settimo: non rubare

di londonlilyt
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EPILOGO

Ryo rientrò distrutto nella casa buia dopo una nottata passata a lavorare, erano le tre del mattino, molto probabilmente Kaori stava gia dormendo, in quest’ultimo periodo era sempre stanca e la trovava a schiacciare pisolini a tutte le ore, salì le scale e andò di sopra.

Si fermò per un attimo davanti alla porta della camera che lui e Kaori avevano risistemato e sfiorò sorridendo la nuova targa che vi era appesa, non vedeva l’ora di vedere l’occupante di quella camera.

Decise di cambiarsi e farsi una doccia veloce, quella notte faceva un caldo atroce e lui era tutto sudato e dopo il lavoro i suoi vestiti puzzavano, quando arrivò in camera però la trovò vuota, strano dove poteva essere Kaori, con questo caldo però un’idea l’aveva, si spogliò in fretta e la raggiunse.

Lei era talmente assorta che in un primo momento non lo sentì, così Ryo rimase a guardarla, era seduta sul cornicione e appoggiata alla ringhiera di ferro con il mento sorretto da una mano, mentre con l’altra si accarezzava distratta il pancione rotondo che il leggero pigiama di cotone non riusciva coprire. Era bellissima, il profilo delicato che si stavagliava contro le luci della città.

Per non spaventarla fece cigolare di proposito i cardini della porta, lei si voltò immediatamente e gli sorrise.

-Sei tornato- aspettò che la raggiungesse.

-Si poco fa- le si sedette dietro e l’abracciò baciandole una guancia –non dovresti riposare? É tardi e non ti fa bene-

-Non riuscivo a dormire- ma entrambi sapevano che lo stava aspettando, come faceva ogni sera in cui andava a lavorare.

-Come sta il mio piccolino?- le chiese accarezzando dolcemente il pancione.

-Bene, tira calci come un forsennato-

-Mmmm...inizio a credere che sia una femminuccia sai, manesca e violenta come la sua mamma-

-Cretino!- gli pizzicò una mano e lo fece gridare di finto dolore.

-Lo vedi! Non è ancora nato e già gli insegni brutte abitudini!-

-É figlio tuo mio caro- si accoccolò meglio tra le sue braccia –le brutte abitudini le ha nei geni!-

A quel punto Ryo non potè fare meno di ridere, e Kaori sospirò felice.

Quell’ultimo anno era stato idilliaco, certo avevano bisticciato e litigato a piu non posso, ma avevano anche fatto pace, Ryo sembrava piu’ rilassato, anche se ogni tanto saltava fuori il lato chiuso e oscuro del suo carattere, si sforzava sempre di essere aperto e onesto con lei, e gliene era grata, i cambiamenti sarebbero arrivati a poco a poco.

Come il bimbo in arrivo, non era stato programmato ed era arrivato all’improvviso spaventandolo a morte, ne era scaturito un litigio di propprzioni bibliche, ma dopo che si era abituato all’idea lo aspettava con impazienza, eh si, la vita non poteva essere piu dolce.

Kaori sospiro di nuovo.

-Come mai tutti questi sospiri?- chiese preoccupato –non ti senti bene?-

-No sto benissimo, ti ho già detto che ti amo oggi?-

-Visto che sono stato via gran parte del giorno e della notte credo di essermelo perso-

-Ti amo Ryo Saeba- spostò la testa di lato in modo che lui la potesse baciare.

-E io amo te- le sussurò-

Rimasero a lungo abbracciati l’uno a l’altro a scambiarsi bisbigli sommessi e teneri baci, sotto un cielo stellato da mille e una notte.

Eh si, la vita era proprio bella e degna di essere vissuta pensarono con un sorriso.





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