prologo forb
Ciao! Questa è la mia prima fanfiction su Angel's friends, spero vi piaccia ^^
Prologo
Sulfus POV
Socchiudo leggermente gli occhi prima di sbuffare e mettermi seduto sul
letto; stanotte non riesco proprio a dormire. Cavolo, non mi riconosco
più. Sono sempre stanco, assente, distratto…rammollito.
Chi l’avrebbe mai detto? Voglio dire, io sono sempre stato il
peggiore, e ne sono sempre andato fiero. Ho sonno, e sento le palpebre
che vorrebbero chiudersi e la mia mente che vorrebbe assopirsi, ma
resisto. Resisto perché ad ogni sbadiglio, ad ogni mio piccolo
distaccamento dalla realtà, ogni volta che chiudo gli occhi
anche solo per un istante, me la ritrovo davanti. Lei che ride, che
piange, che si arrabbia…lei che arrossisce imbarazzata, lei che
bacia sulla guancia il suo amichetto da strapazzo, lei che guarda il
vuoto distratta dopo che Malachia ha svelato a tutti del suo amore per
quel terreno. Più ci penso, e meno capisco. Insomma, come ha
fatto a innamorarsi proprio di un terreno? Lei, così forte e
decisa, con quello sguardo così profondo e
acceso…perché diventa così indifesa se si tratta
di quello là? Ha infranto addirittura il V.E.T.O. per lui! Lei,
così pura e innocente, ha disubbidito alle regole per un
terreno. Ultimamente è sempre da sola a guardare il cielo con
aria triste, e sospira. Perché poi? Sono sicuro che quel terreno
è innamorato di lei…magari anche adesso si pensano a
vicenda, pensano alla prossima volta in cui si vedranno. Magari lui,
nella sua stanza, spera di vedersela apparire davanti, con quei capelli
color dell’oro, con i suoi occhi così profondi, con la sua
risata così allegra e spensierata, con la sua voce dolce e
melodiosa…Sul serio; non mi riconosco più. Il solo
pensare a loro due insieme mi fa sentire male, molto male. Mi alzo di
scatto, e sbatto il cuscino contro la parete della mia stanza. Ho
voglia di urlare, ma mi costringo a calmarmi e a riprendere il
controllo di me stesso. Mi butto all’indietro sul letto, mentre i
battiti del mio cuore tornano a farsi più regolari. Stavolta non
ce la faccio ad oppormi, e i miei occhi si chiudono lentamente.
Di nuovo lei. Me la vedo davanti mentre mi ringrazia per averle
spiegato cos’erano le proiezioni oniriche, e di conseguenza mi
ritorna in mente anche la mia espressione che ho visto riflessa su
quell’ampolla. Cavolo, come sembravo ebete. Ebete e distratto,
confuso e…felice. Estremamente felice di averla vista, di aver
sentito il suo “grazie”, di essermi perso nei suoi occhi.
Poi, nuovi ricordi. Ecco Cabiria mentre mi “accusa” di
essere innamorato di quel tipetto zuccheroso. Mi accusa perché
io sono un diavolo, e non posso innamorarmi, tantomeno di lei. Mi
accusa perché mi mette davanti a un muro, perché mi
costringe a fare i conti con i sentimenti che stavo disperatamente
soffocando dentro di me. E una volta che me lo sono sentito dire, non
ho potuto più far finta di niente. Non ho potuto perché
quella margherita che non ho avuto il coraggio di darle, avrei voluto
vedergliela fra le mani. Avrei voluto che la stringesse e sorridesse, e
mi ringraziasse ancora. Avrei voluto impedirmi di sentire che è
innamorata di un altro, e avrei voluto non vedere l’abbraccio e
il bacio che ha dato a quell’altro angelo. Quindi, anche se non
capisco come è potuto succedere, non posso più ingannare
me stesso. Ora come ora vorrei vederla, prenderla per mano e correre
via con lei, in un luogo dove nessuno ci può accusare. Vorrei
lasciare tutto quanto indietro e vedere solo lei, ogni istante
della mia vita. Vorrei abbracciarla e dirle che di una vita eterna
senza di lei non me ne faccio niente. Basta, questi pensieri mi fanno
male. Sospiro, e mi alzo dal letto riavviandomi i capelli con una mano.
Lentamente e distrattamente esco dalla mia stanza. Ho bisogno
d’aria, ho bisogno di calmarmi.
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Raf POV
Sono seduta sul mio letto da un po’, picchiettandomi leggermente
il dorso della mano con una penna, in attesa di un po’ di
ispirazione per cominciare a scrivere sul mio diario. Niente, è
tutto inutile. Stasera ho la testa fra le nuvole. La tenda della mia
stanza oscilla lievemente sotto la fredda aria della sera, e mi alzo
per chiudere la finestra. Il mio sguardo viene catturato dal piccolo
spicchio di luna nascosto dalle nuvole, tra poco sarà luna
nuova. Chissà se anche Raoul sta guardando la luna…mi
metto una mano sul petto, pronta a ricevere l’ormai familiare
scossa di dolore misto a gioia che provo ogni volta che penso a lui. Ad
Angie Town, quando mia mamma mi parlava dell’amore, me lo
descriveva sempre come una cosa bellissima. Non sapevo che facesse
anche tanto male. Dopo qualche istante tolgo la mano dal mio petto,
leggermente sorpresa. Non sento male, non sento niente. Magari è
perché sono stanca, o magari è perché è
troppo tempo che non lo vedo…
E se…e se andassi a vederlo? Mi basterebbe anche per poco, anche
vederlo dormire. Voglio sentire il mio cuore battere
all’impazzata fino a farmi star male, voglio incontrarlo a tutti
i costi…Mi metto di nuovo a sedere sul letto, cercando di
prendere una decisione. Faccio cadere inavvertitamente il mio diario a
terra, e quando lo raccolgo qualcosa scivola via dalle pagine fino al
pavimento. È il fiore che ho trovato pochi giorni fa fra le
pieghe della mia gonna. Lo prendo subito, e lo stringo al petto. Non so
perché, ma ogni volta che lo tengo in mano mi sento bene. E poi
ha qualcosa di familiare, anche se non saprei dire
cos’è…sento il mio cuore che comincia a battere
prepotente, e arrossendo lascio il fiore che finisce sopra al diario.
Ecco, è questa la sensazione che mi mancava tanto…a
questo punto ho già preso la mia decisione; mentre continuo a
pensare mi accorgo che mi sto già infilando i vestiti, e
cercando di fare meno rumore possibile esco in punta di piedi dalla mia
stanza. Ora credo di aver capito cosa intendeva mia madre quando mi
diceva che l’amore era un sentimento stupendo. È
perché senza quella parte di te che si sente impazzire e che
vorrebbe ridere e piangere insieme non saresti più te
stesso…almeno per me è così. Quindi non voglio
perdere questo sentimento…voglio sentirlo di nuovo.
La verità è che quando la scossa di dolore non è
arrivata, ho avuto davvero paura. E quando il mio cuore ha incominciato
a battere stringendo quel fiore, nella mia mente si è affacciato
per un secondo un viso, un viso che avrei preferito non vedere.
Ecco, ormai sono praticamente fuori. Comincio a correre, probabilmente
per confondere i battiti accelerati del mio cuore con il respiro
affannato dalla corsa. Non voglio assolutamente che proprio il SUO viso
mi faccia battere il cuore così. Chiudo di scatto gli occhi e
scuoto violentemente la testa, si può sapere perché non
riesco a togliermelo dalla testa? E pensare che sto andando da Raoul, e
che non dovrei riuscire a pensare ad altro! All’improvviso sento
di aver urtato di qualcosa, e vengo sbalzata indietro. Sento qualcosa
di caldo sorreggermi da dietro la schiena, e un istante dopo riapro
lentamente gli occhi. Certo, ovvio. Di tutti gli angeli, diavoli,
professori e terreni che esistono proprio contro di lui dovevo andare a
sbattere. Il suono della sua voce mi distrae dai miei pensieri
“Stai bene?” questa poi…da quando è
così gentile? Rimango come ipnotizzata dai suoi occhi ambrati,
prima di ricordarmi un istante dopo della strana situazione in cui ci
trovavamo, quasi abbracciati. Arrossisco e annuisco debolmente
“Ehm…sto bene grazie.”…insomma, ma cosa mi
prende? Sento il respiro affannato e mi batte il cuore, e non riesco a
pensare coerentemente. “Dove stavi andando così di
corsa?” anche lui parla molto lentamente, come se fosse distratto
da qualcosa. Improvvisamente mi ricordo di Raoul.
“Io…ecco…volevo andare a trovare…” le
parole mi muoiono in gola non appena vedo il suo sguardo ferito, e non
riesco più a parlare. Lui mi lascia all’improvviso, e la
sensazione di caldo che avevo provato svanisce di colpo. Si volta
dall’altra parte, come a voler evitare il mio sguardo “Dai,
corri dal tuo caro terreno! Ma sei un’illusa se speri che lui ti
ricambi, racchia e zuccherosa come sei!” la sua voce trema ed
é debole, ma le sue parole me le sento arrivare dentro come una
ventata gelida. Male. Mi fa molto male. Perché devo sentirmi
così? Ricomincio a correre, spintonandolo via. Non voglio
provare questa sensazione, mi distrugge. Arrivo alla fine del tetto, e
comincio a volare. Non ho più voglia di andare da Raoul, non ho
voglia di vedere nessuno.
Mi fermo esausta sopra al tetto di una casa, e mi abbraccio le gambe
con le braccia. Non è una notte particolarmente fredda, ma io mi
sento gelare. Dentro di me c’è l’inverno.
FINE prologo!
Ok, lo so che è orribile >.<
Ma se volete la continuo…
Ah, già, specifico una cosa...io continuo solo se ricevo ALMENO
un commento, positivo o negativo che sia...nn x altro, ma x me è
importante sapere cosa pensate della mia storia...quindi se leggere
commentate ok? grz ^^
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