THE SOUL CAGES
Il seguito di “SAVE ME”
A POTO fanfic by Sweet Intoxication
“And what's in it for me my pretty young thing?
Why should I whistle, when the caged bird sings?
If you lose a wager with the king of the sea
You'll spend the rest of forever in the cage with me”
Sting, “The Soul Cages”
Capitolo 1 – La morte e la fanciulla
“Muore giovane colui che gli dèi amano.”
Questa volta Christine credette di aver vomitato anche l’anima.
Si alzò con fatica e si allontanò dal gabinetto dove aveva sfogato l’ennesimo
attacco di nausea, e riempì d’acqua il catino di porcellana situato in angolo
del suo camerino personale nel retro dell’Opera Populaire. Si lavò il viso e si
risciacquò la bocca, rabbrividendo di sollievo alla sensazione di freschezza
sulla sua pelle febbricitante.
Si sedette al tavolo da toeletta e cercò di sistemare il trucco ormai sfatto.
Si guardò allo specchio: era pallida come un fantasma, ed ombre scure le
cerchiavano gli occhi. Si diede dei pizzicotti sulle guance per dare un po’ di
colore, e completò l’opera con uno spesso strato di belletto. Sì, così poteva
andare. Si alzò e si rimirò allo specchio: la semplice tunica azzurra le donava
molto, e la collana d’oro le illuminava il viso.
“Sì, posso farcela. Ancora per questa rappresentazione, e poi basta.”
Non aveva ancora rivelato a nessuno di essere incinta. Neanche a Raoul.
Certamente le avrebbe imposto di abbandonare l’ingaggio e lei non avrebbe potuto
sopportarlo. Aveva desiderato avidamente quel ruolo, e l’aveva ottenuto a
fatica. Si era impegnata moltissimo per interpretare la difficile partitura e
solo con una performance impeccabile sarebbe riuscita ad imporsi come la
Primadonna del belcanto francese, mettendo a tacere le voci dei detrattori.
Costoro sostenevano che, dopo lo sfolgorante debutto nell’ “Annibale” tre anni
prima, “la Viscontessa De Chagny non aveva mantenuto le aspettative…..certamente
aveva grande talento, ma la sua voce aveva come….perduto smalto”.
Questo dicevano di lei. E Christine sapeva che era vero.
Quando si era sposata con Raoul, pochi mesi dopo gli spiacevoli accadimenti
riguardanti L’Opera Populaire e l’ormai leggendario “Fantasma dell’Opera”, aveva
creduto che non potesse esistere felicità più grande: si era unita in matrimonio
con una cerimonia sfarzosa con il suo grande amore il quale l’adorava e
soddisfava ogni suo capriccio, viveva in un splendida magione circondata da un
immenso parco, e dopo la ricostruzione dell’Opera Populaire, per la quale Andrè
e Firmin si erano quasi rovinati, ne era divenuta la regina incontrastata,
collezionando un successo dopo l’altro.
Ma qualcosa non andava: la sua voce. Nonostante si esercitasse ogni giorno
insieme ad uno dei migliori maestri di Francia, la sua voce non era più quella
di una volta……di quando c’era….lui. Tuttavia si rifiutava di ammetterlo. No,
Erik era stato il suo primo maestro, e certamente aveva plasmato il suo talento,
ma ormai Christine era una donna adulta ed una professionista, e non aveva più
bisogno di lui. Ad ogni modo aveva continuato a seguire i suoi insegnamenti, ad
esercitarsi come lui l’aveva amorevolmente istruita durante i suoi tristi anni
da povera ballerina di fila orfana…..eppure sentiva che la sua voce, per quanto
splendida, non aveva più quella purezza ed insieme quella sensualità di quando
cantava ispirata dal suo Angelo della Musica. E gli uditori più attenti ed
esperti l’avevano notato: ben presto comparvero le critiche che, sebbene fossero
minime rispetto all’abnorme consenso che il famoso soprano otteneva, erano
riuscite a rendere Christine estremamente insicura, perché sapeva che il suo
segreto era stato scoperto. Aveva cominciato a soffrire di attacchi di panico
prima di ogni rappresentazione, ed aveva preso l’aberrante abitudine di
abboffarsi di cibo per poi vomitare di nascosto. Questa situazione andava avanti
ormai da mesi, ma lei era riuscita a tenerla nascosta a tutti, anche alle
persone che più le erano vicine: con Raoul riusciva sempre ad essere amabile ed
allegra, anche se con grande sforzo, mentre con Meg e Madame Giry, le quali
avevano iniziato a sospettare qualcosa dopo che Christine era svenuta sul palco
durante una prova, aveva trovato la scusa di essere solo un po’ stanca ed aveva
minimizzato la cosa.
La notte, però, si alzava dal letto che divideva con Raoul e vagava piangendo
per la casa buia, in cerca di qualcosa che potesse lenire il suo dolore. Ed una
notte aveva trovato un inaspettato balsamo per le sue ferite in una bottiglia di
liquore.
Ma un giorno, finalmente, era giunta la possibilità della sua riscossa:
Monsieur Reyer aveva annunciato trionfante che la prossima opera da mettere in
scena sarebbe stata la celeberrima “Iphigènie en Aulide” di Gluck, la quale era
stata rappresentata con grande successo pochi anni prima a Vienna.
Christine non aveva perso tempo: sapeva che quel ruolo le avrebbe dato il
successo indiscusso che voleva, ed aveva iniziato a prepararsi con impegno e
devozione per l’atteso debutto.
Finchè tre mesi prima aveva scoperto di essere incinta; ma la gioia iniziale
aveva presto lasciato posto al terrore: Raoul, consapevole della sua salute
cagionevole, le avrebbe certo proibito di continuare le prove, e lei gli aveva
tenuta nascosta la gravidanza.
“Solo fino alla prima” si era ripromessa “dopo gli darò la bella notizia e mi
ritirerò dalle scene. Ma ora, la mia riscossa è più importante di qualsiasi
bambino”.
Christine si guardò ancora una volta allo specchio: sotto la sottile tunica
si iniziava ad intravedere una rotondità sospetta, anche se appena accennata. Si
poso una mano sul ventre e sospirò.
“Non temere, piccolo mio. Dopo stasera le mie attenzioni saranno tutte per
te. Ma prima la tua mamma deve dimostrare a tutto il mondo chi è veramente il
più grande soprano di Francia, la Viscontessa De Chagny”.
Per farsi coraggio, bevette un sorso di brandy da una fiaschetta che teneva
nascosta in un cassetto. Poi iniziò a riscaldare la voce con i consueti
vocalizzi. Dopo qualche minuto senti bussare lievemente alla porta: era Madame
Giry, e tra le braccia aveva un magnifico mazzo di rose bianche e gialle.
“Tra dieci minuti in scena , cherie. Queste te le manda Raoul. Sono splendide
non è vero?” Disse sistemando gli splendidi fiori in un vaso.
Christine le guardò e sorrise tristemente.
“Sono bellissime, è vero….ma non sono rosse…….” Disse tra sé. Nessuno le
aveva più regalato una rosa rossa da quando…..
Madame Giry la guardò con sospetto.
“Christine, va tutto bene?”
Christine scacciò via il pensiero e sorrise.
“Sì Madame, va tutto bene. E’ quasi ora! Andiamo?” e si diresse fuori dalla
porta.
Giunta nei pressi del palco, sentì le note dell’ouverture. All’improvviso la
tua testa iniziò a girare, ed il suo cuore iniziò a battere all’impazzata.
“Oh no, non di nuovo!” Non riusciva a capire se si trattasse di un attacco di
panico o di un malore dovuto al suo stato. Doveva assolutamente controllarsi!
Quella serata era troppo importante!
“Calmati Christine, calmati! Va tutto bene” disse tra se, ed iniziò a trarre
lunghi e profondi respiri per rallentare il battito cardiaco. Il peggio sembrava
passato.
Sentì una mano gentile prenderle la sua: era Giancarlo Rossi, famoso tenore
italiano, che interpretava il ruolo di Achille, suo promesso sposo nell’opera.
“Siete pronta, mia cara?”
Christine sospirò ancora una volta.
“Sono pronta. Si va in scena.”
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Il primo atto stava procedendo a gonfie vele.
Le interpretazioni dei cantanti erano superbe e sia Christine che Giancarlo
avevano ricevuto applausi a scena aperta.
Tuttavia Christine non era tranquilla. Nonostante i suoi sforzi, sentiva che
la sua voce non era come lei desiderava che fosse. Prima di entrare in scena per
il duetto che chiudeva l’atto sentì un altro attacco di panico assalirla.
“Non ce la posso fare…..oh Angelo, dove sei?”
La vista le si annebbiò. Tuttavia qualcuno la spinse in scena, e Christine
riuscì a raggiungere il suo posto sul palco.
La bella voce forte e piena di Rossi la risvegliò dal suo torpore.
ACHILLE:
En croiraije mes yeux ? ô ciel!
Vous en Aulide, Princesse ?
“Concentrati Christine, concentrati!”
IPHIGENIE
Quel que soit le destin qui me guide,
Ma gloire ne pourra du moins me reprocher
Que c'est Achille ici
Que mon cœur vient chercher.
Il mondo comiciò a girarle intorno.
ACHILLE Qu'entendsje ? quel discours! Estce à moi qu'il s'adresse ?
IPHIGENIE De votre nouvelle tendresse Suivez, suivez les mouvements,
Votre infidélité n'aura rien qui me blesse, Et vous pouvez former d'autre engagements.
Christine sentì una morsa allo stomaco, e qualcosa nel suo ventre si mosse.
ACHILLE D'autres engagements ? De cette perDidie qui m'ose accuser?
IPHIGENIE Moi, que vous avez trahie.
ACHILLEAchille vous trahir
IPHIGENIE Malgré tant de…….
La frase non uscì mai dalla sua bocca, e rimase strozzata nella sua gola. Un
dolore intensissimo le squassò i visceri, ed all’improvviso sentì uno strano
calore pervaderla. Abbassò lo sguardo: tra le sue gambe, sulla bella tunica
azzurra si allargava sempre di più una macchia di sangue scuro. Christine riuscì
ad alzare lo sguardo ed a vedere lo sguardo d’orrore di Rossi e di Madame Giry
dietro di lui. Potè sentire il grido terrorizzato di Raoul da uno dei palchi
dietro di lei.
La luce scomparve, e Christine ebbe la sensazione di cadere all’infinito. Ma
prima che la sua mente venisse avvolta dal buio, riuscì a formulare un’ultima,
disperata preghiera:
“Oh Angelo…..ti prego, aiutami………..”
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