Capitolo 1: Malinconica nostalgia
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Miki poggiò il robottino componi-numeri sulla scrivania,
portò la cornetta all’orecchio e attese.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.
“Che sia a lezione?”ipotizzò Miki.
Quattro squilli.
“Click…” il viso di Miki sì illuminò per qualche secondo.
“Ciao, Will e Yuu sono assenti in questo momento. Se volete
potete lasciare un messaggio dopo il segnale acustico.”
“Oh, no! Uffa, ancora la segreteria!!”si lamentò la ragazza.
”Peccato, ci tenevo così tanto a sentirlo…Yuu, ma dove sei finito?” Decise
comunque di lasciargli un messaggio, magari avrebbe richiamato più tardi.
“Yuu, sono io…quando torni chiamami, ho tante cose da dirti!
Prima di tutte, che per il tuo prossimo compleanno ti regalerò un
telefonino!”scherzò Miki. E riattaccò.
Si sentiva un po’ triste e delusa. Sperava così tanto di
trovarlo al campus; era così ansiosa di dirgli che era riuscita a superare
l’esame di ammissione alla facoltà di design d’interni…non quella di Tokyo…ma
quella di Londra!! Ne andava molto fiera, anche perché aveva praticamente
trascorso gli ultimi tre mesi chiusa in biblioteca a studiare inglese…o almeno,
cercava di capirci qualcosa, di inglese! Fortunatamente l’aiuto di Yuu fu molto
propizio, lui era sicuramente più pratico e informato in materia! E così, a
poco a poco, aveva imparato forme verbali, vocaboli, espressioni di cortesia e
quant’altro era necessario di sapere nelle varie circostanze che le si
sarebbero presentate. Senza il suo aiuto, probabilmente si sarebbe giocata
l’intera estate!
Ripensando a quei momenti trascorsi così serenamente e
spensieratamente con il suo Yuu, Miki si sentì un nodo in gola…Dio, quanto gli
mancava!! Erano così lontani l’uno dall’altra…lui avrebbe continuato a studiare
in America ancora per molto tempo, si era iscritto ad una prestigiosa
università statunitense per studiare architettura, la sua grande passione.
”Yuu…chissà se ti piace il nuovo ambiente…” Miki sorrise; sapeva che nel giro
di pochi anni il suo fidanzato avrebbe visto realizzato il suo sogno…e lei non
voleva altro se non la sua felicità.
Miki gettò un’occhiata alle due valigie poggiate sul
pavimento, una delle quali aperta per metà; era piuttosto stanca, in fondo era
tornata da Londra solo un’ora prima. Si alzò dalla scrivania e si buttò a peso
morto sul letto. “Yaaaaaawn…I’m
so tired!!! Non ho proprio voglia di disfare le valigie adesso…ci
penserò più tardi…” Chiuse gli occhi.
Dopo cinque minuti il telefono squillò; Miki sobbalzò e
corse a rispondere. Un’ondata di entusiasmo la avvolse. “Oddio, questo è lui,
ne sono sicura!! Arrivooo!!”
Afferrò la cornetta del ricevitore con entrambe le mani, ma
a causa dell’impeto del momento le scivolò e cadde sul pavimento.
“Aaah, la solita sbadata!! Vabbè, non fa niente! Pronto??”
“…Miki?! Tutto bene? Cos’era quel rumore??”
Gli occhi della ragazza smisero di brillare, sul suo volto i
segni della delusione.
“Ah, Ginta, sei tu…no, niente, mi è caduta la cornetta per
terra…sai come sono fatta, no? Meno male che non si è rotta.”
“Che ti succede? Cos’è questa voce malinconica e svogliata?”
le chiese il ragazzo.
“N-no, niente, sono solo…un po’ stanca, tutto qui.” Cercava
di assumere un tono di voce il più naturale possibile. Ma si sa, non era mai
stata brava a mentire. “Sono tornata da Londra solo qualche ora fa, mi stavo
riposando sul letto…Dodici ore di volo sono piuttosto pesanti!”
“Già, il tuo esame di ammissione! Dovrai raccontarci com’è
andata! Volevo giusto chiederti se stasera ti andava di andare a mangiare una
pizza tutti insieme…sempre che tu non sia tanto stanca da non poterti nemmeno
alzare dal letto!”disse Ginta.
“Ehi, credi di avere a che fare con una pappamolle?! Certo
che vengo! Sono così felice di potervi rivedere! Ora torno a fare quello che
stavo facendo prima che un rompiscatole mi disturbasse… Vergognati!”scherzò
Miki. Si sentiva più allegra; l’invito di Ginta le aveva decisamente tirato su
il morale.
Dal canto suo, Ginta era
contento di essere riuscito a farla ridere.“Ehm…hai ragione, ti chiedo scusa!
Allora ci vediamo più tardi! Ciao, Miki, riposati!”
“Ciao, Ginta…e grazie!” e riabbassò il ricevitore.
“Mi farà bene distrarmi…e poi è tanto che non passiamo una
serata tutti insieme! Certo, se ci fosse anche lui…” Miki si rabbuiò per
qualche istante, poi scosse la testa. “Basta, Miki, basta! Ricordati che Yuu
non è andato in America per divertirsi! E se fosse qui con te, non vorrebbe
vederti così abbattuta!”si disse. Si sentiva rinfrancata dalle sue stesse
parole.
“Certo però che sono stanca per davvero…” guardò il soffice
piumone colorato del letto con desiderio. “Ma sì, non c’è niente di male se mi
faccio un pisolino prima di uscire…così almeno se ne andranno alcune di queste
brutte occhiaie!”
Miki agguantò la sveglia, la puntò sull’ora che aveva
stabilito come più adatta per cominciare a prepararsi e la poggiò sul comodino,
per essere sicura di sentirla quando avrebbe suonato. Dopodichè si accomodò sul
letto (“Non è mai stato così morbido…”), appoggiò la testa sul cuscino e dopo
pochi secondi scivolò in un sonno profondo…
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TO BE
CONTINUED…