Dedico questa Shot all'Eli, che
mi sopporta (spero) sempre con i miei deliri su Ron e Hermione e cosa
non meno importante, mi ha fatto conoscere Ewan. =*
Paint
The Silence
How can you say your
life is empty
So late in the day
Why would you stay
another second
Now your sight got in
the way
A combination
Of love and aggression
Another second lived
Don't paint the silence
black now save me
Don't leave it a day
You got a right to stand
or die so maybe
You take chances all the
same
Pain comes in stages
If we dont make it
Nothing changes
(South-
Paint the silence)
-Quanto manca?- Chiese Ron sbuffando.
-Poco, Ron, poco- Rispose Hermione
altrettanto irritata.
Era da più di due ore che erano
seduti in quella maledetta macchina e ancora non si era vista la
casetta in cui dovevano arrivare, nella quale Harry li stava
aspettando.
-E' quello che vai dicendo da più
di un'ora-
Le fece notare secco lui, sterzando
bruscamente verso sinistra.
Hermione alzò gli occhi al
cielo, due ore di viaggio corrispondevano a due ore di lamentele da
parte del rosso. E questo proprio non le andava a genio.
-Ho seguito le indicazioni che ci ha
dato Harry- Sbraitò lei al limite della sopportazione. -E se
solo stessi zitto per un attimo il viaggio sarebbe meno noioso.
Grazie- Aggiunse poi.
-Se
avessimo usato la metropolvere, come io
avevo suggerito, a quest'ora saremmo già arrivati- Commentò
acido lui.
-Non dobbiamo dare nell'occhio. Quante
volte devo ripeterlo perchè ti entri in quella testolina che,
ahimè, non da segno di contenere qualcosa che non sia
segatura!?-
Ron le lanciò uno sguardo
incredulo, distogliendo gli occhi dalla strada deserta.
-Cosa!?- chiese furibondo.
-Intendo quello che ho detto, Ronald. E
adesso guarda dove vai o ci schianteremo contro il prossimo albero.-
Ron sbuffò sonoramente prima di
tornare a concentrarsi sulla guida.
Erano
a bordo di un'auto babbana, decisamente non una di quelle che si
chiamano fuoristrada, anzi.
Ma Ron aveva ricevuto quella dal Ministero, e quella si doveva
tenere. E poi in fondo gli era sempre andata a genio, escluse le
poche volte in cui si era ingolfata nel bel mezzo di una strada
deserta.
Attualmente pregava tutti i santi
conosciuti affinchè non succedesse proprio in quel momento, il
che avrebbe significato rimanere bloccati su una strada di montagna e
sorbirsi le prediche di Hermione. Sinceramente non sapeva quale delle
due sarebbe stata peggio, anche se la seconda aveva buone probabilità
di vincere.
Era un inverno freddo, le nevicate
venivano interrotte solo da qualche precipitazione piovosa che
rendeva la visuale, se possibile, ancor più problematica.
-Abbiamo sbagliato strada, non c'è
verso- disse Hermione sbirciando fuori dal finestrino.
-Ho guardato sulla cartina, siamo sulla
strada giusta- sentenziò lui.
-Dov'è?-
-Cosa?-
-La cartina- rispose stizzita lei.
-Nello sportello lì- disse lui
indicando uno sportellino proprio davanti al sedile di sinistra di
Hermione.
La ragazza si sporse in avanti,
riuscendo ad aprirlo.
Vi trovò solo alcune carte,
l'assicurazione, involucri di merendine mangiate chissà
quando, chissà dove chissà con chi, e una cartina.
Tirò fuori la carta stradale
appallottolata. Con uno sguardo schifato e contrariato guardò,
prima il pezzo di carta stropicciato e poi il proprietario, in rapida
sequenza.
-Che c'è?- chiese lui voltandosi
verso di lei.
Quella si limitò a scuotere la
testa per poi occuparsi della carta.
-Vedi- disse lui indicando una strada
segnata in rosso. -Secondo la carta quella ci porterà dritti
dritti da Harry-
Hermione rispose borbottando qualcosa.
Si morse le labbra. Non era normale che fossero ancora in viaggio.
Sarebbero dovuti essere già arrivati.
Spiegò meglio la carta. Sgranò
gli occhi, sconvolta, mentre la situazione si faceva più
chiara che mai.
-Ron- iniziò cercando di
rimanere calma -Questa è la carta stradale della zona
Liverpool!- gridò perdendo ogni buona intenzione di stare
calma.
Il ragazzo si voltò verso di lei
incredulo.
-Cosa? Non essere ridicola- rispose
impacciato, mentre si malediva internamente per la sua stupidità.
-Non sono ridicola, Ronald, questa è
la carta di Liverpool!- tuonò lei appallottolando la cartina e
gettandola sul sedile di dietro furibonda. -Guarda in che guaio ci
hai cacciato!-
-Io?-
-No secondo te chi?-
-Se solo tu stessi un po' zitta, mi
concentrerei di più sulla guida e saremmo già
arrivati!-
-Che cosa!? Ma se hai sbagliato
cartina!-
-E' un errore relativo, Hermione-
-Relativo un corno-
-La smetti di dirmi cosa devo fare?-
-E tu la smetti di non fare mai così
ti dico di fare?-
Calò il silenzio, interrotto
solamente dallo sfregare delle ruote sull'asfalto umido e dai
borbottii del motore.
-Fammi scendere- sentenziò
Hermione dopo un po'.
-Non essere idiota-
-Ho detto: fammi scendere- ripetè
gelida.
-Non te la sarai mica presa?- chiese
lui confuso.
-Ronald Weasley ferma questo trabiccolo
e fammi scendere!-
-Bene!- fece in risposta lui fermando
la vettura e aspettando che la ragazza uscisse.
Hermione non attese un minuto di più.
Spalancò la portiera e la richiuse con un tonfo secco
iniziando a camminare nella direzione opposta a quella dalla quale
erano arrivati.
Stupido si ritrovò a
pensare mentre si stringeva di più nel cappotto.
Incrociò le braccia al petto
cercando di farsi calore.
Nel frattempo Ron, era rimasto fermo
dentro la macchina.
Sbuffò cominciando a sbattere
ripetutamente la testa sul volante, l'inavvertito suonare del clacson
lo destò dal suo proposito.
Trasalì.
Che deficente si disse
mentalmente.
Osservò la figurina di Hermione
proseguire da sola, nello specchietto retrovisore.
Scosse la testa, stufo.
Fece bruscamente marcia indietro,
affiancando la ragazza.
-Morirai di freddo- disse dopo aver
tirato giù il finestrino.
-Bene- rispose lei.
-Sali in macchina-
-No-
-Hermione non essere sciocca, sali in
macchina-
Quella rimase in silenzio. Era nella
sua indole fare sempre quello che era giusto fare.
La ragione le stava dicendo che,
effettivamente, se fosse rimasta a piedi sarebbe morta congelata nel
giro di una mezza giornata, tanto erano sperduti.
Ma dall'altro lato, l'orgoglio le
diceva di resistere.
Ma stiamo parlando di Hermione Granger,
e non si deve faticare molto a capire quale delle due parti avrebbe
avuto il sopravvento.
Richiuse la portiera, stizzita, dopo
essere tornata ad occupare il sedile sinistro della vettura.
Rimase in silenzio, mentre Ron si diede
mentalmente dell'autolesionista per averla fatta salire di nuovo.
Percorsero la strada al contrario
mentre il cielo si faceva più buio e minaccioso che mai.
L'abitacolo era diventato una camera
frigorifera, i vetri erano appannati e i tergicristallo non bastavano
a rendere la visuale abbastanza ottimale da rendere la guida sicura.
Ron allungò un mano verso il
cruscotto, premette un pulsante che avrebbe, in teoria, dovuto
attivare un getto d'aria calda proprio nella parte sinistra della
vettura.
Tentò di metterlo in funzione,
inutilmente, un paio di volte.
-Dannazione!- imprecò assestando
un pugno dritto sul dispositivo.
-Adesso non funziona di certo- commentò
lei destandosi dal suo ostinato silenzio.
Il ragazzo si costrinse a rimanere
zitto, se avesse aperto bocca l'avrebbe sicuramente fatta arrabbiare,
e sarebbe stata una cosa molto, molto stupida.
Decise quindi di far finta di niente.
Passarono un buon quarto d'ora, ognuno
immerso nei propri pensieri.
-Non ce la faccio più- sbuffò
ad un certo punto Ron.
-Guido io se vuoi- propose Hermione
seria.
-Cosa?-
-Guido io se vuoi- ripetè lei
scandendo ben bene le parole, come se stesse parlando con un sordo.
-Sei capace?- chiese lui dubbioso.
-No, te lo sto proponendo, solo perchè
così moriremo prima e non saremo costretti a subire le pene
dell'inferno ancora per molto.- commentò -Ho la patente-
aggiunse osservando gli alberi imbiancati.
-Ah. Io non ce l'ho- rispose
ingenuamente lui.
Hermione sgranò gli occhi
voltandosi, molto lentamente, nella sua direzione.
Spalancò la bocca, in una
smorfia orripilata e spaventata allo stesso tempo.
-Tu cosa!?- chiese con un filo di voce.
-Non ho la patente- rispose lui
concentrandosi sulla strada, non rendendosi minimamente conto della
gravità della faccenda, o almeno la gravità che
Hermione dava alla faccenda.
-Ferma la macchina- ordinò lei.
-Ancora? Ti ho detto che non ti lascio
andare da sola!-
-Ferma la macchina, guido io- Spinse la
schiena contro lo schienale come per paura che da un momento
all'altro si sarebbe schiantati contro un'altra macchina, o un albero
o qualsiasi altra cosa che si fosse frapposta tra la loro scassata
vettura e la strada.
Il ragazzo sbuffò, decisamente
confuso. Hermione scese all'istante, circumnavigò l'auto,
spalancò lo sportello di Ron e gli intimò, molto poco
gentilmente di scendere.
Quello si vide costretto a farlo,
l'occhiata che la ragazza gli aveva lanciato non prometteva niente di
buono.
Così, fatto il cambio di
autista, il viaggio riprese, in modo relativamente tranquillo.
Ron si guardava intorno, senza sapere
cosa fare.
Osservava Hermione concentrata al
massimo, e canticchiava una canzoncina stupida che aveva sentito la
mattina.
Decidendosi che il silenzio che li
circondava era inammissibile, con un movimento deciso accese la
radio.
Hermione sterzò bruscamente, non
appena una musica assordante, ad un volume spropositato invase
l'abitacolo.
Spinse il piede sul freno, bloccando
l'automobile. Si voltò con un'espressione molto poco
rassicurante sul viso, verso il ragazzo che nel frattempo, resosi
conto del casino che aveva combinato stava tentando invano di
spengere l'autoradio.
-SPENGI QUEL COSO!- gridò
Hermione tentando di coprire la musica con la voce, con scarsi
risultati.
-NON FUNZIONA L'INTERRUTTORE- rispose
lui armeggiando goffamente con i vari pulsanti.
-FALLO SMETTERE, DANNAZIONE!-
-CI STO PROVANDO SE NON TE NE STESSI
RENDENDO CONTO-
Hermione rimase in silenzio.
Non aveva intenzione di perdere la voce
a forza di urlare qualcosa, che sicuramente non interessava
minimamente alla persona alla quale era diretta.
La musica le rimbombava negli orecchi,
la manopola del volume si era inceppata.
Maledì la vettura con tutta se
stessa appoggiando la fronte al finestrino congelato.
-ASPETTA- disse ad un certo punto Ron.
-PASSAMI IL CACCIAVITE CHE C'è Lì DENTRO!-
Urlò indicando un vano porta
oggetti accanto al sedile del conducente.
-EH!?- imprecò lei, senza aver
capito.
-IL CACCIA..- si interruppe scuotendo
la testa.
Si sporse verso la ragazza, stendendosi
praticamente sulle sue ginocchia, e cominciò ad armeggiare tra
le varie cianfrusaglie che lui stesso aveva accumulato.
Hermione, sorpresa da tale manovra, si
era ritrovata fin troppo vicina al ragazzo.
Ringraziò mentalmente ogni
divinità conosciuta mentre Ron si ritraeva tornando al suo
posto, con il cacciavite in mano.
Lei deglutì appena,
costringendosi a guardare la strada.
Nel frattempo lui, aveva fatto saltare
i vari interruttori, reciso un paio di fili e fatto tacere il
maledetto marchingegno.
La musica cessò di botto, con
grande sollievo dei timpani di entrambi.
Hermione avrebbe sicuramente detto che
il riscaldamento aveva preso a funzionare, se solo non si fosse
accorta in tempo che erano le sue guance ad essersi inaspettatamente
imporporate e la sua temperatura aumentata all'improvviso.
Rimasero in silenzio per un po'.
-Puoi ripartire- gli fece notare lui.
Lei annuì senza aggiungere
altro, tornando a girare la chiave nella serratura e rimettendo in
moto l'automobile.
*
Era passata un'ora circa da quando
erano ripartiti.
Stavano procedendo nel silenzio più
totale.
Più volte Hermione sentiva gli
occhi di Ron puntati addosso, ma non faceva a tempo a voltarsi nella
sua direzione, che lui tornava a fissare la strada scorrere sotto di
loro.
L'atmosfera era decisamente tesa.
-Che ore sono?- chiese ad un certo
punto Hermione per rompere quell'imbarazzante silenzio.
-Le sette- rispose lui dopo una fugace
occhiata al suo orologio.
-E' buio- constatò lei.
In effetti il cielo si era oscurato, un
po' per le nubi un po' per il sole che stava calando.
Tra non molto si sarebbero visti
costretti a proseguire alla luce dei fanali, il che non era affatto
una cosa sicura, non in un posto di montagna come quello.
-Dovremmo fermarci- sentenziò
ancora Hermione.
-E dove?- chiese lui.
-Non lo so, fatto sta che non ci
conviene guidare per tutta la notte-
Come al solito Ron non trovò
niente da ribattere, per quanto gli desse sui nervi, Hermione aveva
sempre ragione, e sebbene la sua voglia di controbattere si faceva
sentire, decise che era meglio non fiatare.
-Okey. Ma ormai aspettiamo un'altra
mezz'ora, la stazione di servizio non deve essere lontana-
La ragazza annuì.
Proseguirono per altri 10 minuti buoni,
quando la macchina cominciò a perdere velocità fino a
che non si fermò del tutto.
-Bè- fece Ron -perchè ti
sei fermata?-
-Non
mi sono fermata, si è
fermata-
-Scherzi?-
-Secondo te sono in vena di scherzi?-
gli chiese lei ironica voltandosi verso di lui.
Quello si limitò ad una
scrollata di spalle.
-Oh mio Dio- imprecò il ragazzo
uscendo in fretta e furia dall'abitacolo.
Hermione che lo aveva seguito con lo
sguardo non tardò a rendersi conto di cosa aveva attirato
l'attenzione del compagno.
Una sottile colonna di fumo grigiastro
usciva dalla fessura del cofano.
Oh no si ritrovò a
pensare al massimo dello sconforto.
Lo seguì fuori.
Si strinse di più nel cappotto,
mentre un'ondata d'aria gelida l'assaliva.
-Che è successo?- gli chiese
incerta.
-Vediamo- disse lui, prima di alzare il
cofano metallico con un gesto secco.
Si allontanarano entrambi, investiti da
una nuvola di fumo.
-Oh accidenti!- imprecò Ron
avvicinandosi all'auto non appena la cortina grigia cominciava a
diradarsi.
Hermione rimase ad osservarlo in
disparte.
-Non ci capisco niente- sentenziò
il ragazzo dopo un po'.
Lei alzò gli occhi al cielo.
-Prendo la bacchetta vediamo che si può
fare.-
Tornò dunque in macchina con il
proposito di trovarne almeno una.
-Dov'è che le hai messe?- chiese
dopo inutili ricerche.
-Nello sportello a sinistra-
La ragazza riconobbe lo stesso
sportello nel quale aveva trovato la carta stradale.
Sperò di essere più
fortunata di prima, ma benchè ci mettesse ogni briciolo di
forza che aveva, lo sportello non si apriva.
-Ron- iniziò con voce lamentosa
-Si è bloccato-
-Che intendi con "Si è
bloccato"?- chiese lui ancora alle prese con il motore.
-Esattamente quello che significa-
rispose lei irritata. -Lo sportello non si apre-
Ron fece una smorfia affacciandosi
all'interno dell'auto dal finestrino.
-Merda- imprecò constatando che
aveva ragione.
-Puoi fare a meno di parlare come uno
scaricatore di porto?-
-Ti pare il momento di fare commenti
sul mio linguaggio?-
-Se solo fossi più educato,
Ronald...-
-Se solo fossi più educato
saremmo nella stessa identica situazione-
Hermione rimase in silenzio, in effetti
per quanto scostumato e poco gradevole fosse il suo commento, non
sarebbe cambiato proprio niente.
Incrociò le braccia al petto,
sbuffando.
Lui alzò gli occhi verso la
ragazza.
-Non vorrai dire che è colpa
mia?-
No di mia zia si ritrovò
a pensare ironicamente lei.
Decisa tuttavia, che era meglio
rimanere in silenzio.
Per quanto Ron odiasse le ramanzine di
Hermione, i suoi silenzi lo facevano ancora più imbestialire.
Tirò fuori il busto
dall'abitacolo, non perdendosi una bella testata al tettuccio, e
maledicendo ogni singolo essere vivente nel raggio di venti
chilometri, prese posto sul sedile posteriore.
Hermione si voltò verso di lui,
tornando a guardare avanti subito dopo, scuotendo la testa.
-Ho fame- sentenziò dopo alcuni
minuti Ron.
-Amen-
-Amen?-
-Amen, Ronald. Non ho niente da
mangiare, le bacchette sono chiuse là dentro, il motore è
partito!-
Esclamò irritata lei, mettendo
in evidenza la drammaticità della situazione.
-Bè guarda il lato positivo,
Herm, ci poteva andare peggio-
Nello stesso istante in cui aveva
pronunciato quelle parole, un tuono rimbombò nel cielo cupo,
seguito da una pioggia che fitta fitta cominciò a cadere.
Era troppo.
Hermione si alzò, uscì
dalla macchina e rientrò sul sedile di dietro, di fianco a
lui.
-Come non detto- commentò lui
osservando l'acqua scivolare sui finestrini.
Si ritrovarono rannicchiati uno a
destra e uno a sinistra e ci sarebbero rimasti per un bel po' di
tempo nel silenzio più totale.
*
Un fulmine squarciò il cielo,
subito seguito dal rombo di un tuono.
Hermione spalancò di scatto gli
occhi.
Tutto intorno era buio, la pioggia
continuava a cadere imperterrita.
Rabbrividì cercando calore
contro il sedile.
-Sei sveglia?-
La voce di Ron le arrivò
dall'altro lato del sedile.
-Si- asserì sbuffando. -Fa
freddo-
Tentò di distinguere il profilo
del ragazzo, ma l'oscurità glielo impediva.
Dopo un attimo di silenzio, sentì
il sedile piegarsi sotto il peso di lui, che si era fatto più
vicino.
-Ehi. Scusa. Ho fatto un gran bel
casino- disse sorridendo appena.
Hermione scosse la testa, prima di
appoggiare la tempia al finestrino ghiacciato.
-Non fa niente. Capita- rispose stupita
dalle parole del ragazzo.
-Non sarebbe capitato se non avessi
sbagliato carta stradale-
A questo non trovò niente da
ridire, in effetti con la giusta carta stradale sarebbero già
arrivati, e non costretti a dormire in una specie di trabiccolo
ambulante.
Hermione chiuse gli occhi, rabbrividì
ancora.
Ron la osservava con un misto di
tenerezza e ammirazione.
Senza pensarci troppo le passò
un braccio attorno alle spalle per trasmetterle un po' del suo calore
corporeo, ma anche perchè in fondo sentiva il bisogno di
stringerla tra le sue braccia.
Hermione sgranò leggermente gli
occhi, arrossendo.
Poggiò il capo contro il suo
petto, tornando a chiudere gli occhi.
Rilasciò un sospiro.
Anche Ron aveva deciso che la soluzione
migliore era dormire fino alla mattina seguente, anche se continuava
a sperare con tutto il suo cuore che quello sportello si sarebbe
aperto miracolosamente, liberando le loro bacchette, con le quali
avrebbero risolto ogni problema nel giro di 5 minuti al massimo.
-Herm?- chiese dopo un po'.
-Si?- gli fece eco lei con voce
strascicata.
-Se non ci fossi stata tu sarei già
nel panico-
Vagamente stupita alzò il capo
verso di lui, per poterlo guardare negli occhi.
-Ah si?- gli chiese sorridendo. -Hai
paura del temporale?-
-No!- rispose indignato lui.
-Scherzavo-
-Lo voglio sperare. Sarebbe un insulto
alla mia persona.-
Hermione non commentò, sostituì
ogni parola con un bacio sulla guancia.
-Buonanotte Ron- mormorò.
-Buonanotte Herm- rispose
semplicemente, stringendola di più.
Respirò il profumo dei suoi
capelli, prendendo ad accarezzarli distrattamente.
In tutte le incertezze di quella
giornata, Hermione una l'aveva : in quelle circostanze non avrebbe
preso sonno nemmeno con il più potente dei sonniferi.
Deglutì appena tornando a
guardarlo negli occhi.
-Non ho sonno- sentenziò dopo un
attimo di pausa.
Ron non trovò niente di adatto
da risponderle.
-Vuoi che ti canti una ninna nanna?-
Niente
di sensato adatto da
risponderle.
Lei rise. -No, grazie-
-Cosa? Metti in dubbio le mie doti
canore?-
-Mi crogiolerò nell'ignoranza
per una volta-
-Signorina Granger mi stupisco di lei-
Scoppiarono a ridere entrambi.
-Si ride per non piangere- commentò
Ron.
-Eh già-
Il buio li circondava.
-Bè dormiamo- disse il ragazzo
dopo un attimo.
-Okey-
Sentendosi in dovere di ricambiare il
precedente augurio di buonanotte dell'amica, Ron non potè
esimersi dal posarle un bacio sulla guancia.
Il problema fu, che nell'ombra, non
aveva ben preso le misure, finendo per baciarla dritta dritta sulle
labbra.
L'imbarazzo che ne seguì non fu
poco.
-Ehm...- Ron cercava le parole adatte
mentre il viso gli andava a fuoco.
Ma Hermione non si scompose più
di tanto, non disse niente.
Quel che fece fu tornare a sfiorare le
sue labbra con le proprie, avvicinare il suo volto al proprio, e
prendere a baciarlo.
In tutta risposta, Ron, dopo un primo
momento di sorpresa, le prese il viso tra le mani approfondendo il
bacio.
Rimasero in quella posizione fino a
quando il bisogno di aria si fece impellente.
Si scostarono l'una dall'altro.
Hermione ringraziò mentalmente
il buio che impediva la visuale.
Poggiò il capo sulla spalla di
Ron, chiuse gli occhi.
-Buonanotte-
-'Notte-
*
Un flebile fascio di luce illuminava
l'interno dell'auto.
Ron aprì un occhio, subito dopo
l'altro.
Era mattina. Il sole splendeva,
fortunatamente, e le nubi della sera prima sembrava se ne fossero
andate senza troppe cerimonie.
Hermione era ancora stretta nel suo
abbraccio.
Sorrise con fare ebete.
Prima che la sua mente intorpidita
potesse formulare qualsiasi altro pensiero, la sentì muoversi,
mugugnando qualcosa.
-Ehi- le fece.
-Ciao- rispose lei sorridendo.
-Dormito bene?-
Hermione annuì in risposta.
Il rosso, sciolse l'abbraccio,
sedendosi più compostamente sul sedile.
Rimasero in silenzio per i minuti
necessari a svegliarsi completamente.
Lei osserva il cielo azzurro dal
finestrino, e lui faceva altrettanto, riprendendo a canticchiare la
canzoncina del giorno prima.
All'improvviso, Ron, decise che c'era
una cosa che doveva fare senza poter aspettare oltre.
Le si avvicinò di nuovo,
prendendo ad accarezzarle il volto.
Hermione sorrise con un misto di
imbarazzo e stupore sul viso.
Ripresero a baciarsi.
Lui le passò un braccio attorno
alla vita, lei gli cinse il collo con le braccia.
Avrebbero sicuramente continuato su
quella linea per la mezz'ora successiva, se una sonora botta al
finestrino non li avesse allontanati l'uno dall'altra, come ladri
colti sul fatto.
Hermione lanciò un grido
riconoscendo Harry che li stava osservando fuori dal finestrino.
Sgranò gli occhi, arrossendo
senza ritegno.
Prese a fissare lo schienale del sedile
davanti, come se lo trovasse la cosa più interessante che
avesse mai visto.
-Harry!- esclamò Ron non meno in
imbarazzo di lei.
Harry rideva, qualsiasi cosa potesse
pensare Hermione, il suo migliore amico li aveva visti.
Il rosso era sceso dall'auto.
-Ma dove eravate finiti?- chiese Harry
dopo un po'.
-Abbiamo avuto...problemi con l'auto-
rispose Ron impacciato.
Nel frattempo anche Hermione era scesa
dalla vettura.
-Bastava che faceste 200 metri e
sareste arrivati. La casa di cui vi parlavo è là
deitro- disse il moro indicando la curva in salita in cui si
attorcigliava la strada.
-Scherzi?- chiese Hermione.
Harry scosse la testa.
La ragazza scambiò un'occhiata
stupita con Ron.
Avevano passato la notte dentro
quell'auto senza sapere che con meno di 2 minuti a piedi sarebbero
arrivati a destinazione.
Scoppiarono tutti e tre a ridere.
-Non ci posso credere!- esclamò
il rosso alzando le braccia al cielo.
-Venite- disse Harry cominciando a fare
strada su per la salita sterrata.
Lasciarono che il compagno li
precedesse.
Si scambiarono un'occhiata divertita
continuando a camminare.
-Quanto manca, Harry?- chiese Ron.
-Poco, Ron, poco-
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