seis
Seis
Mordi.
Che sapore ha la carne?
Lacera.
Che colore hanno le interiora?
Distruggi.
Credi esista altro modo per sopravvivere?
Le spade s’incrociarono nuovamente, per poi allontanarsi velocemente.
Schiva, attacca, affonda, colpisci.
Torna indietro.
Ricomincia.
Nuove ferite si aprivano, nuovi tagli laceravano quelle tele di pelle.
Nessuno dei due combattenti se ne curava, gli occhi puntati in quelli dell’avversario.
Ringhiava, ruggiva, voleva intimidire quel dannato ragazzino.
Con una furia animalesca Grimmjow si avventò su Ichigo, strappargli una nuova ferita il suo obiettivo.
Mordi, lacera, distruggi.
Ichigo strinse i denti, parando il colpo con la lama della sua spada.
Insistette Grimmjow, ghignando alla vista dell’espressione di Ichigo.
Quella bozza di paura che mai sul
volto dei suoi avversari era divenuta un quadro di terrore, quel veloce
schizzo pronto a sparire al primo battito di ciglia.
Doveva accontentarsi di quella
manciata di secondi in cui gli pareva di vedere il panico che tanto
aveva ricercato, quella paura che lo innalzava a re della ferocia.
Doveva aggrapparsi a
quell’effimera visione, imprimersela per bene nella mente e
renderla l’unico motivo per cui ancora continuava a combattere.
Rivederla, rivedere quella bozza di terrore sul volto altrui era il suo obiettivo.
Rompere quelle espressioni calme e strafottenti.
Mordi, lacera, distruggi.
La distruzione era la fonte di ogni piacere.
Eppure era così effimera.
Con immenso dispiacere, l’Espada vide quell’espressione che tanto bramava mutare.
Deciso, Ichigo contrattaccò, spingendo via Grimmjow.
Attacca, para, affonda. La serie di
attacchi tornò a ripetersi, pronta ad essere interrotta da un
altro di quei momenti sospesi in cui l’Espada avrebbe potuto
ammirare la paura vestire la carne umana.
Si agitava Grimmjow, avido e impaziente.
Il clangore delle spade lo
eccitava, la frenesia crescente gli dava alla testa. Vedere tutti quei
tagli, tutte quelle ferite lo riempiva d’orgoglio.
Era stato lui a ridurre così
quell’umano, con rozze pennellate aveva tinto lui quella tela di
carne e pelle lacerata.
Passò la lingua sui denti,
un animale che già pregusta il suo pasto. Si lanciò
all’attacco con maggior vigore, colpendo con forza la lama
dell’avversario con la sua.
Fra le scintille al momento della
collisione Grimmjow scorse in quel volto così vicino
un’ombra di sorpresa e di paura.
Strinse i denti sentendo una risata rotolare nella sua gola e premere contro le sue labbra. Non era ancora il momento di ridere.
Un colpo, un altro, ancora uno.
Mordi, lacera, distruggi.
L’unica regola che sempre aveva seguito.
Avrebbe tanto voluto mordere quella
carne umana, lacerarla con le sue zanne, distruggere con il suo stesso
corpo quello dell’avversario.
Come tempo prima aveva fatto con i suoi sudditi.
Lui era il re.
Il re della distruzione.
Non si sarebbe certo smentito.
Avventati sulla preda, immobilizzala, gioca con lei.
Girava intorno a Ichigo, senza mai
arrivare a colpirlo mortalmente. Voleva godersi quel gioco, quelle
espressioni di paura che di tanto in tanto apparivano sul volto
dell’umano per poi morire poco dopo soffocate dalla
determinazione del ragazzo.
Ruggì, eccitato,
avvicinandosi per l’ennesima volta all’avversario con uno
scatto. Si toccarono, si ferirono, si allontanarono.
Sembrava lontana e sfocata la fine di quell’animalesco combattimento e Grimmjow era l’ultimo a volerla vedere.
Avrebbe giocato finché
sarebbe stato possibile, avrebbe distrutto finché ogni tassello
non fosse stato frantumato per bene.
Ma Ichigo pareva non essere dello stesso avviso.
La tela su cui veniva dipinto il terrore che Grimmjow tanto adorava venne coperta da una minacciosa maschera.
Grimmjow si leccò le labbra: qualcosa in più da distruggere per arrivare al suo amato quadro di paura.
Rise, deliziato da ciò che lo attendeva.
Mordi.
Spacca quella maschera.
Lacera.
Riduci in brandelli la sua sicurezza.
Distruggi.
Frantuma ogni speranza per arrivare a ciò che tanto brami.
Gioca finché puoi, Grimmjow.
Solo quando ti ritroverai davanti il cadavere di Ichigo sarai vicino all’epilogo.
Solo così quel lento
processo iniziato da tempo verrà portato a compimento. Potrai
dire di aver svolto il tuo compito.
Distruggi tutto ciò che ti circonda, Grimmjow.
Fino a distruggere te stesso.
***
*Seis: sei (numero) in spagnolo.
Tributo a Grimmjow Jaggerjack, personaggio che adoro, ambientato nel volume 32.
Secondo
la tradizione il numero sei indica "l'opposizione tra il Creatore e la
sua creatura in equilibrio precario, come unione e come rivolta"
(fonte: magia.it/numerologia, più riferimenti in altri siti). Ho
pensato che si addicesse a Grimmjow, amante della distruzione
(opposizione al creatore) e disobbediente ad Aizen (il creatore?).
That's all folks.
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