venus
Era
passato un mese dalla terribile minaccia dei roghi contro i vampiri,e
dopo la morte di Billy Black nessuno si era più interessato
di
streghe o altre diavolerie del genere.
Il
comitato della moralità pubblica aveva iniziato ad occuparsi
delle
sue mansioni originali,provvedendo al benessere della città
e dei
suoi cittadini.
Tutto
grazie ad un nuovo leader,molto più efficiente del
precedente.
Camminai
a passo svelto verso Trafalgar Square,mentre i passanti mi guardavano
quasi con riverenza.
Sorrisi
tra me e me,continuando a camminare: quella mattina avevo indossato
una nuova creazione di Alice,un bellissimo abito color ecru
che
scivolava sulle caviglie con i suoi soffici e morbidi pizzi pregiati.
Le
scarpette dal tacco sottile e i guantini in seta erano un regalo di
Rosalie,che aveva ovviamente seguito il progetto iniziale di
Alice,mentre l'ombrellino parasole in stoffa coordinata l'avevo
ricevuto da Esme.
Il
perché di tutti quei regali mi era ancora sconosciuto,ma
comunque
non mi dispiacevano affatto.
I
capelli mi scendevano morbidi sulle spalle coperte,e decisi di aprire
di nuovo l'ombrellino per coprirmi,nonostante non ci fosse ancora il
sole.
Ma
alla luce dovevo stare molto attenta,e non potevo rischiare.
Sorrisi,attraversando
le porte del Palazzo della Moralità pubblica sotto gli occhi
affascinati di chi usciva.
Mi
avvicinai al lungo bancone al centro della sala,attirando
l'attenzione di una ragazza dai lunghi capelli neri e
dall'espressione basita.
-buongiorno...-sussurrò
lei,senza staccarmi gli occhi di dosso.
-buongiorno.
Sono Isabella Swan,ho un appuntamento con il signor Black. E'
già
arrivato? -
-s-si...-
balbettò lei,muovendo freneticamente le mani tra i fogli
sparsi sul
bancone e rischiando quasi di far cadere una boccetta di inchiostro.
-la
sta aspettando,signorina Swan...-sussurrò lei,con una rapida
occhiata verso le scale.
Sorrisi,mostrando
una lunga fila di denti bianchi che,a quanto vidi,lasciarono la
ragazza ancora più sorpresa.
La
guardai con i miei nuovi occhi dorati,e subito dopo mi diressi verso
la lunga scalinata che portava agli uffici.
Ero
stata trasformata da Edward dopo una settimana dall'incidente con
Billy Black: avevo deciso di diventare come loro per condividere con
lui tutta l'eternità,e quando avevo iniziato i miei tre
giorni di
trasformazione sapevo già cosa aspettarmi.
Sorprendentemente,dopo
tre giorni di atroce sofferenza,il dolore era finito: quando mi
svegliai ero già un vampiro.
Non
un neonato dall'istinto facile,ma un vero vampiro: sapevo
controllarmi e resistere al sapore del sangue,e avevo già
iniziato
la dieta vegetariana.
Ormai
girare per Londra non era più pericoloso,e l'odore umano non
mi
faceva quasi effetto:Carlisle diceva che era un mio potere,come per
Alice era quello di prevedere il futuro,ma io non riuscivo ad
abituarmi all'idea di avere una dote speciale.
All'idea
di essere speciale.
Bussai
tre volte sulla grande porta color mogano,e una voce al suo interno
mi accolse con un risoluto e vigoroso “Avanti”.
Entrai,già
con il sorriso sulle labbra: perché non ci sarebbe stato un
leader
migliore di quello.
-ehi,Bella!
- gridò lui,con un gesto della mano.
-ciao,Jake.
- risposi,scuotendo la testa per quelle maniere così gentili
quanto
così familiari che non erano sparite malgrado l'importante
incarico
che Jacob,come figlio di Billy,aveva ricevuto pochi giorni dopo la
sua morte.
Mi
sedetti su una delle poltrone in pelle di fronte alla scrivania di
legno,mentre Jacob continuava a guardarmi: osservava ogni mio
movimento perfetto,tentando di trovare anche la minima imperfezione
nella pelle marmorea e negli splendidi occhi dorati.
Continua
a cercare,tesoro,tanto è fatica sprecata,
pensai con un ghigno.
-sei
ancora più bella di quanto mi ricordassi. -
scherzò lui,consapevole
del fatto che i primi giorni dopo la trasformazione – a cui
era
stato presente – non avevano mostrato il mio aspetto migliore.
Faticavo
ancora ad abituarmi con tutto ciò che riuscivo a vedere o
sentire,e
i miei occhi erano di un inquietante color cremisi. Sicuramente uno
spettacolo da non ricordare.
-per
fortuna. - commentai,con una risata cristallina e perfetta.
-allora,come
ti senti? -
-molto
meglio,credo di aver superato tutti i test,ormai. -
Jacob
rimase a fissarmi per qualche istante,mordendosi il labbro.
-qualcosa
non va? - chiesi,riconoscendo l'inquietudine sul suo volto. -
problemi con i licantropi? -
-oh,no.
Va tutto bene. -rispose lui,scuotendo la testa.
Tra
licantropi e vampiri era nato una specie di patto,che impediva il
reciproco attacco – con mio sollievo – e mi avrebbe
risparmiato
una lotta fra bande.
-allora
cosa c'è che non va? -
-Bella,state
per lasciare Londra? - chiese lui,brusco.
-ma
di che stai parlando? Jake,non abbiamo intenzione di lasciare un bel
niente! - risi,sorpresa da quei dubbi che lo stavano preoccupando per
nulla.
Jacob
emise un sospiro di sollievo,passandosi una mano tra i capelli corti
e neri come l'ebano.
-cosa
te lo ha fatto pensare? - chiesi,riducendo gli occhi a due fessure
luminose.
-nulla,è
solo che...beh,pensavo di...-
-Jake
– gli presi la mani,stringendola con delicatezza –
non me ne
andrò proprio da nessuna parte,chiaro? -
-chiaro
– rispose lui,dopo un attimo di esitazione –
Jessica sarà
contenta. -
-oh,lo
so. Mi dici che è sempre contenta,in questi ultimi giorni. -
risposi,ammiccando.
Jacob
arrossì,e dopo aver visto la sua buffa faccia mi alzai in
piedi,ricomponendomi:
-ci
vediamo fra qualche giorno,Jake. Ora ho...una cosa da fare. -
Lui
annuì,dato che sapevamo entrambi a cosa mi riferivo.
-salutami
le sanguis...ehm,i Cullen...ed Edward. - mi disse lui,mentre mi
abbracciava.
-a
presto. -
E
dopo averlo salutato varcai di nuovo la porta.
La
carrozza ci mise poco ad uscire da Londra,anche se correndo
probabilmente sarei riuscita a raggiungere la mia meta in un tempo
davvero molto più breve.
Tuttavia
Alice mi aveva minacciato di morte nel caso lo avessi fatto e di
conseguenza avessi rovinato il vestito che – testuali parole
- “mi
cadeva in modo incantevole”.
Per
questo avevo deciso di rinunciare a quell'idea e optare per la
carrozza dei Cullen,sempre pronta al mio servizio.
-siamo
arrivati.-disse una voce fuori,poco dopo l'arrestarsi della carrozza.
-grazie,
James. - dissi,scendendo per dirigermi nel luogo indicatomi da Jacob.
La
troverai nella casa di campagna,fuori Londra. Saranno contente di
vederti.
La
villa di campagna di Jacob e Jessica era davvero meravigliosa,e
già
da lì potevo sentire le risate che tanto mi erano mancate.
Arrivai
alla porta,e dopo aver bussato attesi immobile che la porta si
aprisse.
E
quando la figura di Jessica mi si parò davanti ringraziai
davvero di
essere un vampiro e di non poter più piangere come una
bambina.
Dio,quanto
mi era mancata.
Era
sempre uguale,nonostante lo sconvolgimento della caccia al vampiro e
del mese passato.
E
anche se un mese poteva sembrare breve,per me – soprattutto
dopo
tutti gli eventi che mi avevano attraversato durante quei giorni
–
sembrava passata un'infinità di tempo.
-Bella?
- chiese Jessica,con gli occhi lucidi.
-Jess.
- risposi,allargando le braccia.
-oh,Bella!
- Jessica mi abbracciò,stringendomi forte e riconoscendo la
mia
pelle di granito. -mi sei mancata. Mi sei mancata...tanto. Jacob mi
ripeteva di non preoccuparmi,che sapeva che stavi bene,ma non capivo
per quale motivo non venissi da me e...-
Smise
di parlare,osservando con cautela e attenzione i miei splendenti
occhi dorati e la mia pelle perfetta e bianca.
Ma
soprattutto la mia nuova,incontrastata bellezza.
-...ora
ne ho una vaga idea. - concluse,e in quel momento smisi di respirare.
O
almeno di fingere di respirare.
Aveva
capito tutto.
-Jess,cosa
stai...-
Mi
voltai,riconoscendo l'altra voce proveniente dal salotto: Angela
rimase immobile sulla porta,lasciando cadere un abito color cremisi
che stringeva tra le mani.
-Bella...-
sussurrò,senza quasi crederci – sei tu? -
-sorpresa.
- risposi,senza sapere esattamente cosa dire.
In
effetti ero sempre io. Un po' cambiata,ma la Bella di sempre.
Angela
mi si avvicinò lentamente,sfiorandomi il braccio: e
sorridendo mi
strinse a se con delicatezza,asciugando la lacrima che era scesa sul
suo viso e che voleva nascondere.
-cavolo,tesoro,faresti
faville in strada! - scherzò Jessica,con una smorfia.
Era
strano come avessero deciso anche loro di smetterla con quel lavoro
umiliante per lasciar parlare i loro cuori.
Ora
entrambe avevano trovato la loro strada,ed erano felici in quel modo.
-allora,Angie,perché
non dici a Bella cosa diavolo hai combinato? - disse Jess,con una
gomitata all'amica.
-bé,tu
ami leggere,per cui ti darò un solo indizio...Forks
Street.
-
Arrivai
alla soluzione di quell'enigma in un decimo di secondo: in quel
periodo non avevo avuto tempo di ricercare nuove letture,ma di certo
ero a conoscenza del libro di cui tutti parlavano.
-tu...hai
scritto
Forks Street?
- chiesi,sorridendo.
-diciamo
che ho avuto un'ottima ispirazione. - concluse lei,e in quel momento
tutte pensammo al nostro appartamento nella splendida Forks
Street,che di certo sarebbe rimasto nei nostri cuori grazie alle
pagine di quel libro.
-ma
parliamo di te,Jessi...-ribatté Angela,ammiccando
– come dicevi?
Quel vile traditore di Jacob Black?
-
Risi
vedendo l'espressione di Jessica mentre arrossiva.
-smettetela,non
ho mai detto che non ci avrei ripensato! Oh,Bella..ho bisogno di un
favore. -
-di
che parli? - chiesi,vedendo lo sguardo speranzoso di Jessica che non
portava mai nulla di buono.
Angela
sfoderò un bellissimo tessuto rosa antico,mentre Jessica
ripeteva la
parola “damigella” circa una decina di volte al
secondo.
-tu
e Jake...- iniziai,senza fiato.
-il
mese prossimo. - confermò lei,al settimo cielo. -
sarà un
matrimonio fantastico! E ovviamente voglio conoscere Edward e la tua
nuova famiglia,sia chiaro!-
-la
mia storia è un affare di stato,ormai? - sorrisi,felice di
aver
ritrovato quella che era stata per me come una famiglia.
Rimasi
con loro tutto il pomeriggio,fino a sera.
E
non rimpiansi un singolo minuto di quell'incontro.
-bentornata,tesoro.
- disse Esme,abbracciandomi all'ingresso di Villa Cullen.
-ciao,Esme.
- risposi io,guardandomi intorno e scorgendo Jasper e Emmett seduti
sul divano del grande salotto.
-ehi,Bella!
- gridarono all'unisono in lontananza,ed io risposi con un sorriso.
-dove
sono gli altri? - chiesi,anche se riconobbi Rosalie al piano e la
parlata calma e constante di Carlisle.
Raggiungemmo
Emmett e Jasper,e notai Rosalie che suonava una bellissima melodia al
piano e Carlisle che leggeva sulla poltrona.
Dopo
aver salutato tutti salii al piano di sopra.
-bentornata,Bella!
- la voce cristallina di Alice mi indirizzò verso il
corridoio
centrale.
-ciao,Alice.
Come mai tutta sola? - chiesi,abbracciandola.
-stavo
solo ultimando un fantastico abito per Rose,domani c'è il
gran ballo
e l'abito aveva bisogno di alcune modifiche...-
-faremo
tutte un gran figurone con i vestiti di
Luciene C.,eh?
-
Alice
sorrise,e dopo avermi dato un bacio sulla guancia si
avvicinò alle
scale.
-Edward
ti sta aspettando in camera. Ci vediamo dopo! -
Raggiunsi
la camera da letto senza esitare,e lì trovai il mio angelo
alla
finestra.
Osservava
il cielo notturno,che si rifletteva nei suoi occhi dorati,e il
pallore della luna si rifletteva sulla sua pelle marmorea dandogli
una sorta di impalpabilità che lo rendeva quasi
irraggiungibile.
Per
tutti,tranne che per me.
-bentornata.
- mi disse,abbracciandomi – com'è andata la
giornata? -
-dal
grande...carico emotivo. - conclusi,sospirando – oh,presto
avremo
un matrimonio,quindi preparati. -
-non
mi dirai che il cucciolo ha trovato una compagna...-
-Edward!
- lo ammonii,stringendo le labbra: odiavo quando dava a Jake il
nomignolo di cagnolino,quasi quanto odiavo Jake nel momento in cui
chiamava Edward “sanguisuga”.
Ma
a quanto sembrava si prendevano in giro solo per
scherzare,benché
questo continuasse a darmi un tremendo fastidio.
-lo
sai che scherzo,amore. - rispose svelto,prendendomi il viso tra le
mani per baciarmi.
Ora
non doveva più preoccuparsi della mia fragilità.
Non
doveva più aver paura.
-sono
contenta di rimanere a Londra. - sussurrai,felice che Edward e i
licantropi avessero trovato un accordo.
-anch'io.
E poi c'è tempo per visitare il resto...stavo pensando
all'America,fra qualche secolo...-
Risi:
- l'America? Una bella nuotata non ci farebbe male,eh? -
-lo
sai che sarei io a vincere...-sibilò,abbracciandomi.
-oh,questo
è tutto da vedere! - risposi,strappandogli un bacio.
A
testimoniarlo fu solo la tela che ci osservava dalla parete,dipinta
da Edward pochi giorni prima: eravamo insieme sul dondolo di Villa
Cullen,illuminati dal sole che segnava la nostra pelle con scie
brillanti e luminose.
Il
primo quadro,quello che lui chiamava “La Venere di
Bloomsbury”,quello che mi raffigurava come la più
bella creatura
del mondo,era ancora lì,in quell'appartamento che oramai era
diventato la nostra casa.
Ed
io non desideravo altro che condividerla con lui.
-allora
lo vedremo,mia venere...- sussurrò lui,con un altro bacio.
-d'accordo.
Abbiamo tutto il tempo.-risposi,stringendomi a lui.
Note:
E
anche questa è finita T_T E' sempre brutto quando finisce
una
ficcy,vero? Oramai mi sentivo dentro la storia xD Comunque ringrazio
tantissimo chi ha continuato a seguire la storia fino alla fine,chi
l'ha aggiunta tra i preferiti/seguiti e ovviamente chi ha continuato a
commentare! In particolar modo vorrei ringraziare chi ha commentato
l'ultimo capitolo: Elfa Sognatrice,Agente 007 Cullen,bigia,naog 94.
GRAZIE!
Come sapete ho iniziato un'altra fic, che si intitola Las Vegas,e ne ho
un'altra in cantiere (ho già scritto i primi due capitoli,ma
sono ancora da controllare e ricontrollare quindi ci vorrà
ancora un pò di tempo^^).
Questo solo per dirvi di tenere d'occhio la mia pagina,potrebbe
spuntare sicuramente qualcosa di nuovo...e comunque vi terrò
informate tramite "Las Vegas"...ci vediamo presto!!
Un
bacio
LMS*
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