Capitolo 1
Salve
a tutti…questa è la primissima storia che scrivo, non
sono molto brava e spero che comunque sia di vostro gradimento…
Lasciate
una recensione,,bella o brutta che sia, perché in entrambi i
casi non potrebbe che farmi piacere. Desidero molto migliorarmi e non
c’è niente di meglio di farlo anche con delle critiche!
Grazie in anticipo per chi leggerà!!
Capitolo
1: Un ritorno inaspettato
Casa
Beltran.
Quello
sarebbe stato un giorno speciale, non solo per me, ma anche per la
maggior parte degli ex studenti della Prettiland School of Arts.
Già...quel
giorno sarebbe ritornata Patty, la mia cara amica Patty!
Cinque
anni...erano passati esattamente cinque anni da quando lei, Carmen e
Leandro erano dovuti partire per la Spagna per motivi lavorativi, e
adesso potrò rivederla.
Potrò
di nuovo abbracciarla forte, ridere e arrabbiarmi allo stesso tempo
per il suo comportamento ingenuo, confidarmi con lei, trascorrere
interi pomeriggi a ballare, cantare, scherzare e spettegolare sulle
Divine.
Ma,
in fondo, questo era impossibile, perché quello lo facevamo
quando avevamo quindici anni e adesso avevamo la bellezza di
vent’anni…
Già…vent’anni…e
loro erano ancora divise in Popolari e Divine, come delle ragazzine.
Ma si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio! Sarebbe stato troppo
strano cambiare e, infondo, a tutti stava bene così.
Con
questi pensieri nella testa, andai in bagno, decisa a farmi una bella
doccia.
Quella
mattina ero sola a casa, perché tutti erano già usciti.
Tutti…incredibile
pensare a come le cose erano cambiate in cinque anni.
Quando
finimmo la scuola, io, Matias, Tamara, Fabio, bruno e Gonzalo ci
affittammo una bella villetta nell’ex quartiere di Leandro.
Certo, era molto imbarazzante stare sotto lo stesso tetto con Gon,
però poi ci avevo fatto l’abitudine ed eravamo diventati
tutti una grande famiglia.
Ovviamente,
però, non si poteva mai stare in pace, perché c’era
sempre un via vai continuo di gente.
Finalmente
io e Matias avevamo realizzato uno dei nostri sogni:vivere insieme
per conto nostro in una bellissima casa piena di amici.
Matias…il
mio caro e dolce fratellino…
Chissà
se Patty ne era ancora perdutamente innamorata o il tempo le avesse
fatto dimenticare quell’amore non corrisposto e rimarginato le
ferite, che la relazione tra lui e la vecchia Tontonella le aveva
fatto.
Quante
giornate passate a consolarla, a convincerla che quello stupido di
mio fratello alla fine si sarebbe accorto di che persona
straordinaria avesse vicino e dimenticasse completamente quella super
oca di Antonella.
Anche
se, in verità, per Matias non era un vero e proprio amore non
corrisposto, perché lui considerava Patty un’amica, ma
era Cleopatra la protagonista principale dei suoi sogni.
Certo...un
po’ da ridere c’era…mio fratello che di giorno
amava Antonella e di notte voleva Cleopatra e nel frattempo
considerava Patty un’amica, quasi una sorella... non
dimenticherò mai la faccia che fece quando scoprì che
Patty e Cleopatra erano la stessa persona. Per fortuna, però,
dopo poco tempo che mio fratello aveva scoperto che Patty e Cleopatra
erano la stessa persona, cominciò ad innamorarsene pazzamente.
Peccato, però, che non sia durata…adoravo averla come
cognata!
Mi
infilai sotto la doccia e il potente getto d’acqua ebbe il
potere di svegliarmi e di farmi accorgere di quanto fossi
tremendamente in ritardo!
Così,
uscita dalla doccia e ricoperto il pavimento d’acqua, mi
catapultai nella mia stanza, in cerca di qualcosa da mettermi.
Non
potevo fare tardi! Non oggi!
Trovai
un jeans e una canotta nera nel mucchio d’abiti sulla mia sedia
e mi vestii alla svelta.
Uscii
da casa, dove una leggere brezza mi accolse e mi scompigliò
dolcemente i capelli.
Corsi
a perdifiato da casa mia alla nostra ex scuola e mi fermai soltanto
quando arrivai all’entrata per riprendere un po’ di
fiato.
Riempiti
un po’ i miei polmoni e diminuite le fitte nello stomaco,
ripresi a correre, dirigendomi alla fontana, sicura di trovare lì
tutti gli altri.
Quando
arrivai, tutta la “banda” era già lì e
avevano una faccia tutt’altro che amichevole…
-Finalmente!-
esclamò un ironico Gonzalo –ti avevamo dato per
dispersa! Ma non lo sentivi il cellulare?-
-No…ehi,
sono in orario o mi sbaglio?- ribattei io. Certo ero in un leggero
ritardo, però farmelo pesare in quel modo!
-Sei
in orario se fossi ancora una quindicenne rompipalle che deve entrare
a scuola, ma visto che non lo sei e aggiungerei anche da un pezzo,
NO, non sei in orario. Sai quanto è stato difficile convincere
Ines e farci fare una festa nella nostra vecchia scuola - dopo avermi
sorbito anche la ramanzina di mio fratello, Dio decise che non era
abbastanza, perché proprio in quel momento arrivò la
persona più odiosa, prepotente, superficiale, montata,
egocentrica e insopportabile di quel pianeta: ovvero la nostra
carissima Tontonella!
Antonella,
con i suoi modi di superdonna, seguita dalle altre divine, andò
ad attaccarsi al braccio del suo fidanzato.
-Bruno,
love, cosa ci fai con queste sempliciotte? Hai deciso di rovinarmi la
giornata già di prima mattina?- la voce sprezzante di
Antonella mi diede leggermente sui nervi e stavo quasi per
risponderle adeguatamente, se non fosse stato per le adorabili
braccine di mio fratello che mi tirarono verso di lui.
Lasciami
andare! Continuavo a
pensare. Fammi sbranare
quella vipera!
Ma
niente! Mio fratello continuava a tenere saldamente le mani sul mio
braccio, impedendomi così di scaraventare Antonella al di la
del sistema solare.
Decisi
che era inutile lottare contro mio fratello, quindi, dopo essermi
ricomposta, invitai l’allegra compagnia ad entrare a scuola,
per organizzare la mitica festa di bentornato alla nostra Patty.
Appena
entrati nell’aula di danza, cominciammo a dividerci i ruoli:
Guido, Alan, Matias e Felipe si dedicarono alle decorazioni; Gon,
Santiago e Fabio alla musica; Io, Sol e Tamara al cibo.
Ovviamente
le Divine andarono a sedersi sugli scalini del palco, guardando con
occhi sprezzanti e divertiti i nostri preparativi, mentre
borbottavano tra loro.
Per
Patty decisi di ignorarle completamente e rivolgere il mio unico
pensiero alla festa, quando mi accorsi che...mancava la torta di
bentornata!
-Ma
chi doveva andare a prendere la torta?- esclamai agitata, guardandomi
intorno, ricevendo solo occhiate di diniego.
Ok.
Era ufficiale: mi stava venendo un attacco di panico!
-Dovevo
andarla a prendere io…-mi girai verso il ragazzo che aveva
parlato, sicura che dopo sarebbe diventato cibo per cani. Davanti
invece mi trovai solo Bruno con un’aria afflitta e mortificata.
Ed
ecco che tutti i miei propositi omicidi sparivano. Era noto ormai a
tutti che, la faccia di cane bastonato di Bruno riusciva ad
impietosire e convincere tutti e proprio per quella faccia che molte
volte si è salvato un’altra cosa…ma su! Non
diventiamo volgari adesso!
-Va
bene- cominciai, respirando a fondo e pensando a una soluzione.
–Bruno esci dalla scuola senza farti vedere da Germano e vai
alla pasticceria, tanto è vicina. Ma mi raccomando: non farti
vedere per nessuna ragione da Germano!Comincerebbe a farci le solite
storie…sai che era contrario a questa festa…-
Bruno
si precipitò fuori dall’aula e io cominciai a guardarmi
intorno per vedere a che punto erano gli altri.
Avevo
le mani piantate sui fianchi e continuavo a girare su me stessa per
osservare tutta la stanza. Certo che era una bella idea organizzare
una festa di bentornata per Patty nella nostra vecchia scuola!
Il
mio “balletto” finì quando due braccia forti mi
circondarono da dietro.
-Sei
terribilmente bella quando sei assorta e agitata...io aspetto sempre
che tu mi dia un’occasione…-
Il
fiato caldo di Gonzalo mi pizzicò il collo, mentre il contatto
del mio orecchio con le sue labbra, aiutò il rossore che già
mi era venuto per le sue parole.
Non
sapevo cosa rispondere e quella braccia forti che mi stringevano non
mi aiutavano di certo.
Tornai
in me quando sentii che qualcuno mi stava fissando.
Infatti,
due occhi bellicosi e accessi da quella che io interpretai come
gelosia, mi fissavano con incredibile intensità, quasi
volessero penetrarmi l’anima.
E
poi lo vidi.
Vidi
lo sguardo ferito di Guido e quegli occhi che prima erano così
arrabbiati, ora delusi e scoraggiati.
Decisi
che era arrivato il momento di mettere fine a quel contatto tra me e
Gon, girandomi e allontanandomi da lui.
-Senti…ho
tante cose a cui pensare adesso…scusami- detto ciò me
ne andai o per meglio dire scappai.
Involontariamente
mi voltai verso Guido, che, però, non mi guardava più e
dedicava la sua totale attenzione allo striscione che pendeva
alquanto a destra.
-Non
capisco perché vi date tanto da fare per quella
provincialotta. Secondo me non c’è niente da
festeggiare-
Le
parole di Antonella mi riportarono con i piedi per terra, e facendomi
staccare per un po’ la spina dal pensiero di Guido e di tutto
il resto.
-Si
da il caso, che a noi importa che Patty ritorni e siamo contenti di
festeggiare per questo. Perciò, dato che non sei la benvenuta
né tu ne la tua combriccola di dementi, puoi anche andartene,
che nessuno piange- le risposi io battagliera, godendomi appieno il
gesto stizzito di Antonella e delle altre Divine, che poi, tutto
questo divino non so dove sia.
Non
riuscivo proprio a capire cosa ci trovasse Bruno in una come lei.
Certo,
era carina, ma il suo pessimo carattere annientava tutto il resto.
Bruno mi era sempre sembrato...non so...diverso. E pensare che prima
della partenza di Patty lui…vabbè...quella era un’altra
storia.
Antonella
stava per rispondermi. Lo capii da come si alzò e veniva verso
di me. Ma dovetti ricredermi, perché si piantò in mezzo
alla stanza, guardando incredula alle mie spalle.
Per
curiosità mi voltai a guardare quale cosa divina avesse
bloccato Antonella e in poco tempo anche io assunsi la sua stessa
espressione.
I
ragazzi, vedendoci imbambolate così, accorsero preoccupati
verso di noi, non accorgendosi minimante di ciò che stavamo
guardando.
Quando
anche gli altri si voltarono, lo stato di imbambolamento fu generale.
Nessuno
riusciva a credere a ciò che stavano guardando, me compresa.
Infatti,
davanti a noi c’era Patty, ma non era più la ragazzina
bruttina e senza curve, bensì una bellissima ragazza.
Quello
non era un cambiamento! Era una totale trasformazione!
La
“nuova” Patty aveva i capelli scalati e un po’
mossi, i grandi occhialoni e l’apparecchio erano scoparsi, al
loro posto c’erano degli occhi profondi e furbi e un sorriso
dolcissimo.
Era
diventata più alta, il seno più abbondante e le gambe
snelle e ben tornite.
Teneva
per mano un ragazzo altrettanto carino.
Più
alto di lei di parecchi centimetri, forse alto quanto Bruno, i
capelli neri un po’ lunghi e dal taglio sbarazzino, due
profondi occhi azzurri e un fisico che lasciava capire che molto
probabilmente fosse un calciatore.
Quella
non era Patty…non poteva essere lei.
Incredibile
quanto fosse cambiata in cinque anni…era diventata un’altra
persona, quasi irriconoscibile.
Ma
sinceramente che fosse cambiata non mi importava granché. Mi
interessava solo che lei fosse tornata.
Perciò
quello che volevo dirgli lo pensai solo e in quel momento non glie lo
dissi...
Bentornata
Patty...
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