Il
Ritorno
Se come aveva detto sua madre
Edward considerava
il matrimonio un passo serio, allora era poco probabile che avesse
messo
incinta Tanya. Anche se li avevo sorpresi a bacarsi, non potevo fidarmi
delle
parole di Tanya.
Ora iniziavo a dubitare
dell’esistenza di quel bambino
o, perlomeno, della paternità d’Edward. In fin di
conti, lui non si era
fidanzato con me proprio per evitare –Tanya? Ripensai alle
parole di Rose
secondo cui Edward, era geloso di Mike, avrebbe finto di interessarsi a
Tanya per
farmi ingelosire? Adesso mi sembrava proprio di si!
Ma anche se fosse stato vero, cosa
potevo fare ormai?
Edward era a migliaia di chilometri da casa…
Avrei potuto scrivergli anche io.
Ma avrei trovato il
coraggio di farlo?
Mi sedetti al tavolo da lavoro e
cercai di riunire le
idee. E se mi fossi sbagliata? Se quella confessione l’avesse
reso folle di
rabbia? Sospirai.
No, non era tanto semplice.
Se Edward non mi amava ma
continuava a desiderarmi,
avrebbe potuto prendere la mia lettera come un invito, immaginare che
io fossi
pronta ad accettare al suo ritorno una breve relazione e in quel caso
sarebbe
stato l’infermo. O il paradiso?
Tu cosa vuoi? Mi chiesi.
Ti senti pronta ad una simile
eventualità?
Mike mi avrebbe consigliato la
prudenza, ma quello non
era proprio il momento di mostrarsi prudente.
Caro Edward, cominciai. Ha qualcosa
di molto
importante da dirti…e gli raccontai tutto.
Della rottura con Mike,
dell’angoscia che avevo
provato all’idea di fargli una confessione del genere, della
paura che avevo
ancora al pensiero di spedire la lettera…
Poi corsi all’ufficio
postale per timore di un
ripensamento ma mentre tornavo a casa, ebbi l’impressione di
aver commesso
un’imprudenza.
Se lui non mi avesse risposto o
avesse riso di me, la
sconfitta sarebbe stata più dura da digerire.
È meglio che non ci
pensi più, continuai a ripetermi
nei giorni successivi. E ci provai anche rimanendo più ore a
scuola, battendo
gli appunti di Jazz fino a notte tarda, aiutando Rose a preparare la
festa di
compleanno, quella di Jazz, che avrebbe avuto luogo il
venerdì seguente.
Fu quell’ultima
occupazione a portarmi via più tempo.
Rose avrebbe fatto venire mezza
città se io non
l’avessi posto un limite.
Non ci riuscii, tuttavia, ad
impedirle di invitare
quasi tutti i professori dell’università.
Un giorno, ci recammo al
supermercato, Rose iniziò a
riempire il carrello in modo incredibile.
Chissà cosa
dirà Jazz, quando vedrà il conto! Pensai e
chiusi per un attimo gli occhi finendo con l’urtare qualcuno.
Tanya!
“hai ricevuto
l’invito?” le chiese Rose
“verrete?”
“certamente!”
rispose la vipera, sfoggiando uno dei
suoi famosi sorrisi.
“per niente al mondo
mancherei a quella festa. Come va
Bella?oh guarda guarda…non porta più
l’anello…”
“prego?”
“mi chiedevo cosa ne
avessi fatto del suo grazioso
anello di fidanzamento”
“l’ho portato a
pulire” mentii
In realtà non me
l’ero più messo dal giorno in cui
Tanya mi aveva annunciato di essere incinta. E ora che avevo raccontato
tutto a
Edward nella lettera a maggior ragione non l’avrei
più indossato, qualunque
fosse stata la risposta.
Tanya in ogni modo non mi credette.
“a pulire?”
“si. Ora, se vuoi
scusarci, abbiamo ancora un sacco di
cose da comprare” affermai e proseguii con Rose.
Quando ci allontanammo domandai a
Rose “cosa ti è
saltato in ente di invitare quel serpente?”
“mi dispiace me ne ero
dimenticata…oramai è troppo
tardi”
E pensare che avevo sperato di non
doverla più
rivedere, mi dissi con un diavolo per capello.
Ora invece, avrei dovuto passare
un’intera serata in
sua compagnia…
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Ogni mattina, alzandomi mi dicevo:
Domani riceverà la
mia lettera, ma dopo una settimana cominciai a sentirmi un
po’ nervosa.
Che cosa penserà? Mi
chiedevo. Avrò fatto bene a scrivergli?
Quel giorno poi, ero occupata con i
preparativi della
festa quando, ricordando che anche Tanya vi avrebbe partecipato, mi
sentii
addirittura ribollire il sangue nelle vene.
Conoscendola, sapevo che Tanya non
si sarebbe lasciata
sfuggire l’occasione per dirmi qualche cattiveria.
La sera, tuttavia, ebbi talmente da
fare che per un
momento mi dimenticai di Edward. Avendo l’incarico di
accogliere gli invitati,
feci del mio meglio per evitare Laurens, scomparendo quando
loro
arrivarono e riapparendo soltanto quando fui sicura che fossero troppo
occupati
per badare a me.
Sfortunatamente però,
avevo sottovalutato la
cattiveria di Tanya.
Mi trovavo in cucina e mi chiedevo
se certe voci che
sentivo fossero fondate. Avevo, infatti, sentito parlare del nascituro
dei
Laurens e del loro matrimonio in crisi e continuavo a nutrire dubbi ma
in senso
contrario. Possibile che Tanya mi avesse detto la verità?
Avevo sorpreso una
conversazione vicino al buffet che mi dava da pensare. Chiusi per un
momento
gli occhi e sospirai.
Ma quando li riaprii Tanya era
davanti a me.
“Edward mi ha telefonato
ieri sera e gli ho detto del
bambino” annunciò lei guardandomi a lungo,
sorridendo.
“ancora senza
anello?” aggiunse poi e se ne andò,
lasciandomi in preda alla disperazione.
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Solo un attacco nucleare avrebbe
potuto provocare
danni irreparabili come quelli causati dalle poche parole di Tanya.
Dovetti
aggrapparmi allo schienale di una sedia per non cadere.
Quando Edward avrebbe letto la
lettera si sarebbe
divertito un mondo.
Come avevo potuto essere sciocca
fino a quel punto?
Se i Laurens erano davvero in
crisi, allora il bambino
era di Edward, Tanya presto sarebbe diventata la signora Cullen. A quel
pensiero mi sentii morire.
Ma la cosa peggiore era che mi
sarei trovata ancora li
quando Edward e Tanya si sarebbero sposati. No, dovevo andarmene
assolutamente
prima di allora.
E dovevo fare anche in fretta
perché, sapendo
dell’esistenza del bambino, Edward non avrebbe tardato a
tornare.
“è rimasto del
rosè?” domandò Jazz, entrando.
“qualcosa non va?”
“sono solo un
po’ stanca. Ora guardo, deve essere
rimasta qualche bottiglia nella credenza”
“ti dispiace portarla di
là?” Jazz se ne andò
sorridendo.
Felice di avere qualcosa da fare,
iniziai a portare il
vino in soggiorno.
“grazie,
io…Incredibile!guarda chi
c’è!”
Mi girai di scatto lasciando cadere
una delle
bottiglie.
“Edward!”
Aveva risposto
all’appello di Tanya, era evidente.
A proposito dove era Tanya?
Mi guardai intorno e la vidi. In
compagnia di James,
Tanya parlava e rideva con un’altra coppia ma, sollevando gli
occhi, scorse
Edward e diventò improvvisamente pallida.
Lui, invece, non l’aveva
ancora notata, ma frugava
nella stanza con lo sguardo ovviamente alla sua ricerca.
Guardavo il pallore di Tanya,
aspettando che si
trasformasse in un rossore di trionfo. E invece no. Tanya era diventata
addirittura grigiastra. Posando lo sguardo su Edward, lo vidi venire
verso di
me.
“un così lungo
viaggio per partecipare al mio
compleanno!” esclamò Jazz.
Poi ignorando il cugino mi prese la
mano
“niente anello?”
“no”
Si voltò bruscamente
trascinandomi con sé.
“ho bisogno d
parlarti”
“ma…”
“niente
ma…”
Mi fece indossare un cappotto, mi
cinse le spalle con
un braccio e mi condusse verso la porta.
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