our promise
Our promise
Sento la finestra aprirsi, e uno spiffero d’aria gelida entrare
nella stanza. Pazienza; tanto non riuscivo a dormire. Mi alzo
svogliatamente per chiuderla, ma invece mi fermo appoggiata sul
davanzale a guardare la luna. Fra poco sarà luna nuova, e nel
cielo si vede solo un piccolo candido spicchio coperto da qualche
nuvola. Sospiro leggermente, e mi chiedo se anche tu, da qualche parte,
stai guardando lo stesso cielo. Senza staccare lo sguardo da davanti a
me, mi infilo quasi istintivamente una mano in tasca, e comincio a
giocherellare con il piccolo elastico che ora ho in mano. Mai, neanche
una volta, sono uscita senza averlo con me. Sarà che senza avere
la certezza di poterlo toccare, senza specchiarmi e vedere che tiene
legati i miei capelli, sarebbe troppo facile convincermi che il mio era
stato tutto un sogno. Ci penso di continuo, giorno e notte, e
inorridisco ogni volta che qualche nuovo particolare comincia a
sbiadire dalla mia mente. È passato troppo tempo, ho paura di
dimenticare. Ormai non mi ricordo più nemmeno il suono della tua
voce, ma sono sicura che sentendola la riconoscerei fra mille. Me lo
chiedo spesso, sai? Cosa mi hai fatto? Come sei riuscito a cambiarmi
così? Mi sento così stupida e ingenua e infantile e so
che non tornerai più, ma dentro di me continuo a sperare.
Continuo a credere che tornerai, perché me lo hai promesso.
Ascoltando i miei stessi pensieri mi viene quasi da ridere, sono
patetica. Cavolo, sono grande ormai. Non posso continuare a credere che
il principe (o lo spirito in questo caso) dei miei sogni appaia
all’improvviso davanti ai miei occhi per farmi vivere per sempre
felice e contenta. Ho 17 anni, sono grande per credere alle favole. Ma
anche se ogni altro dettaglio è svanito, anche se so che sono
una stupida a continuare ad aspettarti, mi ricordo perfettamente del
tuo sguardo quando mi hai detto che ci saremmo ritrovati. Non stavi
parlando a una bambina, promettendole che le avresti dato una caramella
per farla stare zitta, non stavi mentendo. Ci credevi sul serio. Ci
credevi come ci credevo io, perché sapevamo entrambi che era
quello che desideravamo di più al mondo. E quei sentimenti
così strani, così nuovi, a cui non sapevamo ancora dare
un nome non erano solo il capriccio momentaneo di due bambini destinati
a crescere. La nostra era una vera promessa, una di quelle per cui
lotteresti per tutta una vita. Per questo, anche dandomi della stupida,
anche consumando tutte le mie lacrime, non posso rinunciare a credere
che tornerai. Non posso rinunciare a credere che stai guardando anche
tu il mio stesso cielo, e che stai pensando a me. Dove sei? Ti fa male
il cuore come a me? Ti senti solo anche tu? Vorresti corrermi in contro
e abbracciarmi e baciarmi, e mantenere la tua promessa? …sai? Io
sono ancora la piccola estranea indifesa in un mondo che non conosce.
Sono una fifona, e mi spavento subito. E ancora mille volte, come
allora, prenderei il treno e seguirei i binari fino al capolinea, pur
di vederti sorridere, pur di saperti salvo. Non sono cambiata nemmeno
un po’ da quando ti ho conosciuto. Anzi…c’è
una cosa che è cambiata. Adesso lo so perché quando ti
allontanavi mi sentivo persa, e volevo starti accanto. Lo so
perché mi batteva forte il cuore, e volevo ridere e piangere
nello stesso momento. Lo so perché non ho il minimo dubbio che
manterrai la tua promessa. Ora ho imparato a dare un nome al mio cuore
che impazzisce e ai miei occhi che si riempiono di lacrime; ed è
il tuo nome. È il nome con cui vorrei chiamarti ogni giorno, il
nome con cui vorrei essere chiamata da te. AMORE.
E proprio perché io ti amo e tu mi ami, voglio credere che
tornerai a prendermi. E allora, mano nella mano, sorridendo felici, ci
racconteremo tutto quello che non ci siamo mai detti, tutto quello che
fra noi non è mai cambiato e che non cambierà mai.
Comincio ad avere la vista appannata, e mi accorgo che sto piangendo.
Una nuova folata di vento mi attraversa e mi fa rabbrividire di freddo,
capisco che è il momento di rientrare. Mi butto sul letto, con
il cuscino premuto in faccia per soffocare le lacrime. Sento che la mia
presa si sta facendo più debole, e ho difficoltà a
formulare un pensiero di senso compiuto. Ho sonno…ho
tanto…
Me lo hai promesso,no? Quindi torna presto Haku. Io ti aspetterò.
FINE!
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