"Ho un appuntamento con Mr Mortensen alle 18."
"Buona sera Ms Sturlese! Com'é andato il volo?" Quella donna
sorridente era veramente gentile e carina. Si sentì in colpa
per
la fretta con cui si era presentata. Non voleva essere maleducata, ma
era così stanca da una parte e così nerovosa
dall'altra...
"Piuttosto bene, grazie! Ci vuole troppo però... Insomma,
non
è che mi faccia impazzire star seduta per 7 ore su un
aereo!!"
Fece un bel respiro e si rilassò. Così andava
meglio,
pensò. Non c'era motivo di essere così nervosa
dopo
tutto! Se la segretaria era così dolce anche lui doveva
essere
una persona piacevole.
"La capisco! Per questo non sono mai venuta in Europa..." - le sorrise
-
"Sarà meglio che si accomodi, è occupato al
telefono in
questo momento... E' sua moglie, perciò temo che
dovrà
avere un po' di pazienza per qualche minuto..."
"Non si preoccupi!" Si girò verso una delle sedie e
lentamente
iniziò a togliersi la giacca. Era molto contenta di
quell'acquisto... Aveva cercato una giacca rossa come quella per mesi!
Era proprio carina con quel completo, doveva ammetterlo! I pantaloni
neri, leggermente attillati, facevano intravedere una figura
tonica e in forma. Gli stivali col tacco alto l'aiutavano a cammuffare
una statura non molto alta. Ma il cappellino nero era davvero la
cigliegina
sulla torta... quello e la borsetta, che si abbinava perfettamente al
completo, essendo rossa e nera.
Una volta seduta non potè fare a
meno di dare un'occhiata in giro... C'erano molte foto appese
ai
muri, la maggior parte in bianco e nero. Lanciò un'occhiata
al
suo orologio. Erano le 18:10 e non era nemmeno ancora entrata... Voleva
essere di ritorno all'hotel in tempo per la telefonata di
Alice,
alle 20... non era così' sicura di farcela ora, dato che lui
era
così in ritardo... Sua moglie... Non sapeva che fosse
sposato...
Elena inarcò il sopracciglio destro, cosa che faceva ogni
volta
che qualcosa la indisponeva. Avrebbe potuto chiamarla in un altro
momento visto che doveva avere un appuntamento di lavoro! Non era molto
carino... Sospirò. La segretaria non fece in tempo a posare
la
cornetta che il telefono suonò di nuovo.
"Questo dev'essere lui..."
Elena alzò lo sguardo verso di lei, cercando di decifrare
ogni
più piccolo movimento delle sue labbra e del suo viso. La
signora attaccò e si alzò, andando verso di lei.
"Adesso la può ricevere... se vuole accomodarsi..."
Elena le sorrise un po' tesa. Era l'ora. Si era immaginata
quel
momento negli ultimi 5 mesi, da quando aveva ricevuto l'email
dell'editore in cui dicevano di essere interessati al progetto e che il
proprietario desiderava sapere se fosse possibile incontrare lei e la
scrittrice per parlare.
Parlare di cosa? Si era chiesta da allora. E ora l'avrebbe
scoperto, perché in pochi minuti sarebbe stata di
fronte a
lui, una delle celebrità più richieste e famose
del
momento. Mentre pensava tutto ciò, la segretaria
aprì la
porta e la fece entrare.
"Ecco Ms Sturlese, Viggo. Sono più di 10 minuti che aspetta
qui
fuori... sarà meglio che ti scusi!" - gli sorrise con un
sorriso
dolce.
"Cavoli, mi dispiace!" - si alzò.
Maledizione. Era anche più sexy di quanto si aspettasse in
carne
e ossa! Cercò di darsi un contegno e sembrare calma e
distaccata. Lui si avvicinò velocemente verso di lei
sorridendo,
gli occhi che brillavano. Era veramente felice, finalmente, di
conoscerla! Si erano scambiati un po' di email che aveva trovato molto
interessanti. Si era chiesto che aspetto potesse avere, come un
adolescente che chattava con una ragazza sul web. Avvicinandosi a lei
cercò di darle una bella occhiata. Era proprio carina! Quel
cappellino poi le stava proprio bene... incorniciava la bellezza dei
suoi occhi. Occhi incredibilmente scuri... ti ci potevi perdere
facilmente dentro...
Si strinsero la mano.
"Sono davvero davvero dispiaciuto! Sono rimasto bloccato da una
telefonata che non potevo rimandare..." - le sorrise, in modo
così caldo che lei si sentì come stesse per
sciogliersi
davanti a lui.
"Non importa, davero." Oh, per favore! Che cavolo di risposta stupida e
insulsa era quella?
"Prego, si accomodi..."
"Grazie"
Si sedettero entrambi. Elena si tolse il cappello, lasciando cadere
sulle spalle una cascata di riccioli neri che le incorniciavano
perfettamente i tratti del viso. Viggo pensò che
nessun'altro
tipo di capelli le sarebbe stato più adatto.
" Sono molto contento di conoscerla, finalmente! Spero che il suo
viaggio sia andato bene e l'albergo sia di suo gradimento."
"Oh, sì, grazie mille! E' tutto perfetto."
Cavoli Viggo, questo è proprio fiacco come approccio, sai
fare di meglio!
"Quando arriverà Mrs Vieira?"
"Dovrebbe essere qui domani per le 9. Dovrei ricevere una sua
telefonata fra un'oretta e mezza" - guardò l'orologio
"Benissimo, allora possiamo vederci alle 15, così
avrà il
tempo di rilassarsi e riposarsi un po'. Devo dire che sono piuttosto
emozionato di conoscerla... Mi è piaciuta moltissimo la
storia
che ha scritto e che lei ha tradotto così bene... E
ovviamente
mi sono subito appassionato al progetto che vi è dietro..."
"Lo so... Credo sia impossibile non venir colpiti da quello che sta
succedendo nel mondo... ma devo dire in realtà che lei
sè
stato l'unico editore a mostrare interesse! Insomma... sono rimasta
sorpresa dall'indifferenza dell'ambiente... migliaia di bambini muoiono
ogni secondo che passa in molte aree del mondo, non posso credere che
ci siano persone cui non gliene frega niente e che dormono
tranquillamente, magari con i propri figli nella stanza accanto!"
Si era improvvisamente accalorata, gli occhi che brillavano e
il
volto che mostrava chiaramente il suo stupore e il suo disgusto. Viggo
rimase colpito dall'energia e la luce che stava emanando in quel
momento...
"Ok, ok... Io sto dalla sua parte, se lo ricorda??" - rise
Elena arrossì. L'aveva fatto di nuovo! Ogni volta
che iniziava
a parlare di qualcosa a cui teneva particolarmente o che
pensava
fosse molto importante si agitava e iniziava a parlare come un fiume in
piena!
"Cavoli, mi dispiace... E' solo che... per me è
così importante e così... incredibile!"
Viggo le sorrise. Era così carina in quel momento, con le
guance
ancora in fiamme per l'imbarazzo. Qualche ricciolo le cadde sulla
fronte coprendole un occhio, ma con le dita li rimise a posto subito.
"Non si preoccupi, la capisco perfettamente. Anch'io me la prendo per
queste cose..."
Dal suo sguardo capì che era vero. Quegli occhi
erano così caldi e profondi e...
"Tutto bene?"
"Sì, sì..." - arrossì di nuovo -
"Forse sono un po'
stanca..." - abbassò lo sguardo. Cosa diavolo stava facendo?
"Comunque... Credo sia tutto a posto. Avete ricevuto il contratto, no?"
"Sì, certo"
"Bene, quindi penso proprio che non ci saranno problemi... Fra un mese
dovremmo essere pronti e andare al Gala di Beneficenza per promuovere
l'iniziativa."
"Fantastico!" - sorrise
La luce nei suoi occhi era davvero affascinante... e anche il suo
sorriso... era come se tutto il suo viso sorridesse. Era stata davvero
un'ottima idea chiedere un incontro... Viggo aveva capito subito che
doveva esserci una persona speciale dietro a questa idea...qualcuno che
valesse la pena di conoscere, almeno.
"Anche Alice è molto felice. L'idea che il suo libro venga
usato
per raccogliere fondi per bambini le dà un'immensa gioia...e
ne
aveva bisogno"
Forse non avrebbe dovuto dirlo... ma Alice aveva passato un periodo
così difficile ultimamente... Quando suo marito era morto
Elena
aveva pensato che non avrebbe scritto mai più e non avrebbe
sorriso mai più. Poi le era venuta quell'idea... non
ricordava
neppure come le fosse venuto in mente ma era successo e ne era
contenta.
Si sentì improvvisamente confusa.
"E' un po' pallida... è sicura di star bene?"
Pallida? Come poteva essere pallida? Non era mai pallida... E
perché la stanza girava così forte ora??
" Io... in realtà... gira tutto...."
"Cosa??"
Elena mosse le labbra ma non uscì nessun suono. In pochi
secondi si accasciò sulla sedia e perse i sensi.
"Mildred!!"
Doveva essersi addormentata... ma com'era possibile?? Stava parlando
con lui... tutto andava bene e poi... il buio...
"Grazie a Dio si sta riprendendo...ci ha fatti spaventare, sa?"
Spaventare? Ci? Ma dove cavolo si trovava?? Forse se avesse aperto gli
occhi la stanza avrebbe smesso di vorticare.
"Io..." - si portò una mano alla fronte - "Mi dispiace..." -
cercò di tirarsi su, ma la testa iniziò a girare
ancora
più veloce. Che diavolo stava succedendo? Non riusciva a
capire
perché si sentisse così male. Tutto era andato
così bene fino ad allora.. Aveva preso il suo volo, avuto un
buon viaggio... il cibo sull'aereo era terribile come al solito, ma il
volo era così lungo che non aveva potuto fare a meno di
mangiare
qualcosa. Alle 12 era arrivata all'hotel che avevano prenotato per lei
... era davvero un bell'hotel, un cinque stelle... lei non si sarebbe
mai potuta permettere una cosa simile! Non appena era entrata in camera
si era fatta una lunga doccia e poi si era infilata a letto e si era
addormentata in pochi secondi. Grazie a Dio si era svegliata in tempo
per prepararsi per l'appuntamento. Tutto liscio, tutto ok...
"Sarà meglio che resti coricata ancora un po'... Mildred le
sta
preparando un caffé o qualcos'altro, non ricordo cos'ha
detto...
" - era davvero preoccupato per lei, era così pallida...
"Ho solo bisogno di un po' di zucchero, tutto qui... Un piccolo
collasso, non è niente, non si preoccupi... " - sentiva che
lui
era davvero agitato... gli uomini non sanno mai gestire quel tipo di
situazioni... Non c'era niente di cui preoccuparsi, probabilmente era
il fuso orario o ... Improvvisamente capì! Ma certo! Che
stupida
era stata... Non poteva non svenire, in alcun modo...
"Ho fame... Devo aver fame..."
Viggo non capì. Cosa aveva detto? Fame?
"Ho saltato il pranzo oggi..." - fece un debole sorriso per
rassicurarlo
- "Ero così stanca che mi sono addormentata in hotel e non
ho
mangiato nulla... Ecco perché sono svenuta..."
In quel preciso momento entrò Mildred con un succo di frutta
e delle bustine di zucchero.
"Eco qui..." - spostò Viggo e si chinò verso di
lei -
"Prenda questo e si sentirà meglio... Ha mangiato qualcosa
oggi?"
Elena pensò che Mildred doveva essere una mamma...
Aveva quel
tipo di istinto che ogni madre ha. E poi era
così calma e
aveva tutto sotto controllo... Prese il succo e lo sorseggiò
lentamente, per evitare la nausea. Scosse il capo.
"Benedetta ragazza! Ovvio che svenga se non mangia niente!"
Sì, doveva essere una mamma, non vi erano dubbi.
Viggo lanciò un'occhiata al suo orologio. Erano quasi le
19...
era un po' presto, ma non avrebbero dovuto esserci problemi al Bowl a
quell'ora... Joe avrebbe capito sicuramente.
"Non c'é problema, non appena si sentirà meglio
la porterò al Bowl, che ne dici?"
Mildred gli sorrise con approvazione.
"Penso che sia un'ottima idea Viggo! Aspetta che chiamo Joe per
avvisarlo." - uscì dalla stanza.
I suoi sensi iniziarono a tornare a posto. La sensazione di freddo e
nausea erano passate e la stanza aveva smesso di girare.
"Non è il caso, davvero" - gli diede il succo e lentamente
si
tirò su a sedere - "Posso mangiare qualcosa all'hotel, non
deve
disturbarsi..."
Come poteva una persona essere così carina in quella
situazione?
Stava riprendendo colore in viso, le sue guance stavano tornando rosate
e la luce stava tornando anche nei suoi occhi. Era così
dolce in
quel momento a preoccuparsi di disturbarlo...
"Non si preoccupi, non è un problema, davvero. "
Sì, decisamente si sentiva meglio se l'unica cosa a cui
riusciva
a pensare in quel momento era quanto lui fosse bello... Era un buon
segno!
"Ma non sono vestita come si deve per un ristorante..."
Le donne. Non importava dove fossero, o cosa stesse succedendo, si
preoccupavano del loro aspetto comunque.
"Penso che vada benissimo così. Inoltre il Bowl non
é un
ristorante elegante... questo è un posto piccolo, ci sono
solo
cose semplici..."
"Ok allora... credo di dovermi arrendere... - gli sorrise - non mi
dà altra scelta, mi sembra..."
Anche Viggo sorrise.
"Esattamente!"
"Vorrei cercare di alzarmi, potrebbe darmi una mano?"
"Certo..."
Fece un bel respiro e annuendo come a convincere il suo corpo a farlo
si alzò. Viggo si mosse verso di lei per sostenerla in caso
di
bisogno, le sue mani protese verso le sue braccia come se avesse una
bambina piccola davanti.
"Ok... dovrei essere a posto... grazie..." - si portò i
capelli
dietro le spalle e poi lo guardò - "Mi dispiace per
l'incontro,
stavamo parlando e io ho rovinato tutto..."
"Beh, dovevo essere proprio noioso per farla svenire!!" - risero - "Non
si preoccupi, continueremo la conversazione a tavola."
Mildred rientrò.
"Joe vi sta aspettando. Ha detto che potete andare anche ora se volete."
"Era questo il piano, direi..."
"Come si sente ora?" - le sorrise premurosa
"Meglio, la ringrazio... per tutto..." Elena le sorrise un po'
imbarazzata.
Ci fu un momento di silenzio.
"Allora?? Cosa state aspettando?"
"Hai ragione Mildred" - con lo sguardo cercò la ragazza -
"Andiamo?"
Elena annuì timidamente. Viggo le fece strada e uscirono.
"Saremo lì in pochi minuti, non si preoccupi. Spero che
riesca a resistere..." - le sorrise.
Accidenti che sorriso... non c'è da stupirsi che le donne
siano pazze di lui...
"Dovrei... spero!"
Salirono sulla macchina dell'attore e si diressero al ristorante.
Era davvero una piccola cittadina accogliente... si capiva dai volti e
dalle espressioni delle persone il perché avesse deciso di
vivere lì, lontano dalla frenesia e dallo show business di
città come Los Angeles o New York. Le piaceva quel posto.
"E' un bel posto dove vivere..." - wow, riesce a leggermi nella mente??
- "e dove allevare un figlio... Io sono cresciuto in una fattoria in
Argentina, sa? Volevo che anche mio figlio avesse lo stesso tipo di
infanzia e vivesse le mie stesse esperienze, protetto dalla gente, dai
paparazzi, dall'ambiente..."
Doveva essere un buon padre... Si chiese come fosse il figlio. Gli
assomigliava? Aveva la stessa luce negli occhi?
"Sì, capisco..." - guardò fuori dal
finestrino.
Viggo la osservò di sfuggita - "Si capisce che è
un posto
tranquillo..."
Viggo sorrise. Sì, era davvero tranquillo lì.
Parcheggiò e fece il giro della macchina per
aprirle la portiera.
"Eccoci qui"
"Wow... non sono abituata a questo genere di cose..." -
arrossì leggermente, sorridendo - "Grazie..."
"Non c'è di che..."
Elena scese e si sistemò velocemente i capelli mentre Viggo
chiudeva la macchina. Infondo stava per sedersi a tavola con l'uomo
più bello e affascinante che le fosse mai capitato di
incontrare
e non aveva nemmeno avuto modo di darsi una sistematina...
L'uomo le passò davanti, le sorrise e si
incamminò verso
il ristorante. Elena rimase qualche secondo indietro, osservando la
sua figura dirigersi con passo deciso verso la porta. Sorrise senza
rendersene conto.
Sì, sarebbe stata decisamente una cena interessante.
Ovviamente (e
sfortunatamente) non conosco personalmente Viggo Mortensen, tutto
ciò è frutto della mia immaginazione. Ovviamente
con la presente non voglio offendere nessuno, né Viggo
né chiunque appaia in questo mio delirio.
Spero vi piaccia!
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