Alba
Era una
mattina come tante altre, il sole fece capolino dalla coltre di nubi mattutine,
preannunciando una bella giornata. I giardini si illuminarono di luce tiepida,
e gli animali cominciarono a svegliarsi.
Una casa
spiccava tra tutte le altre, isolata da quel giardino immenso, circondato da
mura alte e impenetrabili. Dal cancello partiva un vialetto circondato da rose,
che portava dritto dritto all’ingresso formato da un
portico.
Una sveglia
suonò, rompendo la quiete.
Il grande
letto matrimoniale si mosse, o meglio, qualcuno dentro ad esso si mosse, ed una
mano sbucò dalla coltre e andò alla ricerca della cosa che l’aveva svegliata.
Trovatala la spense.
Il
proprietario della mano si alzò, rivelando una donna bionda, sui 28 anni,
scarmigliata dal sonno. Scese dal letto e infilò le ciabatte, dopodiché uscì
dalla stanza.
Scese le
scale che la portavano in cucina ed entrata si mise a preparare la colazione
per tutta la famiglia.
All’uscita
della donna il letto si mosse, rivelando l’altro suo occupante. L’uomo
sbadigliò e accecato dalla luce del sole si girò dall’altra parte, rivelando la
matassa di capelli scuri. Poco dopo si alzò, per una volta avrebbe aiutato la
moglie a preparare la colazione. Discese i gradini in silenzio, attento a non
fare rumore ed evitare di destare dal sonno gli altri membri della famiglia.
Giunto sulla
soglia della cucina si fermò ad osservare la moglie con un mezzo sorriso sulle
labbra. Era davvero buffo vedere con quanta abilità quelle mani addestrate a
centrare un bersaglio a centinaia di metri di distanza, riuscissero a muoversi
con tanta maestria e dolcezza su quei semplici oggetti domestici.
-Hai
intenzione di aiutarmi o vuoi restare li impalato tutta la mattina? – una voce
interruppe il corso dei suoi pensieri, richiamando alla realtà. A quanto pare
si era dimenticato di elencare un udito sopraffine tra le abilità della donna.
Scosse la
testa, varcando la porta e prendendo dalla credenza li vicino il necessario per
apparecchiare la tavola.
Nella
cameretta buia una figurina si mosse nell’ombra, avvicinandosi di soppiatto al
letto vicino. La bambina vi si arrampicò, cominciando a cercare qualcosa fra le
coperte. Trovato ciò che desiderava iniziò a tirare pizzicotti ad una pancia
scoperta, appartenente al fratello. Quest’ultimo, di certo non contento del
risveglio avuto, cominciò a sua volta a colpire la sorella, iniziando una vera
e propria battaglia.
-Possibile
che ogni mattina tu debba svegliarmi in
questa maniera? Ma soprattutto che tu debba svegliarmi COSI’ presto??
-Muoviti
pigrone sennò mangio anche la tua parte di crepes. –
fu la risposta della sorella, per niente impensierita dallo sguardo minaccioso
dell’altro, che dal canto suo si irritò ancora di più.
-Non ti
azzardare! – e con questa frase si precipitò fuori dalla camera, lasciando la
sorella indietro.
-Ehi
aspettami! Così non vale!
Era una mattina come tante altre, gli schiamazzi
cominciarono come al solito, Hayate, preso
dall’euforia, prese ad abbaiare come al solito, aggiungendo la sua voce a
quella schiamazzante dei gemelli, Roy Mustang, ormai ritiratosi dall’esercito,
prese ad litigare assieme ai figli su chi aveva il diritto di mangiare più crepes, come ogni mattina, mentre Riza
Hawkeye, ora Mustang, guardava divertita la famiglia
che le era capitata, aspettando i soliti dieci minuti prima di slacciare la
sicura alle sue fedeli .45. Era una mattina come tante altre dopotutto..