Fra
le braccia di un angelo
*Ecco
qua un altro capitolo della fic. Il manga, ribadisco, l’ho
letto
mille volte ma un secolo fa, ora ho la memoria un po’
arrugginita
ma penso di ricordarmi tutto piuttosto bene. Se ci sono alcune
inesattezze passatemele per buone. Io detesto le inesattezze in
ciò
che conosco a menadito, ma davvero il tempo per rileggermi tutto quel
casino non ce l’ho, dunque il risultato è questo.
Ora
abbiamo come protagonisti Raphael ed alla fine arriva anche Setsuna.
Presenti anche Uriel e Sara che però non procedono il
viaggio.
Ebbene non mi pare sia rimasto altro da dire se non che ringrazio
quelli che hanno già commentato e letto il prologo. Spero
che
vi piaccia anche questo. Nel prossimo avremo a che fare con Mikael e
Lucifero! Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO
I:
RISVEGLIO
/
New divide – Linkin Park/
Sei
completamente immerso nel buio più completo e non senti
nulla,
non vedi nulla, non provi nulla.
Non
capisci dove sei, né se sei ancora qualcosa... non
c'è
ragione in quei momenti, ti pare di pensare ma in realtà non
lo fai. Vaghi.
Vaghi
senza metà, senza accorgertene, senza desideri.
Poi
però qualcosa scatta nell'eterno nulla immutato.
Dopo
un tempo indefinito passato a galleggiare senza coscienza e
volontà
senti qualcosa di diverso.
È
solo allora che ti rendi conto che invece qualcosa lo percepivi,
anche se non ti sembrava.
È
come se la tua anima si ridestasse.
È
un qualcosa portato da un'improvvisa mancanza che ti fa dire: 'ma
allora ero... '.
Quando
ti svegli dentro allora cominci a pensare, a cercare di capire dove
sei, cosa sei, cosa sia successo. E pensando ti rendi conto che
qualcosa manca.
Qualcosa
è andato via.
Qualcosa
di importante che prima nell'incoscienza ti stava accanto ora
è
svanito. Era qualcosa che ti faceva viaggiare tranquillo senza
pensieri, parole, sensazioni... che ti permetteva di essere nulla
senza preoccupazioni, senza l'ansia di svegliarsi per vedere cosa
è
successo.
Ora
però non c'è più vicino a te e cominci
a sentire
che qualcosa non va, che una parte di te è scappata, che se
non riapri i tuoi occhi e riprendi possesso di te stesso, le cose
possono peggiorare.
Per
quell'indefinito qualcosa (o qualcuno) che non c'è
più
a vegliarti, decidi di svegliarti e tornare alla vita.
Fu
così che dopo molto tempo di alcun miglioramento, Raphael
aprì
gli occhi.
I
suoi occhi azzurri inizialmente videro un mondo attraverso un vetro
spesso e lo videro annebbiato. Gli ci volle un po' per mettere tutto
a fuoco, ma alla fine ci riuscì e quando cominciò
a
sentire i propri respiri ed i battiti stessi, insieme alle forze che
lente tornavano, aumentò la sgradevole sensazione che
l'aveva
fatto risvegliare.
Per
un po' rimase fermo senza muoversi, lasciando al proprio corpo il
tempo di riprendersi e alla propria mente quello di riattivarsi, poi
finalmente mosse i muscoli atrofizzati che sentì
praticamente
come se li usasse per la prima volta.
Notando
la fatica che ancora faceva ed immaginando di essere stato in Cold
Sleep per più tempo di quanto non avesse percepito, decise
di
rigenerarsi con dell'energia circolare e facendola scorrere dalla
testa lungo la spina dorsale e poi per tutte le gambe fino ai piedi,
riprendendo lo stesso percorso inverso, si fece avvolgere da un'aura
azzurra che gli ridiede anche colore.
Fu
allora che il vetro si aprì, sentendo la vita nel corpo che
proteggeva.
Rimase
lì per un po', poi quando si sentì davvero bene
si alzò
piano per impedire alla propria testa di girare, allora utilizzando
la sua capacità di lievitare grazie al vento che lo
componeva,
arrivò senza fatica alla porta in metallo che si
aprì
alla sua vicinanza.
Non
c'era nessuno nei paraggi e gli parve strano, quindi
proseguì
per il resto del proprio edificio che ricordava rimasto tale e quale
a come l'aveva lasciato.
Proseguendo
alla ricerca di qualcuno in quel deserto che era l'ambulatorio, la
sensazione che qualcosa non andava era sempre più forte, il
primo pensiero che ebbe fu questo.
“Qualcosa
non va davvero... cosa è successo durante la mia assenza? Le
cose non possono essere cambiate così tanto... che il
Salvatore non ce l'abbia fatta e che siano tutti svaniti?”
Per
quel che ne sapeva lui poteva anche essere stato così.
Si
chiese anche quanto tempo fosse passato dalla propria chiusura nel
Cold Sleep.
Arrivato
all'ingresso si passò una mano fra i lunghi capelli biondi
che
ricaddero all'indietro e un po' intorno al bel viso sensuale di
natura, quindi con un lieve gesto della mano si trovò in un
lampo con dei vestiti più adatti rispetto al camice con cui
si
era messo a 'dormire'.
Solita
camicia di un tessuto leggero e pregiato, blu, con dei pantaloni
bianchi che ricadevano lisci sulle sue gambe.
Quindi
continuando a lievitare aprì la porta che lo divideva
dall'esterno.
Quando
uscì il sole lo colpì in viso riscaldandolo
subito.
Era
una bella giornata ed in apparenza non sembrava esserci nulla che non
andasse.
Il
mondo del Paradiso non era stato distrutto e la gente continuava la
propria vita regolare. Solo i suoi angeli sembravano spariti nel
nulla.
La
sua legione.
Persino
Barbiel.
Con
una nota di preoccupazione nel viso cercò con la mente
l'aura
di Mikael ma con suo profondo stupore non la sentì.
Sgranò
gli occhi mentre un flash lo colpiva... che gli fosse successo
qualcosa durante la guerra con il Salvatore?
Lui
e Uriel erano andati da Dio per capire che cosa stesse succedendo e
accompagnare Setsuna...
Lui
stesso doveva raggiungerli ma per salvare Barbiel non ce l'aveva
fatta.
E
se fosse stato annullato?
Gli
angeli non potevano morire né dissolversi ma potevano
succedere loro lo stesso un sacco di cose terribili paragonabili alla
morte per gli umani...
Non
sentendolo ancora si decise a schiudere le ali dalla schiena e volare
verso quella che sentiva essere l'aura più potente nel
Paradiso, al momento, colui che probabilmente comandava, qualunque
cosa fosse successo durante la sua assenza.
Non
poteva essere... se lo ripeteva realizzando che quell'aura era simile
alla propria fino a che non mise a fuoco Uriel.
Uriel
era vivo.
Ma
Mikael dov'era?
E
Barbiel?
E
i suoi angeli?
Quando
finalmente giunse veloce nella struttura principale del Cielo si
sentì fissato da un centinaio d'occhi pieni di sorpresa,
tutti
gli angeli che lavoravano lì dentro e l'avevano
riconosciuto.
I
sussurri di stupore iniziarono subito dopo mentre si distinguevano le
frasi: - Quello è l'arcangelo Raphael! - - Ma non era in
coma?
- - Si è risvegliato! - - Com'è possibile, dopo
tutto
questo tempo? - - Pensavamo che ormai non tornasse più... -
-
Questo è un segno... -
“Si...
e che cavolo di segno sarebbe? Che mi sono svegliato!”
Ma
più di quello non ci fece caso, quindi rivolgendosi ad uno
di
loro, facendo sparire le ali dentro di sé, chiese:
-
Ehi, chi è che comanda qui, ora? -
-
Già... non sa nulla di quello che è successo
durante la
sua assenza... - Sentì una voce alle sue spalle che
bisbigliava con un altro al suo fianco. Raphael fece finta di nulla,
quindi impaziente attese la risposta timorosa mentre l'angelo di
piccola taglia lo guardava con tanto d'occhi:
-
L'arcangelo Uriel col sommo consigliere Rasiel. - Quando
indicò
le scale che portavano al piano più alto, Raphael non attese
oltre e si diresse a passo sostenuto verso di esse.
“Uriel
comanda? Quello che si era rintanato pieno di sensi di colpa che non
voleva avere niente a che fare con il Cielo? E Rasiel sommo
consigliere? Ma Mikael dove diavolo è!? “
Le
cose erano cambiate più di quello che lui pensava...
Arrivato
davanti alla porta dietro la quale gli avevano indicato esserci
Uriel, non bussò nemmeno, entrò subito e quando
l'alto
arcangelo dalla pelle scura alzò lo sguardo da
ciò che
guardava con preoccupazione, l'espressione si accigliò
mostrando un profondo stupore. Fu come se per un istante il tempo
fosse stato sospeso e nessuno fu in grado di parlare e pensare.
Passò
qualche minuto, in realtà solo pochi secondi, quindi il
bellissimo arcangelo biondo chiuse la porta dietro di sé
sbattendola e mosse ampi passi verso di lui, poi finalmente chiese
brusco e sbrigativo, con una forte necessità di sapere:
-
Che diavolo è successo qua? Dov'è Mikael? E la
mia
legione? -
Uriel
si voltò del tutto allontanandosi dalla finestra e
andandogli
incontro. L'istinto fu quello di toccarlo per vedere se era vero
oppure un'apparizione, ma si fermò quando gli
arrivò
davanti, quindi ignorando le sue domande parlò come se
riflettesse da solo:
-
Ma allora era vero quello che avevo sentito... un'arcangelo era
tornato... non capivo quale dei tre fosse... speravo in Mikael... - A
queste parole simili a lame di ferro piantate nel corpo, Raphael non
si trattenne più e sperando di aver capito male lo prese per
le braccia e scuotendolo con forza chiese con un tono sempre
più
alto ed i battiti che gli tornavano irregolari.
-
COSA E' SUCCESSO A MIKAEL? DOV'E'? VUOI PARLARE, DANNAZIONE? -
Fu
qua che finalmente il moro dai lunghissimi capelli raccolti in una
coda molto bassa, si decise a rispondere con un tono grave nella
voce, sapendo di dovergli raccontare ogni cosa.
Non
cercò di scrollarsi.
Era
difficile dirgli ciò che doveva, ma prese un respiro e
cercando di reggere il suo sguardo impaziente che lo penetrava
affilato, parlò esitando come non gli capitava da tempo. Si
capiva che era difficile anche per lui raccontarlo:
-
Purtroppo le cose sono cambiate molto da quando sei andato in coma.
Anche se il Salvatore è riuscito a salvare il Cielo e
svelare
i segreti celati riguardo Dio e Adam Kadamon, ci sono state numerose
perdite da parte sia del Paradiso che dell’Inferno,
così i
demoni si sono ritirati condotti da Lucifero e noi angeli rimasti
abbiamo potuto riprendere in mano il Cielo riformandolo
completamente. – Raphael lo mollò e Uriel si
girò
distogliendo gli occhi neri da quelli azzurri e limpidi del compagno.
Prese un altro respiro e continuò a spiegare più
nei
dettagli cosa fosse successo quando lui si era chiuso nel Cold Sleep,
poi arrivando alla parte più dura strinse i pugni e con voce
tremante continuò cercando di essere forte. La testa bassa,
voltato dall’altra parte: - Per Mikael era dura,
Raphael… ed io
ero troppo occupato col Paradiso per vedere di lui. Non avevo nemmeno
il sostegno di qualche altro grande angelo. Eravamo io, Rasiel e
pochi altri… tu eri addormentato e Alexiel si
sveglierà solo
quando la sua anima sarà di nuovo libera, proprio come
Djibril. Contavo molto su Mikael ma Mikael contava troppo sul tuo
risveglio che non è arrivato. –
-
Come non è arrivato? Cosa sono, ora? –
L’interruppe
impaziente quasi quanto lo era di solito il rosso. Uriel tese i
muscoli ma non si mosse, alzò appena la voce e premendo
sulle
parole lo disse:
-
Non ti sei svegliato in tempo. In tempo per impedirgli di sparire.
–
Si sospese, quindi si girò e vedendo Raphael chiaramente
senza
fiato con gli occhi sgranati ed orripilati per i mille significati di
quella frase, quindi riprese ancor più grave e penetrante,
quasi accusatorio in un certo senso: - E’ così,
Raphael.
Mikael non ce l’ha fatta ad aspettarti e probabilmente gli
è
successo la stessa cosa di quando è stato abbandonato da suo
fratello. Fatto sta che ora è sparito. Non si trova
più
in Paradiso e non c’è verso di trovarlo. E
onestamente non
posso spendere altre forze per andare a cercarlo… dovrei
andarci io
stesso ma qua c’è troppo da fare che non so da
dove
cominciare. – Prima che l’altro potesse cominciare
proseguì
precedendolo, spiegando ulteriormente cosa la scomparsa
dell’arcangelo delle Potestà comportasse: - Mikael
era
l’incaricato della difesa contro i demoni, ma senza di lui la
sua
legione non intende collaborare. Ci accusa della sua scomparsa e si
stanno rivoltando. Stiamo facendo fatica a trattenerli ma onestamente
non penso di riuscirci per molto. Quando si ribelleranno
sarà
la fine per noi, perché sono gli unici in grado di tenere
testa ai demoni e noi non siamo abbastanza per arginarli. Barbiel
è
a capo provvisorio della tua legione ed è giù a
quel
che rimane del confine ormai quasi completamente preso dai demoni.
Insieme ai miei angeli stanno cercando di fare una barriera per la
prima città che sta per crollare. Ormai alcuni demoni sono
anche riusciti ad infiltrarsi nei livelli superiori… stiamo
facendo
di tutto per stanarli ma non è facile… la
situazione non è
critica ma davvero peggio, Raphael. –
Allora
il moro si avvicinò di nuovo al biondo, lo prese lui per le
spalle, questa volta, e quasi con disperazione, di chi era
sull’orlo
del crollo, chiese in una specie di supplica:
-
Ti prego, Raphael… tu sei l’unico che lo
può ritrovare…
riportalo qua. Con voi due al mio fianco ristabiliremo una volta per
tutte il nostro Paradiso che ci ha lasciato in eredità il
Padre. Lui ha detto che tornerà, non possiamo accoglierlo in
questo stato! Se la legione di Mikael si rivolta contro di noi
è
davvero la fine… i demoni si uniranno a loro per farci
crollare e
sarà solo l’inferno. Nel senso più vero
del termine!
- Che Uriel amasse i discorsi lunghi e i rimproveri era una cosa ben
collaudata, anche se da quando era sparito dopo la prima grande
guerra era diventato silenzioso, ora il suo livello di preoccupazione
era tale che Raphael lo percepì come sincero e ne rimase
disarmato.
Sentire
quelle sue parole così forti era come un’accusa
indiretta,
per lui.
Come
se gli avesse detto che il Cielo stava crollando di nuovo
perché
lui aveva preferito salvare Barbiel e mettersi in Cold Sleep
piuttosto che aiutarli e sostenerli. Sostenere Mikael.
Colui
che aveva promesso di affiancare ed aiutare sempre, di non lasciare
mai solo.
Rimase
a pensare e ripensare a questo.
Che
se non fosse stato per lui, Mikael non se ne sarebbe andato e la
situazione sarebbe splendente.
Il
confine sarebbe ben difeso dai suoi angeli e non ci sarebbe nessuna
rivolta interna alle porte.
Se
avesse pensato di più a lui come aveva promesso…
Eppure
perdere Barbiel… permettere che si disperdesse in
chissà
quale altro corpo… si era sentito in colpa, comunque lei le
era
sempre rimasta accanto, l’aveva sostenuto e fatto come da
madre…
abbandonarla non gli era sembrato giusto.
Lasciarla
andare sarebbe stato come vederla morire e non aveva potuto
permetterlo, solo che in condizioni normali non gli sarebbe successo
nulla, lì, però, era già provato di
suo.
Non
aveva retto.
Adesso
però doveva pensare a Mikael.
Mikael
che non c’era e che, ne era certo, si sentiva perso nella
follia da
qualche altra parte, troppo lontano da lui.
Rimase
a lungo a pensare e ripensare divorato dai sensi di colpa, poi Uriel
lo chiamò come ridestandolo, allora riconnesse le idee e
divenne il pratico arcangelo che era sempre stato, quindi disse
freddo e sostenuto:
-
Ci sono due posti in cui Mikael potrebbe andare: l’Hassiah o
l’Inferno. Il Paradiso era il posto che odiava di
più. Non
c’è mai stato niente a trattenerlo qui tranne,
naturalmente,
io. Pensando che non tornassi più, perché quel
grande
idiota non sa aspettare, divorato dal suo dolore e dalla follia che
lo invade quando si sente tradito da chi ama, deve essere andato in
un altro dei due posti che gli piacciono. L’Hassiah, e
probabilmente proprio dal Salvatore visto l’amicizia che li
legava,
è il primo posto che andrò a controllare.
–
Sentendo
i suoi ragionamenti stranamente ad alta voce, Uriel si
tranquillizzò
capendo d’aver fatto bene a chiedergli aiuto.
Quando
aveva sentito che uno dei tre arcangeli spariti era tornato, aveva
certamente sperato fosse il capo delle Potestà, ma sentendo
che era lui un senso di speranza gli si era acceso ugualmente.
Se
c’era qualcuno che poteva risolvere la questione di Mikael,
quel
solito piantagrane, era proprio lui. Raphael, il capo delle
Virtù.
Al
breve cenno di sorriso che fece vedendolo determinato e così
in sintonia con il loro compagno scomparso, il bellissimo arcangelo
del vento scoccò un occhiata significativa, una che sembrava
proprio dire che ci avrebbe pensato lui, quindi scacciando i sensi di
colpa e le riflessioni troppo profonde per lui, si girò e
proprio come l’aria che lo componeva, se ne andò
svelto,
elegante e sostenuto.
Rimasto
solo, l’arcangelo della terra, rimase a guardare la porta
dietro
cui egli era scomparso e sospirò stanco con
l’unica speranza
che ce la facesse davvero.
Casa
di Setsuna e Sara, ora marito e moglie, era in un quartiere
tranquillo in un paesino di periferia di Tokyo, appena avevano
potuto, avevano preferito dileguarsi con la speranza di poter vivere
in pace, o almeno cercare.
La
loro vita era stata difficile anche dopo i fatti che si erano svolti
nell’Aldilà, ma niente di paragonabile e dopo il
loro
ritorno erano stati in grado di superare tutto riuscendo a costruirsi
una vita felice e piena di amore.
Niente
figli a causa dei legami di sangue, ma l’uno per
l’altro erano
sempre bastati.
Dalle
vicende del Cielo erano passati diversi anni ed ora erano adulti, un
uomo ed una donna ben formati, maturi e cresciuti. Eppure sempre con
quell’aria giovanile che impediva a chiunque di dar loro un
età
specifica.
Come
se non avessero tempo…
Quando
quella mattina si erano svegliati, non avrebbero mai pensato di
ritrovarsi davanti alla porta nientemeno che un arcangelo.
Fu
Setsuna ad aprire per primo pronto per uscire ed andare a lavoro.
Appena
lo vide in un primo momento lo stupore lo invase ma vi rimase per
poco. Evidentemente aveva sempre aspettato qualcuna di quelle visite
inaspettate. Anzi, si era detto, era stato anche tardi rispetto alle
sue aspettative!
Sapendo
che ormai la sua giornata di lavoro sarebbe saltata, buttò
lo
zaino che si portava dietro e incrociando le mani dietro la nuca dai
capelli corti e castani, disse a gran voce:
-
Sara, abbiamo visite! –
Quando
anche la donna spuntò e lo vide si illuminò tutta
salutandolo con un gran sorriso aperto che sprizzava gioia da tutti i
pori.
Ritrovarsi
come visitatore un arcangelo non poteva certo essere una cosa da
tutti giorni e a loro non era capitato mai nonostante il passato
vissuto, anche se avevano sempre sperato di rivedere qualcuno di loro
oltre a Cry. Eppure dalla loro reazione sembrava fossero abituati,
come se se lo fossero aspettato davvero.
Bè,
in cuor loro avevano sempre saputo, e sperato, che li avrebbero
rivisti.
Anche
se a onor del vero avevano sempre pensato di rivedere Mikael, per
primo.
Non
Raphael.
Quando
il biondo e bellissimo essere alato ebbe spiegato più o meno
dettagliatamente tutto l’accaduto, i due che intanto si erano
accomodati intorno al tavolo del soggiorno con tre tazze fumanti di
thè, nessuna delle quali era stata toccata visti gli
argomenti
delicati che avevano loro sospeso il fiato, non avevano potuto
trattenere questa volta un espressione di totale stupore.
Era
stato poi Setsuna a parlare per primo, con una vena preoccupata e
ansiosa nella voce, di chi nonostante avrebbe potuto anche
immaginarlo non aveva comunque mai pensato di sentirsi dire cose
simili. Non dopo quel che aveva fatto per loro.
-
E ora è sparito? –
-
Esatto. In Paradiso non è e se mi dici che non
c’è
nemmeno qua, dove speravo di trovarlo, c’è solo un
posto che
mi viene in mente. –
Fu
qua che Setsuna dimostrò di conoscere davvero molto Mikael:
-
Da suo fratello. – Un affermazione più che una
domanda. Come
se lui invece sarebbe andato direttamente là a cercarlo.
Questa
sua approfondita conoscenza del rosso era presto spiegata: quando
Setsuna era andato in Cielo aveva passato molto tempo, volente o
nolente, con l’arcangelo del fuoco e nonostante i primi
scontri
deleteri poi avevano cominciato a scoprirsi più in simbiosi
di
quel che non fossero disposti a credere e conoscendosi meglio si
erano aiutati a vicenda diventando addirittura amici.
Se
c’era un altro oltre a Raphael che aveva capito quasi subito
Mikael, era stato proprio Setsuna e viceversa se c’era stato
uno
che Mikael aveva miracolosamente ascoltato e sostenuto, era stato
proprio Setsuna!
Questi
aveva capito molto di lui in poco tempo ed erano riusciti ad entrarsi
dentro.
Per
questo l’ormai umano era stato convinto di ritrovarsi proprio
lui
per primo davanti. Invece era stato colui col quale aveva legato di
meno per via della gelosia che portava a causa di Sara.
Era
stata lampante la mira che per un momento quel maniaco aveva avuto
per lei, ma non era stato nulla di davvero serio.
Raphael
a quel punto si alzò, quindi senza chinarsi per ringraziare
del tempo che avevano trascorso con lui, fece per andarsene con la
mente completamente rivolta all’amico da ritrovare. Era
rimasto per
puro scrupolo ma dalle loro reazioni aveva capito che non
nascondevano nulla. E poi se Mikael era sulla Terra l’avrebbe
sentito subito. Invece di lui non c’era proprio traccia.
-
Aspetta… andrai laggiù? – Chiese allora
Sara alzandosi a
sua volta, l’ansia nella voce. Lei, al contrario di Setsuna,
aveva
avuto modo di capire meglio lui avendoci passato insieme più
tempo.
Si
poteva dire che lo considerava un amico che alla fine l’aveva
aiutata molto.
Cosa
invece pensasse Raphael era certamente difficile dirlo anche
perché
al momento aveva in testa solo l’angelo rosso.
Il
biondo si fermò e si voltò, quindi
l’accarezzò
lieve con lo sguardo costatando che ora, da donna matura, era
addirittura più deliziosa di quando era solo una ragazzina.
Eppure si sorprese a sentire i propri ormoni tranquilli. Nessuna
reazione. Non come ne aveva un tempo quando insoddisfatto cercava e
cercava senza sapere di preciso cosa.
Ora
era come se sapesse esattamente cosa cercare.
E
l’avrebbe trovato.
A
costo di andare all’inferno.
-
Si. – disse solo risoluto con uno sguardo fermo che la
penetrò.
-
E’ pericoloso, anche se sei un arcangelo. Vai nel territorio
nemico, non è una cosa da trascurare! –
Cominciò a
preoccuparsi. A questo Raphael alzò un sopracciglio
scettico,
quindi ironico e divertito rispose:
-
Non sono esattamente uno sprovveduto, tranquilla… - Sara
però
non arrossì e non demorse. Sapeva cosa diceva, quindi
insistette testarda:
-
Lo so che non lo sei ma se non sai come muoverti puoi essere anche
Dio in persona che non arriverai a destinazione! – E non
perché
non fosse abbastanza forte, ma perché comunque quelli non
erano solo semplici demoni. A parte il fatto che erano molti,
c’erano
anche alcuni elementi davvero da non prendere sotto piede, elementi
che non permettevano al primo venuto, specie se angelo, di arrivare
al proprio capo, Lucifero. Lei lo sapeva ma lui avrebbe dovuto
saperlo ancor di più, eppure il fatto che non se ne curasse
la
turbava. Significava che il desiderio di trovare Mikael era
così
forte da renderlo altamente incosciente.
Andava
a morire.
-
E cosa suggerisci? –
Chiese
ancora con ironia, pensando che nessuno di loro due, ora umani,
potesse essergli utile.
Ma
ancora una volta lei lo stupì come ricordava aveva fatto
spesso in passato. E risoluta rispose:
-
Ti serve un aggancio sicuro che ti permetta di arrivare da Lucifero.
– E lo disse come se sapesse anche esattamente chi.
A
questo guardò con sguardo significativo il marito e fratello
che, capendo al volo a cosa pensava e a chi si riferisse, si
alzò
anche lui e cominciò a prepararsi come per partire per
l’ennesimo viaggio:
-
Ho capito. In effetti hai ragione… lei è
l’unica che può
aiutarci ad arrivare a destinazione incolumi. Ormai è la
principessa della Geenna e si è rafforzata ulteriormente
rispetto a quando è venuta su… - Fece riferendosi
al
Paradiso. Raphael provò un moto di stizza nel sentirli
parlare
come se lui dovesse sapere a chi diavolo si riferissero, ma non
arrivandoci disse infastidito con le mani ai fianchi:
-
Si può sapere che diavolo state dicendo? –
Fu
allora che Setsuna si fermò e guardandolo con
ovvietà
rispose semplicistico, come al suo solito:
-
Cry, no? È mia amica e principessa della Geenna, se vengo a
chiederglielo io farà passare persino un arcangelo! E ha
contatti con un certo braccio destro della persona che ti interessa
incontrare. – La sincerità e serietà al
tempo stesso
che lesse nei suoi occhi lo calmò. Sembrava avere il potere
si
semplificare qualunque cosa, anche la situazione più
complicata.
Capì
come mai era stato in grado di conquistare, in un certo senso, tutto
l’Aldilà!
Rimase
brevemente ad osservare entrambi che si baciavano come avessero
deciso tutto da soli, quindi invece che seccarsi e rispondere male,
sospirò capendo che con loro il Cielo non aveva potuto
trovare
altro che la pace.
Non
era venuto lì a chiedere aiuto eppure glielo stavano dando
senza domandarsi se lo volesse, questo perché avevano capito
subito quanto invece ne avesse bisogno.
Non
li avrebbe mai ringraziati, ma il non rispondergli male fu il suo
modo per farlo.
-
Oh, sei in grado di farmi andare laggiù senza morire di
nuovo,
vero? – Chiese Setsuna allora ricordandosi del piccolo
particolare
che ora era vivo e che l’altra volta per andare nel loro
mondo
aveva fatto un gran bel casino!
Raphael
si fermò anche dal riflettere, quindi lo fissò
stordito
e pensando se non fosse il più matto di tutti, si riprese
rivalutandolo in via definitiva. Anche se non gli era mai andato
troppo a genio, doveva ammettere che era a posto e che sapeva il
fatto suo.
Avrebbe
addirittura potuto piacergli!
Assunse
tuttavia subito la sua aria sorniona e superiore, quindi incrociando
le braccia al petto fece con sufficienza:
-
Per chi mi prendi? Io posso far tutto! –
-
Lo vedremo! – Rispose solo l’altro con un ghignetto
sadico e
divertito che ricordava incredibilmente quelli di Mikael.
Si.
Setsuna
poteva andare.
-
Andiamo, allora! Non ho altro tempo da perdere! Il Cielo potrebbe
cadere per l’ennesima volta da un momento
all’altro! –
Con
questa frase ad effetto e catastrofica ma in pieno suo stile,
afferrò
Setsuna per un braccio, lanciò uno sguardo che
ammiccò
in segno di saluto a Sara e svanirono insieme in una forte folata di
vento e un flash luminoso che accecò la donna rimasta
nuovamente sola.
Sola
ma sicura di rivedere suo marito presto.
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