Una
missing moment di Brothers and Sisters,
in vista della fine. E' scritta basandomi su una parte di una mia
(orribile) canzone. E' corta, come shot, ma secondo me va bene così.
Grazie a tutte/i quelle che leggeranno e/o commenteranno!
Something
of Perfect
A
Melmon, per avermi ispirato questa shot
e
molte altre, che però ora sono solo nella
mia
testa. Grazie per seguirmi sempre <3
Inutili
sono le parole
per
descrivere la bellezza della luna
se
prima non si è visto te
-
Nick, non ci posso credere – disse Maggie, portandosi le mani
alla bocca, guardandosi intorno. - Siamo a Milano...
Lui
sorrise al suo stupore mentre guardava il Duomo, nella piazza
illuminata dai lampioni.
-
Sì, annuì lui, Milano e sai perchè ti ho voluta
portare qui, 'sta sera?
Maggie
arrossì.
-
Perchè oggi compiamo il nostro primo mese assieme? - chiese,
innocentemente.
Il
sedicenne annuì, stringendole la mano.
-
Sì, stiamo insieme esattamente da un mese, amore –
disse, - e sai una cosa? Per me è come se stessimo insieme da
un giorno...
Maggie
sorrise e si strinse a lui.
Camminarono
lungo la piazza incrociando ragazzi e ragazze che ridevano e
scherzavano nella loro lingua, uomini e donne che tornavano dal
lavoro.
Nick
guardò la sua ragazza, illuminata dal raggio di un lampione,
il viso che, nonostante il buio, si notava era arrossato, il sorriso
appena accennato.
Era
lei. Tutto per lui, niente valeva più di un suo sorriso, o di
una sua risata; avrebbe scalato l'Everest su un tappeto di spine per
vedere i suoi occhi brillare; rivoltato il mondo per ritrovarla se un
giorno fosse sparita.
Ancora
si chiedeva perchè l'avesse scelto. Era Nick Jonas,
vero, amato da migliaia di ragazzine, ma in fondo ciò che a
lei importava era quello che aveva dentro, e lui non credeva di
essere niente di speciale.
-
Dove mi porti? - chiese la ragazza, mentre Nick la guidava lungo le
strade della città: Corso Vittorio Emanuele, Via Torino, Corso
Europa, il loro era un continuo avanti e indietro per la città.
-
Sai, quando sono venuto qui per la prima volta ero solo un
quattordicenne con la voglia di esplorare, motivo per cui,
girovagando da solo per questa città, mi sono perso –
rise divertito. - Ero nel panico, sapevo e so pochissime parole in
italiano ed ero senza cellulare – la stava portando in delle
vie lunghe e strette, affiancate da numerosi negozi. - Fatto sta che
a un certo punto mi sono ritrovato in un vicolo ceco, senza lampioni
né niente... ma poi, ho visto...
Maggie
lo guardò curiosa, osservando i suoi occhi nocciola. In
effetti ora si trovavano in un vicolo ceco, e quasi interamente buio.
-
Questo – mormorò, le prese la vita e la fece
voltare.
Si
trovavano su una terrazza, strano, perchè non erano saliti su
nessuna scala o altro, e il panorama dava sulla piazza del Duomo,
illuminata dalla luce cittadina. Sul parapetto della terrazza c'erano
centinaia e centinaia di candele che con le loro fiammelle
illuminavano tutto lo spazio circostante. C'erano anche dei vasi, nei
quali crescevano diverse piante diverse.
-
Nicholas... - sussurrò Maggie, sbalordita.
A
volte, quando guardo le stelle,
vedo
i tuoi occhi.
Mi
dici che è strano, ma non trovo.
Tu
sei la mia stella...
Se
si proseguiva lungo la terrazza, andando avanti per qualche medio,
nascosto in un angolo, si arrivava a un ristorante. Aveva un'aria
rustica, fatto di mattoni color legno ciliegio, e un'insegna bianca
dalla scritta rossa che diceva il nome del locale “Il
Borghese”.
Il
ristorante, senza dubbio, non si trovava in una zona facile da
raggiungere, e a meno che non se ne sapesse l'esistenza non si poteva
sospettare che ci fosse, eppure non era vuoto. Il ristorante era
sparso, qua e là, di coppiette che si dividevano un dolce al
cioccolato, si versavano del vino, o si tenevano la mano sul tavolo.
Un
cameriere si avvicinò a lui.
-
Un tavolo per due – disse Nick nel suo italiano
stentato.
L'uomo
annuì e li guidò lungo il locale, indicandogli poi un
tavolino vicino alla finestra, di quelli che si vedono nei film, con
la tovaglia bianca, una candela al centro e un vaso di vetro nel
quale si trovava una rosa rossa, appena colta.
-
Grazie – disse il cantante, questa volta in inglese, e Maggie
annuì frettolosamente.
Il
cameriere si allontanò sorridendo e tornò pochi secondi
dopo con i menù.
Nick
si comportò da galantuomo, come sempre del resto, fece sedere
la sua ragazza scostando lui la sedia dal tavolo e, dopo essersi
seduto, le porse la rosa contenuta nel vaso.
-
Per te – sussurrò, - una rosa per il nostro primo mese
insieme.
Maggie
sorrise imbarazzata e riconoscente; nessuno aveva mai fatto qualcosa
di simile per lei.
Iniziarono
a sfogliare il menù. Maggie ci capiva poco e niente, con tutte
quelle scritte in una lingua straniera e, se non fosse stato per il
suo ragazzo, avrebbe ordinato cavolini di Bruxelles e una vaschetta
di gelato al pistacchio.
Ordinarono
un piatto di chitarra al ragù e, quando lei chiese a Nick
perplessa se per caso fosse una strana pietanza a forma di chitarra,
lui scoppiò a ridere divertito.
Dopo
la pasta presero una fetta di torta al cioccolato e pere.
-
E' buonissima – commentò Maggie, assaggiandola, - ho
deciso, vengo a vivere in Italia solo per la cucina!
Nick
fece una finta faccia imbronciata.
-
E tu mi lasci per una fetta di torta? Sei cattiva! - sbottò,
ma con un sorrisetto che gli increspava le labbra.
-
Ma no, non potrei mai lasciarti, mai e poi mai, per nulla al mondo.
Certo, se mi dessero qualche camion pieno di questa torta potrei
anche farci un pensierino...
Nick
le diede un pizzicotto sul dorso della mano.
Non
potrei lasciarti mai
neanche
se il cielo cadesse e andasse in frantumi,
resterei
con te anche solo per proteggerti
… e
vedere un'altra volta i tuoi occhi.
Le
mie stelle.
Maggie
stava giocherellando con la forchetta sporca di cioccolata, guardava
il piatto sporco e con la crema restante stava scrivendo parole dolci
al suo ragazzo, che le leggeva sorridente.
-
Ti ho fatto un regalo – disse all'improvviso lui, facendo
sobbalzare la sua ragazza.
-
Come prego? - boccheggiò lei. - Io non ti ho preso niente!
Il
sedicenne le sorrise, sfiorandole la mano.
-
Non importa, sei tu il mio regalò più grande –
le sussurrò, poi infilò una mano nella tasca della
giacca ed estrasse una scatoletta di velluto blu.
L'unica
cosa che riusciva a pensare Maggie, vedendo quella scatoletta, era
che quella era una scena troppo da film, non poteva essere
vero...
-
Aprila – la incoraggiò a bassa voce lui, una volta
avergliela porsa.
Maggie,
con mani tremanti, la aprì e guardò ciò che vi
era all'interno con un sorriso sbalordito.
Era
una catenina d'argento, fine, con un ciondolo a forma di cuore.
-
Nick... - mormorò.
Lui
la guardò, sorridendo.
-
Ammetto di aver rubato l'idea da Eclipse – disse un po'
imbarazzato, - ma devi immaginare che questo sia il mio cuore, e tu
lo devi solo per te, perchè ormai è tuo.
Maggie
alzò gli occhi sul suo ragazzo, mente con un dito di una mano
accarezzava il ciondolo.
-
Non potevi farmi un regalo più bello – sussurrò
solo. - Il tuo cuore è l'unica cosa che desidero.
Non
devi farmi regali,
il
tuo sorriso va bene
Non
mi serve la luna, per essere felice
ho
te, e mi basta.
|