FranciaInghilterra
Bulletproof.
"Era
la tua mano, quella?"
"Può
darsi."
"Come sarebbe
a dire può
darsi?!"
Francis
rivolse ad Arthur uno sguardo stanco, molto stanco.
Francis non
amava i loro battibecchi - anche se l'opinione di molti sosteneva il
contrario. Lui li causava e basta.
Non c'era
niente di divertente, poi, ad alimentarli e a consumare fiato tra urla
e pugni. Lui, se proprio doveva sforzarsi, usava altri metodi.
... E
sì, quei
metodi
comprendevano ancora urla, ma decisamente d'altro genere.
Socchiuse gli
occhi, provando a concentrarsi sul calore che i loro corpi emanavano.
Cominciava dal
bacino, si estendeva fino alla colonna vertebrale e saliva su, andando
a toccare un punto imprecisato del cervello.
Però
Francia non l'aveva il cervello. Quindi, secondo Arthur, il suo piacere
si fermava lungo la schiena.
"Angleterre, sei davvero
insopportabile."
"E tu sei un
idiota."
"Lo so, me lo
dici sempre."
Francis
posò le mani sulle cosce nude di Arthur, serrate sui suoi
fianchi. E non si stupì di sentire gli adduttori
indiscutibilmente contratti.
Inghilterra
non si rilassava mai, nemmeno a letto. Inghilterra se ne stava sempre a
rimuginare e soppesare ogni cosa - e questo chiaramente era un problema
solo e soltanto di suddetta Nazione.
Inghilterra
pensava sempre. Inghilterra pensava troppo. E questo era un grave
errore, secondo Francia.
Lui non
pensava granché. Poteva benissimo dire la cosa sbagliata al
momento sbagliato senza nemmeno rendersene conto. Poteva bellamente
attaccare chi voleva e perdere - anche se questo non l'avrebbe ammesso
con troppa leggerezza.
Lui le cose le
faceva e non rimuginava mille volte.
Lui voleva
andare a letto con quel lunatico di Kirkland e ci andava.
"Mmhh..."
"Ti piace,
vero?"
"Shut
up!"
Francis, poi,
trovava adorabile tutte le timide reazioni che il corpo di Inghilterra
aveva.
A partire
dalle gote arrossate, per finire alla mano piazzata davanti l'inguine,
per nascondere.
Ma quella
mano, si diceva, serviva a coprire fondamentalmente per due motivi. Lui
se lo diceva sempre e cominciava a ridacchiare ogni volta.
"Piccolo, Angleterre."
"Piccolo cosa,
esattamente?"
"Rien,
Angleterre."
Francia diede
un colpo di bacino verso l'alto, notando come l'espressione di Arthur
mutasse radicalmente.
Quelle
sopracciglia - che tra l'altro, lui trovava a dir poco ridicole - si
corrugavano formando una bizzarra "A" assieme alla linea degli occhi;
le labbra si schiudevano e lasciavano sfuggire qualche sospiro - e
Francis era addirittura capace di captarci, là in mezzo,
l'odore del tea delle cinque; il corpo lasciava un fremito, facendo a
sua volta tremare il punto della loro unione e mandando,
inevitabilmente, una scossa di piacere anche al compagno di letto.
Tutto questo,
chiaramente, non durava che una manciata di nanosecondi. Poi Arthur
tornava ad arrabbiarsi con il mondo, com'era d'uso dalle sue parti.
A Francis
però piacevano quei piccoli gesti. Lo facevano sentire un
po' il migliore ogni volta che poteva goderne.
A lui piaceva
quasi tutto di Inghilterra; dalla fronte, alla punta dei piedi. Il
taglio di capelli non era dunque contemplato nel pacchetto.
Inghilterra
era una delle sue terre preferite. E si sentiva bene sempre, quando
stava là in mezzo e la esplorava.
Era sempre
come una prima volta: non sapeva tra quanti minuti gli sarebbe toccato
scappar via, né quando avrebbe stabilito il prossimo record
di apnea a causa dell'ennesima strangolata.
Ad
Inghilterra, poi, Francia non piaceva affatto, apparentemente.
Era pacchiano,
perverso e sciocco.
Mh. Ed anche
estremamente stupido.
Non gli
piaceva, apparentemente.
"Aaahhh~!"
Appunto,
apparentemente.
"Anche tu sei
bravo, Angleterre!"
E a Francia
invece sì.
A
Miki, per essere perfettamente e splendidamente Francis. <3
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