cinefili in action
Questa
fanfiction è arrivata prima al contest Cinefili in action
indetto da Deerock94 (credo per puro miracolo) e, nonostante le
incongruenze dei tempi verbali che mi sono fatte notare da Dee, ho
deciso di postarla così proprio come l'ha ricevuta lei
(sperando
nella prossima ff di saper sfruttare i suoi ottimi consigli).
Buona lettura.
Solo un film
"Il
cappotto Kim!" sbraitava la signora Peggy dall'uscio della porta,
agitando con energia il povero cappotto della figlia nel tentativo di
richiamarne l'attenzione.
Kim, che ormai si trovava dal lato opposto
della strada, sorrise alla preoccupazione della madre e
tornò
indietro sospirando rassegnata.
"Kim, non sei
più una bambina, possibile che debba sempre stare
attenta che tu non ti prenda un raffreddore o anche peggio! Lo
sai che bisogna coprirsi bene per evitare gli sbalzi di temperatura
altr..."
"Va bene, mamma,
ho capito, tranquilla." la interruppe prima che inizi
la sua predica, succedeva sempre, tutti gli anni da quando Kim
riusciva a ricordare, lei aveva sempre adorato sentire quei brividi
sulla pelle, il vento fresco che le arrossa le gote e le entra nel
corpo riempiendola di energie, ma Peggy aveva sempre avuto il terrore
che la sua splendida bambina potesse ammalarsi e la infagottava con
ogni genere di indumento soffocante ed imbarazzante che riuscisse a
trovare.
"Scusa tesoro,
è solo che sono un po' preoccupata, sei sicura di
volere andare?" sussurra Peggy all'orecchio della figlia.
"Mamma vado solo
al cinema, di cosa dovrei essere sicura?"
Peggy si spostava
inquieta da un piede all'altro ,incerta, ma sorrise e
salutò con la mano qualcuno sul marciapiede opposto "E' solo
che... vedi Kim lui non è abituato a stare con
tante persone e io non credo che luogo chiuso come un cinema sia
l'ambiente adatto per lui, non vorrei che si spaventasse."
"Mamma, cosa vuoi
che succeda!" esclamò Kim tentando nuovamente di
rassicurarla per poi schioccarle un
bacio sulla guancia e correre via sorridendo delle sue preoccupazioni.
Edward la
aspettava, paziente e un po' incerto, ripensando a quello che Kim gli
aveva spiegato sul cinema.
Teneva gli occhi
scuri puntati sull'asfalto e solo ogni tanto li alzava
per controllare la ragazza, ancora trovava la cosa leggermente strana e
non
riusciva a capire il motivo per cui lei fosse così eccitata,
la
vedeva davanti a sé, mentre camminavano a passo spedito per
non
arrivare in ritardo alla proiezione, lei quasi saltellava come una
bambina impaziente di ricevere un regalo, lui tentava di mantenere
l'andatura di Kim ma risultava goffo e leggermente ingobbito a causa
del peso del metallo delle sue mani.
La strada da
percorre non era lunga ne complessa ma Edward che era
rimasto tutto il tempo in attento ascolto della ragazza non avrebbe
saputo ritrovare il percorso per tornare indietro.
Kim, infatti,
aveva parlato e parlato, con una voce resa leggermente
squillante dall'emozione, aveva raccontato le trame dei suoi film
preferiti, gli aveva descritto con cura il piacevole e caldo aroma di
burro e pop-corn che invade le narici non appena messo piede nel cinema
e poi ancora narrato dell'atmosfera particolare che si forma appena le
luci si spengono, un misto di aspettativa e vibrante
curiosità.
Edward ancora non
riusciva a capire il comportamento della ragazza, in
fondo Kim gli aveva detto di essere già stata in quel luogo
diverse volte, immaginò che il film che dovevano proiettare
piacesse molto alla ragazza e che lo attendesse con desiderio.
Quello che
Edward, nella sua scarsa conoscenza dei comportamenti umani,
non riusciva a capire era che la felicità di Kim era dovuta
al
fatto di poter andare al cinema con lui, di poterlo fare partecipe del
suo mondo e così facendo riuscire, magari, ad attenuare la
sua
sensazione di estraneità.
Lei se ne era
accorta vedendo gli sguardi dei vicini, lo aveva intuito
osservandoli conoscere Edward e ,dopo averlo conosciuto meglio lei
stessa, ne era
ormai sicura: Edward non era come loro, e non lo diceva per via del suo
aspetto, non per via delle sue mani o del suo viso smunto e graffiato,
era
qualcosa di diverso, più profondo e impalpabile,osservandolo
attentamente a volte le sembrava di capire cosa fosse ma poco dopo la
soluzione volava candidamente via dalla sua mente senza lasciare
traccia.
In futuro Edward
non avrebbe ricordato molto del film, durante la
proiezione era decisamente più attento ad osservare le varie
persone
presenti in sala che a seguire le immagini che si susseguivano sullo
schermo e nonostante la scarsa luce riusciva a cogliere alcuni
lineamenti degli spettatori: bambini che rovesciavano il pop-corn da
tutte le parti e venivano debolmente rimproverati dai
genitori,
anziani sui cui visi si stendeva un reticolo di rughe che sembrava
scintillare alla poco luce della sala donandogli un'aria mistica, e poi
ancora
coppiette di tutti i tipi, da ragazzi alla loro prima cotta a giovani
sposi che esponevano con orgoglio le fedi.
Era incantato.
Poteva osservarli
e nessuno sembrava fare caso a lui, era il contrario di quello che
accadeva di solito.
Fu proprio
studiando i loro sguardi interessati e fissi sulla proiezione che
finalmente capì, erano gli stessi che rivolgevano a lui, lui
per
loro non era altro che un film, qualcuno di interessante, una storia
diversa dalle solite da seguire con apprensione per abbandonarla e
tornare tranquilli alle proprie case.
Solo il tocco
della mano di Kim sul suo viso lo riportò alla
realtà e guardando i suoi occhi gioiosi si chiese se anche
per
lei era così, se anche lei era solo una spettatrice della
sua
storia o potesse essere protagonista insieme a lui.
/////
I minuti passano, a volte brevi e a volte lunghi, e arriva il momento
in cui il film finisce, non sempre bene.
Edward
capì che Kim non lo aveva mai portato a vedere una film
tragico o drammatico, lo capì mentre le sue mani, brillante
metallo affilato, si tinsero di rosso col sangue di Jim e Kim gli
sussurrò il suo addio.
/////
Qualche volta anche uno strano ragazzo dalle mani di forbice risente
del suo isolamento.
Qualche volta
anche il più abile degli artisti ha bisogno di nuova
ispirazione.
Qualche volta
anche Edward, con insicurezza e inquietudine, scende dal
suo castello per avventurarsi in una città ostile che con il
tempo si dimentica sempre più di lui.
Solo quando la
solitudine si fa insopportabile e le statue di ghiaccio
sembrano ancora più fredde del solito trova il coraggio di
farlo
e con attenzione anche quello strano essere si reca al cinema per poter
vedere il suo film preferito: gli spettatori.
Ecco il giudizio che mi è stato dato:
Valutazione:
Grammatica (voto medio): 5,6
Grammatica:
5,5
Lessico: 7,5
Correttezza Verbale: 4
Stile: 8
Trama: 7,5
Originalità: 8,5
Sviluppo/Trattazione dei Personaggi (IC, se è una
fanfiction): 8,75
Attinenza al tema e ai parametri: 9
Giudizio Globale
La fanfiction mi è piaciuta molto, nonostante le
imprecisioni.
Prima di tutto, lo stile ricalca perfettamente il film.
Peggy, così apprensiva nei confronti di Kim è
molto IC, a mio parere.
Peggy si spostava inquieta da un piede all'altro, incerta,
ma sorrise e salutò con la mano qualcuno sul marciapiede
opposto
Questa frase, secondo me, è piuttosto immediata: Peggy in
fondo non è una madre cattiva, si occupa della salute di sua
figlia (anche se a volte è un po' soffocante), si preoccupa
anche per Edward, ma d'altra parte deve salvare le apparenze. Ecco che
i personaggi un po' grotteschi di Tim Burton vengono fuori, e tu li hai
saputi gestire benissimo.
Ti sei anche attenuta molto bene ai parametri: l'elemento del cinema
è perfettamento integrato con la trama e la metafora che ne
viene fuori alla fine è perfetta.
Edward, protagonista-non protagonista della storia (la scena
è quasi rubata da Kim, ad un certo punto, quando lui si
perde un attimo ad ascoltarla parlare del cinema e dei suoi film
preferiti) è totalmente IC. E' quell'Edward che, piuttosto
che rendersi conto di quanto è straordinario con il suo
talento e il suo grande cuore, si ferma ad osservare gli altri, a
cogliere i piccoli particolari che spesso sfuggono alle persone troppo
concentrate su loro stesse.
Il punto dolente? La grammatica.
Secondo me il problema principale è stata la fretta, che ti
ha fatto fare alcuni errori e, rileggendo, non te ne li ha fatti
notare. Nella prima parte della storia ho incontrato vari errori per
quanto riguarda i verbi, e un po' in tutta la fanfiction la
punteggiatura non mi convinceva molto. Tra la riga 1 e la 14 ho trovato
cinque forme verbali sbagliate: sbraitava piuttosto
che sbraitò; in questo caso avresti
dovuto usare il passato remoto perchè, credo, l'imperfetto
da più l'idea di un'azione continuata nel tempo.
Nelle sequenze dialogiche, però, di solito si preferisce
usare i tempi storici.
Prima che inizi la sua predica invece che potesse
iniziare o iniziasse; Un congiuntivo
presente in una storia al passato è sbagliato.
Il vento che le arrossa le gote e le entra nel corpo:
avresti dovuto usare l'imperfetto, arrossava e entrava.
Questo perchè esprimi un'azione abituale nel passato.
Sussurra, al presente, piuttosto che sussurrò.
Per la punteggiatura, invece, ho trovato nella storia un eccessivo uso
delle proposizioni coordinate per asindeto:
Teneva gli occhi scuri puntati sull'asfalto e solo ogni
tanto li alzava per controllare la ragazza, ancora trovava la cosa
leggermente strana e non riusciva a capire il motivo per cui lei fosse
così eccitata, la vedeva davanti a sè, mentre
camminavano a passo spedito per non arrivare in ritardo alla
proiezione, lei quasi saltellava come una bambina impaziente di
ricevere un regalo, lui tentava di mantenere l'andatura di Kim [...].
In questo punto ho faticato a seguire il discorso e ho capito bene il
senso solo dopo una seconda lettura, poichè credo che la
struttura del periodo sia troppo caotica.
La stessa cosa si riscontra anche in alcuni punti più
avanti: hai spesso la tendenza a riempire la narrazione di periodi
lunghissimi, piuttosto che frammentarli in frasi più brevi e
facili da comprendere.
Per quanto riguarda il lessico, infine, non mi convincevano solo alcune
espressioni:
una voce leggermente squillante, alla riga 34.
Forse sarebbe stato più adatto una voce leggermente stridula
o un suo sinonimo.
Alla riga 51, candidamente. Non trovo
giustificazione a questo avverbio nel contesto della frase.
Ringraziamenti
per Il vecchio e la creatura:
Mia92, sono contenta che ti sia piaciuta, cercherò di stare
più attenta nella punteggiatura, grazie del consiglio.
PotterWatch, non mi ero accorta che anche tu avessi commentato questa
ff :) sono molto felice che trovi che io sia ruscita a scrivere la ff
rimanendo nello spirito del film. Spero che anche questa non ti deluda.
DJKela, ti dirò che mi sono posta il problema di come
l'inventore possa aver costruito Edward ma in questa ff ho deciso di
rimanere sul vago visto che non ero sicura (l'idea dei cadaveri
è possibile ma non si adattava con la mia idea sulla
personalità del padre di Edward). Ci sarebbero un sacco di
punti
oscuri in questo film su cui si potrebbe scrivere, basta che venga
l'idea giusta ;P
cinefili in action
Questa
fanfiction è arrivata prima al contest Cinefili in action
indetto da Deerock94 (credo per puro miracolo) e, nonostante le
incongruenze dei tempi verbali che mi sono fatte notare da Dee, ho
deciso di postarla così proprio come l'ha ricevuta lei (sperando
nella prossima ff di saper sfruttare i suoi ottimi consigli).
Buona lettura.
Solo un film
"Il cappotto Kim!" sbraitava la signora Peggy dall'uscio della porta,
agitando con energia il povero cappotto della figlia nel tentativo di
richiamarne l'attenzione.
Kim, che ormai si trovava dal lato opposto
della strada, sorrise alla preoccupazione della madre e tornò
indietro sospirando rassegnata.
"Kim, non sei più una bambina, possibile che debba sempre stare
attenta che tu non ti prenda un raffreddore o anche peggio! Lo
sai che bisogna coprirsi bene per evitare gli sbalzi di temperatura
altr..."
"Va bene, mamma, ho capito, tranquilla." la interruppe prima che inizi
la sua predica, succedeva sempre, tutti gli anni da quando Kim
riusciva a ricordare, lei aveva sempre adorato sentire quei brividi
sulla pelle, il vento fresco che le arrossa le gote e le entra nel
corpo riempiendola di energie, ma Peggy aveva sempre avuto il terrore
che la sua splendida bambina potesse ammalarsi e la infagottava con
ogni genere di indumento soffocante ed imbarazzante che riuscisse a
trovare.
"Scusa tesoro, è solo che sono un po' preoccupata, sei sicura di
volere andare?" sussurra Peggy all'orecchio della figlia.
"Mamma vado solo al cinema, di cosa dovrei essere sicura?"
Peggy si spostava inquieta da un piede all'altro ,incerta, ma sorrise e
salutò con la mano qualcuno sul marciapiede opposto "E' solo
che... vedi Kim lui non è abituato a stare con
tante persone e io non credo che luogo chiuso come un cinema sia
l'ambiente adatto per lui, non vorrei che si spaventasse."
"Mamma, cosa vuoi che succeda!" esclamò Kim tentando nuovamente di rassicurarla per poi schioccarle un
bacio sulla guancia e correre via sorridendo delle sue preoccupazioni.
Edward la aspettava, paziente e un po' incerto, ripensando a quello che Kim gli aveva spiegato sul cinema.
Teneva gli occhi scuri puntati sull'asfalto e solo ogni tanto li alzava
per controllare la ragazza, ancora trovava la cosa leggermente strana e non
riusciva a capire il motivo per cui lei fosse così eccitata, la
vedeva davanti a sé, mentre camminavano a passo spedito per non
arrivare in ritardo alla proiezione, lei quasi saltellava come una
bambina impaziente di ricevere un regalo, lui tentava di mantenere
l'andatura di Kim ma risultava goffo e leggermente ingobbito a causa
del peso del metallo delle sue mani.
La strada da percorre non era lunga ne complessa ma Edward che era
rimasto tutto il tempo in attento ascolto della ragazza non avrebbe
saputo ritrovare il percorso per tornare indietro.
Kim, infatti, aveva parlato e parlato, con una voce resa leggermente
squillante dall'emozione, aveva raccontato le trame dei suoi film
preferiti, gli aveva descritto con cura il piacevole e caldo aroma di
burro e pop-corn che invade le narici non appena messo piede nel cinema
e poi ancora narrato dell'atmosfera particolare che si forma appena le
luci si spengono, un misto di aspettativa e vibrante curiosità.
Edward ancora non riusciva a capire il comportamento della ragazza, in
fondo Kim gli aveva detto di essere già stata in quel luogo
diverse volte, immaginò che il film che dovevano proiettare
piacesse molto alla ragazza e che lo attendesse con desiderio.
Quello che Edward, nella sua scarsa conoscenza dei comportamenti umani,
non riusciva a capire era che la felicità di Kim era dovuta al
fatto di poter andare al cinema con lui, di poterlo fare partecipe del
suo mondo e così facendo riuscire, magari, ad attenuare la sua
sensazione di estraneità.
Lei se ne era accorta vedendo gli sguardi dei vicini, lo aveva intuito
osservandoli conoscere Edward e ,dopo averlo conosciuto meglio lei stessa, ne era
ormai sicura: Edward non era come loro, e non lo diceva per via del suo
aspetto, non per via delle sue mani o del suo viso smunto e graffiato, era
qualcosa di diverso, più profondo e impalpabile,osservandolo
attentamente a volte le sembrava di capire cosa fosse ma poco dopo la
soluzione volava candidamente via dalla sua mente senza lasciare traccia.
In futuro Edward non avrebbe ricordato molto del film, durante la
proiezione era decisamente più attento ad osservare le varie persone
presenti in sala che a seguire le immagini che si susseguivano sullo
schermo e nonostante la scarsa luce riusciva a cogliere alcuni
lineamenti degli spettatori: bambini che rovesciavano il pop-corn da
tutte le parti e venivano debolmente rimproverati dai genitori,
anziani sui cui visi si stendeva un reticolo di rughe che sembrava
scintillare alla poco luce della sala donandogli un'aria mistica, e poi ancora
coppiette di tutti i tipi, da ragazzi alla loro prima cotta a giovani
sposi che esponevano con orgoglio le fedi.
Era incantato.
Poteva osservarli e nessuno sembrava fare caso a lui, era il contrario di quello che accadeva di solito.
Fu proprio studiando i loro sguardi interessati e fissi sulla proiezione che
finalmente capì, erano gli stessi che rivolgevano a lui, lui per
loro non era altro che un film, qualcuno di interessante, una storia
diversa dalle solite da seguire con apprensione per abbandonarla e tornare tranquilli alle proprie case.
Solo il tocco della mano di Kim sul suo viso lo riportò alla
realtà e guardando i suoi occhi gioiosi si chiese se anche per
lei era così, se anche lei era solo una spettatrice della sua
storia o potesse essere protagonista insieme a lui.
/////
I minuti passano, a volte brevi e a volte lunghi, e arriva il momento in cui il film finisce, non sempre bene.
Edward capì che Kim non lo aveva mai portato a vedere una film
tragico o drammatico, lo capì mentre le sue mani, brillante
metallo affilato, si tinsero di rosso col sangue di Jim e Kim gli
sussurrò il suo addio.
/////
Qualche volta anche uno strano ragazzo dalle mani di forbice risente del suo isolamento.
Qualche volta anche il più abile degli artisti ha bisogno di nuova ispirazione.
Qualche volta anche Edward, con insicurezza e inquietudine, scende dal
suo castello per avventurarsi in una città ostile che con il
tempo si dimentica sempre più di lui.
Solo quando la solitudine si fa insopportabile e le statue di ghiaccio
sembrano ancora più fredde del solito trova il coraggio di farlo
e con attenzione anche quello strano essere si reca al cinema per poter
vedere il suo film preferito: gli spettatori.
Ecco il giudizio che mi è stato dato:
Valutazione:
Grammatica (voto medio): 5,6
Testo nascosto - clicca qui
Grammatica: 5,5
Lessico: 7,5
Correttezza Verbale:
4
Stile: 8
Trama: 7,5
Originalità:
8,5
Sviluppo/Trattazione dei Personaggi (IC, se è una fanfiction): 8,75
Attinenza al tema e ai parametri: 9
Testo nascosto - clicca qui
Giudizio
Globale
La fanfiction mi è piaciuta molto, nonostante le imprecisioni.
Prima di tutto, lo stile ricalca perfettamente il film.
Peggy, così
apprensiva nei confronti di Kim è molto IC, a mio parere.
Peggy si
spostava inquieta da un piede all'altro, incerta, ma sorrise e salutò con la
mano qualcuno sul marciapiede opposto
Questa frase, secondo me, è
piuttosto immediata: Peggy in fondo non è una madre cattiva, si occupa della
salute di sua figlia (anche se a volte è un po' soffocante), si preoccupa anche
per Edward, ma d'altra parte deve salvare le apparenze. Ecco che i personaggi un
po' grotteschi di Tim Burton vengono fuori, e tu li hai saputi gestire
benissimo.
Ti sei anche attenuta molto bene ai parametri: l'elemento del
cinema è perfettamento integrato con la trama e la metafora che ne viene fuori
alla fine è perfetta.
Edward, protagonista-non protagonista della storia
(la scena è quasi rubata da Kim, ad un certo punto, quando lui si perde un
attimo ad ascoltarla parlare del cinema e dei suoi film preferiti) è totalmente
IC. E' quell'Edward che, piuttosto che rendersi conto di quanto è straordinario
con il suo talento e il suo grande cuore, si ferma ad osservare gli altri, a
cogliere i piccoli particolari che spesso sfuggono alle persone troppo
concentrate su loro stesse.
Il punto dolente? La grammatica.
Secondo
me il problema principale è stata la fretta, che ti ha fatto fare alcuni errori
e, rileggendo, non te ne li ha fatti notare. Nella prima parte della storia ho
incontrato vari errori per quanto riguarda i verbi, e un po' in tutta la
fanfiction la punteggiatura non mi convinceva molto. Tra la riga 1 e la 14 ho
trovato cinque forme verbali sbagliate: sbraitava piuttosto che
sbraitò; in questo caso avresti dovuto usare il passato remoto perchè,
credo, l'imperfetto da più l'idea di un'azione continuata nel tempo.
Nelle
sequenze dialogiche, però, di solito si preferisce usare i tempi storici.
Prima che inizi la sua predica invece che potesse iniziare o
iniziasse; Un congiuntivo presente in una storia al passato è sbagliato.
Il vento che le arrossa le gote e le entra nel corpo: avresti dovuto
usare l'imperfetto, arrossava e entrava. Questo perchè esprimi un'azione
abituale nel passato.
Sussurra, al presente, piuttosto che
sussurrò.
Per la punteggiatura, invece, ho trovato nella storia un
eccessivo uso delle proposizioni coordinate per asindeto:
Teneva gli
occhi scuri puntati sull'asfalto e solo ogni tanto li alzava per controllare la
ragazza, ancora trovava la cosa leggermente strana e non riusciva a capire il
motivo per cui lei fosse così eccitata, la vedeva davanti a sè, mentre
camminavano a passo spedito per non arrivare in ritardo alla proiezione, lei
quasi saltellava come una bambina impaziente di ricevere un regalo, lui tentava
di mantenere l'andatura di Kim [...].
In questo punto ho faticato a
seguire il discorso e ho capito bene il senso solo dopo una seconda lettura,
poichè credo che la struttura del periodo sia troppo caotica.
La stessa cosa
si riscontra anche in alcuni punti più avanti: hai spesso la tendenza a riempire
la narrazione di periodi lunghissimi, piuttosto che frammentarli in frasi più
brevi e facili da comprendere.
Per quanto riguarda il lessico, infine,
non mi convincevano solo alcune espressioni:
una voce leggermente
squillante, alla riga 34. Forse sarebbe stato più adatto una voce
leggermente stridula o un suo sinonimo.
Alla riga 51, candidamente.
Non trovo giustificazione a questo avverbio nel contesto della
frase.
Ringraziamenti per Il vecchio e la creatura:
Mia92, sono contenta che ti sia piaciuta, cercherò di stare più attenta nella punteggiatura, grazie del consiglio.
PotterWatch, non mi ero accorta che anche tu avessi commentato questa
ff :) sono molto felice che trovi che io sia ruscita a scrivere la ff
rimanendo nello spirito del film. Spero che anche questa non ti deluda.
DJKela, ti dirò che mi sono posta il problema di come
l'inventore possa aver costruito Edward ma in questa ff ho deciso di
rimanere sul vago visto che non ero sicura (l'idea dei cadaveri
è possibile ma non si adattava con la mia idea sulla
personalità del padre di Edward). Ci sarebbero un sacco di punti
oscuri in questo film su cui si potrebbe scrivere, basta che venga
l'idea giusta ;P
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