a causa del mio migliore amico 01
Questa è la prima fan fiction che scrivo, dopo averci riflettuto
a lungo ho deciso di creare questa storia per portare avanti la
campagna “non abbandonare un personaggio secondario, anche loro
hanno un’anima”. Se leggo o vedo un anime/manga state pur
certi che io mi innamorerò perdutamente del personaggio che o
muore dopo tre puntate oppure dice in totale tre battute e appare per
sole 4 vignette, NON è GIUSTO. In slum dunk il mio preferito
è Yohei Mito quindi questa fanfic riguarda principalmente lui,
spero di far felice qualche altra amante del teppista riflessivo XD
I personaggi non sono miei ecc…, è completa ma ne
posterò un capitolo a settimana per completare le correzioni,
tenete a mente che è ambientata nel secondo anno( quindi il
proseguo del manga/anime) ho seguito il calendario scolastico
giapponese (aprile-marzo).
NOTA: riposto il primo capitolo, dopo un’estenuante lotta con
l’html ( perdonatemi ma è la prima volta che uso
questo programma) ne ho approfittato per sistemare come dai
suggerimenti avuti ( vi ringrazio tantissimo ^^) spero che risulti
più leggibile.
A causa del mio migliore amico
1
-Ehi Tensai … allora? – domandò Noma con aria interrogativa stampata in faccia
-Eh?- Sakuragi non aveva ascoltato una sola parola, troppo preso a
seguire i propri pensieri si era estraniato dalle chiacchiere del guntai
- Ho detto – ripetè il ragazzo con uno sbuffo – se
sei dei nostri sabato, solito giro in sala giochi e poi a bere qualcosa
-
- Ah certo – rispose con la sua solita risata travolgente –
il tensai vi farà l’onore di poter stare in sua compagnia
- mentre Takamiya , Noma e Okusu rispondevano per le rime a
questa sua uscita, Mito puntò lo sguardo sul suo migliore amico
domandandosi che cosa gli stesse succedendo in quel periodo.
Da quando il nuovo anno scolastico era iniziato sentiva che qualcosa
stava turbando l’animo di Hanamichi, troppo spesso lo sorprendeva
con un aria corrucciata soprapensiero, per non parlare del fatto che
spesso e volentieri l’amico accampava scuse per non pranzare
insieme o addirittura evitava di uscire con loro preferendo rimanere a
casa o , come sempre più di frequente accadeva, rintanarsi al
campetto da basket nel parco vicino a giocare in solitudine.
Lo conosceva troppo bene per non intuire che qualcosa di grave lo
stesse preoccupando. Il suono della campanella decretò la
fine della pausa pranzo, mentre il guntai li salutava per ritornare
nelle loro classi Hanamichi e Yohei s’incamminarono per far
ritorno nella loro. Erano stati fortunati quel semestre avrebbero
diviso la stessa aula, anche se la gioia del Tensai era stata un
po’ rabbuiata alla scoperta che anche Rukawa sarebbe stato loro
compagno
- Hana – ne richiamò l’attenzione il moro –
dopo gli allenamenti ti aspetto così facciamo la strada di casa
insieme - lo informò tranquillo della sua decisione
– ok Yo- si arrese l’altro con un sorriso allegro,
conosceva bene quell’espressione e la determinazione di quello
sguardo, Mito aveva capito che qualcosa non andava e visto che lui non
si decideva a parlargliene stava passando al contrattacco. Si
preannunciava un lungo e sofferto ritorno a casa quel giorno, non che
la preoccupazione dell’amico non gli facesse piacere
tutt’altro, lui per primo avrebbe voluto confidarsi con lui.
Conosceva Yohei da quando qualche anno prima si era trasferito nel suo
quartiere ed erano subito andati d’accordo, non era solo il suo
migliore amico era un fratello per lui e proprio per questo loro legame
questa volta non poteva raccontargli nulla di quanto gli stava
capitando, principalmente perché proprio lui ancora non aveva
capito che diamine gli stava succedendo. L’unica cosa certa era
che da quando aveva capito che la sua dolce Harukina cara mai e poi mai
in questo universo l’avrebbe corrisposto , aveva iniziato a
passare le notti insonni mentre una strana angoscia mista ad
inquietudine lo assaliva sempre più spesso , chiunque lo
avrebbe ricondotto al fatto che avesse il cuore spezzato, ma in
realtà questo stato d’animo era scaturito proprio quando
aveva compreso che a lui in effetti non gliene importava niente. Era
stata proprio la presa di coscienza che andasse dietro alla sorella di
Akagi più per abitudine , come un riflesso incondizionato, che
per un reale interesse a gettarlo nello sconforto totale, in
realtà era stato il secondo pensiero che aveva formulato a
lasciarlo perplesso e confuso a interrogarsi su quanto sentiva
realmente.
-do’hao - Sakuragi rivolse lo sguardo a Rukawa, che come il
resto della classe si stava avviando all’uscita, perso
com’era non si era neanche accorto che le lezioni erano terminate
– baka Kitsune che ti credi che il tensai si fosse addormentato?-
gli urlò sbrigandosi a riporre le proprie cose e a inseguirlo
nei corridoi per dirigersi, verso la palestra, strepitando e chiarendo
che quella narcolettica era la volpe.
Yohei Mito osservava l’ennesima rissa in campo , scaturita
proprio dall’amico tra questi e Rukawa e sedata solo
dall’intervento del ventaglio di Ayako, senza il consueto sorriso
che solitamente una situazione del genere avrebbe causato.
Aspettò pazientemente che gli allenamenti si concludessero e
quando Myagi che quell’anno era subentrato nel ruolo di
capitano aveva concesso, magnanimamente a suo dire, a tutti di fermarsi
per quel giorno, attese all’esterno della palestra l’arrivo
dell’amico e così venti minuti dopo si ritrovavano uno di
fianco all’altro a varcare il cancello della scuola diretti a
casa.
Mito ascoltava in silenzio le chiacchiere allegre e le risate
dell’altro, loquace e spensierato come sempre quando a un certo
punto si bloccò fermandosi e costringendo anche l’amico a
fare altrettanto
– non credi che sia ora di finirla ? – esordì guardandolo dritto negli occhi
- ma di che diamine parli Yo?-
- Hana credi davvero che non abbia capito che c’è qualcosa
che ti preoccupa? Lo sai che con me puoi parlare no?- lo esortò
a sbottonarsi , Sakuragi per tutta risposta scoppiò in una
sonora risata
– Yohei non so che ti sei messo in testa ma guarda che il tensai
non ha altro in mente se non vincere il campionato – e un nuovo
scroscio di risa a seguire , si bloccò quando udì le
nuove parole di Mito
– non capisco proprio perché tu non voglia confidarti con
me – ammise con un sospiro iniziando a camminare nuovamente, si
fermò solo quando gli arrivò accanto e puntando gli occhi
in quelli dell’altro continuò – eppure mi sembra di
averti dimostrato più di una volta che puoi contare su di me
–
“lo so Yo” pensò Hanamichi colpito dalle parole e
dal tono dell’amico ma continuò a rassicurarlo
confermandogli che non aveva nulla e che fosse tutto frutto della sua
fantasia
– sai che non ti forzerei mai a confidarti con me se non vuoi ,
però ricordarti che io ci sono sempre – e facendo un gesto
di saluto con la mano procedette svoltando a destra lasciando
l’amico ancora fermo dove si trovava. Sakuragi aspettò che
l’altro non fosse più in vista per far scomparire il
sorriso e l’aria allegra che per la prima volta nella sua vita
aveva dovuto costruire per non impensierire oltre l’altro
“ sapevo che non avrei potuto fingere troppo a lungo con te Yo,
riesci sempre a leggermi dentro. Perdonami amico mio ma come posso
dirti quello che nemmeno io capisco?” pensò prima di
avviarsi per la sua strada.
*********************
Il resto della settimana passò tranquillamente, beh più o
meno , visto che Sakuragi ormai dormiva si e no tre ore a notte e
questo non solo iniziava a causargli problemi di ricettività a
scuola, più di una volta era stato ripreso dai professori
perché continuava a sbadigliare in classe oppure dovevano
ripetergli più volte una domanda prima che lui riuscisse a
rispondere , ma anche in campo non era più energico e vitale
come prima ,cosa per cui si era meritato le sgridate di un malefico
tappo, che sentiva forse un po’ troppo la responsabilità
affidatagli da Akagi , e per cui più di una volta gli
allenamenti si erano alternati fra i continui battibecchi dei due.
Alla fine tra alti e bassi il fine settimana era giunto e così
anche l’uscita con il guntai al completo, cosa che non avveniva
da un paio di mesi . Il numero dieci dello shohoku però,
benché avesse cercato di essere l’anima della serata, non
era riuscito completamente ad accantonare i pensieri che ormai da tempo
avevano iniziato ad assillarlo, così dopo aver trascorso due ore
a giocare a pachinko il gruppo ora si trovava seduto a un tavolino a
bere birra in uno dei soliti locali che frequentavano spesso.
Hana stava bevendo in silenzio sorridendo o scoppiando a ridere per
questa o quella battuta dei ragazzi ma spesso Mito, che tra
l’altro era il più taciturno di tutti quella sera, aveva
visto il suo sguardo estraniarsi come sovente capitava - che ne
dite andiamo a mangiare qualcosa?- propose Takamiya
-ancora?? – tuonarono in coro Noma e Okusu dato che l’amico
non solo aveva cenato a casa prima di uscire ma si era anche fermato a
un distributore
- per me no ragazzi è ora che torni a casa – esordì Hanamichi lasciando tutti stupiti
– ma oggi è sabato e non sono neanche le dieci – gli fece notare infatti Noma
- lo so, ma domani io e altri della squadra abbiamo promesso ad Akagi e
Kogure d’incontrarci al campetto sulla spiaggia per una
partitella – si giustificò
- Ah ecco … - esordì Okusu scambiandosi una eloquente
occhiata con gli altri, vedere il loro capo appassionarsi a quello
sport non gli era mai dispiaciuto, ma in quegli ultimi mesi avevano
notato che Sakuragi tendeva a preferire la compagnia dei compagni
di squadra alla loro e visto che dopo due mesi finalmente il grande
Tensai si era deciso a uscire di nuovo con loro, il fatto che ora
dovesse far ritorno a casa così presto per gli impegni del
giorno dopo decisamente non gli andava molto giù
– Hana sicuro che sia solo questo il motivo?- cercò d’indagare Takamiya
- certo che altro motivo potrebbe esserci ?– scattò subito
sulla difensiva il rosso a cui sentirsi sotto esame non piaceva per
nulla
- è che ultimamente sei un po’ diciamo –
continuò l’altro non sapendo bene che parola usare,
più che altro non volendo scatenare una reazione violenta da
parte di Sakuragi e quindi evitare di ritornare a casa con un
bernoccolo in fronte
- assente o almeno con noi – gli venne incontro Noma al quale
evidentemente le testate del Tensai mancavano molto -
all’inizio pensavamo che fossi giù di corda per via
dell’Akagi – continuò imperterrito
– in effetti ricevere il cinquantesimo due di picche non è piacevole – valutò Okusu
- volete cinquanta testate dal Tensai per caso?-
s’inalberò il rosso che era un po’ suscettibile su
quell’argomento
-No vorrei solo capire se ce l’hai con noi o cosa – dichiarò Noma
- ma che cavolo dici? ti sei rincretinito del tutto?-
- dico che per passare una serata con noi dobbiamo trascinarti a forza
mentre per correre dietro a una palla con i tuoi amichetti in
pantaloncini corti, hai sempre tempo – sputò tutto
d’un fiato il biondino
- è perché io faccio qualcosa a differenza vostra-
scattò adirato Hana – e poi che c’entra che hanno i
pantaloncini corti?- chiese senza logica sbattendo i pugni sul
tavolo
- allora avevamo ragione – scattò a sua volta Noma – è con noi che hai dei problemi –
-non ho nessun problema- urlò furioso scattando in piedi e
facendo cadere la sedia a terra e rovesciando il bicchiere di birra sul
tavolo, attirandosi così gli sguardi dei clienti del locale
– che accidenti vi prende a voi vorrei sapere –
continuò ancora più adirato – non ho nessun
problema capito nessuno, sono il tensai io mettetevelo in testa, sono
sempre io non è cambiato niente , niente- urlò ancora
prima di dirigersi a passò di marcia all’uscita, Mito
seguito dagli altri gli corse dietro cercando di richiamarlo e capire
che cosa gli fosse preso, certo i ragazzi avevano esagerato,
però era anche vero che si erano giustamente sentiti messi da
parte e volevano solo una spiegazione. All’ennesimo richiamo
Hanamichi si voltò ancora furente verso di loro – sapete
che vi dico?Andate al diavolo- urlò lasciandoli sbigottiti in
mezzo alla strada a fissarlo mentre si allontanava incavolato
nero - ma che diamine gli prende si può sapere?- chiese
Okusu perplesso da quella sfuriata – certo che anche voi due
però – intervenne Takamiya - ricordargli che
è stato scaricato 50 volte-
- prima d’ora non è mai stato un problema l’abbiamo
sempre preso in giro per il fatto che sia uno sfigato con le donne
– gli ricordò l’altro
- beh penso che ormai sia chiaro a tutti no – fece Noma alquanto
indispettito da quella discussione – ormai il Tensai non
vuole più avere niente a che fare con noi –
- non essere così tragico – ne frenò le conclusioni il biondo
– che altro volete per capirlo? – continuò ancora il liceale coi baffi ficcandosi le mani in tasca con rabbia
– l’avevamo già capito l’anno scorso, da
quando si è appassionato al basket non è più stata
la stessa cosa, ormai l’armata Sakuragi è morta, deceduta,
finita, estinta –
- si abbiamo capito- intervenne Mito a frenare l’amico in versione dizionario dei sinonimi
- comunque Noma ha ragione – intervenne Okusu – credevamo
fosse depresso per via di Haruko ma agli allenamenti è sempre il
solito Hana , certo un po’ più scorbutico e attaccabrighe
visto che non fa altro che picchiarsi con Rukawa - anche Yohei
aveva notato come l’amico cercasse sempre il minimo pretesto per
azzuffarsi con l’altro e anche lui aveva creduto inizialmente che
il motivo fosse riconducibile all’antipatia che il rosso provava
per il giocatore, in quanto da sempre unico e grande amore della
manager .
Ma da quando Haruko si era messa insieme ad un suo compagno di classe ,
motivo per cui Hanamichi aveva capito che non aveva speranze su quel
fronte, dopo che la ragazza gli aveva non solo detto che stava
frequentando qualcuno ma anche che per lei Hana sarebbe stato sempre e
solo un amico, non se ne spiegava il comportamento. Certo
l’amico non aveva mai fatto mistero dei suoi sentimenti per la
ragazza, come del resto era successo per le precedenti 49, ed era
proprio perché lo conosceva bene che sapeva che il fatto non
poteva averlo scosso più di tanto, proprio perché lui
aveva sempre saputo che in realtà non ne era innamorato .
No Hana si stava isolando da loro, da lui e quando il suo migliore
amico si comportava così c’era un’unica spiegazione
possibile, il motivo del suo disagio era serio ma finché quella
testa matta non si apriva non sapeva come aiutarlo sospirò
pesantemente, in più ora ci si mettevano anche questi altri tre
idioti in vena bellica a complicargli la vita - non so quale sia
il problema – ammise ottenendo l’attenzione del guntai
– non ne vuole parlare neanche con me –
- oh cavolo allora è grave- ammise Takamiya mentre gli
altri due si dicevano d’accordo, non solo perché i due
fossero grandi amici ma conoscevano bene quanto per Hanamichi
contassero le opinioni del ragazzo.
– in un certo senso si comporta come quando morì suo padre
– ricordò Noma – neanche allora voleva parlare con
nessuno vuoi prenderlo di nuovi a pugni Yo?- domandò
rivolto al ragazzo, ricordando che dopo mesi l’unico modo per far
reagire il rosso e farlo sfogare era stata proprio una rissa avuta con
il suo migliore amico – non lo so non credo otterrei
qualche risultato, allora aveva bisogno di un modo per buttar fuori la
rabbia e la frustrazione – ammise – in un certo senso
è quello che fa con il basket gioca finché non si
sfinisce, ma a quanto pare non risolve un granché –
- Beh comunque sia io non lo vado di certo a cercare, ci ha mandato al
diavolo quindi finché non si scusa io non gli parlo –
esordì Noma avviandosi per ritornare dentro il locale, Mito
sospirò pesantemente per l’ennesima volta quella sera
avviandosi dietro ai tre, sapendo di doversi sorbire come minimo un
paio d’ore delle loro lamentele.
Quando arrivò a casa Hanamichi era ancora scuro in volto, si
ritrovò da solo ,visto che sua madre sarebbe rientrata tardi
avendo alcune colleghe di lavoro organizzato una piccola serata fra
donne. Decise di cambiarsi e andare al campetto nel parco per sfogarsi
nell’unico modo che in quei giorni gli era stato utile, ossia
tirare a canestro , mentre finiva di infilarsi la tuta però
capì che non avrebbe risolto nulla non era arrabbiato non
più almeno , dopo i primi minuti di conversazione un’altra
sensazione ne aveva preso il posto gettandolo in uno stato di
confusione totale , la paura.
Era quella la sensazione che gli stava stringendo lo stomaco da quando
era uscito dal locale e la causa principale per cui aveva reagito in
quel modo , possibile che se ne fossero accorti? Si domandava
incessantemente da quando le parole pantaloncini corti erano saltate
fuori, sprofondò nel letto chiudendo gli occhi e cercando di
capire che diamine gli stesse capitando, anche se la risposta che gli
saltava in testa come logica soluzione veniva subito scacciata
con un “ non può succedere a me , impossibile, ma
perché proprio a me?”
Mito decise di passare per il parco, dopo due ore abbondanti di
lamentele, sproloqui e birra consumata da quei tre deficienti che si
ritrovava come amici, decise di averne avuto abbastanza, così
aveva salutato tutti e si era diretto sulla via di casa. Però
prima voleva passare per il campetto da basket, sperava che Hanamichi
si trovasse lì magari più calmo e che forse questa volta
gli avrebbe parlato, ovviamente era una vana speranza e quando lo vide
vuoto si rassegnò ad andare a letto, però un rumore
attrasse la sua attenzione, sembrava che qualcuno stesse prendendo a
calci il distributore poco più avanti.
Poteva anche essere l’amico ancora arrabbiato così decise
di andare a dare un’occhiata, percorse il viale principale e
quando fu in vista della macchina in effetti vide un ragazzo, per altro
vagamente familiare forse un suo compagno di scuola rifletté,
che la stava prendendo a calci rivolgendole epiteti non proprio
affettuosi. Stava per girare e tornarsene indietro quando vide il
ragazzo in questione tirare un cazzotto alla distributrice di bibite,
cosa di nessuna utilità se non quella di farsi male e infatti lo
vide massaggiarsi le nocche doloranti, ciò che colpì la
sua attenzione fu che lo aveva riconosciuto e non era un suo compagno
di scuola, tutt’altro frequentava il Ryonan ed era un componente
della squadra di basket .
Lo aveva visto più di una volta l’anno precedente dato che
aveva seguito tutte le partite di Sakuragi, si domandò che ci
facesse da quelle parti visto che dubitava abitasse in quel quartiere e
che ogni mattina, con spirito di sacrificio degno solo di un martire,
attraversasse l’intera città per frequentare l’altro
istituto. In più stava piangendo, aveva visto chiaramente
le lacrime che gli scendevano sulle guance e dubitava che il motivo
potesse essere la mano dolorante o la frustrazione di non aver avuto la
lattina. Lo seguì con lo sguardo, lo vide allontanarsi e
sedersi a una panchina poco distante, aveva appoggiato le braccia sulle
ginocchia e teneva il capo chino non vi era un lamento ne un movimento
delle spalle scosse dai singhiozzi, eppure Yohei era certo che stesse
piangendo.
Con un sospiro maledicendo la sua natura da crocerossina si
avviò alla macchinetta, come aveva supposto una lattina di the
anche se acquistata era rimasta incastrata, più di una volta
quell’aggeggio infernale si era bloccato, ma sia lui che gli
amici avevano scoperto il trucco per ottenere ciò per cui
avevano pagato, così dando un ‘occhiata veloce alla
panchina prese una monetina dalla tasca, il senpai non si era ancora
accorto della sua presenza, acquistò una seconda bevanda e sia
la prima che la successiva vennero prelevate con successo . Si
avviò verso l’altro ragazzo e come aveva previsto solo
quando la sua mano che gli porgeva la bibita entrò nel suo campo
visivo, Koshino alzò il viso stupito guardandolo , durò
solo una frazione di secondo poi ricordandosi dello stato in cui
era Hiroaki raddrizzò la schiena asciugandosi veloce le
lacrime con la manica della maglia – A volte s’inceppa
- esordì Mito spezzando il silenzio, gli mise la lattina
in mano e come nulla fosse si sedette anche lui aprendo la sua e
bevendo tranquillo.
Il senpai lo fissò incerto e perplesso sul da farsi quando
lo vide voltarsi nella sua direzione distolse lo sguardo fissandolo
testardamente sulla bibita.
Ora una persona comune in una situazione simile avrebbe agito in due
modi, uno chiedergli direttamente il motivo del suo stato d’animo
e accettarne le conseguenze oppure vedendo che l’altro non
gradiva intavolare nessun tipo di discussione si sarebbe alzata e si
sarebbe diretta per la sua strada, ma Yohei Mito non era una persona
comune lo sapeva bene altrimenti non sarebbe mai potuto diventare il
miglior amico di quella testa matta di Sakuragi - Oggi ho
avuto una giornata schifosa – esordì con calma guardando
il cielo – stamani sono andato al negozio di video giochi, doveva
essere messo in vendita l’ultimo numero di un gioco che aspettavo
da un anno e che mi dice il tizio quando arrivo? Che a causa di
problemi con il distributore arriverà solo fra un mese, beh poco
male almeno l’ho ordinato, poi mi si è spezzata la chiave
dentro il lucchetto della catena del motorino ovviamente chiusa intorno
alla ruota. Non ti dico un’ora buona a convincere il
ferramenta più vicino a darmi in prestito una sega,
praticamente ho passato l’intera giornata a liberarlo per tornare
a casa e per finire, stasera ho litigato col mio migliore amico
- con la coda dell’occhio vide il ragazzo alzare la testa
di scatto e fissarlo - veramente non è che ci ho litigato
io, ha fatto tutto da solo – chiarì, diede una lunga
sorsata aspettando in silenzio
– perché avete litigato?- s’informò
l’altro, che a dire il vero sulle prime voleva dirgli che diamine
poteva fregargliene a lui della giornata del cavolo che aveva avuto e
quindi di starsene zitto, ma visto che non era in vena di litigare
aveva preferito rimanere in silenzio sperando che si scocciasse e se ne
andasse, poi la situazione era cambiata con quella notizia
- di preciso non l’ho capito bene – ammise – è
strano da un po’ di tempo, gli altri miei amici gliel’hanno
fatto notare si sta allontanando dalla vecchia compagnia, in fondo
credo sia normale, quando si cresce si hanno altri interessi e ognuno
prende la propria strada - rimasero in silenzio a lungo
– anche io ho litigato col mio migliore amico –
esordì d’un tratto Koshino - più precisamente
è il mio unico amico – continuò in un sussurro ma
che l’altro udì perfettamente, aspettò in silenzio
che continuasse, non voleva imporgli domande a cui forse non avrebbe
voluto rispondere, aveva iniziato a parlargli per primo della sua
giornata proprio per metterlo a suo agio – la colpa è
stata mia ho iniziato a trattarlo male, non che in genere sia molto
diverso solo che questa volta ho detto davvero delle cose
orribili,volevo ferirlo perciò ho tirato fuori tutto quello che
sapevo gli avrebbe fatto male – le dita strinsero la lamiera
sottile della lattina con foga – sono una persona orribile
– una constatazione semplice e lineare
- quando si è incavolati spesso capita – fece Mito non per consolarlo ma perché ne era convinto
- volevo farlo star male e ci sono riuscito e ora non posso più
tornare indietro, non che cambierebbe poi molto comunque l’avevo
già perso –
“Sendo” pensò Yohei se non ricordava male
aveva sentito dire che Koshino era il suo migliore amico quindi si
stava riferendo a lui
– Vi conoscete da molto ?- s’informò
- dalle elementari –
- all’ora vedrai che vi chiarirete un amicizia non si perde per
qualche parola cattiva - lo sentì ridere e si voltò
a guardarlo perplesso
– si vede che non mi conosci – esordì Hiroaki,
ignaro che lo avesse riconosciuto convinto invece di essere un totale
estraneo come lo era per lui l’altro – se sapessi quello
che dicono di me non ti saresti neanche avvicinato - Mito
accennò un sorriso lo aveva visto giocare molte partite non lo
conosceva direttamente era vero, però aveva sentito le parole
che si era scambiato più di una volta con Hana. A quanto
sembrava aveva un bel caratterino, però dato che quella era una
serata strana e soprattutto l’aveva visto prima piangere e ora
ridere non gli disse nulla – cos’è sei un teppista
per caso?- gli domandò invece
- no quello no, però ho un pessimo carattere anche se qualche
cazzotto lo tiro anch’io ogni tanto – dichiarò
ripensando che l’unico ad averne fatto le spese era sempre e solo
Akira, si decise ad aprire la bibita - per questo mi evitano
tutti, non che la cosa mi dispiaccia –
Su quello Yohei aveva i suoi dubbi ma li tenne per se - Beh io
non sono il tipo che si spaventa facilmente – “anche
perché sono io il teppista fra i due” pensò Mito -
e comunque mi piace farmi un opinione propria delle persone e non
basandomi su quello che si dice in giro –
Hiroaki lo guardò di nuovo per un istante prima di dire - comunque non credo che faremo pace –
- da tempo al tempo – gli consigliò, in fondo era quello
che sperava anche lui con Hanamichi - hai detto che tutti ti
stanno alla larga ma lui no, non mi sembra il tipo che si faccia
impressionare per qualche parola di troppo altrimenti non avrebbe retto
fino ad ora, no?- gli fece notare, Koshino rimase perplesso per un
po’
– ora ha qualcun altro però – esordì con una
tristezza che colpì Yohei, intuì ci fosse molto di
più sotto che una semplice litigata, non finì neanche di
formulare quel pensiero che vide scorrere nuove lacrime - ho
sempre pensato che almeno lui sarebbe rimasto per sempre, ha sempre
avuto un sacco di storie ma niente di serio sai quelle che durano una
settimana al massimo, ora è diverso è davvero preso
e io non lo sopporto così oggi quando mi ha dato buca per andare
da lui sono scattato - “lui” pensò
distrattamente Mito - gli ho detto che il suo ragazzo è
peggio di lui, che appena si stancherà di scoparci lo
mollerà e che non venisse a piangere da me, perché
è quello che si merita visto che è un idiota bravo solo a
letto ma per il resto è una nullità -
“ragazzo?” pensò ancora - non che lo pensi
davvero, però lui ha sempre avuto paura che la gente lo
giudicasse solo per il suo aspetto visto che è un bel ragazzo,
uno con cui passare una bella notte ma fuori dalle lenzuola niente
–
- glielo hai detto perché sapevi di ferirlo – concluse Yohei
- gli ho fatto male lo avevo capito benissimo ma non ho
ritrattato, mi ha detto che lo avevo deluso, allora abbiamo litigato di
brutto ci siamo buttati addosso un sacco di cattiveria, ma tu guarda
che scemo non capisco che diavolo mi prende stasera –finì
il proprio sfogo Hiroaki asciugandosi il volto con un gesto rabbioso
“hai detto che nessuno ti si avvicina questo mi fa dedurre che
lui sia l’unico a farlo, in più hai detto che prima
d’ora non era mai stato seriamente innamorato, hai avvertito il
pericolo, hai avuto paura di perderlo e hai agito istintivamente”
pensò Yohei - hai detto che l’hai ferito –
fece – quindi vedrai che prima o poi vi chiarirete, magari
se iniziassi ad essere un po’ più sincero le cose
andrebbero meglio –
- che vuoi dire ? – gli chiese guardandolo poco convinto
- di ammettere che hai paura di perderlo –
- questa è una cretinata come se a me importasse –
- se non fosse così non staresti qui a piangere ti pare?- gli rivolse un sorriso
- tu non mi conosci –
- è vero non ti conosco – ammise Mito
- è facile parlare con te – fece Koshino dopo molto rompendo il lungo silenzio che era venuto a crearsi
- perché con gli estranei è più semplice, tutto qui – convenne Mito.
L’altro ragazzo non ne era del tutto convinto non era mai stato
un tipo molto propenso ad aprirsi con nessuno neanche con Akira ,
chissà forse quella sera lo doveva alla
particolarità della situazione, in realtà più di
una volta Yohei aveva pensato che avrebbe fatto successo come
confessore, visto che non solo Hana ma anche i ragazzi del guntai se
avevano qualche problema andavano a parlargliene volentieri
l’unico intoppo era che lui era buddista e non cristiano, sorrise
alzandosi e stiracchiandosi - casa mia è qui vicino vieni
prendo il motorino e ti accompagno,non abiti in zona vero? –
domandò intuendo già la risposta
- No – ammise Koshino perplesso
– lo sospettavo dato che mi sembrava di averti visto giocare
nella squadra di Basket del Ryonan- continuò avviandosi
seguito dall’altro che ora era stupito – ho seguito qualche
partita – ammise – giochi anche quest’anno?-
- si ma non c’è bisogno che mi accompagni prendo il treno
– disse imbarazzato che l’altro lo conoscesse se pur di
vista - ma sai che ore sono?- gli domandò di
rimando, Hiroaki guardò l’orologio prima di esclamare ad
alta voce – porca miseria ma è l’una
- Yohei rise di gusto soprattutto quando lo vide lanciargli
un’occhiataccia, gli fece cenno di seguirlo, dopo poco arrivarono
nel condominio dove abitava. Dopo avergli detto di aspettarlo in strada
andò a prendere il suo fedele mezzo di trasporto, visto che non
voleva svegliare nessuno dei condomini lo spinse a mano fino a
raggiungere l’altro e non gli passò inosservata la sua
faccia e la frase che gli rivolse una volta giunto – sicuro che
funzioni?-
- ovvio- esclamò era vero che l’aspetto non era il massimo ma aveva cambiato personalmente tutti i pezzi
– malfidato – fece subito dopo con un sorriso, si
accomodò in sella aspettando che l’altro salisse, ma dallo
strano modo in cui stava fissando lo scooter gli sorse un dubbio
– sei mai salito su un motorino?- non servì che gli
rispondesse quando lo vide arrossire un poco, gli indicò dove
mettere i piedi e gli suggerì di tenersi a lui, dato che non si
fidava a farlo tenere al sellino – mi raccomando rimani fermo se
mi fai perdere l’equilibrio cadiamo – finì di dire
prima di avviare il motore
- preferisco andare a piedi - gli arrivò alle orecchie un attimo prima di partire.
Giunsero in breve tempo, data l’ora non c’era quasi nessuno
per strada, in più Yohei aveva usato qualche scorciatoia,
Koshino lo fece fermare all’inizio di una via residenziale
dato che casa sua era poco più avanti e poteva arrivarci a
piedi - beh allora … grazie – fece questo una volta
sceso, ringraziando il cielo di essere ancora vivo dopo essere salito
su quel mezzo poco affidabile e visto come correva l’altro
– figurati allora ci si vede ciao – esclamò mettendo
in moto e partendo.
Hiro rimase a fissarlo sparire – cavolo non gli ho neanche
chiesto il nome – sussurrò, aveva parlato per più
di un ora con l’altro e non si erano neanche presentati non che
pensasse di rivederlo, visto che frequentavano scuole e distretti
differenti, però gli sarebbe piaciuto sapere come si chiamava.
*******************
Erano passate due settimane da quando Sakuragi aveva discusso con il
Guntai, perfino Kogure il giorno dopo aveva intuito che gli fosse
successo qualcosa dato il suo malumore e le occhiaie segno che non
aveva dormito affatto.
Mitsui e Myagi lo avevano preso in giro immaginando avesse fatto le ore
piccole con i suoi amici, ma quando la settimana dopo nessuno di loro
si era presentato in palestra ad assisterlo ai suoi allenamenti avevano
iniziato a sospettare qualcosa, perfino Rukawa aveva capito che il
do’hao doveva aver litigato con Mito e gli altri, seppur il primo
continuava a salutarlo ogni giorno Hanamichi non ricambiava affatto
mentre gli altri tre appena lo incrociavano in corridoio facevano finta
di niente, decisamente anomalo.
Per non parlare che era diventato una vera e propria impresa fargli il
minimo appunto, scattava per un nonnulla specialmente con la volpe, in
più dava scarsi risultati in campo e in vista della prima
partita, sebbene amichevole, Myagi si stava esaurendo
- secondo voi che può essere capitato al rosso?-
s’informò quel mercoledì pomeriggio Mitsui,
avvicinandosi a un isterico Ryota e ad Ayako – non ne ho la
minima idea però è deconcentrato, si perde dietro
passaggi semplici per non parlare del fatto che sia meno …
vitale si è il termine esatto – riassunse la manager
osservando il numero dieci esercitarsi in dei tiri a canestro,
dei quali non ne imbroccava uno per giunta
- me lo sta facendo apposta – esplose il neo capitano – ce
l’ha con me ne sono sicuro – gli altri due decisero di
ignorare i suoi deliri e ripresero a parlare fra loro lasciando che
l’altro borbottasse fra se le sue manie di persecuzione
– Mito e gli altri sono ormai due settimane che non si fanno
vedere – constatò ancora la ragazza – in più
sembra che abbiano litigato ho notato alcuni comportamenti freddini fra
loro, ho provato a parlarne con Sakuragi ma oltre che ridere declamando
che il tensai anche quest’anno farà vincere lo
Shohoku di più non ho ottenuto – riferì
- domani provo a parlarne con Mito – prese la sua decisione il
tiratore da tre avviandosi a centro campo per completare
l’allenamento.
Come promesso aveva intercettato il teppista fuori dal corridoio della
propria aula, prima che si avviasse a raggiungere a pranzo gli amici
Mitsui lo prese per un braccio dicendogli che doveva parlargli,
cosa che stupì e insospettì di gran lunga Yohei, ma che
comunque accettò di seguirlo, si appartarono in un angolo del
corridoio ormai quasi del tutto deserto.
I due non avevano mai scambiato molte parole se non qualche saluto
quando la banda Sakuragi faceva la sua apparizione in palestra, per
questo non sapeva bene come affrontare il discorso Hisashi ma dato che
anche l’andamento della squadra ne stava risentendo non si fece
troppi scrupoli e andò dritto al punto.
- proverò a parlare con Hana – promise Mito, più
che altro preoccupato che stesse dando scarsi risultati anche nel
Basket, segno che qualsiasi problema lo angosciasse non lo avesse
ancora risolto ma anzi il suo stato d’animo sembrava
peggiorare - come hai potuto capire non siamo proprio in buoni
rapporti in questo periodo –
- si lo avevo intuito, senti il rosso è sempre stata una testa
calda ma in campo ci sa fare e sarebbe un peccato se sprecasse
l’opportunità per dimostrarlo anche
quest’anno, non ti dico che rischia il posto di titolare ma se
continua così accadrà proprio questo – a Mitsui
vennero in mente brutti ricordi che scacciò subito non volendo
ripensarci - quindi vedete di risolvere la faccenda io,
Ayako,Ryota abbiamo provato a parlargli perfino Rukawa, ed
è tutto dire, ma con noi il rosso non si sbottona. Ma è
chiaro che sta così perché è successo qualcosa fra
voi vedete di risolverla alla svelta – terminò in tono
minaccioso
- ho capito – fece Mito prima di andarsene, quindi nessuno di
loro aveva notato lo strano comportamento di Hanamichi, se non ora
attribuendolo ai rapporti tesi fra lui e il guntai, rifletté
ancora mentre si avviava.
Quando quella sera Hanamichi fece ritorno a casa oltre a sua madre che
l’aspettava, rientrata poco prima di lui, vi trovò anche
il suo migliore amico. Senza far capire nulla al genitore si
avviò nella sua stanza seguito dall’altro – che
vuoi?- lo apostrofò chiudendo la porta
- sapere che succede , e non accetto un và tutto bene come
risposta – il numero dieci dello Shohoku poggiò il borsone
a terra poi con un enorme sospiro alla fine disse – non posso Yo,
per favore non chiedermi niente –
- Hana mi stai facendo preoccupare ma che succede?-
- è una faccenda che devo risolvere io per piacere – fu
interrotto dalla voce della madre che lo avvertiva che stava uscendo a
fare la spesa
– Yohei rimani a cena?- chiese la donna che si stava infilando le scarpe nel corridoio
- con piacere signora – esordì il ragazzo prima che
l’amico potesse dire di no, quando sentirono la porta di casa
chiudersi riprese il discorso - si può sapere in che
guaio ti sei cacciato?-
- ma in nessuno Yo –
- allora parlamene –
- non posso maledizione, lo capisci? – esclamò
mentre si sedeva a terra tenendosi la testa fra le mani
- ok facciamo così io faccio le domande e tu rispondi solo si o
no – concordò Mito ottenendo il suo sguardo
- Kami Yo non siamo mica ragazzini dell’asilo –
- avrei i miei dubbi –sussurrò prima di porre la
prima domanda – per caso c’entra qualche banda di
teppisti?- al suo cenno di diniego proseguì –
sei indebitato con qualcuno?-
- certo che no- sospirò per l’assurdità della situazione – Yo ti prego lascia –
- no che non lascio stare – alzò la voce l’altro
– tu lasceresti stare se fossi al mio posto? – Hanamichi
non rispose, non lo avrebbe fatto lo sapevano entrambi - sei il
mio migliore amico e so che hai un problema, ma non vuoi parlarmene, ok
Hana se non ti fidi di me lo posso accettare ma con qualcuno devi
parlarne, hai visto in che stato ti sei ridotto? Da
quant’è che non dormi ? Perfino in campo fai pena, Mitsui
è venuto a chiedermi di parlarti –
- che cosa? – s’inalbero subito il numero dieci
– rischi il posto in squadra Hana, sei deconcentrato non so che
diamine ti passa per la testa ma è certo che con qualcuno devi
sfogarti se non sono io allora-
- Dannazione Yo, se non ce la faccio a dirlo a te non posso farlo con nessun altro – scattò l’altro
- Hana io sono qui forza parlamene –
- non posso Yo io… non mi capisco più e non voglio che … lascia stare ti prego –
- kami, Hana non sarai finito in qualche giro di droga? –
- che cavolo dici Yo non le prendo quelle schifezze –
- allora che succede hai ammazzato qualcuno?-
- peggio –
- peggio? Che diamine hai fatto?- si stava preoccupando oltre ogni dire
- io credo di …. Insomma … forse …. Ma è impossibile …. Cioè io-
- quando e perché non ce li metti?-
- Cavolo Yo, sto cercando di dirti che forse sono gay e tu mi prendi in
giro?- il silenzio più totale scese nella stanza
,Hanamichi osservò atterrito il suo ex migliore amico guardarlo
fissò senza avere alcuna reazione apparente – Yo?- lo
chiamò esitante sicuro che da un momento all’altro Mito
sarebbe esploso insultandolo pesantemente, infatti lo fece ma non per
il motivo che credeva lui
- e tu saresti il tensai? Degli idioti anzi sei il re degli imbecilli e
questo lo ritieni peggio di ammazzare una persona? Mi hai fatto stare
in ansia mesi per questo?-
- ehi per me è una cosa grave va bene? Sono andato dietro
a 50 ragazze, 50 Yo e poi sono un teppista non è possibile non
posso esserlo se qualcuno lo sapesse sarei finito, a mia madre
prenderebbe un colpo, Kami- - Hana sei un
do’hao ha ragione Rukawa-
- che c’entra quella volpe malefica adesso eh ? io non l’ho nominata capito, la odio chiaro?-
Yohei fissò il suo migliore amico prima di scattare in piedi
– non ci posso credere Rukawa tu- non finì la frase
perché la testata dell’altro arrivò prima
- non lo pensare nemmeno capito?-
- va bene ora calmati – disse il moro massaggiandosi la fronte
dolorante – si può sapere perché ti sei tenuto
tutto dentro e non me ne hai parlato prima?- Hanamichi sembrava
in difficoltà ma parlò ugualmente una spiegazione gliela
doveva – è che non capivo neanche io, tutt’ora non
ci capisco niente, quando Haruko si è messa con quel suo
compagno ho realizzato che in fondo –
- non te ne fregava niente si lo avevo capito – s’intromise Mito
- beh per me è stato un colpo più che altro perché
insomma l’ho paragonata a qualcun’altro che non è
una ragazza – fece evasivo – Rukawa – finì
l’altro a cui ora molte cose apparivano chiare,
l’incredibile inimicizia dei due, le continue sfide, risse,
evidentemente Sakuragi ne era inconsciamente attratto da tempo ma ne
rifiutava l’idea, era proprio vero il detto che spesso
l’odio è un’altra forma di amore
- si, ma a me sono sempre piaciute le ragazze Yo, insomma potrebbe essere una fase adolescenziale non credi?- chiese speranzoso
– non so tu intanto racconta –
- mi sentivo confuso così ho iniziato a guardare tutte le
ragazze della scuola, tutte quelle che mi passavano accanto per strada,
qualsiasi donna di qualsiasi età e niente, in più non
facevo altro che paragonarle alla kitsune non sapevo che pensare,
volevo parlartene, davvero ma ho avuto paura Yo che ti facessi schifo e
allora-
- hai così poca fiducia in me Hana? Pensavi davvero che dopo
tutto quello che abbiamo passato insieme in questi anni io - non
riuscì a continuare il pensiero che l’amico lo conoscesse
così poco lo aveva ferito più di quel che poteva
immaginare
- cavolo no Yo, io ho fiducia in te ma cerca di metterti nei miei panni
se scoprissi una cosa del genere non ti prenderebbe il panico? Come
dovrei dirlo a mia madre? Quella non vede l’ora che metta la
testa a posto, trovi un lavoro, mi sposi e le faccia dei nipotini.
Cavolo Yo ci vivi anche tu in questo mondo sai quanto è bigotta
la gente, se lo venissero a sapere a scuola ad esempio o in squadra
credi che rimarrebbe tutto uguale? Sai le battute che mi farebbero? E
poi c’è il lato pratico della cosa insomma non posso Yo
– lo vide arrossire furiosamente per quanto fosse forte, energico
e vitale, pronto ad affrontare una banda di teppisti senza paura in
realtà era tremendamente timido e certi argomenti lo
imbarazzavano a morte
- se me ne avessi parlato prima ti avrei detto questo –
iniziò Mito capendo che il suo amico aveva vissuto dei mesi
d’angoscia tremendi, rinchiuso nelle sue paure senza potersi
confidare con nessuno. Per quanto ci fosse rimasto male per la sua
mancanza di fiducia, non era il momento di prenderla in considerazione
– primo chi ti ama Hana e questo riguarda tua madre ma anche tuo
padre, perché anche se non me lo dici so che hai pensato anche a
lui - lo vide sfuggire il suo sguardo e capì di averci
visto giusto – chi ti ama sarà felice se tu sarai felice e
credo che preferisca saperti contento con un ragazzo che ti ama al tuo
fianco, che in galera perché hai ammazzato qualcuno e questo
giusto per rivedere la lista delle cose gravi –lo vide
sorridere se pur controvoglia
– lo so ma essendo un teppista sarebbe logico fare quella fine Yo –
-non siamo mai stati veri teppisti Hana, anche se ci chiamano
così e non disdegniamo una bella rissa, in realtà siamo
una banda buona diciamo così e poi da quando tu sei entrato in
squadra non lo sei più, non solo perché ti butterebbero
fuori se fossi coinvolto in qualche scazzottata è che ormai hai
trovato la tua strada, cavolo Hana tua madre non è più
preoccupata a morte da quando giochi a Basket, sei la sua vita, credi
davvero che non ti supporterebbe? – ancora una volta Hanamichi
non rispose - e chi non ti accetta può andare a quel paese
non sei mai stato il tipo di persona che si fa problemi per quel che la
gente pensa di te o sbaglio? Tu sei il Tensai, e so che se qualcuno
oserebbe fare qualche battuta di cattivo gusto l’ultima cosa che
si ricorderebbe sarebbe la tua testata, lo so che è difficile lo
posso solo immaginare ma ci sono io Hana e chi ti vuole bene, se
dovessi esserlo non devi fartene ne una colpa ne buttarti giù
così –
- grazie Yo – disse di slancio trovando un po’ di
forza in quelle parole, se l’amico non avesse reagito in quel
modo per lui sarebbe stata dura d’affrontare come situazione ma
aveva ragione lui non si sarebbe fatto abbattere, non del tutto almeno
- comunque da quel che ho capito non ne sei sicuro al cento per cento – proseguì l’amico
– non lo so Yo non ci capisco niente –
- facciamo un passo per volta prima di tutto vedi di ritornare il
Tensai di sempre e di far pace con il guntai, poi vedremo di capirci
qualcosa - per Yohei la situazione era abbastanza chiara ma
l’amico si rifiutava di accettarla non ancora almeno, quindi
doveva agire con cautela anche perché aveva capito cosa
nascondeva Hanamichi, la paura di ammettere di essere innamorato del
suo peggior nemico
– mi dispiace di essermi comportato in quel modo ma avevo paura che si, insomma –
-che lo capissi e quindi hai preferito evitarci a me e il guntai,
tranquillo nessun problema e vedrai Hana per quanto quei tre siano dei
deficienti –
- no Yo- urlò il rosso afferrandolo per le spalle – non lo deve sapere nessuno me lo devi promettere-
- cavolo ti ricordi che parli con me? – s’indispettì
alquanto, andava bene avere paura ma ora si esagerava era sempre lui
Yohei Mito -ho mantenuto fino ad oggi il segreto di come si
è rotto il prezioso vaso di tua madre rammenti?-
- cavolo me l’ero scordato l’avevo rotto io facendolo
cadere, ma tu mi hai retto il gioco quando le ho raccontato che era
stato un gatto entrato dalla finestra aperta – Sakuragi
scoppiò a ridere sentendo l’angoscia di quei mesi
attenuarsi.
Non solo Mito resto a cena dall’amico ma passò anche la
notte da lui, andò solo un attimo a casa a prendere la divisa e
lo zaino,anche se del secondo avrebbe fatto a meno, trascorsero la
notte a chiacchierare come facevano quando uno dei due restava a
dormire dall’altro, quasi sempre Yohei visto che Hana aveva
più spazio a disposizione.
Quella serata fu ristoratrice per il giocatore, anche se non
recuperò ore di sonno aveva riacquistato serenità e
fiducia che tutto si sarebbe risolto per il meglio, certo ancora
sperava che fosse solo uno sbalzo ormonale, una qualche crisi
adolescenziale, o magari le troppe testate date nel corso degli anni,
ma iniziava anche a capire che in fondo non era questa grande tragedia
anche se evitava accuratamente il tasto Rukawa.
Il giorno seguente Sakuragi s’incontrò con il gundai
al completo chiese scusa del suo comportamento, adducendolo al
fatto che sentiva la pressione di dimostrare alla squadra e a se stesso
di saper raggiungere dei risultati ancora migliori quell’anno,
dato che ormai non si poteva più definire a digiuno del basket.
Se i ragazzi crebbero a quella scialba scusa oppure no non lo capirono,
infatti quei tre erano più intelligenti di quel che sembrava,
comunque visto che si era scusato ed era tornato il solito di
sempre non trovarono nulla da ridire, anche perché il Tensai li
aveva minacciati di prenderli a testate.
Anche nella sessione degli allenamenti diede il meglio di
sé sprizzando allegria e vitalità da tutti i pori, per la
gioia di Miyagi e delle matricole, il guntai assistette alla
sessione come faceva una volta e quindi tutti pensarono che il suo
strano comportamento fosse stato scaturito da quel famoso litigio.
Strano a dirsi quel giorno Hanamichi non si picchiò neanche con
Rukawa facendo scorrere gli allenamenti in tranquillità, tranne
qualche piccola frase urlata a gran voce sulla bravura del tensai , il
do’hao dell’asso dello shohoku e un baka kitsune non
arrivarono mai alle mani.
Quella sera dopo cena Yohei ritornò a casa del rosso con somma
gioia della madre di questo, che non si spiegava come mai il ragazzo
non andasse più a trovarli frequentemente come faceva prima.
I due si chiusero in camera dopo aver preso una bottiglia d’acqua
e un sacchetto di patatine giganti, Mito posò a terra una busta
di plastica che aveva portato con se, aveva informato l’amico
curioso che voleva verificare alcune cose,tirò fuori un pacco di
riviste.
Prese la prima, una rivista di moda da cui spuntavano dei pezzi
di post it coloratati in cima, aprì il primo mostrando
all’altro la figura di un giovane modello, che sfoggiava un
paio di pantaloni scuri, una camicia bianca di cui i primi tre bottoni
erano lasciati aperti e un paio di occhiali da sole all’ultimo
grido
–dimmi che ne pensi – lo interrogò guardandolo
fisso, Hana per quanto quella richiesta gli sembrasse assurda fece come
detto – non è il mio genere – esclamò mentre
l’amico alzava un sopracciglio – sai che preferisco di
più la roba sportiva –
- il modello non i vestiti – chiarì il ragazzo che stava
rivalutando l’intelligenza dell’amico, lo vide arrossire
furiosamente quando comprese quella semplice verità – che
… che … devo darti una testata?- esclamò
- ma tu guarda lo faccio per te e tu vuoi pure massacrarmi –
- scusa hai ragione- deglutì e in imbarazzo riportò lo sguardo sul ragazzo fotografato sul giornale
- che devo dirti ? – chiese dopo un attimo
- è il tuo tipo oppure no? Ti piace? Cose di questo genere Hana- spiegò pazientemente l’altro
- no- affermò sicuro , Yohei aprì la rivista al secondo
segno, era un giocatore di basket intento a saltare a canestro –
bellissime queste scarpe – esclamò Sakuragi
- Hana- lo richiamò l’amico
– scusa, scusa emh non so, carino?- tentò sempre più paonazzo
- lo chiedi a me?- s’irritò Mito girò la
pagina mostrando quella precedente – questo non ti piaceva
sicuro, perché?- indagò anche se lui un vago sospetto
l’aveva
– non so sembra così … biondo – esalò dopo un attimo
– e questo che è moro?- chiese mostrando la foto del giocatore di Basket
- mah si è carino- “ok stavano facendo dei
progressi “ pensò Yohei, girò ancora
mostrando questa volta un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi
azzurri, in boxer neri di una nota casa di biancheria intima, vide lo
sguardo dell’amico ipnotizzato dagli occhi del modello ma quando
spostò la visuale, notando la sua quasi totale nudità
richiuse la rivista di scatto raggiungendo la tonalità della
propria capigliatura
– non voglio vederle certe cose- esclamò imbarazzato ,Mito lo guardò perplesso
– scusa la domanda- iniziò – ma quando sei negli spogliatoi come diamine fai –
- che c’entra quello è diverso – esclamò
sicuro anche se sempre rosso – e poi evito di guardare –
ammise
– ah ecco mi sembrava strano- conoscendo l’amico se
lo immaginava con lo sguardo fisso a terra –quindi credo non sia
il caso di mostrarti le riviste porno che ho comprato -
valutò invece
- che hai fatto?- urlò Hanamichi a squarciagola tanto che sua madre dalla stanza a fianco dovette ricordargli l’ora
- aspetta ti faccio vedere solo questa – girò la pagina
mostrando la foto di una modella dalle curve generose che indossava un
sexy quanto sensualissimo completino intimo di pizzo bianco, Hanamichi
arrossi ancora e chiuse la rivista di nuovo – Non è che
sei bisex?- domandò Mito perplesso
- bi che?- domandò preoccupato
- ti piacciono sia le donne che gli uomini – spiegò con noncuranza
– non lo so è meno peggio che essere solo gay ?- chiese
speranzoso , Yohei sospirò pesantemente riportando la rivista
alla sua attenzione – non lo so– fece lapidario per
troncare quell’assurdo discorso
– allora forza guardali e dimmi che provi a guardare un uomo e una donna in mutande –
- vergogna, imbarazzo,mi sembra di essere in mutande anch’io
– snocciolò tutto d’un fiato trovando il pacchetto
di snack favolosamente invitante
– no Hana, volevo sapere chi ti sconvolge nel senso chi ti eccita
- ecco lo aveva detto – e non guardarmi così, tu hai
un grosso problema col sesso, ma in generale sai Hana-
- che diavolo vuoi dire ? –
- niente lascia stare e rispondi –
- non lo so a te chi piace?- domandò a sua volta, Yohei lo fulminò con lo sguardo -Hana-
- ho capito Yo ma se lo dico solo io mi sembra hai capito no-
“ no ma ormai ci ho rinunciato da tempo” pensò ma
invece Mito disse – ok allora – guardò attentamente
entrambi i modelli – nessuno dei due ora tu-
- non ci credo – esclamò per nulla convinto Hanamichi, ma
osservò di nuovo entrambe le foto dopo un lungo momento, e
una lotta interiore non indifferente, puntò il dito sul
modello maschile – Yo ma allora lo sono davvero?- chiese ancora
paonazzo in viso
– penso di si, ma tu non deprimerti dobbiamo ancora fare una cosa
– ripose le riviste nel sacchetto evitando che
all’amico potesse prendere un colpo, quando lo vide ritornare ad
una colorazione normale disse – pensa a tutti i ragazzi che
conosci e dimmi chi secondo te è carino, nel senso con cui ti
piacerebbe uscire- appena lo vide tornare nuovamente color aragosta e
non fiatare, ma con uno sguardo disperato negli occhi comprese e
parlò ancora - pensavo di fare un test sul campo
– lo vide strabuzzare gli occhi ma continuò
indifferente – che tu abbia un’attrazione per Rukawa
è chiaro, non ti azzardare a darmi una testata – lo
bloccò appena lo vide sporgersi in avanti
– è chiaro Hana, quel modello ti piaceva perché
assomiglia a lui e non provare a negare che è inutile- ma
Sakuragi non voleva farlo lo aveva capito anche lui, quando ne aveva
visto gli occhi aveva pensato alla Kitsune ed era arrossito
immaginandola in quella posa sensuale- perciò andrai in un
locale gay e vediamo che effetto ti fa –
- che cosaaaaaaaaaaaa???-
- Hanaaaaaaaaaaa-
- scusa mamma-
- dicevo- riprese Mito indifferente a quella scena
- no tu sei impazzito, io non ci vado chiaro?? E se qualcuno mi vede no ,no e no-
-È necessario- esalò ancora Mito – e poi non sarà in zona quindi tranquillo-
- non ci vado –
- ti accompagno- chiarì dato che sapeva che fosse quello il reale motivo
- va bene – accettò infatti dopo molto, ma molto averci riflettuto.
|