Capitolo primo
Sam si svegliò con un terribile mal
di testa. Fece una smorfia mentre muoveva lentamente la testa per guardarsi
intorno. Il luogo gli era completamente sconosciuto. Quando si voltò per
osservare la sua destra sussultò nel trovare un uomo coricato accanto a lei. Un
perfetto sconosciuto! Solo allora, con grande imbarazzo, si rese conto di
essere completamente nuda, a coprirla c’erano solo quelle pesanti coperte.
L’uomo accanto a lei però sembrava addormentato. Sam ascoltò il suo respiro
regolare, che confermò la sua ipotesi. Il dolore alla testa non sembrava
diminuire, ma almeno era al caldo. Sì stupì a quel pensiero, perché era
importante che fosse al caldo? Ricordava solo un gran freddo. Sbatte le
palpebre più volte, non ricordava altro! L’uomo accanto a lei si svegliò in
quel momento, aumentando la sua confusione. Si voltò verso di lei, gli occhi
marroni si fissarono nei suoi, un largo sorriso gli apparse sulle labbra. Sam
sentì il proprio cuore fare un balzo, quell’uomo aveva un sorriso meraviglioso!
Poi, lo vide battere più volte le palpebre e voltarsi imbarazzato. Chiaramente
si era reso conto di essere nudo…
Jack aprì gli occhi, la testa
sembrava scoppiargli, si voltò e incontrò lo sguardo limpido di Sam. Sorrise,
era viva! Si mosse leggermente e sentì il contatto della coperta sulla pelle
nuda. All’improvviso fu preso da un atroce dubbio, immediatamente confermato,
era nudo a letto con Sam! Se non avesse avuto quel terribile mal di testa
sarebbe uscito a precipizio dal letto… no forse quella non sarebbe stata
comunque una buona idea! Si voltò di nuovo verso Sam, stava guardando il
soffitto, un rossore sospetto le colorava le guancie. Jack cercò di fare
astrazione, poi si guardò intorno. Ora che ci pensava non aveva la più pallida
idea di dove fosse, forse era il caso di chiedere a Sam e rompere così
quell’imbarazzante silenzio. Aprì bocca e tentò di parlare, ma gli uscì solo un
verso strozzato, aveva la gola in fiamme, evidentemente un altro effetto
collaterale della nuotatina a cui si era sottoposto. Dietro di lui si aprì una
porta, Jack volse lentamente la testa. Una vecchia donna, vestita con una
tunica, si avvicinò a loro con un sorriso sulle labbra, poi gli porse una
ciotola fumante. Jack storse la bocca poi si tirò su portando con sé più
coperte possibile, lo sguardo di Sam sembrava non volersi staccare dal
soffitto, annusò con aria circospetta la bevanda, poi incoraggiato dal piccolo
sorriso della vecchia ne bevve un sorso. Immediatamente il dolore alla gola si
attenuò così come quello alla testa, non era affatto sgradevole, anzi sapeva di
menta. Dopo il secondo sorso lo passò a Sam che ora lo fissava con una strana
espressione sul volto. “Non è male Carter…” Non era proprio la sua voce
normale, ma comunque non era niente male, sicuramente non giustificava la
sorpresa negli occhi di Sam, che provò a parlare, per poi portarsi con una
smorfia la mano alla gola. Jack le porse allora la tazza e lei la prese, poi
anche lei si alzò, tenendo, come lui, le coperte contro il corpo. Bevve un sorso,
poi un secondo, con più convinzione. Jack si volse allora verso la vecchia
“Dove siamo?” Lei scosse la testa, poi recuperò la tazza dalle mani di Sam e
con un sorriso, sempre in silenzio, uscì dalla stanza lasciandoli soli. “I
nostri vestiti!” Tentò di chiedergli Jack, ma ormai la donna era uscita. Si
stese di nuovo sotto le coperte, Sam l’aveva già preceduto. “Allora Carter che
facciamo?” Si voltò verso di lei che arrossì violentemente, solo allora lui si
rese conto del doppio senso della frase e strinse gli occhi con forza.
“Scusa… ma tu chi sei?” Jack riaprì
gli occhi incredulo, tuttavia, seppur roca, quella era la voce di Sam! “Andiamo
Carter! Non mi sembra il caso di scherzare!” Ma lei lo guardava, con i suoi
sconcertanti occhi azzurri, attendendo una risposta. “Carter sono io… O’Neill!”
Lei lo osservò ancora, poi scosse la testa. “Mi dispiace… non mi ricordo…
Carter è il mio nome?” Jack questa volta sgranò gli occhi sbalordito. Aveva
perso la memoria? Sapeva che poteva succedere dopo forti traumi, ma non era
assolutamente pronto per una simile evenienza. “No… Sì… voglio dire…” Sam lo
osservò e le sfuggì un sorriso nel vedere le smorfie che apparivano sul suo
volto, malgrado la situazione, non poteva fare a meno di sentirsi al sicuro
vicino a quell’uomo. “Il tuo nome è Samantha Carter… Sam per gli amici” “Allora
perché mi chiami Carter? Non siamo amici?” Jack cercò di sondare quei
penetranti occhi alla ricerca di una prova che lo stesse prendendo in giro, ma
trovò solo curiosità. “Sono il tuo superiore… siamo nell’esercito…” Lei non
batté ciglio, assimilando anche quell’informazione. La porta si aprì di nuovo e
questa volte apparve Daniel “Jack, Sam! Ci avete fatto morire di paura!” Jack
si voltò nel vedere entrare l’amico, tirando un sospiro di sollievo “Dove
diavolo siamo? E dove sono i nostri vestiti!” Daniel si sistemò gli occhiali
sul naso cercando di nascondere un sorriso divertito. Mettere Sam e Jack nello
stesso letto nudi non era stato un suo suggerimento, anzi aveva cercato di
spiegare che non era una buona idea, ma gli abitanti di quel pianeta sapevano
come trattare l’ipotermia dovuta al congelamento, ed avevano assicurato che
quello era il miglior modo per salvare entrambi. Ora che erano entrambi vivi e
vegeti, però, Daniel non poteva fare a meno di trovare la situazione alquanto
divertente. “Allora alla prima domanda è facile rispondere, siamo in un
villaggio sotterraneo, per sopravvivere ai rigori invernali di questo pianeta
gli abitanti hanno costruito i loro villaggi sottoterra. Credo che siano degli
antenati dei…” “Daniel! Ho un terribile mal di testa per favore!” Daniel fece
una smorfia poi continuò “Comunque, dopo che Teal’c vi ha tirato fuori, un
attimo prima che finiste tutti e due sotto, sono apparsi da dei tunnel
sotterranei e ci hanno guidato fino ad uno dei loro villaggi per poi prendersi
cura di voi… e, qui rispondo alla tua seconda domanda, non so dove sono i
vostri vestiti…” Jack emise un grugnito, poi si risistemò di nuovo sotto le
coperte, Daniel, vedendo che non parlava, sorrise verso Sam con intesa “Credo
che l’energia che avevamo rilevato provenga dal villaggio sotterraneo, non ho
ancora capito che forma di energia usino, ma sono sicuro che tu riuscirai…” Si
interruppe nel vedere l’aria smarrita assunta da Sam, sembrava a disagio,
insicura e gettava delle frequenti occhiata verso Jack “Daniel… Carter ha un
problemino di memoria in questo momento… credo che dovremmo portarla da
Fraiser, lei saprà cosa fare” Daniel sgranò gli occhi “Sam?” Lei gli fece un
piccolo sorriso “Mi dispiace, ma temo di non conoscerla… o meglio non la
ricordo…” Daniel si sistemò gli occhiali, “Oh… mi dispiace… ehm… sono il dottor
Daniel Jackson, ma ovviamente tu mi chiami Daniel…” Lei annuì sorridendogli di
nuovo. Daniel si rivolse allora a Jack “Chiamo Teal’c credo che potremmo
ripartire tra non molto… Hammond inizierà a preoccuparsi…” Poi si voltò ed uscì
dalla stanza. Tornò poco dopo con i loro vestiti asciutti. Glieli consegnò ed
uscì. Sam era alquanto confusa, aveva capito ben poco della conversazione tra
Daniel e O’Neill… Jack, come l’aveva chiamato l’altro uomo, ma era inutile
agitarsi, soffriva di una perdita di memoria, non sapeva come, ma probabilmente
aveva subito un trauma, Daniel aveva parlato di ipotermia… e sapeva anche che
spesso la memoria ritornava da sola… in realtà non sapeva affatto come sapesse
una cosa simile… ma ne era sicura. Si vestì, mentre Jack si voltava, per
lasciarle un minimo di intimità, poi lei fece lo stesso, avrebbe potuto uscire,
ma preferiva rimanere lì con lui. In questo momento, l’unica cosa che conosceva
era quella stanza e lui. “Bene Carter, sono pronto, usciamo?” Lei si voltò ed
incrociò i suoi occhi marroni, lui le sorrise e di nuovo il suo cuore fece un
balzo, mentre in risposta le sue labbra si incurvarono da sole. Jack si voltò
ed aprì la porta, all’esterno li aspettava un gigante con un simbolo in oro
inciso sulla fronte. Sam sgranò gli occhi e si fermò ma poi si rilassò nel
vedere un sorriso apparire sul volto dell’uomo, che inclinò la testa verso di
loro “Ehilà Teal’c! Grazie per averci recuperato!” “E’ stato un piacere
O’Neill” Jack gli sorrise, poi gli diede una pacca sulla spalla “Carter ti
presento Teal’c! E’ un Jaffa… beh è un po’ lungo da spiegare… ma è un nostro
amico” Teal’c, chiaramente informato, si inchinò di nuovo verso Sam con un
sorriso sulle labbra “Maggiore Carter spero che le torni la memoria al più
presto” Lei gli sorrise di rimando “Grazie… Teal’c” Non chiese cosa fosse un
Jaffa, avrebbe avuto tempo per le spiegazioni e poi magari la memoria le sarebbe
tornata tra poco, inutile porre domande di cui in fondo conosceva già la
risposta, si appuntò che era un maggiore, ogni informazione su di lei le
sembrava un nuovo tassello del puzzle, era sicura che se raccoglieva abbastanza
pezzi allora avrebbe visto l’insieme. Daniel arrivò in quel momento “Siamo
pronti, ci sono due guide pronte per accompagnarci allo Stargate” “Bene
andiamo” Jack aprì la strada e seguendo le guide furono condotti prima
all’esterno, dove la tempesta era leggermente scemata, poi fino allo Stargate,
non camminarono per più di dieci minuti ma già sia Sam che Jack avvertivano di
nuovo il dolore alla testa e un preoccupante senso di sfinimento. Daniel
compose le coordinate, quando lo Stargate si aprì Sam rimase a bocca aperta,
non era spaventata, ma stupefatta “Cos’è?” Si era avvicinata a Jack e gli aveva
urlato la domanda, lui le sorrise, poi la prese per mano “Lo facciamo sempre!
Fidati!” Aggiunse sentendola irrigidirsi, mentre la accompagnava più vicino.
Daniel, che intanto aveva inviato il codice, salutava le loro guide. Sam annuì,
si fidava, di quello era certa. Quando lui volle lasciarle la mano, però, lei
la strinse un po’ di più, trattenendola, lui si voltò stupito poi le sorrise e
con un saltello la tirò all’interno della pozza d’acqua. Daniel e Teal’c li
seguirono.
Sam93: Sì, hai ragione, domanda
retorica… è perché siamo delle sadiche! Un fiume… così oltre al freddo c’è
anche la corrente hihihi!
Mex: Beh si sa… Jack può anche fare
il duro, ma quando si tratta di Sam… non c’è fiume che tenga!
23jo: Grazie! Sei sempre
gentilissima! Per l’adrenalina, ti consiglio di fare tre volte il giro del
tavolo… dicono che così passa! Oppure aspettare il nuovo capitolo!
Ilaria8: Ma sì dai… non l’ho fatta
molto complicata… sono un piccolo problema di memoria…
Jolinar: Già… ce l’avevo pronta da
un po’… poi visto che sono riiniziati gli esami non ho potuto far a meno di un
piccolo svago… e quindi ecco la storia!
Kae: Come hai visto non sono tanto
misteriosi i salvatori…
Figurati… uno fa un po’ come può!
Nahid: In effetti l’idea mi è nata
immaginando Jack e Sam intenti a combattere contro l’ipotermia… Noi tutti
sappiamo qual è il miglior metodo! E quindi il ghiaccio era d’obbligo! Ma ora
il clima tornerà normale!
Kloe2004: Prestissimo no?! E… scherzi?
Beh no dai! Hihihi!