A little surprise.
Questa
one-shot è un piccolo sequel della mia fic "There's nought so
Queer As Folk", ma può essere letta anche da sola, senza aver
letto l'altra. E' mielosa, lo so, non so come ha fatto a venire fuori
così romantica... me lo chiedo da quando l'ho finita.
Però beh, spero vi piaccia, sia alle vecchie lettrici della
precedente che alle nuove che la leggeranno! =)
Lasciatemi un commento, sia positivo che negativo!
Buona Lettura, Mars Freiheit
A little surprise.
<< Allora? >>
L'uomo
dai capelli castani al volante non si prese nemmeno la briga di
voltarsi verso il suo compagno, seduto sul sedile del passeggero.
<<
Allora cosa? >> chiese solamente, sorridendo con lo sguardo
fisso nel traffico newyorkese oltre il parabrezza.
<<
Dove stiamo andando? >> ripetè per l'ennesima volta il
biondo, voltandosi esasperato verso l'altro. La curiosità lo
stava divorando da quando, mezz'ora prima, era stato trascinato a
forza in auto.
Il
moro ridacchiò appena. << Vedrai >>
<<
Vedrai?? No, per favore, Gale! >> si lamentò il ragazzo,
sporgendosi con occhi da cucciolo bastonato verso il moro e
accarezzandogli la spalla fissandolo insistentemente.
Gale
si sentì cedere a quello sguardo limpido e tenero, ma si
impose di resistere ancora per un po'. Non poteva assolutamente
rivelargli niente.
Randy
tentò ancora per qualche secondo di impietosirlo con i propri
occhioni azzurri ma, non ottenendo nessun risultato, tornò
composto sul proprio sedile, sbuffando.
<<
Tu mi odi. >> mugugnò.
Gale
si voltò e sempre con un sorriso criptico sul volto gli prese
la mano nella sua, baciandola dolcemente.
<<
Io ti amo >> gli sussurrò.
L'espressione
di Randy si raddolcì appena e le sue guance si tinsero di una
leggera tonalità di rosso, facendo sorridere il compagno.
<<
Se mi ami perchè mi torturi così? >> chiese il
biondo.
<<
Perchè dopo sarai ancora più felice >> rispose
Gale, svoltando in una strada affollata. << Dai, manca poco >>
Randy
sospirò, guardando davanti a se. Auto e taxi gialli si
muovevano lenti accanto a loro, gente di tutti i tipi camminava sui
marciapiedi, fermandosi di tanto in tanto ad osservare le vetrine
luccicanti. Il cielo buio delle nove di sera era illuminato dalle
luci dei palazzi e dei grattacieli che sfrecciavano verso l'alto,
illudendosi di poter toccare la volta misteriosa. Brooklyn Heights
era assolutamente il quartiere che più amava di New York;
mischiava perfettamente moderno e antico, città e natura, caos
e tranquillità; vi si poteva trovare qualunque cosa, da negozi
eleganti dei più importanti stilisti a piccole e affascinanti
botteghe. Ma non capiva perchè il suo compagno lo avesse
portato qui.
<<
Stiamo andando in un ristorante? >> tentò.
Gale
scosse la testa, senza cancellare dal proprio viso quel sorriso
quasi.. irritante.
Per
la gioia di Randy dopo qualche minuto Gale accostò al
marciapiede e fermò l'auto. Entrambi scesero e il ragazzo più
giovane si guardò attorno. Erano in un bel viale alberato; da
un lato il fiume Hudson si gettava ormai nell'Oceano Atlantico,
mentre dall'altro erano situati alcuni edifici. Gale prese per mano
Randy e lo portò verso l'ingresso di uno dei palazzi. Era
alto, circa nove piani; la struttura sembrava antica, di un
tranquillo color panna, ma era sopraffatta dalle enormi vetrate che
fungevano da finestre. Alcuni scalini portavano al portone d'ingresso
di legno scuro già aperto. Randy, sempre più confuso,
seguì il compagno nell'interno bello ma non eccessivamente
sfarzoso. Un portiere in giacca elegante li salutò sorridendo
gentile.
<<
Gale, cosa...? >>
<<
Sssh >> sussurrò Gale, carezzando i capelli di Randy,
come a tranquillizzarlo.
Lo
condusse in un'ascensore e premette il tasto '9'. Le porte si
chiusero silenziosamente e il mezzo cominciò a salire.
A
quel punto Gale non resistette più; prese tra le mani il volto
di Randy e baciò le sue labbra. Da dolce il bacio diventò
più passionale; i moro infilò una mano sotto la felpa e
la maglietta dell'altro, accarezzandogli la schiena liscia; con
l'altra gli andò a stringere e scompigliare i capelli biondo
scuro, tenuti lunghi fino a sotto le orecchie.
Dal
canto suo Randy aveva decisamente accantonato le numerose domande che
gli frullavano in testa per lasciarsi andare a quel bacio
appassionato. Proprio quando l'aria cominciava a scaldarsi le porte
dell'ascensore si aprirono su un largo corridoio. I due si staccarono
e Gale guardò Randy con un sorriso di scuse.
<<
Ciò che vedrai ora ti piacerà ancora di più >>
gli disse,accompagnandolo fuori.
<<
Impossibile >> ribattè subito Randy, sistemandosi alla
bell'e meglio i i vestiti e passandosi una mano fra i capelli
spettinati. Operazione inutile visto che Gale,mentre con una mano
infilava la chiave nella toppa di una delle due porte del piano, li
scompigliò nuovamente. Ma infondo, pensò Randy, non gli
dispiaceva così tanto.
La
porta si aprì con un debole scatto. Randy fece per entrare, ma
Gale lo bloccò appena prima della soglia.
<<
Che...? >> le parole del biondo vennero interrotte da un altro
bacio, questa volta più dolce e lento.
<<
Adesso possiamo entrare >> disse appena si staccarono.
Gale
accese la luce. L'ingresso era un'ampia stanza spoglia, la cui parete
sinistra era completamente occupata da due grandi vetrate. Sulla
parete in fondo si apriva una porta, su quella a destra due.
Randy
non capiva. Che ci facevano in quella bellissima casa? Di chi era?
Era tentato di chiederlo a Gale, ma aveva paura di rompere quella
strana e magica atmosfera che si era creata da quando avevano varcato
la soglia dell'appartamento.
Accanto
a lui il moro sorrise nel vedere la sua espressione affascinata e
confusa; lo prese per mano e lentamente lo accompagnò verso la
porta al fondo dell'ingresso; qui si apriva un'altra stanza,
probabilmente una cucina, anch'essa vuota ed anch'essa dominata da
una finestra sul lato sinistro. Prima che Randy potesse anche solo
dire una parola, Gale lo riportò nell'ingresso e gli fece
visitare le altre due stanze; erano entrambe illuminate dalla luce
dei grattacieli proveniente delle vetrate. Successivamente Gale gli
fece salire una scala a chiocciola in ferro battuto che prima non
aveva notato. Sbucarono su un corridoio sul quale si aprivano tre
stanze; una, lo sin intuiva dalla porta semiaperta, era il bagno.
Un'altra era una bella stanza con una grande vetrata; l'ultima porta
era chiusa. Gale si avvicinò e la aprì. Al contrario
delle altre, questa stanza aveva un pezzo d'arredamento. Era un
grande letto matrimoniale, identico a quello situato nel loft di
Brian Kinney. Sulla parete di fronte alla porta c'era un'enorme
vetrata come quelle dei piani inferiori, dalla quale era possibile
avere un magnifica vista della città. Randy sentì uno
strano groppo in gola osservando il letto e la stanza in penombra; la
mano di Gale afferrò gentilmente la sua e lo portò
infondo al corridoio. Gli fece segno di alzare la testa. Randy obbedì
e vide una scala di corda pendere per metà sotto una botola in
legno. Gale abbassò ulteriormente la scala.
<<
Prego >> fece a Randy, facendogli segno di salire. Il biondo lo
guardò sempre più sgomento e confuso.
Gale
ridacchiò. << Vai amore >> ripetè.
Fidandosi
Randy salì la scala ed aprì la botola. L'aria fresca
della sera lo colpì e avrebbe tirato su la zip della felpa, se
non fosse stato completamente assorto ad ammirare il panorama più
mozzafiato che avesse mai visto.
Oltre
la ringhiera del tetto piatto su cui erano, New York si stagliava in
tutta la sua forza. I grattacieli illuminati e le strade colme di
auto e persone lottavano contro il nero della notte ormai scesa, che
sembrava divorare qualunque cosa trovasse, tranne quella conca di
luce accecante che era la città, dal cuore al neon e dagli
occhi fluorescenti. Il fiume Hudson che si gettava nell'Oceano
Atlantico divideva Brooklyn dalla terra ferma e il traffico si
trascinava sul famoso Ponte.
E
li,a metri e metri da terra, c'erano loro. Solo loro. Ad
osservare milioni di persone camminare, parlare, disperarsi, ridere,
vivere. Ognuno perso nella
propria vita, così tanto da non riuscire a fermarsi un attimo
ed osservare tutto dall'alto. Dall'origine e dall'unione, da
ciò che tutte quelle vite diverse avevano inconsapevolmente
creato. Solamente loro, li sopra, insieme. Insieme.
Le
braccia forti di Gale lo distolsero da quella contemplazione che si
era fatta sfocata a causa delle lacrime che premevano per uscire. Le
ricacciò indietro.
Gale
lo fece girare e mise fra le mani qualcosa. Randy abbassò lo
sguardo. Era una copia di una famosa rivista newyorkese. Guardò
gli occhi del moro senza capire.
<<
Pagina 21. >> disse solo lui.
Randy
sfogliò il giornale, con il cuore in gola. Alla pagina 21 una
foto del suo fidanzato riempiva mezza pagina. L'altra metà era
coperta da un titolo in grassetto.
“Outing!”
Il respiro di Randy si
bloccò. Outing. Cominciò voracemente a leggere
l'articolo di pagina 22.
L'attore americano Gale
Harold, noto al grande pubblico soprattutto per avere interpretato il
cinico Brian Kinney nella serie gay “Queer As Folk”, ha rivelato
con una breve intervista esclusiva al nostro giornale la propria
bisessualità.
Già da anni i fan
si dividevano su questo argomento, mormorando anche di una presunta
love story con il suo collega (e co-protagonista del telefilm), il
giovane Randy Harrison. Nonostante la dichiarazione di
eterosessualità di Harold, questi pettegolezzi non si sono
fermati. Giustamente.
<< Dopo aver
riflettuto molto sulla questione ho deciso di rivelare senza problemi
il mio orientamento sessuale. Sono bisessuale. Trovo non ci sia nulla
di male, anzi, so di aver sbagliato a tenerlo nascosto per tanto
tempo. >> confessa Gale Harold. << Sono bisessuale e
fottutamente innamorato del mio compagno, Randy. A quanto pare, chi
parlava di una nostra relazione ci ha visto giusto. Lo amo più
della mia stessa vita e spero presto di andare a convivere con lui>>
L'intervista proseguiva,ma a
Randy non importava. Il significato di quelle parole si susseguiva
nella sua mente; non riusciva a crederci. Non riusciva a credere a
ciò che aveva davanti agli occhi. Si aspettava di svegliarsi
da un momento all'altro, ma l'aria fredda continuava a pungergli il
viso, il giornale rimaneva fra le sue mani e le braccia di Gale erano
ancora attorno alla sua vita. Una goccia cadde sull'inchiostro del
titolo; si accorse solo in quel momento che le lacrime gli rigavano
il viso.
<< Se lo vuoi, questa
potrebbe essere la nostra... casa. >> sentì la voce di
Gale sussurrargli all'orecchio.
Lo colpì come un
pugno in pancia, ma un dolce, dolcissimo pugno. Un pugno che non
credeva avrebbe mai ricevuto.
Si voltò, guardando
tra le lacrime il volto di Gale farsi immediatamente preoccupato
notando il suo pianto. Non gli diede nemmeno il tempo di parlare.
Alzandosi in punta di piedi e aggrappandosi al suo collo, lo baciò.
Profondamente e lentamente, sensualmente e dolcemente, violentemente
e delicatamente. Lo baciò e gli parve di non volersi più
staccare da quelle labbra perfette, quelle stesse labbra che ora
lambivano le sue, dominandole.
Si aggrappò con le
gambe alla vita del fidanzato (Dio, ora lo era davvero... avrebbero
potuto urlarlo a tutti, andare in giro mano nella mano, baciarsi
sempre ed ovunque...) in stile “koala”, cosi lo chiamava Gale,
continuando a baciarlo, staccandosi solo per riprendere fiato e
immergersi di nuovo tra quelle labbra invitanti.
Solo dopo svariati minuti (o
ore?) i due si staccarono, rimanendo abbracciati. Sul volto di Randy
splendeva un sorriso incredulo; Gale gli asciugò con i pollici
le lacrime che gli brillavano sulle guance e lo baciò ancora,
un bacio breve e tenero.
<< Io... io non ci
credo... >> riuscì a mormorare Randy.
Era vero,aveva il terrore di
svegliarsi e scoprire che questi meravigliosi momenti erano solo
frutto della sua fantasia irrefrenabile.
Sorrise, continuando a
guardare Gale.
<< Voglio andare a
fare la spesa con te... voglio camminare abbracciato a te, voglio
baciarti al ristorante, voglio prenderti per mano quando voglio e
urlare davanti a tutti che ti amo... >> mormorò
emozionato, mentre i momenti che da quel momento in poi avrebbero
potuto condividere si susseguivano nella sua mente come immagini di
un film accelerato.
<< Potremo fare tutto
ciò che vogliamo d'ora in poi. Basta con questa tortura
inutile del “nascondersi”... ci ha fatto troppo male,ti ha
fatto troppo male. Ho sbagliato a costringerti a sopportare tutta
questa farsa per una mia stupida paura >> disse Gale,
sentendosi in colpa.
<< Non hai
sbagliato..dovevi solo trovare la forza di non temere te stesso. Ora
l'hai trovata, è questo che conta >> mormorò
Randy seriamente.
Gale sorrise, baciandolo
ancora una volta e poi avvicinandosi alla balaustra del terrazzino,
portando con se il biondo.
<< Direi che possiamo
cominciare da ora. >> esclamò, risoluto.
Randy lo guardò
confuso per qualche istante, poi capì e sul suo volto si
accese un sorriso.
Si strinse di più a
Gale, puntando lo sguardo sulla distesa di luci accecanti che si
stendeva davanti a loro.
Bagliori verdi e dorati,
specchi luccicanti di un mondo meraviglioso ma spesso fin troppo
finto che catturava, ammaliava, seduceva... e a volte uccideva.
Un mondo di cui ora loro due
non avevano più paura.
<< SAPETE UNA COSA? >>
urlò Gale alla città. << IL SOTTOSCRITTO GALE
HAROLD, SI, PROPRIO QUEL GALE HAROLD, E' FOTTUTAMENTE E
MERAVIGLIOSAMENTE INNAMORATO DEL QUI PRESENTE RANDY HARRISON,
SI, RANDY HARRISON, ESATTO E
NON HA INTENZIONE DI RINUNCIARE A LUI PER NIENTE AL MONDO... CAPITO
NEW YORK? >>
Randy sentì gli occhi
farsi nuovamente lucidi mentre Gale si girava verso di lui.
<< Ti amo >>
sussurrò il biondo.
<< Ti amo... e non
smetterò mai di urlarlo al mondo >> rispose il moro,
stringendolo forte al petto e baciando le sue labbra rosse.
Per un attimo si chiese se
la propria vita fosse anche solo lontanamente come l'aveva
immaginata.
Era su un grattacielo, con
New York ai propri piedi, finalmente libero e con la persona più
importante della propria esistenza fra le braccia.
No, non aveva mai immaginato
un futuro così.
Tutto era molto, molto
meglio di ogni sua aspettativa.
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