CAPITOLO 10
La nave viaggiava verso sud-est mentre Edmond, posizionato a poppa,
vedeva il castello d’If allontanarsi gradualmente. A quella
vista, non potè che provare immenso piacere ammirando come
il suo passato svaniva pian piano all’orizzonte come un
brutto sogno, ora che Dio gli aveva concesso una nuova vita. Tuttavia,
gli bastò volgere lo sguardo verso nord, verso un piccolo
puntino luminoso, che un sentimento di dolore venne a guastargli
quell’immensa gioia. Quella luce in lontananza era la sua
Marsiglia e, rivedendola, seppur da lontano, la sua mente si rivolse
alla sua Mercedes e a suo padre di cui ignorava la morte. “Oh
Mercedes, resisti per un altro po’, io sono libero! Tra
qualche tempo tornerò a Marsiglia e fuggiremo lontano
lontano, dopo aver fatto luce sul mio arresto e punito chi ci ha divisi
per tutti questi anni” pensò tra se
Dantès che, pensando a quelle squallide persone che lo
avevano incastrato e di cui ignorava l’identità,
stava inconsciamente stringendo violentemente tra le mani la linghiera
su cui era appoggiato. Oh marinaio quanto altro veleno dovrai ingerire!
“Dantès, venite qui un momento che ho bisogno di
voi” esclamò ad un tratto Vampa.
“Eccomi signore, ditemi.” Rispose gentilmente
Edmond, ridestatosi da quei profondi pensieri.
“Ho deciso di affidarvi il comando della nave per questo
viaggio. Voglio, infatti, mettere alla prova le vostre doti di esperto
marinaio che ci avete conferito quest’oggi. Io
resterò qui ad osservarvi” e cosi dicendo, gli
mostrò gli altri membri dell’equipaggio verso cui
gli era appena stato conferito il potere di capitano. Col sorriso sul
viso, Edmond si mise al comando di quel bastimento che, grazie agli
accorgimenti del suo momentaneo capitano, si ritrovò al
largo delle coste livornesi con un’ora d’anticipo.
“A meraviglia,
Dantès!”-esclamò
Vampa-“sapevo che avrei fatto un affare a condurvi con me!
Ora entriamo in cabina, in modo da mangiare qualcosa e concludere
l’operazione a pancia piena.”. Dunque, tutti
scesero in cabina dove il cuoco della nave, Bertuccio, aveva cucinato
del buon pesce; solo un marinaio, incaricato delle vedetta, rimase sul
ponte. Il segnale che si attendeva era una luce lampeggiante e quando
quello si presentò, la vedetta avvisò Vampa e
tutti salirono sul ponte. Dopo pochi minuti, un bastimento si
accostò a quello di Vampa, il quale ordinò ai
suoi marinai di fare un ponte tra le due navi stendendo due tavole
l’uno accanto all’altra. Eseguito il lavoro, lo
stesso Vampa con due marinai salirono su quel bastimento che,
apparentemente, era come deserto. Dopo alcuni minuti, i tre uomini
ricomparvero con due grossi sacchi che si trascinavano dietro e quella
nave, dopo aver tolto il ponte, spari nella notte allontanandosi verso
sud. Edmond, che aveva assistito curiosamente a quella scena, si
avvicinò con gli altri marinai a quei sacchi trasportati
nella cabina, i quali furono aperti delicatamente e privati di un poco
del suo contenuto per controllarlo: era tabacco. Vampa, vedendo
Dantès cosi curioso, si era deciso ad andargli a fornire una
spiegazione su quell’operazione, ma il marinaio lo
anticipò dicendogli:
“ Bene bene, capitano! Questo tabacco venduto in Italia in
nero vi frutterà almeno centomila franchi”.
“Vedo che ve ne intendete, Dantès! Un nostro uomo
che lavora alla dogana ci permetterà come sempre di sbarcare
a Livorno evitando quei noiosi controlli. In questo mondo bisogna
saperci fare se si vuole campare, Dantès” gli
rispose Vampa, sempre più colpito da quell’evaso
che ben sapeva il fatto suo. Terminato il controllo, la nave riparti
verso Livorno dove, come aveva detto il capo, non vennero fatti i
controlli doganali. Ad attendere la ciurma e il suo prezioso carico vi
erano due carrozze, che trasportarono quegli uomini in una vecchia casa
nella campagna livornese. Il mattino seguente, alcuni di quei tali si
divisero tra loro il tabacco, uscirono e tornarono a sera con
centodiecimila franchi, che vennero posti su di un tavolo presso cui si
erano radunate tutte quelle persone, incluso il nostro Edmond; dunque,
si alzò Vampa che fece le divisioni del ricavato assegnando
ad ogni uomo 500 franchi. Ricevuta la sua paga, Edmond pensò
tra sé “Molto bene, ogni operazione mi
frutterà circa 500 franchi. Di questo passo, mi
basterà partecipare ad altre venti operazioni e
avrò il denaro per dare inizio allo spettacolo”.
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