CAPITOLO 5:
LA VILLA DEGLI ORRORI
Aveva accettato, ovviamente.
Ma prima di avviarsi non aveva potuto trattenersi dal fare una domanda
a Yuuko-san.
“Poco fa ha
detto che questo spirito fa vivere le paure più grandi... E
quindi lui...”
“Non dovresti
chiederle a me.” lo interruppe la strega “Ma
aspettare che sia lui stesso a rivelartele.”.
Il silenzio che
seguì spinse la donna ad aggiungere, con un piccolo sorriso:
“Succederà, non preoccuparti.”
Doumeki, non del tutto
convinto, annuì.
Era la prima volta che svolgeva una missione da solo e ora che
camminava in silenzio sotto la pioggia, non poté fare a meno
di sentire la mancanza di quella conosciuta e fastidiosa voce che gli
trapanava i timpani.
Era partito più tardi del previsto, rimandando di minuto in
minuto, aspettando, senza dirlo, di vedere una testa nera e arruffata
spuntare da quella stanza. Ma invano. Nessun ragazzo era uscito da
lì iniziando ad insultarlo.
Watanuki non si era ancora svegliato.
Di conseguenza le parole della strega suonavano ancora più
minacciosamente vere: non si sarebbe più svegliato.
A meno che lui non avesse trovato quella pietra.
E, poteva cascare il mondo, lo avrebbe fatto.
Con un moto di stizza si ricordò che Yuuko-san stava
sentendo tutte le sue emozioni e, quindi, anche quella immensa
determinazione a volerlo salvare.
Con un sospiro scosse la testa e cercò di non pensare a
quella fastidiosa intrusione.
Doveva far finta che non ci fosse o altrimenti, se avesse
represso i suoi sentimenti durante il viaggio, il prezzo non sarebbe
stato adeguato. Meglio non pensare alle conseguenze se questo fosse
accaduto.
Poi, alzando la testa, la vide: una grande villa abbandonata stonava
con le altre nei dintorni; il giardino ormai formava una piccola
foresta che circondava la casa, quasi oscurandone la vista. La porta e
le finestre erano state sbarrate con travi di legno ormai marcio e
l'intonaco della facciata, come del resto anche la stessa villa, cadeva
a pezzi.
Quasi credette di sentire al suo fianco qualcuno che tratteneva il
fiato, portandosi una mano al naso, e rabbrividiva per un odore che
Doumeki non poteva sentire.
Quando però, per istinto e forza dell'abitudine, si
girò, non vide nessuno.
Questa volta non poté ignorare la dolorosa stretta allo
stomaco.
Doveva sbrigarsi.
Con un agile scatto scavalcò il cancello di ferro battuto e
si addentrò nel giardino-foresta.
Subito, la poca luce che riusciva a sfuggire alle nubi scomparve,
inghiottita da quel tetto frondoso e scuro.
Pur non riuscendo a vedere gli spiriti, lì riusciva comunque
ad avvertirne la maligna presenza.
Ma forse era solo la sua immaginazione.
Certo sapere quello che quei demoni facevano, l'oscurità e
l'essere soli di certo non aiutava...
Arrivò davanti al portone con i vestiti un po'
più sbrindellati di prima. I rovi e le spine non erano
facili da evitare.
Anche se era solo, Doumeki aveva ancora la sua solita espressione.
Ovvero la sua solita non-espressione.
Perché ormai era così abituato a non mostrare
quello che provava che persino in quel momento aveva dipinta sul viso
quell'indifferenza.
Che poi a voler essere precisi, non era così: se una persona
possedeva un forte senso di osservazione per i particolari e le minime
cose, Doumeki sarebbe stato quasi un libro aperto... Ma,
sfortunatamente (o forse per fortuna?), Watanuki non era una di queste.
Shizuka scosse la testa. Perché più si avvicinava
a quella casa e più quell'idiota gli veniva in mente? Di
solito non era uno che si faceva tutti questi viaggi mentali e doveva
iniziare proprio ora che aveva un'altra persona che gli frugava nel
cervello?
Ad un tratto si accorse di essere ancora piantato davanti all'ingresso.
Forzare le assi non fu difficile e in pochi attimi il portone fu aperto.
Guardando dentro, Doumeki non rimase minimamente stupito. Era
esattamente come si aspettava: la sala d'ingresso era gigantesca, con
grandi mattonelle di marmo che riflettevano la poca luce che le ampie
finestre lasciavano passare; in fondo a questa, c'era un enorme
scalinata che circa a metà si biforcava, dividendosi in due
scaloni che portavano al piano superiore, da sinistra e da destra.
Il leggero vento che entrò insieme a Doumeki fece ondeggiare
le miriadi di ragnatele e tintinnare il lampadario di cristallo che,
miracolosamente, era ancora appeso, sulla sua testa.
Ma, a parte l'ambientazione da film horror, non sembrava succedere
null'altro.
La villa era grande e le stanze parecchie. Yuuko non gli aveva detto
dove di preciso avrebbe trovato la pietra e, quindi, non gli restava
altro da fare se non cominciare a cercare.
Chiuse gli occhi e si concentrò. Era da un po' che riusciva
a vedere cose che non appartenevano a questo mondo [1] e riusciva molto
meglio a sentire le presenze maligne...
Li riaprì. Trovata!
Una forte aura spiritica era presente al piano superiore.
Iniziò a salire le scale, facendo attenzione a non
distruggere le varie ragnatele, e seguendo quella traccia,
arrivò davanti ad una porta.
Senza alcuna esitazione la aprì, preparandosi mentalmente.
Fece un passo all'interno.
Immediatamente l'oscurità lo avvolse.
Si trovava in uno spazio immenso, decisamente troppo grande per poter
essere davvero la stanza precedente.
Mosse un altro paio di passi che risuonarono nel nulla, rimbalzando
però contro pareti invisibili. [2]
Improvvisamente, l'incubo ebbe inizio.
Un ragazzo era circondato da demoni. Anche se era di spalle, Doumeki
non ci mise neanche un attimo per riconoscerlo.
Watanuki si girò e iniziò a correre verso di lui,
i demoni alle calcagna. L'arciere si mosse per istinto, iniziando a
muoversi verso il più piccolo. Ma prima che potesse
raggiungerlo, gli spiriti si erano fatti molto più vicini.
Watanuki allungò un braccio verso di lui, la mano aperta.
“Doumeki, aiutam...” non finì la frase,
trafitto da uno di loro.
Shizuka sbiancò.
Mentre l'altro cadeva lo afferrò al volo. Il più
giovane, il viso grottescamente sporco del suo stesso sangue,
avvicinò la bocca all'orecchio dell'arciere, che non poteva
fare altro se non tenerlo stretto.
Tossendo sangue gli sussurrò debolmente:
“Perché non mi hai salvato?”.
Poi sparì, scivolò via dalle braccia di Doumeki
come acqua.
Una pugnalata allo stomaco.
L'incubo cambiò.
Ora Watanuki era accanto a lui, sul viso una strana espressione.
Doumeki si alzò, fronteggiandolo.
“Cosa pensi, che non me ne sia accorto?” la voce
del più piccolo era attraente, magnetica, mentre si
avvicinava lentamente, l'andatura molto più aggraziata del
solito.
Ormai a pochi centimetri dal viso del più grande, Watanuki
gli sfiorò piano una guancia, con le dita affusolate,
guardandolo negli occhi.
“Ma invece lo so... l'ho sempre saputo... -
sussurrò mentre si strusciava maliziosamente contro di lui
-... quello che provi per me.” Doumeki deglutì a
vuoto.
“E' solo che... - avvicinò le labbra alle sue -
invece io... - gliele sfiorò con le dita, mentre l'arciere
non poteva fare a meno di schiuderle.
“io... ti odio.” disse queste parole con voce
dolce, divertita, mentre si allontanava bruscamente da lui.
Sul viso si disegnò un'espressione maligna che ne
trasformò i delicati lineamenti in una maschera spaventosa e
sadica.
“Pensavi davvero di essere bravo a nascondere quello che
provi?! Beh, non lo sei. Sono io che volevo fartelo credere! Non sai
quante volte ho provato ribrezzo standoti accanto e sapendo quegli
orribili sentimenti che provi per me. Ma è tutto inutile, io
non sono come te. E non potrò mai provare per te quello che
tu provi per me! Perché io ti odio!”
Un'altra pugnalata allo stomaco, mentre quelle parole strisciavano nel
cuore di Doumeki, iniziando la loro opera di distruzione.
Guardando il dolore nei suoi occhi, quell'aggraziato Watanuki
lanciò una risata malvagia, acuta, e scomparve, gli occhi
che lo guardavano con un profondo odio e un sorriso cattivo che ne
trasfigurava il volto.
Cambiò di nuovo.
Di nuovo demoni, di nuovo incapace di salvarlo mentre moriva davanti ai
suoi occhi. Di nuovo parole d'odio mentre ogni sua paura veniva tirata
fuori, resa reale.
E le immagini iniziarono a rincorrersi, come su un nastro, e a ogni
immagine, un'altra fitta allo stomaco, un altro frammento di cuore che
cadeva.
Sempre più debole, con la testa che girava, Doumeki stava
immobile, costretto a guardare, sopraffatto dai suoi stessi incubi.
“Perché mi vuoi sempre salvare?! Non capisci che
io non voglio legarmi a te? Perché vuoi obbligarmi ad
esserti riconoscente?!” l'ennesimo Watanuki, in lacrime, gli
urlava contro. “Io non ho bisogno di te! Vattene e lasciami
in pace!”.
No... anche questo no! E quelle parole, quelle di cui più
aveva paura, alla fine vennero mostrate.
“Io... Io non voglio più essere costretto a starti
accanto!!”.
Era troppo.
Le gambe di Shizuka cedettero, mentre anche quell'immagine spariva,
quella che sembrava essere riuscita a distruggergli il cuore.
Si ritrovò in ginocchio, le mani sul pavimento davanti a se,
completamente annientato dalle sue paure.
La piccola parte ancora razionale di lui pensò
distrattamente, mentre iniziava anch'essa a svanire, cosa stesse
dicendo Yuuko mentre veniva a conoscenza dei suoi più intimi
pensieri.
Ma poi... Perché la strega ne stava venendo a conoscenza?
Piano, quella sua piccola parte resistette, raccogliendo i ricordi,
separandoli dagli incubi, e ricostruì quell'importante
missione che aveva quasi dimenticato.
Doveva salvare Watanuki.
E quella determinazione lo sollevò un poco dal baratro in
cui era caduto.
Perché era ancora in tempo.
Aprì gli occhi, riuscendo a cacciare quelle lacrime che
avevano tentato di uscire. Era debole ma riuscì a sedersi e
poi, con uno sforzo che gli sembrò immenso, ad alzarsi.
Sorretto unicamente dalla grande forza di volontà, dal nulla
fece comparire un arco di energia, che puntò contro quelle
immagini, che sembravano volerlo sommergere.
Tirò la corda e scoccò. La freccia di energia
spirituale balzò verso quei demoni, centrandoli.
Tutto si illuminò di una luce chiara e pura e Doumeki, in un
attimo, si ritrovò nella villa, nella stanza in cui era
entrato quello che sembrava un secolo prima.
Si accasciò contro la parete, scivolando giù,
esausto e privo di forze, ma lo sguardo dorato rimaneva fisso davanti a
lui, dall'altra parte della stanza, su quella piccola eppur
così preziosa, pietra lucente.
CONTINUA
1: come detto da Yuuko nel capitolo 131
2: il posto è lo stesso dei sogni di Kimi-kun se non si
fosse capito...
Note dell'Autrice
Scusate il ritardooo!! alla fine credo che la scuola stia vincendo...
ma io non mi arrendo!! U_U/
Comincio col dire che queso capitolo non mi sconfinfera... e che forse
non mi piace proprio... ma ero in ritardo assurdo e ogni volta che
vedevo il PC, sembrava che mi dicesse: "Sei in ritardo! La tua soria...
ricordatiiiii..." con incorporati gli ululati dei fantasmi. Allora io,
terrorizzata, fuggivo invece di sistemare il capitolo. E alla fine mi
sono ritrovata con questo e questo è ciò che vi
beccate.
Cmq sappiate che la successione rapidissima degli icubi era
programmata... l'avevo immaginata proprio così. Ma
è il resto... Bah...
Forse un giorno, mi verrà la voglia di modificarlo un
pò... ma non sò... la voglia........
Voi che ne pensate? Io come al solito, lascio la decisione a voi!
Comunque... ecco i sogni, cioè, incubi del nostro amato
Doumeki-san.
Non c'è molto da dire...
Nel prossimo capitolo che succederà? Riuscirà
l'intrepido arciere a salvare il suo principesso Watanuki? E se ce la
farà, come lo accoglierà Kimi-chan? Per questa
domanda ricordatevi che quel piccoletto è uno scemo completo
e assurdo...
Vabbè non dico altro! Vi supplico di dirmi cosa pensate di
questo capitolo, ne ho davvero bisogno! X°°°
Ma ora via alle risposte! Con anche suon di trombe!
naco
chan: Bene, ti dico subito che, letta la tua recensione,
mi è venuto un mezzo infarto... ma le critiche sono sempre
costruttive! Ti ringrazio per essere stata sincera! ^^ Spero che lo sia
anche per questo capitolo anche se, in realtà, il mio
piccolo cuore prega che la recensione nuova recensione non partecipi
all'"ICA" -Iniziativa Criticoni d'Autunno... Ma ti prego cmq di dirmi
quello che pensi. Ripeto: le critiche sono sempre costruttive! ( se
se... ma se hai pianto per mezz'ora *NdW* Noo! Non è vero!!
U///U *NdY*). Voglio sentire il tuo parere!! ^^
Yusaki:
Ummh... con l''esperienza ho capito che la modalità *Ti
salvo io!!* è parecchio pericolosa. Si consiglia di
utilizzare con moderazione e prudenza... Okay oltre a questo sclero
sono felice che lo scorso cap ti abbia così colpito! Ma
cerca di non farti venire un infarto, credo che non riuscirei a
resistere al senso di colpa!! E poi se tu mi muori, chi mi
farà così tanto ridere, già che non
potrò più leggere le recensioni che mi
lasci?? X°°°
Ti prego di farmi sapere cosa ne pensi di questo capitolo... ci tengo
molto al tuo parere!! ^^
Ayla:
Addirittura a piangere?? Wow... eh eh mi fai arrossire! ^///^
Non credo che questo capitolo sarà all'altezza del
precedente ma spero che almeno un pò di emozioni
riuscirà a dartele... Ti prego poi di farmi sapere! Ma non
ti preoccupare, l'angst non finirà quì! O no che
non finirà quì!! Muah ah ah ah ah!!! *risata
malefica* Coff coff... okay basta così... U///U
Fammi sapere cosa ne pensi, mi raccomando!
Beh, ringrazio quelli che hanno letto e a presto con il prossimo
capitolo!
Yuki Ishimori
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