Hola!
Sono tornata con un’altra one-shot
finalmente! L’ispirazione sembra essere momentaneamente
arrivata e quindi ne
sto approfittando! E poi... oggi non potevo non pubblicare!
È il compleanno di
Logan Cale (per chi non lo sapesse è il personaggio del
telefilm Dark Angel che
era interpreto dal nostro caro Michael Weatherly)! Qui io e
l’editor stiamo
festeggiando, che si vuole unire a noi? Vera, vuoi?
C’è anche la pasta al forno
di tua madre! :D
Comunque...
vi lascio a questa Tiva un po’.... come dire... fuori dagli schemi! Che, tra
parentesi, fa
parte della mia saga di one shot di NCIS sulla settima stagione, che ho
chiamato “Semplici Emozioni” in onore della mia
musa ispiratrice, che non è
proprio una musa, Filippo (Nek)! La sua musica accompagna ogni
one-shot, ogni
capitolo, ogni personaggio e ogni momento della mia vita!
Di
“Semplici Emozioni” fanno parte anche:
THERE
IS STILL HOPE FOR US
THERE
IS STILL HOPE FOR US, Ziva version
Quindi
vi lascio a questo tanto richiesto
seguito sperando come al solito che vi piaccia almeno un po’!
Buona lettura! :D
NON
GUARDARMI COSI’
Paura.
È l’unica cosa che mi viene in mente
ora come ora. Paura o qualcosa che non so meglio definire. Un
sentimento
inspiegabile che mi fa mancare il fiato e sudare freddo. È
questo che si
impossessa di me ogni volta che siamo da soli o anche quando siamo solo
vicini
o ci guardiamo semplicemente.
È
una cosa molto strana e particolare che purtroppo
credo succeda solo al sottoscritto. Probabilmente risalirà
al fatto che non ho
mai avuto una madre come si deve, seppur le volessi molto bene
nonostante tutto
quello che mi facevano passare lei e mio padre. O forse anche
perchè non ho mai
dato molta importanza anche ai sentimenti del gentil sesso oltre che ai
miei, almeno
fino a qualche anno fa.
Potrebbe
essere una spiegazione, per quanto
grezza sia, del mio piccolo problema.
Già
che mi trovavo in una situazione
psicologica non proprio delle migliori a causa del mio passato tutto
tranne che
rose e fiori! La storia con Jeanne deve essere stata il colpo di
grazia! La
goccia che ha fatto traboccare quel vaso quasi pieno che era la mia
testa.
E...
zack! Ora mi ritrovo a essere misogino
o giù di lì! Ho paura delle donne o meglio ho
paura di quella donna che è Ziva
e di tutto quello che rappresenta per me.
Paura
di dire la cosa sbagliata, paura di
ferirla, paura di perderla un’altra volta e questa volta non
per qualche mese,
ma per sempre. O forse è semplicemente paura di lei
dell’effetto che riesce ad
avere su di me semplicemente esistendo.
Odio
tantissimo sentirmi così, però non
posso farci nulla e così mio malgrado mi ritrovo a
commiserarmi come un idiota in
quasi tutti i momenti della giornata, a volte anche in quelli
impensabili,
mentre lei se ne frega altamente di me e dei miei sentimenti.
A
volte mi domando se lo faccia apposta, se
le piaccia davvero sentirmi e vedermi soffrire, penare, disperarmi e
tante di
quelle cose che potrei continuare all’infinito, ma solo ed
esclusivamente per
lei.
Come
adesso.
Siamo
chiusi in macchina, mentre questa
corre sulla strada, pronti a recarci dal sospettato di turno che Gibbs
ci ha
gentilmente ordinato di andare a interrogare.
Io
guido, lei invece sta seduta accanto a
me sul sedile del passeggero e si tormenta le unghia, come sempre
quando è
nervosa. È leggermente imbronciata perché non le
ho permesso di stare al
volante neanche stavolta. Ma se mai lo dovessi fare sopprimetemi!
Significherebbe che sono definitivamente uscito fuori di testa!
Non
mi guarda, ma io, distogliendo ogni tanto
lo sguardo dalla strada, la studio con attenzione e fisso i suoi occhi
concentrati sul suo “lavoro” e quasi rido al
pensiero che probabilmente non sa
di piacermi così tanto anche mentre compie un gesto
così semplice e quotidiano.
Non
le ci vuole molto per farmi andare fuori
di testa, purtroppo. Credo abbia un talento naturale per questo, oltre
che per
cacciarsi sempre nei guai più complicati, ovviamente.
Sta
accanto a me e come sempre sta cercando
di comportarsi normalmente nonostante quello che sia successo tra di
noi appena
un paio di mesi fa, ma sto cercando di fare finta di niente anche io e
passarci
sopra.
Di
ignorare il suo costante menefreghismo
che mi dà parecchio sui nervi, di non rinfacciarle quello
che è successo sto
cercando di essere paziente ancora una volta, ma non sto ottenendo
nulla di
diverso da quello che mi ha sempre dimostrato.
Già
me lo immagino come ragiona: “Se faccio
finta che non sia successo nulla non dovrò affrontarlo e bla
bla bla!” Uffa!
Se
prima faceva finta che io non le avessi
mai detto quella frase maledetta, ora cerca anche di fingere che non ci
siamo
mai baciati in ascensore.
Che
io non abbia capito che anche lei prova qualcosa per me più
profondo della
semplice amicizia ma che, per qualche motivo che mi risulta
inspiegabile, cerca
ancora di nascondermi.
Almeno
però le riesce più difficile di
prima nascondere i suoi sentimenti a
me.
Ma sai che grande consolazione!
Sono
giorni ormai che aspetto il momento adatto
per questa fatidica resa dei conti, quella grazie alla quale
capirò se è destino
che io e lei stiamo insieme oppure se devo rassegnarmi e cominciare a
leccare
le ferite che sicuramente mi lascerà e quelle che mi ha
già procurato.
Ma
il momento propizio però non è ancora
arrivato. Una volta in ascensore ho provato a parlarne, a tirare io
fuori
l’argomento, a fare io il primo passo, come sempre del resto,
ma mi sono
mancate le parole. E poi... quel suo sguardo così freddo,
distaccato e indifferente
mi ha subito fatto cambiare idea. Non sembrava neanche il suo sguardo,
non a me
che la conosco così bene.
Ho
tentato di farlo anche altre volte, ma
ho ottenuto sempre lo stesso risultato. Un bel pugno di niente!
Oltre
ad essere diventata più complessa e
indecifrabile di prima ora è anche diventata bravissima ad
evadere dalle
situazioni e dalle domande sconvenienti per lei.
Però
nonostante questo suo comportamento non
so cosa darei per chiarire tutto e subito, anche qui in macchina,
perché
effettivamente non ce la faccio più ad aspettarla.
Quasi
come se avesse percepito i miei
pensieri, e non è la prima volta che accade e questo
continua a preoccuparmi
sempre di più, si volta lentamente verso di me e i nostri
occhi si incontrano
per un breve istante, quel tanto che basta per ristabilire un contatto
perchè
poi devo tornare immediatamente a fissare la strada e a fare una
sterzata
d’emergenza per evitare una anziana signora che porta a
passeggio il proprio
cagnolino e che sta attraversando la strada.
Stavo
per investire una vecchietta per
colpa sua e dei suoi occhi maledetti! Ringrazio mentalmente la mia
prontezza di
riflessi e spalanco gli occhi ancora spaventato.
-
Forse era meglio se guidavo io...-
mormora Ziva, al mio fianco fissando anche lei con gli occhi sgranati
la strada,
pronta a indicarmi qualche altro ostacolo che potrei non
“vedere”.
-
Se guidavi tu a quella poveretta stavano
già facendo il funerale!- ribatto grattandomi nervosamente
il mento coperto da
un leggero strato di barba.
Controllando
dallo specchietto retrovisore
che non ci sia nessuno dietro, rallento un po’
perché mi rendo conto che forse
sto andando un tantino troppo veloce. E in quel momento il mio sguardo
viene
catturato dalla mia immagine riflessa. Lo so che sono un tipo vanitoso!
Non è
uno dei miei migliori pregi, ma che posso farci?
Mi
rendo conto che sto proprio bene così. Ho
finalmente tagliato i capelli e cambiato acconciatura. Sono tornato il
caro
vecchio Tony! Almeno nell’aspetto esteriore.
Spero
solo che lei abbia colto come me il
mio cambiamento in meglio in questi ultimi mesi ricchi di sorprese,
dolori,
rinunce e rivelazioni.
Anche
se non credo. Per lei credo di essere
sempre e solo Tony. Il suo vecchio amico, il suo collega, lo stupido
immaturo
che va a letto con qualunque essere di sesso femminile minimamente
attraente
che gli capiti a tiro. Quello che non si lega mai a nessuna per paura
di
innamorarsi e delle conseguenze che comporta l’amore.
Non
capisce che ormai l’unica con cui
vorrei farlo è lei! Non capisce che sono innamorato solo di
lei e che sto
accettando mio malgrado le conseguenze che questo comporta! O non ci
arriva o
lo nega!
Ah,
ecco! Siamo anche arrivati davanti alla
casa di quel tizio che dobbiamo interrogare! Perfetto, ci mancava solo
il
lavoro a peggiorare il mio umore già nero di per se!
Mi
fermo lentamente proprio di fronte alla
costruzione e la studio. Non è molto grande, ma sembra molto
accogliente una
casa per famiglie non molto numerose. Forse un giorno
abiterò con Ziva in un
posto del genere, chi lo sa?
Scaccio
subito questo pensiero quasi
impossibile dalla mente, ma un altro si presenta nitido nella mia
testa, nero
su bianco. E non accenna ad andarsene nonostante i miei sforzi.
ORA.
Credo
che ascolterò il mio istinto anche
questa volta. Lei non ne sarà felice... non ne
sarà felice per niente! Però
infondo ormai che ho da perdere?
-
Ziva...- dico cercando di richiamare la
sua attenzione.
Già
mi riesco a immaginare le sue mani
strette intorno al mio collo che tentano di soffocarmi per farmi
evitare di
porre la mia domanda, quella a cui lei non ha risposto allora, in
ascensore, e
a cui suppongo non risponderà neanche ora.
Mi
dispiacerà deluderti ma non è più
quella
la domanda che voglio porti, a quella ho già dato una
risposta da solo, mi è
bastato vedere come rispondevi al
mio
bacio per capirlo, ma un’altra più personale e
più adatta al nuovo Tony.
-
Mm? Che c’è?- chiede girandosi verso di
me con aria non proprio amichevole.
Ha
già la mano sulla maniglia ed è pronta
ad uscire, anzi sembra quasi smaniare per poter allontanarsi al
più presto da
questa auto, sebbene cerchi di darsi un contegno.
Non
vede l’ora di interrogare il tizio o non
riesce più a sopportare di starmi così vicino
dopo quello che ci è successo?
-
Noi dovremmo...- provo a dire, ma non
trovo le parole adatte per porre la mia domanda e lei, approfittando di
questa
mia piccola indecisione, si gira con tutto il corpo verso di me,
abbandonando
quindi la maniglia e dedicandosi completamente a me.
-
No, Tony!- mi dice con rabbia interrompendomi
– No! L’ultima che abbiamo
“parlato” è finita in un modo in cui non
sarebbe
dovuta finire, quindi no! Non dobbiamo parlare e non abbiamo nulla da
dirci!-
La
fisso incredulo per un paio di secondi. Ha
capito le mie intenzioni prima ancora che le capissi io a momenti! La
sua
capacita nell’anticiparmi e nel capire quello che sto
pensando mi spaventa
sempre di più.
Che
sia un essere soprannaturale che riesce
a leggere nella mente delle persone?
Un
essere soprannaturale che però
arrossisce e prova sentimenti quasi umani. Perché quando ha
citato il bacio,
anche se non lo ha proprio detto chiaro e tondo che parlava di questo,
seppur
molto lievemente è arrossita, come se il solo ripensarci la
mettesse in
imbarazzo.
E
ora sta cercando di negare che ci sia
qualcosa di cui discutere. Perché lo fa? Glielo vorrei
chiedere ma tengo la
domanda per me e cerco inutilmente di completare, o meglio di iniziare
il mio
discorso.
-
Ziva io...-
-
No! Ti ho detto no! Non voglio parlare
con te!- dice ancora lei con un tono di voce piuttosto alterato.
È
nervosa. Tanto nervosa. Troppo nervosa.
Un
minuto fa era così calma e ora sembra
così arrabbiata con me, col mondo, con tutti! Sta tirando
fuori quello che
sente e visto che ne ha paura ha bisogno di sfogarsi e io purtroppo
sono la sua
povera vittima sacrificale.
Ma
non lo rimarrò ancora per molto. Lo sono
stato per troppo tempo, ora tocca a me arrabbiarmi con lei e tutti gli
altri.
Anche io voglio sfogarmi e infine riuscire a vivere col cuore in pace.
Con lei
o senza di lei, ormai non fa più molta differenza.
-
Hai paura che le emozioni ti possano di
nuovo sopraffare, David?- dico velenoso digrignando i denti.
Lei
mi guarda con aria truce, quasi come se
volesse uccidermi. Ha lo stesso sguardo che aveva in Israele. Per un
attimo mi
fa paura, ma solo un attimo, poi riprendo le mie capacità
intellettuali e cerco
di mantenere una espressione imperturbabile mentre lei mi risponde
urlandomi
contro più forte di prima.
-
Non hai nessun diritto di dirmi questo!- ribatte puntandomi contro un
dito con
tono accusatore - Non sono io quella che cede alle emozioni e che fa
offuscare
la sua capacità di giudizio solo per amore!-
-
E esattamente da quando sarebbe una
colpa?- chiedo cercando il suo sguardo che per tutto questo tempo ha
vagato per
tutta la macchina nel disperato intento di sfuggire al mio.
Perché
questi complicati complessi esistenziali
se li pone solo col sottoscritto? Non poteva porseli per Ari? O per Locke? O per Rifkin? O magari anche
non porseli affatto?!?
Ma
la dovevo beccare proprio io l’unica
donna che non si abbandona mai completamente all’uomo che
ama? Ma in fondo è anche
per questo che sono pazzo di lei.
-
Non ho più nulla da dirti!-
Così
dicendo tenta di uscire dalla macchina
e di sfuggirmi, ma io sono più veloce. Con le chiavi infatti
blocco le porte
dell’auto con la chiusura di sicurezza per i bambini.
-
Prima l’ascensore e ora anche la
macchina... il tuo è un vizio!- sbuffa scocciata girandosi
di nuovo verso di
me.
Ora
come ora bloccherei tutta Washington
pur di tenerti qui con me, piccola ninja!
Mi
avvicino lentamente al suo volto e mi
fermo a pochi centimetri da lei e dalle sue labbra, così
invitanti in questo
momento che devo fare uno sforzo sovrumano per impedirmi di
impossessarmi di
nuovo di loro, come in ascensore.
Dio
quanto mi manca quella sensazione! Ma
mi do lo stesso un contegno e rimango imprigionato
nell’alchimia che si è
creata tra i nostri occhi, ora incapaci di staccarsi gli uni dagli
altri.
-
Perché fai così? Perché continui
ancora a
fingere, Ziva? Avevi detto di essere stanca di mentire!
Perché continui a
mentirmi e a fare finta di nulla? A fingere che non ci sia nulla...-
Più
diretto di così si muore! Ora voglio
vedere se riesce a trovare altre scuse! Comincio scocciarmi di questa
sua
stupida ostinazione.
Lei
è senza parole. E anche io, infatti
lascio la mia frase in sospeso senza darle una conclusione logica.
Ma
lei, come sempre, si riprende subito
fissandomi con uno strano misto di amore e freddezza che è
la sua
caratteristica principale. Sembra quasi indecisa su come rispondermi.
Non
sa se abbandonarsi o continuare a fare quello
che sta facendo da ormai troppo tempo.
Alla
fine nei suoi occhi prevale la
freddezza e io so già che cosa dirà prima ancora
che lo faccia.
-
Sei un illuso se credi che un bacio possa
significare qualcosa di più profondo...- dice cercando di
tenersi distaccata,
non le riesce molto bene ma le sue parole hanno lo stesso
l’effetto di un
proiettile su di me - è stato solo un bacio! Tutto qui! Non
ti sto mentendo
perché non ce nulla da dire... e ora fammi scendere!-
Quando
lo dice il mio cuore va in mille
pezzi. Non ce la fa più. Ed è quando il mio cuore
viene calpestato ancora una
volta che io finalmente ci vedo chiaro in questa storia.
Ho
tentato e ritentato ma ormai sono
stanco. Stanco di dover essere sempre io a fare il primo passo, stanco
di essere
preso in giro, stanco di essere trattato come una persona qualunque,
perché io
per lei non sono una persona qualunque. Sono qualcuno di cui si
può fidare,
anche se fatica ancora a farlo. E sono soprattutto una persona che la
ama.
La
fisso intensamente, sono arrabbiato,
ferito, eppure non posso fare a meno di staccare il mio sguardo da lei.
La
voglio, la desidero nonostante tutto ma quello che ha appena detto
cambierà
quello che c’è e ci sarà tra di noi.
-
Non guardarmi così...- mormora Ziva
allontanandosi da me, incapace di reggere ancora i miei occhi su di lei.
-
Hai ragione... non c’è nulla da dire!-
dico duro aprendo le porte della macchina con le chiavi e uscendo di
fretta
sbattendo lo sportello.
Sento
il suo sguardo su di me ma non mi
volto. Per quanto mi riguarda ho fatto tutto il possibile per noi due.
Ma ormai
tocca a lei. Io non ce la faccio.
Sono
stanco e se mi vuole davvero dovrà
essere lei a cercarmi. Perché io mi dichiaro fuori dal gioco.
Non
ho più paura di perderla, perché in un
certo modo col suo comportamento lei così ci ha
già allontanato
irreparabilmente. E neanche di ferirla, perché in fondo lei
non si fa tanti
scrupoli quando si tratta di farmi del male. Lo ha appena dimostrato.
“Non
guardarmi così...”
Tranquilla
agente David, non vedrai per
molto tempo quello sguardo sulla mia faccia. Almeno fino a che non
sarai abbastanza
matura e pronta per ammettere i tuoi sentimenti a te stessa oltre che a
me.
Perché
io sono stanco e sono giunto alla
fine della mia lotta.
FINE
|