Salve a
tutti!
Devo
ammettere che mi sono divertita a scrivere "Gli uomini vengono da marte e
le donne da venere" e che mi dispiace separarmene, per cui come anticipato
vorrei scrivere delle brevi shot sulla
varie coppie incontrate.
E come
non iniziare con una delle mie preferite? Tra l'altro proprio in questi
giorni...
Fatemi
sapere che ne pensate.
Baci
Alex
Per la
White Midnight...
Alla fine ti sei vestita di arancio
come voleva il tuo Sasuke-kun...
Ino sorrise guardando l'amica tra le
braccia del suo unico grande amore...
-Che fai qui tutta sola?- Riconobbe l’odore di fumo ancor
prima della voce.
-Respiro l'aria romantica della serata.-
-Pensavo ti avessero mollato tutti come una pera cotta per correre
da quella favola dai capelli rossi
- commentò ironico in direzione di Shiho
che ballava abbracciata al suo cavaliere.
-E come mai tu non ti sei ancora inginocchiato per
dichiararle tutto il tuo amore?- continuò senza voltarsi.
-Preferisco le bionde-
Perché la voce sembrava provenire dal
basso?
Red diablo (?)
Il rosso.
Quella serata
era stata sicuramente dominata dal colore rosso.
Uno: Shiho.
Sapeva avesse
i capelli rossi, ovviamente, ciò nonostante... ecco, non li aveva mai notati
prima di allora...
Certo erano
molti gli aspetti di quella ragazza che non aveva mai notato... (e non solo
lui...), tuttavia quelli erano la cosa che stranamente l'aveva più colpito.
Erano una vera e propria cascata di boccoli fiammeggianti. Una sorpresa...
Sì, proprio un'autentica sorpresa. Ed esattamente come sempre accadeva, l'unico
ad avere visto oltre tutti gli altri era stato ancora una volta Shino...
E meno male
che il genio doveva essere lui!
Due: Karin.
Misteriosamente,
non il rosso dei capelli, che in quell'occasione pareva sbiadire
se paragonato a Shiho, ma quello delle guance.
Era la prima volta che l'aveva vista arrossire. Mai a dir la verità avrebbe creduto
ne fosse capace...
C'era forse
qualcosa al mondo che potesse mettere in imbarazzo una furia del genere?!
Sì, a quanto
pareva sì: niente popo' di meno che quel povero
e bistrattato martire del suo compagno di squadra...
Martire...
Be', magari non proprio... però per sopportare (e non solo...) una seccatura
del genere era convinto non potesse essere altrimenti.
Tre: Ino.
Era bella,
bellissima, ogni santo giorno dell'anno, ma quella sera aveva qualcosa di
diverso.
Forse era
quel vestito da diva d'altri tempi, forse quella pettinatura inusuale, forse il
trucco più curato, forse l'atmosfera?
Forse tutto
quanto insieme. Non lo sapeva...
E odiava non
sapere, non capire...
Odiava anche
tutti quegli uomini che la spogliavano con gli occhi.
Odiava quella
rabbia che lo stava prendendo mentre un bellimbusto le sorrideva
malizioso.
Odiava
vederla da sola lontano da tutti gli amici.
Odiava quella
strana aria malinconica che la circondava in quel momento.
Odiava non
sentire la sua voce infastidirlo di continuo.
Odiava non
averla accanto ogni secondo.
...
Stava
impazzendo...
Non c'erano
altre soluzioni possibili.
D'istinto si
ritrovò le mani nell'usale posizione in cui trovava
più facile concentrarsi con l'unico risultato di sentirsi più stupido di quanto
già non si sentisse.
Forse era
tutto quel rosso.
Probabilmente
era lo stesso effetto che faceva ai tori...
Maschi anche
loro, del resto.
...
Scosse la
testa davanti a quel pensiero assurdo, degno forse di Naruto,
o peggio Kiba.
Dove era finito
il suo sangue freddo?!
Freddo?! Sì, come no!
Aveva come la
sensazione che quella sera il suo sangue (rosso
pure lui, che ironia...) gli stesse
correndo nelle vene come un fiume in piena; e che, proprio come un fiume,
stesse rompendo gli argini per rifluire ovunque disastroso e incontrollabile,
arrivando a sommergere tutto quanto e ad annebbiargli il cervello così tanto da
fargli perdere il controllo e fargli compiere i gesti più strani, assurdi,
folli!
Appoggiò il
bicchiere di vino ancora mezzo pieno al tavolo lì accanto attraversando a
grandi passi l'ampia pista da ballo.
Forse,
proprio in quel momento, stava per fare la cosa più stupida che avesse
mai potuto immaginare, o forse la più intelligente?
Non lo
sapeva.
Quella sera i
"forse" e i punti di domanda senza risposte erano troppi
per i suoi gusti:
Era un angelo
Ino con quei limpidi occhi celesti, la pelle
d'avorio e i capelli di sole raccolti che le cadevano morbidi sulle spalle
sottili? Oppure un diavolo avvolta in quel vestito più rosso del fuoco
dell'inferno? Lo stesso fuoco che si rendeva conto lo stava
consumando lentamente da quando aveva posato gli occhi su di lei quella
sera.
Erano anche
dolci come fragole o ne avevano solo il colore quelle labbra che tanto avrebbe
voluto assaggiare?
Era solamente
melanconia passeggera quell'aria che la circondava in quel momento?
Era ancora
per colpa di quel maledetto Uchiha o di qualcun
altro?
E ultima, ma
non ultima: che diavolo gli stava succedendo?!
Stupido,
stupido, stupido.
Avrebbe fatto
qualcosa di stupido quella sera.
Ne ebbe la
certezza non appena, salito gli ultimi gradini della terrazza da cui la
sua compagna osservava rapita la scena davanti a sè,
ne colse il profumo di fiori, ne sentì la voce dar ali ai pensieri per
l'amica, ne vide il sorriso dipingere il volto perfetto.
Sorrise a sua
volta.
Ora aveva la
sua risposta e sapeva cosa doveva fare.
Sarebbe stato
un gesto stupido?
Questo non lo
sapeva e, mentre si inginocchiava cercando qualcosa che gli ballava nella tasca
della giacca da ormai troppo tempo, si accorse che sinceramente non lo
voleva nemmeno sapere.