FLY AWAY (Butterfly reprise)
Capitolo 1
Doppio gioco
Spalle
alla parete fredda e dura, sento le mie scapole premute forte contro il
muro.
Nella penombra riesco a vedere ben poco, immagini non definite che
metto a fuoco nella mia mente, aiutato dalla familiarità di
ogni oggetto nella mia memoria.
Ogni tanto i miei occhi abituati al buio, sono colpiti da un fascio di
luce abbagliante proveniente dal cellulare che stringo in mano con
forza.
Lo apro sicuro per un attimo, poi lo richiudo veloce, quasi tremante,
sentendo quella sicurezza come svanita nel nulla.
E così ancora un’altra volta e questa luce che
compare e scompare intermittente, simile ai miei pensieri e alla mia
decisione.
Decisione che sembra fatta di pura forza un attimo prima, che si
sgretola fragile un secondo dopo.
I miei occhi si chiudono esausti per un po’, poi si riaprono
e fissano il rettangolo di carta poggiato a terra, accanto ai miei
piedi nudi.
Una serie di parole e numeri messi uno accanto agli altri.
Una sola destinazione, nessuno ritorno...
Sorrido osservando le lettere che compongono il nome della meta del mio
viaggio, ciò che per anni è stato
l’obiettivo da raggiungere, ma anche la mia ossessione e
ricordo con emozione il momento in cui
l’impiegato dell’agenzia di viaggi,
allungando il braccio teso, mi ha porto questo biglietto.
Entusiasmo e gioia pura sono i sentimenti che mi hanno sopraffatto nel
momento in cui l’ho stretto tra le mani, perché
è stato un po' come sfiorare una stella che sembrava
così lontana e riuscire ad afferrarla.
Sorrido di nuovo se penso a quel momento, non posso proprio farne a
meno.
Sorrido…
Almeno fino a quando non arriva il resto.
Il resto dei miei pensieri.
Non è stato il massimo decidere quando partire, fare ogni
cosa in silenzio senza parlarne con nessuno, sparare cavolate per
riuscire a rimanere solo e correre in agenzia.
E’ stato triste, forse sbagliato o semplicemente da
vigliacchi.
Alzo di nuovo lo sguardo, nell’oscurità intuisco
ombre ed oggetti, quelle cose familiari che da domani non saranno
più parte della mia quotidianità, tramutandosi in
ricordo. Istintivamente gli occhi cercano la foto con tutta la
nazionale scattata non più di sei mesi fa a Parigi.
Wakabayashi sorride sornione da sotto la visiera, Taro tiene un braccio
sulle mie spalle mentre Ishizaki ha sempre la sua solita faccia da
scemo.
E così un nuovo tipo di sorriso increspa le mie labbra,
stavolta fatto di malinconia, perché è vero che
da domani inizierà la vita che ho sempre desiderato, ma
questo significa anche che d’ora in poi sarò solo.
Non ci saranno più i miei amici con me a sostenermi e
aiutarmi.
Solo…
Ed è necessario quindi che incominci ad abituarmi a questa
condizione fin da adesso.
Continuo a fissare i volti felici dei miei compagni forse in cerca di
comprensione.
Spero che possiate perdonarmi ma non riesco proprio a
salutarvi… e in fin dei conti cosa avrei potuto dire per
addolcire la pillola? Meglio tenersi i bei ricordi e basta, senza
portarsi dietro il peso della separazione.
Così il mio sguardo torna a posarsi sul biglietto ai miei
piedi, probabilmente per rimarcare nella mia testa le motivazioni che
mi hanno spinto a comportarmi come un ladro nei confronti dei miei
amici. E’ un pezzo di carta che vale oro e che mi
costerà un prezzo molto alto.
Con un sospiro riapro inconsciamente il cellulare rimanendo abbagliato
ancora una volta dalla luce dello schermo.
Mi mordo le labbra mentre le mie dita premono febbrilmente il tasto
dello scorrimento della rubrica, dopo qualche secondo si arrestano e
trattengo il respiro osservando il nome che compare sul display.
Sanae-chan…
E questo sì che è difficile da fare, questa
sì che è una decisione che non riesco a prendere
definitivamente. L’unica cosa certa che so è che
non posso vederla. No... Lei sicuramente no.
A dirla tutta so che non dovrei nemmeno chiamarla, evitando
così parole inutili che tanto non servirebbero a niente.
Ma lei mi perdonerebbe se me ne andassi via così? Senza una
parola? Riuscirebbe a capirmi? Forse sì...
Di sicuro però piangerà, ma lo farà
comunque anche se...
Ma chi voglio darla a
bere!
Sto cercando di pensare a lei e al suo bene per prendere una decisione,
ma anch'io non riesco a fare sempre la cosa giusta, né
capire quale sia e se seguissi solo ciò che sento allora io
…
Vorrei vederla più di qualsiasi cosa.
Vorrei andare da lei pur sentendo che potrebbe essere la
cosa più dolorosa di questo mondo
d’affrontare.
Vorrei vederla, per guardarla ancora una volta prima di partire.
Ma non sono così forte da poter pensare di riuscire a farlo.
Continuo a fissare il suo nome e il suo numero con una stretta
così forte allo stomaco che mi fa sentire come se
mi mancasse l’aria.
Devo chiamarla.
Per lei. Per me.
Perché posso arrivare forse a rassegnarmi di non vederla, ma
non posso accettare che ieri sia stata anche l'ultima volta che ho
sentito la sua voce. Che non rivedrò il suo viso lo devo far
entrare ancora bene in testa, ma non ho scelta.
E come un vigliacco ripenso vergognandomi alle volte che per nascondere
la partenza ho mentito pure a lei, perché forse avrei dovuto
parlarle, senza tenerla all’oscuro di tutto,
perché forse
glielo dovevo.
Ma mi convinco subito che è stato meglio così,
almeno in questo modo l’ultimo ricordo che avrò
del suo viso sarà illuminato da quel suo sorriso e
così potrò forse riuscire a sorridere
anch’io ripensandoci.
Sono un egoista.
E seguendo quelli che sono i miei desideri, prendo un respiro per farmi
coraggio, respiro che sembra soffocarmi invece che liberarmi dal peso
del mondo che porto sul petto e il mio pollice preme sul
tasto verde che avvia la chiamata più difficile della mia
breve esistenza.
Deglutendo a fatica osservo la piccola cornetta nera che inizia a
lampeggiare affianco al suo nome, i battiti accelerati del mio cuore si
confondono al suono monotono e prolungato degli squilli.
Deglutisco ancora quando sento aprire la comunicazione e la sua voce
allegra e felice, come ogni volta che ho il piacere di sentirla
pronunciare il mio nome.
Chiudo gli occhi stringendo forte le palpebre mentre i polmoni cercano
di gonfiarsi ancora di aria, in modo da raccogliere tutta la forza
d’animo di cui ho bisogno e di cui di solito vado
così tanto fiero.
Sorride…
E mi si spezza il cuore in questo istante perché so che
quando aprirò bocca, spazzerò via quel sorriso
sereno dalle sue labbra.
Perché sto per dirti addio per telefono e con pochissimo
coraggio.
Come un codardo.
Ma perdonami, non avevo altra scelta.
Volevo solo sentirti...
"Fly Away" non è il seguito di B. come avrete capito,
né tantomeno la sua copia, ma solo una raccolta di momenti
vissuti questa volta da Tsubasa, alcuni già "visti" dal pdv
di Sanae, altri completamente inediti perché
vissuti solo da lui. Alcune amiche, terminata la FF, mi hanno chiesto
più volte cosa pensava, provava o faceva Tsubasa durante
alcuni episodi di B. , io ovviamente sapevo cosa rispondere
perché nella mia testa la storia comprendeva entrambi i pdv,
così mi sono detta che magari poteva essere piacevole
mostrare a chi aveva seguito le avventure di Sanae la completezza della
storia. Questa "specie di raccolta" quindi vuole essere una sorta di
ringraziamento per chi ha seguito B. per tanti mesi. Ci tengo a
precisare che non ci saranno comunque 35 capitoli ma più che
altro inserirò gli episodi seguendo sì l'ordine
cronologico di B. , ma senza ripetere passo passo ogni capitolo. Per
ora mando un abbraccio a quelle amiche che hanno "insistito"
affinché nascessero questo e i capitoli che man mano
inserirò e un saluto a chi magari incuriosito
avrà aperto questa pagina... OnlyHope^^
P.S. un grazie speciale a Manila per l'aiuto... <3
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