Empatia

di BloodyMoon
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Nella prossima vita vorrei imparare a suonare il violino.
O, perché no?, essere quel violino.
Per potermi struggere nel mio dolore e non più in quello degli altri,
per essere io causa di malinconia altrui e non il contrario.

Tu piangi,
urli,
sbraiti
attraverso un telefono.
Io ascolto
e piango
in silenzio,
carezzandoti i capelli
ma sentendo la mancanza di una mano
che starebbe maledettamente bene
ad accarezzare i miei.

Soffro
per te,
con te,
in te.
Sono te.

Davanti agli occhi,
ad un telefono,
su foglio
cartaceo o virtuale
macchiato di parole,
io vedo te
e me,
e soffro per entrambi.

Si suppone che il cuore sia unico e non cedibile.
Il mio, ogni tanto, lo do a noleggio
a riempire vuoti altrui e per arrotondare il fine mese,
ma solitamente me lo restituiscono un po’ malandato,
e non c’è risarcimento per quello.

Dannazione
di condivisione,
di sentimenti altrui,
di occhi non miei
che guardano il mondo,
di voglia di solitudine,
per riavere i miei occhi
il mio cuore
il mio cervello.
Libertà di essere.







Storia scritta tanto tempo fa, abbandonata e ritrovata. Allora non ci avevo fatto nulla perché non mi convinceva, ma nel rileggerla oggi mi convince e molto, quindi non l'ho modificata minimamente e ora la condivido con voi. Un bacio







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