Why don’t you laugh?
Perché non ridi
America?
Sussurrava una voce roca nella tormenta di neve. America si
voltò, cercando freneticamente con lo sguardo la fonte di quella voce.
- Chi c’è là?!
Perché non ridi?
Dovrebbe essere
divertente, dovresti ridere.
- Cosa dovrebbe essere divertente?!
America arrancò nella neve, furibondo. Detestava sinceramente
la Russia. Neve di merda, freddo di merda, artiglieria di merda. Ah, anche
russi di merda, non dimentichiamocelo.
Dovrebbero ridere
tutti.
- E perché?!
Gridò America al vuoto, mulinando le braccia per non perdere
l’equilibrio mentre avanzava faticosamente. La neve si attaccava al
passamontagna, infradiciandolo e si ghiacciava sulla sua giacca. Il fucile
sembrava essersi attaccato alle sue mani e non volersene più andare.
Perché è divertente.
- Fanculo a te ed
alle cose divertenti!
Latrò Alfred, cadendo rovinosamente nella neve e beccando
con la mano destra quello che doveva essere inequivocabilmente un sasso. Oh, fantastico…
Alzando il capo, lo vide. Era affondato per metà nella neve
ed accanto a lui si allargava una macchia rossastra. Lui girò il viso vero
America e sorrise: “ Avanti, non è
divertente?”
- Stai per scomparire. Dove lo vedi il divertente?
Sibilò America rialzandosi a fatica e raggiungendo la figura
nella neve. Lui ridacchiò.
- La Grande Madre Russia non muore, America. La Grande Madre
Russia torna sempre. Bellissima e lucente come lo Zhar-Ptitsa.
- Peccato che faccia un freddo boia.
Russia sorrise. Stava morendo, eppure riusciva a sorridere.
America pensò che fosse pazzo, o addirittura masochista.
- Ognuno ha i suoi difetti.
- Non l’eroe qui presente.
- L’importante è che ne sei convinto tu.
Era pacato e calmo e questo gli dava sui nervi. Le persone
normali quando muoiono non sorridono e neanche chiacchierano tranquillamente.
E, no, il ragionamento “non
siamo persone ma nazioni” questa volta non attaccava.
- Ah, adesso ridi.
- Non era una risata, era una smorfia. Puzzi di morto.
- Ma sono vivo.
- Errata corrige: sei con un piede nella fossa.
- Facciamo due.
Russia sorrise. Si voltò verso il cielo, muovendo
leggermente una mano. Le sue labbra si stirarono in un debole sorriso.
- Lituania.
Sussurrò.
Poi chiuse gli occhi. E America capì che era tutto finito.
America era seduto accanto ad una finestra ed osserva
annoiato le persone passare. La coca-cola non sapeva di niente ed aveva la gola
secca.
Un ragazzino dai capelli argentati passò correndo accanto a
lui. Aveva in mano un mazzo di girasoli ed al collo portava una sciarpa. Lo
vide arrivare verso un uomo dai capelli castani, gridando un allegro: “Signor
Toris!”.
Lituania si volto sorridendo verso di lui, chinandosi fino
alla sua altezza.
- Cosa c’è, piccolo Russia?
- Tenga, li ho colti per lei!
Lituania prese fra le mani il mazzo di girasoli e sorrise,
prima di sollevare il bambino fra le braccia.
America sorrise.
Già, la Grande Madre Russia, bella e lucente.
Proprio come lo Zhar-Ptitsa.
A.Corner___
Lo Zhar-Ptitsa è l’Uccello di Fuoco, analogo russo della
fenice xD
Questa fic è basta sulla mia malata idea che Ivan
rappresenti l’URSS. O, almeno, nel periodo di Hetalia lui è l’URSS, prima di
tutto.
Sciolta l’URSS Ivan dovrebbe perdere buona parte del suo
potere. Quindi, secondo me, Ivan dovrebbe tornare piccolo. Poiché a quanto ho
capito io, l’aspetto di un personaggio è legato a quello che accade al suo
paese,quindi, perdendo numerosi territori, Ivan dovrebbe tornare a quello che
era prima di diventare la Grande Russia.
Fine.
Ecco.
È OOC ò.o