Stamani
cade il petalo della rosa che è nel vaso di casa. Il suo
dolce profumo si espande per corridoi e stanze di una dimora che
è stata violata. E ora le sue porte sono macchiate del
sangue dei suoi stessi protetti.
«I
used to rule the world
Seas
would rise when I gave the word
Now
in the morning I sleep
alone
Sweep
the streets
I used to own»
[Io dominavo il mondo
le maree si alzavano quando lo ordinavo
adesso al mattino dormo da solo
spazzo le strade che una volta
possedevo]
S’innalza
il sole di un’altra giornata.
Immergerò
di nuovo le mani nel sangue di qualcuno che mi ha fatto cadere
così in basso.
Se
tra queste lenzuola dimoro da solo lo devo soltanto all’uomo
il cui nome sta per estinguersi nelle pagine della storia.
Hanno
versato l’onore mio e della mia famiglia; stracciato le carte
che ora raccolgo pezzo dopo pezzo augurandomi che un giorno possa
tornare tutto come prima.
«I
used to roll the dice
Feel
the fear in
my enemy’s eyes
Listen
as the crowd
would sing:
“Now
the old king is dead! Long live at the king!” »
[Tiravo io i dadi
Vedevo
la paura
negli occhi dei miei
nemici
Sentivo
la folla cantare:
“Adesso
il vecchio re è morto! Lunga vita al re!”]
Il
potere fa la legge. Il prestigio rende gli uomini potenti. Guardate
come è tutta una catena, come questo mio mondo adorato mi
è stato strappato via!
«One
minute I held the key
Next
the walls were closed on me
And
I discovered that my castles stand
Upon
pillars of salt,
pillars of sand»
[Un momento tenevo le chiavi
Subito dopo mi le mura rinchiudevano
Ed ho scoperto che i miei castelli
Avevano fondamenta di sale, colonne di sabbia]
Le
chiavi di una vita trascorsa nelle bellezze che la stessa poteva
offrire. Sono stato così cieco nei riguardi di
ciò che ho sempre avuto il compito di proteggere. Schivavo
le fatiche, e guardavo forse tutto un po’
dall’alto. Ed ecco come quello che mio padre ha creato ho
scoperto di averlo fatto ristrutturare in sabbia.
«I
hear Jerusalem
bells are ringing
Roman Cavalry choirs
are singing
Be
my mirror
my sword
and shield
My
missionaries
in a foreign field»
[Sento le campane di Gerusalemme suonare
I
cori della cavalleria
romana
Siate
il mio specchio,
la mia spada
e scudo
I
miei missionari
in un territorio
straniero]
In
strada tutt’attorno è sempre una festa, una gioia
che commemora la patria, i suoi uomini di fede e le sue glorie di
origini leggendarie. Ora che le mura della mia reggia crollano, ho
bisogno di qualcuno che mi protegga, soldati, ladri che siano.
Accompagnatemi nella mia caccia, alle venture in palazzi e fortezze
nemiche.
«For
some reason I can not explain
Once
you know there was never, never an honest
word
That
was when I ruled the world»
[Per alcune ragioni
che non so spiegare
Una
volta lo sai che non c’era mai, mai una parola onesta
ma
quello era quando dominavo il mondo]
I
tempi sono stretti da un laccio intessuto di sangue. Bugie raccolte da
altre bugie; falsi sorrisi, denari corrotti. Ecco cosa resta
dell’eredità di mio padre ora che la gente una
volta sua amica mi da la caccia.
«It
was the wicked and wild wind
Blew
down the doors to let me in.
Shattered windows
and the sound of drums
People
could not believe what
I’d become…»
[Ed il dannato selvaggio vento
Buttò giù le porte
per farmi entrare.
Finestre infrante ed il suono
dei tamburi
La gente non credeva a ciò che ero diventato…]
Una
folata di vento che penetra le tende di una reggia secolare. Ecco una
finestra che va in frantumi e la mia ombra che si posa delicata sui
suoi vetri scheggiati. La gente non può credere a quello che
sono diventato: all’assassino che hanno davanti. Il volto di
mia sorella, e quello di mia madre mi appaiono alla luce di un lampo
che luccica tra le nuvole grigie.
«Revolutionaries
Wait
For
my head on a silver plate
Just
a puppet on
a lonely string
Oh
who would ever want to be king?
»
[I rivoluzionari
volevano
La
mia testa su un piatto d’argento
Solo
un pupazzo
con un unico filo
chi
mai vorrebbe essere un re?]
Quanta
sarà mai la gente che mi vuole morto?
Forse
troppa desidera la mia testa su un piatto d’argento. Se
uccido qualcuno, altri dieci uomini donano l’anima nel darmi
la caccia.
Ed
io che sono solo un burattino appeso alla fragilità di un
unico filo che ha nelle mani il Magnifico. Se la mia essenza si
è persa nella corruzione, chi prenderà il mio
posto?
«I
hear Jerusalem
bells are ringing
Roman Cavalry choirs
are singing
Be
my mirror
my sword
and shield
My
missionaries
in a foreign field»
[Sento le campane di Gerusalemme
suonare
I cori della cavalleria romana
Siate il mio specchio, la mia spada e scudo
I miei missionari
in un territorio
straniero]
L’aiuto
di mercenari, ladri e prostitute è vano ormai. Intrappolato
in questo vicolo privo di vie di fuga, armi taglienti mi accerchiano e
il luccichio degli elmi nemici mi annebbia ogni senso. Le mie armi
combattono a sangue freddo e perforano armature e casacche.
«For
some reason I can not explain
I
know Saint Peter
won’t call my
name
Never
an honest word
And
that was when I ruled the world»
[Per alcune ragioni
che non so spiegare
So
che San Pietro
non mi
chiamerà
Mai
una parola onesta
ma
quello era quando dominavo il mondo]
Ho
questa brutale sensazione che qualcuno mi negherà
l’ingresso in Paradiso. Ciò che ho fatto era forse
la strada sbagliata da seguire, e ciò che farò
non potrà mai rimediare. C’erano solo bugie negli
animi della gente che avevo attorno, e queste bugie moriranno nella mia
memori assieme a quelle di chi resta a pagare il conto.
«Hear
Jerusalem
bells are ringing
Roman Cavalry choirs are
singing
Be
my mirror
my sword
and shield
My
missionaries
in a foreign field»
[Sento le campane di Gerusalemme
suonare
I cori della cavalleria romana
Siate il mio specchio, la mia spada e scudo
I miei missionari
in un territorio
straniero]
I
vizi di una vita creduta nell’onestà ma dispersa
nella menzogna. Prego solo perché il resto della mia
famiglia trovi pace dove a me non è concesso. Il mio nome si
è consumato nel desiderio di vendetta, ed è
scomparso anche il mio cognome nell’oblio della giustizia. Se
davanti a Dio mi confesso così, forse qualcuno
saprà fare buon uso delle mie ultime parole.
«For
some reason I can not explain
I
know Saint Peter will
call my name
Never
an honest word
But
that was when I ruled the world»
[Per alcune ragioni
che non so spiegare
So
che San Pietro mi
chiamerà
Mai
una parola onesta
ma
quello era quando dominavo il mondo…]
Ezio
di Giovanni Auditore da Firenze
Roma,
12 dicembre 1498