Dedicata
a E-chan - il mio L personale.
Take my hand
È possibile provare la sensazione che dona una famiglia
riscaldandoti col loro amore pur non avendola? Tecnicamente no. Mello
però ha capito che può accadere anche una cosa
così inverosimile.
Lui ha perso i genitori quando era troppo piccolo per provare un
sentimento come la solitudine, che ti soffoca a tal punto da non
desiderare altro che raggiungere coloro che ti hanno messo al mondo.
Se gli avessero detto di fare un disegno sul suo papà e la
sua mamma -come si fa con i bambini piccoli- lui non avrebbe saputo
dare loro un volto, ma avrebbe pasticciato sul foglio bianco, cercando
di rappresentare quel calore che non avrebbe mai potuto dimenticare.
Però non era altro che un ricordo, talmente bello quanto
pungente; come il pungiglione di un insetto che iniettando il veleno ti
uccide lentamente. E per Mello era così: si sentiva prossimo
alla morte senza la sua famiglia.
Quel pensiero non lo aveva mai abbandonato da bambino e anche se a poco
a poco, crescendo aveva imparato a nasconderlo nel profondo del suo
cuore, alle volte ritornava a galla, colpendolo inevitabilmente.
Erano state tante le volte in cui, trovandosi solo nella sua stanza
alla Wammy's House aveva dovuto affrontare le sue memorie, desiderando
un contatto che mai più avrebbe riavuto.
La solitudine aveva il diabolico potere di trafiggere la carne, di
dissanguare fino a far male. Una sofferenza lenta, dolorosa che faceva
supporre non ci sarebbe stata alcuna via d'uscita, nessuna luce a
rischiarare
l'oscurità.
Mello aveva finito per convincersene, desiderando più volte
un sonno senza risveglio.
Poi era arrivato Mail Jeevas -bambino così simile a lui, ma
con un modo totalmente diverso di assorsobire il dolore- e gli aveva
insegnato che anche nei momenti peggiori, se si guardava bene in fondo
al tunnel si poteva intravedere il fioco bagliore della salvezza.
Nello stesso momento in cui si erano incontrati, Matt -così
era stato chiamato quel bimbo giungendo all'orfanotrofio- aveva capito
di essere arrivato alla fine della galleria. E dire che non aveva
provato così tanta fatica.
Da quel momento il suo compito era stato quello di far capire a Mello
che non tutto è perduto e che la felicità non
è il riflesso di un'unica cosa. Ce l'avrebbe messa tutta e
con costanza e determinazione era sicuro che un giorno sarebbe riuscito
nel suo intento.
Aveva fatto una promessa a se stesso: l'avrebbe guidato nel buio con
l'ausilio dell'affetto, suo compagno in quella difficile battaglia.
Nessuno merita di vivere infelice, men che meno Mello.
Sarò
la tua ancora di salvezza.
Ora
e per sempre.
Tutto
quello che devi fare è stringere la mia mano.
Ti
condurrò laddove troverai la quiete.
Durante gli anni avvenire, Matt aveva cercato di tener fede alla sua
promessa. Anche quando Mihael aveva abbandonato l'orfanotrofio in cerca
di vendetta verso colui che stimava, l'aveva cercato.
Non si era mai posto il problema che potesse essere ovunque: il mondo
è troppo grande per un piccolo uomo, ma Mail non ha mai
gettato la spugna.
I suoi sforzi vennero ricompensati anni più tardi,
ritrovando Mello -la sua luce- a un passo dalle porte dell'Inferno e
come un angelo lo aveva condotto nuovamente sulla retta via.
Non era ancora arrivato il momento di lasciare quel mondo, non prima di
aver avuto ciò che gli spettava.
Lo aveva trascinato via dall'incedio che lui stesso aveva provocato e
da quel momento non lo aveva più abbandonato. Aveva bisogno
di cure e lui era lì per dargliele, cercando allo stesso
tempo di fargli capire la sciocchezza che stava per commettere.
Ogni volta che Matt pensava al fatto che se fosse arrivato poco
più tardi l'avrebbe perso per sempre, un brivido freddo lo
scuoteva, raggelandolo completamente. Un tempismo perfetto, non
c'è che dire. Per fortuna!
In quell'occasione Mello aveva percepito una forza immensa che lo aveva
avvolto, riscaldandogli un poco l'anima. Aveva avvertito quanto fosse
stato grande il desiderio di Mail, impedendo con tutto se stesso che
lui morisse quel giorno.
Non aveva ignorato le cure che gli aveva riservato ogni giorno, non lo
aveva lasciato solo un attimo e per la prima volta sentiva che la
solitudine lo stava abbandonando. O forse, era così
già da tempo?
Mihael se n'era accorto solo negli ultimi giorni e si dette dello
stupido per non averlo capito prima. Per non avergli mai potuto dire
grazie.
E c'era una cosa che non riusciva proprio a capire: come mai Matt si
dava tanta pena per lui? Era convinto di non meritare un simile
trattamento. Quel ragazzo era troppo buono con lui e alle volte si
chiedeva se non fosse solo frutto della sua immaginazione.
Era insostituibile Mail e solo con le sue forze era riuscito a donargli
quello stesso calore che credeva di aver perso tanti anni prima. Ce
l'aveva davanti agli occhi, ce l'aveva sempre avuto ma mai se n'era
reso conto.
Non meritava tanto affetto da parte sua. Non era mai stato capace
neppure di rivolgergli un sorriso, lo aveva sempre trattato come un
cane nonostante l'impegno che ci metteva.
Questo perchè Mello era fatto così, ma comunque
sia non aveva giustificazioni.
"Tu non puoi essere così dannatamente vero, Matt. Io non
merito altro che le menzogne." una frase così, sospesa per
aria e carica di tanto rancore verso se stesso. Parole che Mail non
accettava.
"Di menzogne ne hai ricevute fin troppe, non credi?" non sopportava
vedere che continuava a naufragare nel dolore, proprio non ci riusciva.
Ma forse, qualcosa si era finalmente mosso.
Tra le righe ci aveva letto un ringraziamento, che solo lui che ormai
lo conosceva come le sue tasche avrebbe potuto comprendere.
Coraggio
Mello, ci sei.
Basta
che ti sporgi ancora un po'.
Afferra
la mia mano
e
vivere non sarà più una profonda sofferenza.
Note
dell'autrice:
Ok, l'ho
scritta oggi di getto e vi assicuro che ho amato scriverla. E sapete
come è nata? Da una sola frase. La storia è stata
costruita attorno a questa frase: "Tu
non puoi essere così dannatamente vero, Matt. Io non merito
altro che le menzogne.".
Dovevo
metterla assolutamente!
Spero vi sia piaciuta comunque, come è piaciuto a me
scriverla!
BloodNyar
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