Il Chi che tormentava tutti
Il Chi che tormentava tutti
“Non dire mai
niente a nessuno di noi …” le sussurrò dolcemente all’orecchio, prima di
darle un bacio, sulle labbra, lei ne rimase scioccata. Niente a nessuno? “Per
nulla al mondo …” aggiunse, baciandole il collo. Lei non capiva come quelle
parole potessero essere così distruttive, deglutì, “Promettimelo” finì a
dire, mentre con le labbra, lambiva nuovamente le sue, quando si allontanò
leggermente, lei mormorò: “Te l’ho prometto. Mai, niente a nessuno. Per
nulla al mondo” quanto le costavano quelle parole? Caro. Lui riprese a
baciarla.
*
Nike stava seduta sulle scalette, ginocchia flesse al petto
e gli occhi lucidi e rossi, mentre le mani strette davanti alla faccia, nel
tentativo di placare le lacrime, mentre cercava di evitarsi un piagnisteo; I
capelli castani, lisci come la seta erano buttati a caso, tutto poco curato,
pensate non indossava neanche la divisa ne un vestito carino, ma una tuta
grigia, che terminava con delle scarpe da tennis color celeste opaco.
Nicole Kate Nott, era una ricca ragazzina appartenete alla
borghesia magica - inglese, dei nostri tempi, nonostante la sua famiglia fosse
composta da ex mangia morte, non avevano perso stile, lei aveva quattordici
anni e faceva il quarto anno ad Hogwarts nella casa dei Serpeverde, mentre suo fratello
di due anni più grande, Bartholomeo Theodor Nott frequenta il sesto anno nella
casa di Tassorosso – Si poteva
apparire strano a prima vista, ma non lo era, anche se si notava meno uno
Zabini a Corvonero, ma tutto era eclissato da un Malfoy a Grifondoro –
Socchiuse i suoi occhi castani, cercando
di trattenere le lacrime, che prepotenti continuavano a scendere, sulle gote
infiamma.
“Nike perché piangi?” sentì una voce, alle sue spalle, in
cima alla scalinata, voltandosi trovò una ragazza del sesto anno, appartenente
alla casa dei Grifondoro, “Non ho niente. Alice” rispose Nike, alzandosi ed
asciugandosi gli occhi con l’orlo della manica della felpa, Alice Greemilde Paciok, era sperava che lei
si fermasse, ma la serpe verde era scappata,
Alice, era una grifondoro e conosceva molto bene la serpe, visto che era
fidanzata con Jonathan Finningan che era un tassorosso e stava sempre con suo
fratello Bart, quindi erano diventate sufficientemente amiche. “Sicura?” le
urlò, ma tanto la ragazza non poteva più sentirla.
*
“Tuta. Felpa. Scarpe da Tennis. Niente Trucco. Capelli
disordinati” Nike si sentì fare una
lista, di tutti i punti insoliti
dell’aspetto di Nike, era stata un’altra serpe a parlare, vestita con la
divisa, anche se la gonna era decisamente più corta, la camicia legata,
lasciando la pancia e l’ombelico accessoriato di piercing, i primi bottoni
della camicia aperti, da formare una scollatura, mentre la cravatta verde
argento era rilegata sui capelli come una fascia – non troppo rispettose delle
regole – frequentava il sesto anno, si chiamava Panayre Pansy Pucey,
semplicemente Pan, una ragazza un po’ bassina, dal fisico mingherlino, tranne
per delle sproporzionate curve nei punti (Purtroppo) giusti, aveva dei
lunghi e mossi capelli neri, morbidi e lucenti, non la lucentezza sporca quella
brillante e splendidi occhi verdi. “Cosa succede alla piccola Nott?” domandò
con falsa bontà, mentre spostò un ciuffo dei capelli castani della ragazza
dalla fronte, Nike sorrise benevola, davanti a Pan e rispose: “Niente Pan. Non
mi succede niente” mentiva, sapeva farlo bene, infondo era una serpe, solo che
il suo aspetto la tradiva e sopratutto, nessuno imbrogliava Panayre, perché
nessuna serpe era subdola, ingannatrice e bugiarda quanto lei, eppure tutte
queste caratteristiche la rendevano sincera, lei ammetteva di essere quello che
era, senza nasconderlo e senza doppie facce, così Nike aggiunse: “Sto bene.
Sono felice …”
“Già. Ti vedo felicissima e bella come una modella. Perché
non racconti tutta la tua felicità ad un ricciocorno schiantoso?”
domandò, con una tonò di felicità isterica Pan, si preparava alla battuta
sarcastica, Nike piegò leggermente il capo, verso sinistra e decisamente
confusa emise un sonoro e genuino: “Eh???”, Pan trattenne un risolino e rispose:
“Secondo me dovresti parlare della tua inesistente felicità con qualcosa di
altrettanto inesistente!” mettendosi le mani sui fianchi tondi e belli ampi,
proprio come una donna/ragazza doveva averli, “Giusto …” rispose con un tono da
stupida svampita, che sembrava riprendersi da una botta d’assenza, adottava
quella tattica quando voleva evitare un argomento, “Non fare la tattica del:
< < Comprendo l’ovvio > > Voglio sapere cos’hai e non solo oggi,
ma da tre mesi a questa parte(L’inizio
della scuola)! Sputa il rospo!”
aveva detto Pan, gerarchica come sempre, mentre lanciava uno sguardo
ferreo all’amica, che deglutì cercando di inventare una scusa che reggesse.
“Hei Là!” arrivò quel saluto, come un salvagente per Nike,
una ragazza era comparsa davanti a loro, sesto anno, alta e magra, poco
formosa, occhi miele e capelli castani che boccolosi scendevano adornando il
volto ovale fino a terminare sulle spalle, indossava la divisa, ma lei la
indossava come si deve, della casa dei corvonero, aveva le pelle diafana, con
una spruzzata di lentiggini sul delizioso e piccolo naso all’insù. Rose Weasley, a guardarla così pareva una
santa, ma non lo era affatto, era una normale sedicenne con li ormoni a mille,
il suo sopranome era: < < La Ragazza delle Prime > >. Visto
che lei era la primogenito Weasley; La prima della classe; La prima ragazza che
tenesse testa a Pan; La prima che Pan considerasse la sua migliore amica; La
prima strega che pulisse alla maniera babbana; la prima Weasley a corvonero; La
prima che aveva estorto la cotta di Molly per Lysander; La prima ragazza con
cui Lysander si fosse confidata; La prima a sapere tutto(Non solo scolasticamente); La prima da cui
tutti andavano per chiedere aiuto; La prima che aveva zittito James Sirius
Potter; La prima che aveva fatto ballare il valzer a Albus Potter; La prima che
aveva costretto Lorcan Scamandro a salire su un drago; La prima volta di Blake
Zabini; Il primo vero amore di Scorpius Malfoy; La prima … E basta.
“Rosie!” urlò, rallegrata Nike, abbracciando la migliore
amica di Pan, che mentre evitava di non farsi scappare l’occasione di non
parlare dei suoi problemi, l’altra
sestina, salutò la sua amica e con dolcezza chiese: “Di grazia. Come mai Rosie
sei qui?” con quel registro medio formale, mentre sollevava appena la gonna a
mo di principessa ed intrecciando e piegando le gambe, dopo averle incrociate
in un inchino da ballerina; Si riferiva al fatto che non fosse con Malfoy,
visto che era sempre insieme al ragazzo, con tutta risposta ricevette dalla
corva la stesso trattamento di galanteria, “Sapete madame. Cercavo la mai
compagna di pozioni per fare la relazione!” Pan fece un sorriso smorzato, quel
dannato compito assegnatoli da Lumacorn, visto che la giovane Rose era così
brillante l’aveva dovuta mettere a coppia con una somara a pozioni quale Pan,
“Quindi andiamo!” aggiunse la castana, manna dal cielo per Nike quando vide che
Rose afferrare la mano di Pan e trascinarla via, mentre lei si lamentava ed
urlava all’altra serpe che avrebbero parlato.
*
Camminando ancora spedita per il corridoio, mentre guardava
attraverso le aperture, vide seduti sulle panchine di fuori un gruppetto di
ragazzi, il primo che notò era Jonathan (John) Finningan, del sesto anno, con
una sigaretta al mentolo tra le dita, che stava ridendo, con Malfoy, anche lui
del sesto anno, che stava commentando quanto la sua ragazza fosse odiosa, ma
quanto l’amasse, così perfetta, poi c’era l’unica femmina, quinto anno
Corvonero, Dominique Weasley, anche lei aveva una sigaretta, adorava la nicotina,
poi c’era anche un altro corvo, frequentava il settimo anno, Lorcan Scamandro,
che parlottava di chi sa che cosa, con un Grifondoro del settimo anno, James
Sirius Potter e poi c’era dei grifoni del quinto anno, Fred, che stava facendo
ipotesi su quanto tempo Pan, avrebbe resistito sui libri. Salutò velocemente
riprendendo la sua camminata, non aveva affatto voglia di sentirsi altre venti
persone che cercavano di scoprire cosa l’attanagliasse, ma avrebbe dovuto
capire che non poteva essere tanto fortunata, specialmente quando aveva visto i
due cugini Weasley-Potter e Malfoy, avvicinarsi alla piccola Dominique, per
scoprire cosa fosse successo alla piccola Nott …
“Nicole!” urlò, la
mezza francesina, arrivando lì, mentre muoveva gli orati capelli, Dominque Weasley,
era bellissima, sembrava una modella, capelli biondi ed occhi verdi, era dolce
come il pane, ma non era zuccherosa, anzi in campo romantico era un autentica
stronzetta. Fece sparire la sigaretta, Nike le disse: “Ciao Niquie che
succede?” incrociò le dita alla schiena già sperando che non le facesse
domande, ma la Weasley era li per quello, per informarsi sulla sua salute
emotiva, visto che qui che l’avevano mandata Fred, James e Scorpius; convinti che una ragazza comprende sempre un’altra,
tralasciando sempre il dettaglio che Nike Nott, era incomprensibile a chiunque.
“Due chiacchiere” rispose schietta la francese, mettendoli un braccio sulla
spalla, suo inequivocabile segno di voler parlare di un argomento importante.
Brutto, anzi bruttissimo segno per Nike.
“Sei innamorata?” chiese a tradimento Dominique dopo qualche
secondo di totale silenzio, Nike perse un battito. “Innamorata IO? Ma sei
impazzita?” urlò, con un tono di totale disgusto, chiunque l’avrebbe sentita
avrebbe dato per scontato la realtà dei fatti, ma lei mentiva solamente che
Dominique non se ne accorgeva come Pan, tranne per un campo, l’amore, quella
ragazza aveva il radar o geniali intuizioni, anche se Nike stava tralasciando
questo dettaglio, aggiunse in seguito come rafforzativo, “Io Nicole Kate Nott, innamorata? Ma per favore!” mentre
agitava le braccia in ampi movimenti rotatori, sarcasmo mai riuscito, sintomo
di un grande senso di nervoso.
Domini la guardo un attimo, con quei suoi intensi occhi blu,
poi finalmente parlò: “Dunque come si chiama?” spiazzata, Nike era spiazzata.
Nessuno fregava mai Dominique Gabrielle Weasley, e se qualcuno ci riusciva, poi
quella storia li veniva ritorta contro. Deglutì, non si accorse neanche che i
tre grifondoro si erano avvicinati ed insieme a loro anche il povero Finningan
rimasto all’oscuro della situazione, mentre Lorcan era rimasto sulla panchina
ed elogiare le natura. “Non posso dirtelo” rispose in fine, Nike Nott,
spiazzata dai comportamento assurdi, magari se avesse parlato sarebbe stata meglio?Magari
nessuno li avrebbe fatto più domande. Magari Lui non si sarebbe arrabbiato.
Magari …
Ma magari un corno! Non sarebbe stata meglio. La gente
l’avrebbe tartassata di domande fino all’esaurimento. E soprattutto Lui si
sarebbe arrabbiato e quella era la cosa che le faceva più paura, non voleva ch
e lui si arrabbiasse e non le parlasse più. Questo mai. “Allora qualcuno c’è!”
urlò Fred, alle sue spalle, mentre faceva un assurda danza della vittoria che
li scombinava i capelli rossi, James sbuffò e disse: “Uffa li devo 10 monete.
Come è possibile che vinca sempre le scommesse?” guardando Scorpius negli
occhi, che annui, Fred non perdeva mai, d’altronde John Finningan, guardava
accigliato la situazione, sui incomparabile modo di guardare le cose quando non
capiva, per non apparire stupido, grazie all’insegnamenti di Bart Nott, “Era per una scommessa non ve ne fregava
niente di me?” urlò, Nike, in qualche modo offesa o per lo meno, finta offesa,
così sarebbe dovuta scappare senza dire niente a nessuno, solo che non aveva
considerato una cosa, la facile offesa Weasley, mischiata alla teatralità di
Dominique, che urlò, come un ugola d’oro, “L’avete fatto per scommessa. Non ve
ne importava niente di lei! Mi avete usato?” sguardo trucido, questo fecce sghignazzare
la serpe, in questi momenti ogni tua piccola parola o gesto, potrebbero essere
fatali, quindi i tre sembravano bloccati come statue, adottando la politica
< < Non pensare. Non parla. Non muoverti. Non peggiorare una
situazione che cade appezzi anche da sola > > John ora tratteneva qualche risolino, mentre
Nike, stava già facendo i conti, se correndo con grandi falcate di gambe,
quanto tempo avrebbe impiegato nel giungere al primo corridoio a sinistra, “Se
volete sapere chi è il ragazzo che le piace. Fatelo da soli!” sbottò alla fine
Dominique, folgorandoli con lo sguardo, prima di andare via alla mo di Godzilla,
i tre rimasero ancora per qualche istante a fissare Nike, poi il giovane biondo
unigenito Malfoy riuscì a dire poche
parole: “A me importa di te …” ma la Nott, se l’era filata come meglio poteva
senza neanche ascoltarlo. In certe situazioni bisognava solo correre.
*
Nike, aveva ripreso un passo normale, ormai d’altro lato
della scuola, aveva anche il fiatone, “Fatto una corsetta Nott?” domandò a
tradimento alle sue spalle Roxanne, Nike saltò per lo spavento poi si volto
verso l’ennesima Weasley Grifondoro a lei coetanea ed annui nervosamente. Roxanne Angelina Weasley, aveva la sua età, la pelle leggermente scura con uno spruzzo di
lentiggini sul naso, capelli rossi erano arruffati, come sempre, li portava
perennemente così, ogni tanto legati in due codine cotonate, Roxanne aveva un rilutto per il pettine, invece la divisa, be la gonna era stata
tagliuzzata e ricucita in modo da apparire almeno 10 cm più corta,(le ginocchia
andavano esposte) la camicia bianca era
leggermente sbottonata verso la fine ed usciva fuori dalla gonna e la cravatta
era leggermente allentata sul collo. “Ma oggi mi sembri diversa …” aggiunse, portando la mano sotto il fine mento.
L’aveva sgamata, anche lei? Nike stava per sprofondare, Insomma Alice andava
bene perché stava sempre con lei, Pan la conosceva da una vita, Dominique non
la fregava nessuno e lei Roxanne? Si va bene, Nike si rendeva conto che anche
Roxanne la conosceva bene, constatando diversi fattori, avevano attraversato
l’età dell’arrivo ad Hogwarts, la pubertà, le prime cotte ed altre cose e poi
perché Roxanne era la fidanzata di suo fratello Bart.
“No. Roxie sto benissimo! Come mai non sei con mio
fratello?” domandò guardandosi intorno, vedendo che in effetti Bart non era
con lei, cosa strana, visto che stavano sempre appiccicate come cozze, lei alzò
un sopraciglio e poi risprese giocherellando con le mani e mi rispose “Così … Non dovremmo
stare sempre insieme … Cioè insomma, se lui mi evita nel corridoio, non mi
saluta, se li invio un gufo mi risponde che deve fare i compiti di Lumacorn …
Qualcosa significa!” stava urlando, Nike
sorrise contenta, ringraziando il cielo che Roxie fosse il lite con Bart, così
da non impicciarsi negli affari suoi, quando un Weasley è impantanato nei
propri problemi non si frega mai niente nei problemi degli altri, adorabili in
questo stato. “Sono sicura che c’è una spiegazione a tutto ciò!” le disse Nike, abbracciandola da buona amica,
mentre Roxie, elencava tutti i difetti di Bartholomeo Theodor Nott, strategia
che la faceva sentire meglio, ereditata
da sua madre, “Resterei volentieri ma devo andare!” aggiunse Nike, prima di sparire lasciando la
Weasley a guardarsi intorno.
*
Camminando per i corridoi, guardandosi sempre intorno, tentò
di risistemarsi i capelli in una coda alta, poi il suo sguardo cadde su tre
persone, un sedicenne tassorosso, seduto fra due tredicenni, una serpeverde,
l’altra corvonero, il ragazzo in mezzo,
capelli castani ed un volto conigliesco, sbuffava come un matto, suo fratello
Bart, fece un segno al fratello che ricambio, le altre due, quella a sinistra,
con i capelli neri di seta raccolti in una coda bassa, la pelle mulatta e degli
occhi vispi, era la tredicenne serpe verde Persephone Daphne Milly Zabini, la sorella minore di
Blake, lei e Nike, non erano mai andate d’accordo, alzò la mano e li fece un
cenno. A destra, invece, c’era un’altra
ragazza del terzo anno, l’ultimo membro della famiglia Weasley ad esser finita
a Corvonero,(Per ora)
Lucy Audrey Weasley, che non centrava niente con la sorella maggiore Molly.
Lucy non si ricordava neanche una regola di Hogwart, anche se come la sua casa suggeriva e metà dei
membri della sua famiglia, era intelligente, produttiva, dannatamente
impicciona; Ovviamente non aveva niente a che fare con Percy, lei era la copia
sputata di sua madre, una Weasley che si faceva amare al naturale, tralasciando
le voglie che la gente aveva nel volerla strangolare. Lucy possedeva capelli castano
rossastri, rilegati in un insostituibile coda alta, i suoi capelli erano lisci
ma non setosi come i suoi, erano morbidi e profumavano di mirtilli, la pelle
chiara senza lentiggini, aveva degli splendidi occhi plumbei e un sorriso
smagliante, non si limitò a farle un
cenno, si alzò ed andò verso di lei, facendo oscillare la coda, Lucy non
indossava la divisa, non le piaceva affatto indossava solo la cravatta ed occasionalmente
la sciarpa.
“Buon giorno Vittoria!” la salutò, quando le si
ritrovò ad un palmo i naso, facendo un salutò alla militare, Nike si fermò a
guardarla per pochi istanti, tentando di capire il motivo di quel saluto, ci
arrivò solo dopo pochi minuti e così illuminata dal cielo esclamò: “Nike come la vittoria!” questo fece sorridere la corva che le regalò
un sorriso sincero, si emozionava per il minimo gesto di intelligenza di
un’altra persona. “Posso aiutarti in qualche modo Lucy?” aggiunse Nike, mentre
cercava di capire, perché Weasley la fissava senza proferir alcuna parola e notò
che anche suo fratello e Persephone si erano messi sull’attenti e che non
troppo lontano, Lorcan Scamandro era ricomparso per ascoltare le futura
conversazione. “In realtà mi è arrivata la voce che ti piace qualcuno …” stava
cominciando Lucy mentre annodava un filo dei suoi capelli al dito, tutti i presenti ad un raggio di 4 metri le
fissavano.
Ma che era preso alle
ragazze di Hogwarts? Avevano deciso di diventare Detective di professione?
Questi erano i pensieri che balenavano nella testa della giovane Nott. Bene,
ora che fare? Nike si portò una mano alla testa, tentando di inventare una
scusa alla notizia, abbastanza convincente da fregare una Weasley Corvonero,
specialmente con uno spiccato senso intuitivo, ripensandoci non aveva
incontrato nessun membro di quella famiglia che non avesse uno spiccato senso
intuitivo, eccezion fatta, per il suo compagno di banco e di compiti, Hugo
Weasley della casa dei Grifoni, tutta la copia di suo padre. “Voci. Sai come
qui. Quando è un periodo piatto senza scandali. La gente si inventa gossip e
segreti mai detti!” inventò seduta istante, muovendo leggermente il polso,
formando con le dita una circonduzione, Lucy la fissò qualche minuto, mentre
ormai Lorcan le era alle spalle e quei due, come d’altro il resto di Hogwarts
si stava avvicinando pericolosamente, “Certooo!” infine ruppe il silenzio la
rossiccia, con un tono che diceva letteralmente
< < Che pensi che sono stupida? Solitamente queste cose
le faccio io > > Nike si
tirò una manata sulla fronte. Inventiva, aveva bisogno di inventiva. Cosa le
prendeva l’amore l’aveva rimbecillita così tanto? Da non avere più inventiva e
non essere più capace di mentire? Cose che per quattordici anni l’avevano
sempre accompagnata.
“Allora?” domandò Persephone, mentre suo fratello Bart si
era già alzato per sapere a quale ragazzo avrebbe dovuto spaccare la faccia, Nike
incrociò le dita dietro la schiena invocando il grande Merlino di salvarla. Ed
ecco che fu Miracolata; Nicole fu salvata dalla forza più grande dell’universo,
una quattordicenne a cui giravano a mille con un arrabbiatura unica verso il
suo fidanzato. Roxy. Grazie al cielo che era ricomparsa. “Aaaaa … Roxanne!” urlò Bart prendendo una
corse verso la scala, mentre la rossa Weasley lo seguiva, Persephone,
terribilmente curiosa li inseguì, come metà dei lì presenti, solo Lorcan e Lucy
continuavano a fissarla, solo che a causa della gente che correva,
dell’ammucchiate e degli sballottamenti ricevuti i due Corvi persero di vista
la Serpe, che era scappata chi sa dove, mentre ringraziava il cielo per la
presenza di Roxy.
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{[Fine prima Parte] To Be Continued }
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