro.
Arrivata nella cripta dove era rinchiuso Sam si accorse della presenza
dei tre demoni-servi:generò una bolla magica che li uccise
schiacciandoli contro le spesse pareti. Si avvicinò a Sam
liberandolo dalle catene. “Sam”lo
abbracciò.
Sfiorandole il viso prima di baciarla, notò che
gli occhi di lei erano tornati color topazio come sempre.
“Come hai fatto a resistere?Che razza d’incantesimo
ti ha fatto Meg?”stringendola, pianse di gioia.
“Non ne ho idea…credo che la sola idea di farti
del male mi abbia a tal punto ripugnato da scatenare qualcosa in
me”. Lo baciò con passione.
Di colpo udirono dei passi provenire dal corridoio. Sam, alzandosi,
corse a chiudere lo spesso protone in legno; si spostò poi
davanti alla ragazza, pronto a difenderla da tutto e tutti. I passi si
fecero più vicini. Guardò disperato per
l’ultima volta Alice dicendole mentalmente addio.
Un’esplosione sbriciolò la porta. Erano in
trappola. Sam strinse i pungi, pronto a combattere per la donna amata.
Una figura oscura avanzò verso di loro.
“Sam”urlò qualcuno accanto a lui. Il
giovane saltò sul sedile e quasi sbatté la fronte
contro il cruscotto dell’Impala. Aprendo gli occhi,
s’accorse di essere seduto accanto al posto del guidatore
sulla macchina del fratello che lo guardava di sbieco.
“Svegliati Bella Addormentata”da dietro
udì la melodiosa voce di Alice. “Eccoci arrivati
al complesso residenziale di Opeth Bridge”Dean
indicò agli altri due in cartello con il nome della zona.
Alcuni flashback s’insinuarono nella mente di
Sam…l’aveva già visto quel cartello.
Alice, sporgendosi verso i fratelli Winchester
sfiorò il collo del cognato. “Ehi Sammy,
cos’hai fatto sul collo?”passò le
leggere dita su due piccole cicatrici pallide e dalla forma rotonda.
“Sembra che ti abbia morso un vampiro”.
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