Questa
breve storia è nata per gioco, in un torrido e pigro
pomeriggio
di agosto passato sul refrigerante bordo di una piscina.
E' ispirata a
una parte dell'altra mia fanfiction: "La Chiave del
Tempo" (tranquilli, è totalmente autonoma e
può benissimo essere letta senza sorbirsi la
prima).
A un certo punto di quella storia, il giovane Teddy
afferma di avere chiesto chiarimenti sui più basilari fatti
della vita a Harry, di avere ricevuto una
risposta da Ron e di non essere stato particolarmente soddisfatto
dalla risposta. Anzi. La diretta conseguenza del non particolarmente
esaustivo discorsetto era stata l'inquietante certezza che, per
diventare papà, avrebbe dovuto farsi pungere da un'ape
mentre
porgeva fiori a una ragazza.
Questa
storia è il tentativo di spiegare come Ron sia riuscito a
inculcare nella mente del piccolo Lupin tale inconsueta convinzione.
Mi
rendo conto che l'argomento non è dei più
originali... ma
alla mia lettrice-cavia la storia pare essere piaciuta e,
fidandomi ciecamente del suo giudizio, ho deciso di proporla a chiunque
sia sufficientemente ardimentoso da affrontarne la lettura.
Se il risultato vi sembrerà un tantino stravagante
sappiate che
è tutta colpa dei vapori di cloro sprigionatisi dalla
piscina.
I personaggi
appartengono a J.K. Rowling e la storia non ha scopo di lucro.
Come
funziona, esattamente, la cosa?
Era
un tiepido
pomeriggio assolato e il ragazzino, seduto composto al tavolo
dell'accogliente cucina di casa Potter, guardava bramoso il pezzetto di
cielo terso che si scorgeva dall'ampia finestra.
Anche
la lieve brezza che scompigliava la chioma degli alberi sembrava
assolutamente perfetta: la giornata ideale per un bel volo sulla scopa.
Il ragazzino
prese un
biscotto dal vassoio posato al centro del tavolo e sospirò
desolato, sbirciando l'uomo sedutogli accanto che, circondato da
miriadi di foglietti artisticamente sparpagliati tra biscotti e tazze
di tè, scriveva ispirato su una grossa pergamena.
«Harry...» provò
a distoglierlo il bambino con una vocetta angelica e, sperava,
irresistibile.
L'uomo
sollevò gli
occhi verdissimi dalla pergamena, si aggiustò gli occhiali
con
un gesto meccanico e abbozzò un sorrisetto contrito.
«Lasciami terminare questa relazione, Teddy, poi
sarò
tutto tuo» promise, posando la piuma d'oca un po'
spelacchiata sul tavolo e scompigliando i capelli di un funereo viola-mi-sto-annoiando-a-morte
del ragazzino; poi ammiccò scherzoso: «Se non la
finisco chi la sente Hermione?»
«Già»
convenne con decisione il mago dai capelli rossi seduto a capotavola,
ingurgitando un grosso biscotto intero. «E' sempre stata
fissata
con questa storia dei compiti.
Fin da piccola: un vero tormento».
Il ragazzino
annuì
e, appoggiando il capo sulla mano, osservò speranzoso
Hermione
assottigliare pericolosamente gli occhi; con un po' di fortuna la
strega avrebbe evocato un battaglione di combattivi canarini da
scagliare contro Ron. A volte lo faceva, e Teddy lo trovava fantastico.
Le illusioni
del bambino
vennero però infrante dall'inopportuno vagito proveniente
dalla
carrozzina parcheggiata accanto a Hermione che, sorridendo radiosa, ne
estrasse un fagottino rosa e cominciò a cullarlo con
dolcezza.
Teddy
sbuffò
deluso, recriminando sulle ingiustizie della vita e spostando la sua
attenzione sull'unica possibile fonte di distrazione: il piccolo James,
dall'altro lato del tavolo, sedeva sul suo seggiolone fissando spavaldo
Ginny che tentava di propinargli una preoccupante poltiglia verdastra.
Senza grande successo, a quanto pareva.
Teddy
sogghignò
virando i capelli a un ciclamino brillante e tramutando il naso in un
grugno da porcellino; James, deliziato, spalancò la
boccuccia e
Ginny ne approfittò per infilarvi a tradimento una
cucchiaiata colma della preoccupante poltiglia
poi, sorridendo grata a Teddy, si massaggiò la pancia
voluminosa.
Era strana
la pancia di
Ginny, ultimamente. Si muoveva, a volte. Dava dei colpetti che facevano
il solletico sul palmo della mano, se glielo appoggiavi sopra.
Harry
adorava farsi
colpire dalla pancia di Ginny. Teddy meno. Lo trovava decisamente
inquietante: le pance serie non dovrebbero colpire la gente!
Oh sapeva,
naturalmente,
che non era proprio la pancia a dare quei colpi, ma il nuovo bambino
che sarebbe nato da lì a poco. Lo trovava inquietante lo
stesso,
però.
Bevve un
sorso di succo
di zucca e fissò lo sguardo su Hermione che stava ancora
cullando il fagotto strepitante. Anche la pancia di Hermione aveva
avuto comportamenti strambi, fino a qualche giorno prima. Ma era
tornata normale quando ne era uscita la bambina: Rose.
Teddy,
sporgendosi un
poco, scrutò scettico il faccino grinzoso della neonata;
Molly
non faceva che ripetere estasiata che era bellissima ma, secondo lui,
ricordava vagamente un Avvincino. Ed era anche abbastanza noiosa, a
essere sinceri. Sì, era più interessante quando
stava
nella pancia, tutto sommato.
Teddy
coltivava la
segreta speranza che il nuovo bambino di Harry fosse più
piacevole, ma ne dubitava seriamente. James cominciava a diventare
interessante solo ora, decise, guardando compiaciuto il bimbo inondare
allegramente la madre di poltiglia verdognola e battere le manine
entusiasta.
All'improvviso
Teddy
venne assalito da una bruciante curiosità. Gli capitava
spesso,
ultimamente, di avere strane domande che gli ronzavano per la testa e
il padrino riusciva quasi sempre a dargli una risposta.
Chissà
se
sapeva anche come...
«Fatto»
esclamò felice Harry, abbandonando definitivamente la piuma
sul tavolo e alzandosi in piedi stiracchiandosi beato.
«Forza,
Teddy, sono tutto tuo! Cosa vogliamo fare?»
sbirciò oltre
il vetro e sorrise soddisfatto. «Direi che è una
giornata
ideale per volare, oggi. Ti va un giretto sulla scopa?»
Teddy lo
guardò
pensieroso. «Sì... ma prima mi spieghi come ha
fatto il
tuo nuovo bambino a entrare nella pancia di Ginny, Harry?»
Seguì
un istante di
silenzio sbigottito, interrotto solo dagli strilli di James e da un
tossicchiare insistente: probabilmente Ron si era strozzato con un
biscotto. Be', nonna Andromeda diceva sempre di masticare bene; e a
bocca chiusa, naturalmente.
Ron non
faceva né l'una né l'altra cosa, in genere. Del
resto non viveva con nonna Andromeda...
Ginny ed
Hermione
ridacchiarono divertite e Harry si lasciò ricadere sulla
sedia,
fissando il figlioccio ad occhi sgranati.
«Uh...
come Teddy?»
«Sì,
insomma» il bambino indicò Rose che dormiva
placida tra le
braccia della mamma. «Nella pancia di Ginny c'è
uno di
quei cosi.
Ed è per
questo che si comporta in modo strano. La pancia, dico. Quello che non
capisco è come ha fatto ad entrarci, il coso».
«Ah».
«Non
lo ha mangiato, vero?»
domandò il piccolo arricciando diffidente il nasetto tornato
normale.
«Eh...
no, certo
che non lo ha mangiato! Lei...» Harry si fermò,
indeciso.
Negli occhi lo smarrimento di chi non sa davvero che pesci pigliare.
Guardò la moglie con aria vagamente implorante.
«Ginny,
vorresti...?»
«Direi
proprio di
no, amore. Sto tentando di sfamare il tuo primogenito, al momento. E
poi Teddy lo ha chiesto a te»
rispose quella, con una luce
diabolica nello sguardo.
«In
fondo,
Harry» rincarò Hermione, tentando disperatamente
di darsi
un contegno, «Hai affrontato prove molto peggiori in vita
tua.
Hai sconfitto draghi, basilischi e maghi oscuri».
«Già.
Peccato che draghi, basilischi e maghi oscuri non si trovino mai quando
servono...» borbottò il Prescelto,
togliendosi gli
occhiali e sfregandosi gli occhi avvilito.
Teddy
osservò
sorpreso la reazione del padrino e, in un moto di virile comprensione,
gli posò una manina sulla spalla dando brevi colpetti
rassicuranti. «Se non sai come funziona, esattamente, la cosa
non
fa nulla, Harry. Davvero. Lo capisco» corrugò la
fronte,
pensoso. «Magari potremmo studiarci sopra tutti
assieme».
Ginny
soffocò una
risata. «Giusto! Forse nella Sezione Proibita della
Biblioteca di
Hogwarts troveremo qualcosa. Su, non abbatterti Harry, prima o poi
scoprirai come funziona, esattamente, la cosa».
Harry si
rimise gli
occhiali e sogghignò lanciando un'occhiata significativa
alla
moglie, quindi si schiarì la voce: «Teddy,
apprezzo molto
la tua comprensione, davvero. Ma sono abbastanza sicuro di sapere come
funziona, esattamente, la cosa. E' solo che è un argomento
un
po'...»
«Ah,
te lo spiego
io, piccoletto» intervenne Ron, appoggiando entrambi i gomiti
sul tavolo e allungandosi verso il bambino. «Che ci
vorrà
mai. Allora, hai presente le api?»
Teddy
annuì con
entusiasmo scostandosi i capelli, tornati del loro solito castano
chiaro, dalla fronte, una scintilla di anticipazione negli occhi
ambrati. «Sì. So tutto sulle api, Ron. Sono
insetti
sociali, imenotteri per la precisione. Vivono in alveari e sono molto
utili per l'uomo, perché producono cera e miele».
Ron lo
guardò a bocca spalancata. «Eh? Ime...
cosa?»
«Imenotteri. Era
scritto in un bellissimo libro che mi ha regalato Hermione. Se vuoi te
lo presto. Secondo me ti piace. Ha anche le figure».
«Oh.
Io... ci penserò, sì. Ma torniamo a noi, ora.
Dunque, le api si posano sui cavoli».
Harry
guardò l'amico, scettico. «Ma non erano fiori,
Ron?»
«Fiori?
Sei sicuro?»
«Sì,
i cavoli avevano a che fare con le cicogne, mi pare...»
Teddy
guardò
alternativamente i due, sempre più interessato, poi
affermò conciliante: «Cavoli e
fiori sono abbastanza simili, penso. Sono tutti e due vegetali».
«Ecco,
vedi Harry, cavoli e fiori sono tutti e due vegetali»
sottolineò Ron.
«Può
darsi,
ma non mi risulta che le api c'entrino coi cavoli. Sono le cicogne
quelle collegate ai cavoli» insistette caparbio Harry.
«Ah...
magari anche le cicogne sono simili alle api»
insinuò speranzoso Ron.
«Ma
le cicogne non sono imenotteri! Non fanno neppure il miele»
protestò Teddy sdegnato.
«No?»
«No,
sono uccelli,
le cicogne. Però volano anche loro» concluse il
ragazzino con un sorriso esultante.
«Ecco!
Vedi, Harry?
Qualcosa in comune api e cicogne lo hanno, dopo tutto»
rimarcò Ron, squadrando trionfante il cognato, poi
riportò la sua attenzione sul bambino. «Va bene
Teddy. Ma
ora dimenticati i cavoli. E anche le cicogne. Quella è
un'altra
versione dei fatti».
«Un'altra
versione dei fatti?» chiese Teddy un po' confuso.
«Sì.
Concentriamoci su fiori e api» affermò il mago dai
capelli rossi con decisione.
Teddy
annuì solenne, un po' sorpreso delle risatine che scuotevano
Hermione e Ginny: le femmine erano davvero strane.
«Perfetto»
Ron bevve un sorso di tè e riprese la sua spiegazione.
«Allora, le api si posano sui fiori e li
impollinano».
«Ma
questo lo so già, Ron» replicò
pacato Teddy. «Era scritto nel libro che mi ha regalato
Hermione».
«Ah
sì?» Ron guardò la moglie
scandalizzato. «Ma
che razza di letture proponi a questo bambino? Il prossimo regalo lo
sceglierò io!» affermò tornando poi a
fissare Teddy.
«Allora, ometto, dicevo, le api impollinano i fiori ed
è
esattamente così che un bimbo entra nella pancia di una
mamma».
Teddy
socchiuse gli occhi, sconcertato, e Harry gemette sfregandosi la fronte
con una mano.
«Per
fare entrare
un bambino in una pancia servono delle api e dei fiori?»
chiese
Teddy allibito. «Come funziona, esattamente, la
cosa?»
«Ah»
Ron si
passò una mano tra i capelli, le orecchie rosse come un
gagliardetto di Grifondoro. «Ecco, devi sapere che alle donne
piace ricevere dei fiori, sì. E gli uomini... er... come sai
le
api... eh... pungono».
Teddy si
accigliò,
perplesso. «Le api pungono gli uomini? Se volessi diventare
papà dovrei farmi pungere da un'ape mentre do dei fiori a
una
ragazza, vuoi dire?» si fermò meditabondo,
scrutando Rose
con aria scettica. «No, credo che la cosa non mi
interessi».
«Oh,
per l'amor del
cielo» sbottò Ginny cercando di smettere di
ridere.
«Harry, vuoi intervenire prima che Ron rovini del tutto
questo
povero bambino?»
Harry prese
un profondo
respiro e mormorò: «No, Teddy, non è
esattamente
così che funziona la cosa. Le api, impollinando i fiori,
permettono loro di produrre semi da cui nasceranno altri fiori. Ma per
i bambini... non servono api e fiori, tesoro».
Teddy
annuì, sempre più confuso. «Per i
bambini servono cicogne e cavoli?»
«No!
No Teddy, non
servono cicogne e cavoli» Harry scoccò a Ron
un'occhiata
assassina, poi fissò il figlioccio con dolcezza.
«Per i
bambini servono solo una mamma e un papà».
«Una
mamma e un
papà? E basta? Ma come fanno una mamma e un papà
a fare
entrare un bambino nella pancia della mamma? Dove lo
prendono?»
inarcò un sopracciglio, pensoso. «Usano qualche
magia,
vero?»
«Sì,
Teddy.
La magia più potente del mondo: l'amore» rispose
Harry,
arruffandogli affettuosamente i capelli.
«Oh»
commentò Teddy sorpreso. «Ma come funziona,
esattamente, la cosa?»
Harry
boccheggiò
ed Hermione, adagiando la figlia addormentata nella carrozzina,
sbuffò divertita: «Vieni qui, Teddy».
Il piccolo
ubbidì e la strega se lo fece sedere sulle ginocchia.
«Vedi,
tesoro,
quando un papà ama davvero una mamma le dimostra questo suo
amore e, così facendo, le dona un minuscolo pezzettino di se
stesso, mettendolo al sicuro nella pancia di lei. Qui, questo minuscolo
pezzettino di papà si unisce a un minuscolo pezzettino della
mamma, creando così un nuovo bambino».
Teddy
alzò il
visetto, guardando Hermione meravigliato. «Un bambino
è
formato da un pezzettino del papà e da un pezzettino della
mamma? Mi piace questa versione. E mi pare anche più
credibile» affermò, guardando in tralice Ron che
sospirò afferrando un ennesimo biscotto.
Quindi il
ragazzino si
chinò su Rose esaminandone assorto i minuscoli lineamenti.
«Non lo vedo il tuo pezzettino, sai Hermione? Ma era nella
tua
pancia, quindi penso che debba averlo. Non ci vedo nemmeno quello di
Ron, però...» alzò lo sguardo,
ispirato.
«Forse è stato qualche altro papà a
darti il
pezzettino per crearla».
Un sinistro
rumore di
ceramica infranta fece sussultare il bambino: Ron, con il viso di
un'affascinante tonalità ciclamino, guardava Hermione con
gli
occhi socchiusi, circondato dai cocci di una tazzina del servizio da
tè regalato a Ginny da zia Muriel.
Harry
ridacchiò
sistemando il pasticcio con un pigro colpo di bacchetta ed Hermione
richiamò l'attenzione di Teddy. «Oh, sono
ragionevolmente
sicura del fatto che Rose sia stata creata da un pezzetto di Ron,
tesoro. Solo che è ancora molto piccola, ed è
difficile
scorgerlo».
Teddy
annuì poco
convinto, scrutando James e studiandone con attenzione i capelli neri e
arruffati che spiovevano, ribelli, sugli occhi castani.
«Jamie
ha i capelli
di Harry. Ma ha gli occhi di Ginny» affermò
elettrizzato,
poi riportò la sua attenzione sulla bimba addormentata
annunciando vittorioso: «Ha i capelli rossi! Pochi, ma
decisamente rossi! Sì, Hermione, il secondo pezzettino
potrebbe
essere proprio quello di Ron...»
«Oh,
ma che fortuna» borbottò il mago un po'
imbronciato.
Teddy si
agitò
irrequieto, abbassò lo sguardo e, stringendosi le manine in
grembo chiese, titubante: «Anche in me si vedono i pezzettini
di
mamma e di papà?»
«Sì,
oh
sì, piccolino» mormorò Hermione
accarezzandogli i
capelli con dolcezza. «Non sai quanto! Quando trasformi il
naso
in un grugno da porcellino per divertire James, ad esempio, sei
identico alla tua
mamma. Anche lei lo faceva, a volte».
Teddy
sorrise deliziato
ed Hermione gli diede un buffetto affettuoso sul naso. «E hai
il
sorriso dolce e disarmante di Remus, non c'è dubbio.
Più
cresci, Ted, più le tue somiglianze con loro si accentuano,
sai?» concluse, avvolgendo il bimbo in un abbraccio.
«Hai
la stessa
risata di Tonks» mormorò Ginny con un pizzico di
malinconia. «Quando ridi mi sembra di risentire
lei».
«E
hai gli occhi di
tuo padre» affermò Harry con una voce
insolitamente roca.
«Spesso, quando mi guardi, ho la sensazione che sia lui a
farlo.
E' per questo che a volte mi turbo quando mi fai qualche domanda,
Teddy.
Mi sembra strano dover essere io a spiegare qualcosa a chi mi guarda
con quegli occhi».
«Perché?»
chiese il bimbo sbalordito.
«Perché
di solito era il tuo papà a rispondere alle domande che gli
facevo io».
«Oh.
Facevi al mio papà domande come quelle che faccio io a
te?»
«Sì.
Be'... quella che tu hai posto a me poco fa no, non gliela ho mai
fatta».
«Peccato,
però» ridacchiò Ron. «Mi
sarebbe piaciuto vedere la sua
reazione. Secondo me sarebbe ammutolito come hai fatto tu,
Harry».
Hermione
scostò
dolcemente Teddy da sé e negò sdegnata:
«Ma certo
che no! Lui avrebbe saputo sicuramente rispondere. Lui sapeva sempre
rispondere. Ci ha spiegato cose molto più complicate, in
fondo».
Teddy scese
dalle ginocchia della strega e si avvicinò alla carrozzina
di Rose.
«Pensate
che questa
capacità l'abbia messa nel pezzettino che ha usato per
creare me?»
chiese, scrutando meditabondo la bambina.
Hermione
annuì
sorridendo. «Oh, io direi proprio di sì, Teddy.
Prima,
mentre spalancavi a Ron una finestra sul "meraviglioso mondo degli
imenotteri" eri identico a Remus: una sua miniatura».
«Bene»
il
bambino guardò in tralice Ron e poi fissò su
Hermione uno
sguardo serio. «Così, quando Rose sarà
interessata
a sapere come fanno i bambini a entrare nelle pance delle mamme, se non
vorrai spiegarglielo tu, Hermione, potrò farlo io.
Perché
è meglio evitare di farlo fare a Ron, mi sa».
James scelse
proprio quel momento per lanciare uno sdegnato strillo assordante.
«Tranquillo,
Jamie,
lo spiegherò anche a te, se vorrai... ma, con un po' di
allenamento, il tuo papà
potrebbe anche farcela, secondo me».
Quindi,
indifferente alle
diverse reazioni provocate dai suoi ultimi commenti, Teddy
si avvicinò al padrino, gli afferrò una mano
costringendolo ad alzarsi e gli
rivolse un sorriso elettrizzato: «Ma non avevi parlato di un
giretto sulla scopa, Harry?» si fermò un istante,
assorto. «Prima ho un'altra domanda,
però».
Harry lo
guardò, vagamente preoccupato, ma sorrise e rispose:
«Dimmi, Teddy»
«Secondo
te la passione per il volo stava nel pezzettino di mamma o in quello di
papà?»
Fine
Scrivendo
questa storiella ho tentato di adottare il punto di vista di un bambino
di otto anni, con tutte le convinzioni e le idiosincrasie del caso.
Avrete notato, però, che, in alcuni punti, il piccolo Teddy
sfoggia una notevole padronanza linguistica; forse eccessiva per un
bimbo di quell'età. Ma la cosa è assolutamente
voluta.
Mi
immagino Teddy come uno di quei ragazzini "stregati" dai libri che, di
conseguenza, tendono a sfoderare termini insoliti in modo
indiscutibilmente appropriato, gettando nel più cupo
sconforto
gli adulti che li circondano. (Come non provare un moto d'empatica
comprensione per il povero Ron, totalmente ignaro dell'esistenza dei
misteriosi Imenotteri?).
Non
ho la più pallida idea di chi sia nato prima tra Rose o
Albus... così ho deciso di dare, cavallerescamente, la
precedenza
alla femminuccia.
E non so neppure quale aspetto abbia esattamente il piccolo James,
so solo che non ha gli occhi di Harry, così ho deciso di
appioppargli i capelli dei Potter... spero mi perdoni. ^^
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