...Alla
calda luce di un falò.
by Manu_Hikari
Allora, premetto che questa
storia è nata nel giro di due giorni e che è completa, ma nonostante sia stata
concepita come one-shot in origine, verrà postata regolarmente in capitoli,
giusto il tempo di una revisione finale. Inoltre i personaggi, che non sono miei
ma dell’eccelsa Rumino Takahashi, sono quasi del tutto OOC, o almeno a me così
sembra, anche se li avrei voluti molto più verosimili.
L’ispirazione mi è venuta
ascoltando un vecchio cd di mio nonno, “ ‘Nu jeans e ‘na maglietta” di Nino
D’angelo, un famoso cantante Napoletano (Quanti di voi lo conoscono?) quindi il
testo della canzone sarà riportato alla fine di ogni capitolo, con relativa
“traduzione”.
Dunque, buona lettura!
Stage 1
Le chiare e cristalline acque del mar
mediterraneo, incantevole e azzurro specchio, accarezzavano ritmicamente la
bianca e fine sabbia delle spiagge Sarde, imponendo, talvolta a qualche vispo
crostaceo, di indietreggiare per partecipare a quel divertente gioco. Un po’ più
in alto, lievemente rialzata rispetto alla spiaggia battuta dal sole cocente,
una distesa di sfarzose ville a schiera, tutte bianche, tutte ugualmente ben
progettate, immerse nella vasta distesa verdeggiante della rada boscaglia. Pochi
potevano permettersi il lusso di possedere una villetta sulle spiagge Sarde.
Personaggi famosi, politici, ma anche medi e grandi imprenditori.
Villa Nishizawa non era la più
grande di queste sfarzose costruzioni, ma di certo era una delle più graziose,
vista da lontano poteva benissimo dare l’impressione di un piccolo castello,
costruita su due piani e dotata di moltissime stanze.
Una delle vetrate scorrevoli, si
aprì su un piccolo terrazzino al piano superiore e un affascinante ragazzo, che
a prima vista sembrava dimostrare non più di venticinque anni, uscì all’aria
aperta, poggiandosi al parapetto e inspirando a pieni polmoni l’aria salmastra.
I suoi lunghi capelli, di un meraviglioso color argento, si lasciarono cullare
dalla piacevole frescura della brezza marina. Quanto gli sarebbe piaciuto essere
libero proprio come il vento e poter scappare via da quella prigione, d’oro, si,
ma pur sempre una prigione. Lui non si riconosceva in quella società nella quale
non aveva chiesto di nascere, costantemente costretto a fingersi ciò che non
era, circondato da persone che, decisamente, non erano ciò che ostentavano
essere.
Sesshomaru aveva ventiquattro
anni, ed era ormai prossimo ai venticinque, e suo padre, un ricco e famoso
imprenditore giapponese, presidente generale di una società informatica molto
diffusa e rinomata in Giappone e che stava tentando di diffondersi anche in
Europa, non faceva altro che ripetergli quanto fosse necessario, ormai che lui
si trovasse presto una fidanzata e mettesse la testa a posto; per questo, ogni
estate, lo trascinava in quella villa al mare, nella quale si davano molte
feste, nella speranza che fra le ragazze invitate ce ne fosse una adatta a lui.
Sesshomaru le trovava davvero
bellissime e, sicuramente, essendo per la maggior parte figlie dei colleghi e
amici di suo padre, con una posizione sociale invidiabile. Ma non avevano nulla
di speciale, non riuscivano a tener su un dialogo costruttivo con nessuno, se
non con il loro specchio, così intente a guardare loro stesse che non avrebbero
visto a un palmo dal loro naso e avrebbero dato importanza a qualcun altro
soltanto se questi fosse stato vestito di specchi.
E così lui si accontentava di
essere solo “uno scapestrato” per suo padre; l’uomo infatti gli dava tutta la
colpa per questa incapacità di instaurare una relazione duratura. Mentre
InuYasha, il suo fratellastro, nato dal secondo matrimonio di suo padre, era il
figlio preferito, il figlio modello, fidanzato da un sacco di tempo con una
dolce fanciulla di nome Kagome.
Improvvisamente, una bianca e
cristallina risata, tanto simile a quella di sua madre, riempì l’aria, seguita
quasi immediatamente da un amichevole abbaiare. Quasi senza che Sesshomaru se ne
rendesse conto, la sua attenzione fu calamitata da un grosso cagnone, un
bellissimo esemplare , un incrocio fra un pastore tedesco e un cho cho ( sembra
strano, ma l’ho visto da vicino ed è assolutamente una meraviglia!), rincorso
dalla sua sorridente padroncina, una moretta dalla pelle candida. Tirandosi i
jeans fin sul ginocchio, la ragazzina seguì il suo cane che si era tuffato in
acqua e iniziò con lui un divertente gioco fatto di schizzi e di rincorse. Gli
occhi del ragazzo dai capelli d’argento rimasero incollati su quella figura che
tutt’ a un tratto gli parve particolarmente eterea muovendo in lui lo strano
desiderio di vederla da vicino.
«Jaken! »Disse al suo
maggiordomo entrando in casa. «Vado in spiaggia per una passeggiata, avverti tu
mio padre quando tornerà dal club…»
«Sissignore…» Fu la risposta
dell’uomo, molto più basso del suo padrone, mentre inchinava leggermente il
capo.
Il contatto con la sottile
sabbia biancastra era un piacevole solletico sotto i piedi nudi di Sesshomaru
che si accorse subito di aver attirato l’attenzione della ragazza, sapeva di
essere un bel ragazzo e, talvolta con malizia, sfruttava questa sua posizione; i
jeans stretti e la camicia azzurra leggera, mettevano infatti in mostra il bel
corpo scolpito. Si avvicinò alla riva fissando gli occhi color dell’ambra in
quelli blu mare della ragazzina, così, tanto per vedere quale sarebbe stata la
sua reazione.
Apparentemente impassibile, la
moretta continuò a squadrarlo, ricambiata da Sesshomaru. Su, dalla terrazza, non
aveva avuto la possibilità di guardarla bene, era davvero bella; i lunghi
capelli neri, sembravano essere morbidi come la seta e le ricadevano lisci sulle
spalle, fin sopra il sedere rotondo, giocando con le rare folate di vento. La
cascata di seta, nera come la notte, metteva ancor di più in risalto la
carnagione chiara, ora arrossata sulle gote, vuoi per la crescente emozione,
vuoi per la recente corsa. A giudicare dalla semplicità e limpidezza dei tratti
del viso asiatico, dal fisico asciutto e dalle curve appena appena abbozzate,
non doveva avere più di quindici sedici anni.
Quando il grosso cagnone fece
per riprendere il gioco, poggiando le grosse zampone sulla pancia della moretta,
pensando che lei avesse intenzione di assecondarlo, Sesshomaru si fece avanti.
«Ehi, ragazzina! » Esclamò. «Non lo sai che questa è una spiaggia privata? »
Continuò dopo aver ottenuto la sua attenzione.
Il volto di lei si imporporò
ancora di più. «Mi scusi, signore…non lo sapevo… » Disse con crescente
imbarazzo.
«Da dove vieni? » Chiese allora
Sesshomaru mentre la moretta usciva dall’acqua, seguita dal suo “cucciolotto”
che, appena a riva, si scrollò di dosso tutta l’acqua, schizzando completamente
i due ragazzi.
«Momentaneamente abito in quella
villa laggiù, vicino al mare, » Disse indicando una costruzione non molto
lontana da villa Nishizawa « ma sono giapponese come lei, a quanto sembra…Rumiko,
è scappata e ho dovuto rincorrerla fin qui…me ne vado subito se disturbo…» Fu
la risposta saccente. Diamine, quella ragazzina era una dei pochi che osavano
tentare di tenere testa all’ arroganza di Sesshomaru. E sembrava riuscirci anche
bene.
«Rumiko? » Chiese ancora
Sesshomaru tentando di trattenerla.
«Si…lei è Rumiko. » Disse la
ragazza indicando il cane, ora legato saldamente al guinzaglio. Il viso riluceva
di nuovo di quella sua solare allegria. « È il mio cane! Molti mi criticano,
perché non è di razza e non ha un pedigree, ma al canile è stato l’unico ad
attirare la mia attenzione… »
Canile?...come sospettava,
quella non era una ragazza come tutte le altre. Aveva un sorriso troppo radioso,
e, nonostante fosse poco più che una bambina, aveva una bellezza decisamente
fuori dal comune. «Come mai hai deciso di prenderlo in un canile? » Sesshomaru
continuò il suo interrogatorio, più che mai deciso a non lasciarla andare; non
aveva mai provato un così forte desiderio di stare con una ragazza, il più delle
volte le snobbava chiaramente, ma quella non era uguale alle altre con cui
normalmente aveva a che fare.
«Così… » Rispose lei facendo
spallucce. « Avevo capito che la mia presenza qui non è gradita…» Riprese poi
con una nuova sfrontatezza che fece sorridere Sesshomaru. «Quindi, io me ne
andrei…. »
Sesshomaru seguì con lo sguardo
quella strana ragazza, finchè non scomparve su di un’altura. Se non fosse stata
tanto pedante, probabilmente sarebbero stati lì a parlare per delle ore, ma
quella saccenteria era un lato nuovo e affascinante per Sesshomaru in una donna.
Era incredibile come una ragazzina avesse calamitato l’attenzione di colui che
veniva definito, dalle donne, “il principe dal cuore di ghiaccio”, dato che con
l’altro sesso non aveva mai dei rapporti seri e duraturi. Tuttavia, seppure
fosse riuscito ad attirare l’attenzione della sua “vicina” non avrebbe certo
potuto farci alcun pensierino; da una così giovane cosa avrebbe potuto avere?
«Sesshomaru san! » Esclamò Jaken
vedendolo rientrare. «Vostro padre vi attende, insieme al signorino InuYasha,
nel suo studio. » E si congedò con un inchino.
“Cosa potrebbe volere il vecchio
da me? “ Pensò fra se. “Dato che c’è InuYasha, il “Caro fratellino”,
probabilmente si dilungherà ancora una volta sul suo valente lavoro per l’
azienda, nonostante la stagione estiva.” «È permesso, chichi-ue? » Chiese poi
entrando nella stanza.
«Vieni pure avanti figliolo! »
Fu la risposta proveniente da un grosso e baffuto omaccione seduto dietro una
grande scrivania stile Luigi XVI.
«Desideravate vedermi?...Buon
giorno InuYasha…» Aggiunse suo malgrado.
«Ciao Sesshomaru. »
«Si…nulla di particolare,
Sesshomaru. Non indovinerai mai chi ho incontrato al club nautico…»
«Non ne ho idea…» Disse
Sesshomaru fingendosi interessato al discorso e versandosi un bicchiere di
brandy in cui aggiunse tre cubetti di ghiaccio.
«Il signor Naraku…il mio vecchio
compagno di università…ti ho parlato spesso di lui, ricordi? » Sesshomaru annuì,
sempre meno interessato e presupponendo che tutto quel parlare portasse a
qualcosa di estremamente negativo per lui. « Erano anni che non ci vedevamo e,
un discorso tira un altro, ha invitato tutta la nostra famiglia ad una festa che
darà in onore del compleanno di sua moglie al club nautico. » Ecco! Lo sapeva,
l’ennesima festa di alta società, e questo significava, in poche parole, giacca
e cravatta, anche con quel caldo asfissiante. Ma non era del tutto certo che le
fregature fossero finite lì. «Inoltre sarebbe una buona occasione per conoscere
la sua figlia maggiore, Kagura; ha più o meno la tua età ed è molto bella. »
“Lo sapevo!” Pensò Sesshomaru.
«Come volete voi padre. Sarò pronto entro le nove, va bene?» Disse guadagnando
la porta; voleva uscire al più presto da quell’inferno di scartoffie e correre a
rifugiarsi nella tranquillità della sua stanza.
«Certo e…Sesshomaru! Naraku san
ha raccomandato abiti comodi e leggeri. Ha detto che si tratta di una festa…
particolare. »
Il ragazzo dalla chioma argentea
trattenne a stento un esaltazione, annuì e si diresse al piano di sopra.
Entrato nella sua stanza, si
gettò di peso sul letto, senza riuscire a togliersi nemmeno per un istante la
figura di quella ragazza dalla testa; improvvisamente, mentre un lieve sonno
calava su di lui, si rese conto di desiderarla ardentemente.*
To the next stage...
Allora, che ve ne pare? Vi prego
lasciate un commentino! Anche uno piccolo piccolo, piccino piccino!!!!!
Vi lascio il testo della su
citata canzone! Un bacione!
'Nu jeans e 'na maglietta
Nu jeans e ‘na
maglietta Un jeans e una maglietta
‘Na faccia acqua e
sapone Una faccia acqua e sapone
M’ha fatt’ annammurà chesta semplicità Mi ha
fatto innamorare questa semplicità
Ma tu nun me dai
retta Ma tu non mi dai retta
Dice ca’ si guagliona
Dici che sei piccola
E nun a tiene ancora l’età pè fa l’ammore e
non hai ancora l’età per innamorarti.
Tu quinnece anne ma sei già donna Tu
15 anni ma sei già donna
Anche se piccola d’età
anche se piccola d’età
Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm Non so
ancora il tuo nome
E dda mia t’ sent
già E già ti sento mia
M’ e fatt annammurà
Mi ha fatto innamorare
Quell’aria da bambina che tu
hai quell’aria da bambina che tu hai
Nun me fa cchiù aspettà
Non farmi più aspettare
U’ tiempo vola e tu peccat faie
Il tempo vola e tu fai un peccato
Me fann annammurà pure e’ capricci Mi
fanno innamorare anche i capricci
E i’ smorfie cca me faie
e le smorfie che fai
Me fann cchiù attaccà
Mi fanno innamorare di più
Tu nun capisce ‘o male ca me faie
Non capisci il male che mi fai.
Iamme damme stà vocca
Dai dammi la tua bocca(cioè, dammi un bacio)
Viene astrigneme e
mane E stringi le mie mani
E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore E scriviamo
insieme una storia d’amore
M’ e fatt’ annammurà
Mi hai fatto innamorare
Che colpa tengo si te voglio
già Che colpa ho se ti voglio?
Tu si guagliona
ma Tu sei una ragazzina
Pè chisto amore nun ce vò
l’età ma per questo amore non conta l’età
Pecchè nun te
convince Perché non ti convinci
E ancora me ne
cacci? E mi mandi via?
Dimmi che non ti
piaccio Dimmi che non ti piaccio
È questa la
ragione? È questa la ragione?
Aiza l’uocchie a terra guardame buono ‘nfaccia Alza gli
occhi e guardami in faccia
Dice ca io sò
pagliaccio Dici che io sono un
pagliaccio
Sfotto a tutte ‘e
guaglione e prendo in giro tutte le
ragazze
Tu quinnece anne ma sei già donna Tu
15 anni ma sei già donna
Anche se piccola
d’età anche se piccola d’eta
Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm Non so
ancora il tuo nome
E dda mia t’ sent già
E già ti sento mia
M’ e fatt annammurà
Mi ha fatto innamorare
Quell’aria da bambina che tu
hai quell’aria da bambina che tu hai
Nun me fa cchiù aspettà
Non farmi più aspettare
U’ tiempo vola e tu peccat faie
Il tempo vola e tu fai un peccato
Me fann annammurà pure e’ capricci Mi
fanno innamorare anche i capricci
E i’ smorfie cca me faie
e le smorfie che fai
Me fann cchiù attaccà
Mi fanno innamorare di più
Tu nun capisce ‘o male ca me faie
Non capisci il male che mi fai.
Iamme damme stà vocca
Dai dammi la tua bocca
Viene astrigneme e
mane E stringi le mie mani
E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore E scriviamo
insieme una storia d’amore
M’ e fatt’ annammurà
Mi hai fatto innamorare
Che colpa tengo si te voglio
già Che colpa ho se ti voglio?
Tu si guagliona ma
Tu sei una ragazzina
Pè chisto amore nun ce vò
l’età ma per questo amore non conta l’età
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