Premessa: E' il
primo tentativo di una fanfiction sui GD.. Anzi,
la prima fanfiction pubblicata sui GD, ecco. xD In ogni caso, sono
indecisa se lasciarla così com'è, una one-shot,
oppure continuarla;
ditemi voi che ne pensate: se volete mandarmi un nobel per la
letteratura o se volete sputarmi in un occhio, siete liberissimi di fare
entrambi.
E'
una storielluccia abbastanza confusionaria.. E, mboh, che dirvi;
leggetela per capire meglio. Ah, e, a tutti i fan della mitica
coppietta Billie/Adie, non me ne vogliate a male, vi pregooo! (Anche
perché io credo siano perfetti insieme.. Fino a che non
andrò a
sequestrare Mr Armstrong e lo incateno ad una sedia nello scantinato
e.. CENSURA.)
Vabbuoh,
leggete, commentate, e fatemi sapere! (:
Disclaimer:
Purtroppo, il Billino non l'è mio (vocina malvagia: non
ancoooora.),
come anche la signora Adrienne, non lo è. Non scrivo questa
storia a
scopo di lucro.
Titolo: Fairytales
Don't Exist.
Colonna Sonora: Scattered, Green Day; Fairytale
Gone Bad, Sunrise
Avenue.
Billie guardava dritto davanti a se; guardava, eppure non vedeva.
Aveva
lo sguardo perso nel vuoto, poteva sentire il battito del suo cuore
farsi sempre più lento, il suo respiro sempre meno udibile,
il suo
pensiero sempre più flebile.
"Adrienne,.. Dove sei stata?"
La
silhouette nera, formosa contro la luce dei fari delle macchine che
passavano, si irrigidì; nessun suono era udibile, nessun
movimento
poteva essere percepito.
La casa era nella più sinistra e totale delle
immobilità.
"Sono stanco. Dimmelo, poi lasciami riposare."
La voce di Billie, neutrale, piatta, con una vena che aveva
dell'implorante.
"Fuori, Billie. Ero fuori. Ora va'."
La
donna non perse un colpo nel rispondere; la sua voce era decisa,
glaciale. Si mosse quindi verso il marito, seduto sulle sedie nella
cucina, di spalle alla porta, e a lei.
"Su, ora. Vai di sopra, ti
raggiungo." Ripeté, questa volta con un tono più
amorevole. Allungando
una mano verso la spalla dell'uomo, osò sfiorarlo.
Billie Joe sembrò reagire al ricordo;
sbatté le palpebre, cercando di scacciare via l'immagine, ma
senza successo.
Una lacrima scese sulla guancia pallida, scorse fino alla bocca rosata,
per inumidirla amaramente.
Dischiuse lentamente le labbra, lasciando libero il respiro,
sussurrando parole senza un perché.
Poi, perentorio, serrò la bocca, inaridito d'ogni pensiero,
ancora una volta.
"Dove sei stata?" Ripeté Billie, sordo alle parole
della moglie, ma non ai suoi gesti.
Il silenzio fece male più delle parole.
"Perché fuggi da me, Adrienne? Io.. ti amo. Ti ho sempre
amato. .. Forse.."
Lungo silenzio, suono smorzato di respiri interrotti. Le luci
rimasero spente, le figure si delinearono nel buio.
".. Forse, non è più abbastanza?"
"Ma, Billie... Cosa dici?!" Rise con voce rotta la donna, cercando nel
senso di colpa di sfoggiare un sorriso spezzato.
"Io so, Adrienne. Io so." Billie scosse la testa
impercettibilmente, come a convincere il suo cuore dolorante che fosse
la scelta giusta da fare.
"Tu... sai?" Soffiò la moglie, distrutta dalla
verità più che dal dolore.
Billie non potè che annuire, sentendo le palpebre farsi
improvvisamente pesanti dal sonno.
La
testa scivolò lungo le mani, che afferravano disperate i
capelli
indisciplinati. I gomiti poggiati sulle ginocchia premevano,
cominciavano a fare male.. Ma era meglio così.
E' giusto, che faccia male. Sussurrava più alla
sua coscienza che a se stesso.
Poi, incredulo, sentì le guancie inumidirsi.
Percepì dei rivoletti caldi fluire giù dalle
palpebre, e pianse.
"Tu sai.. " Gemette Adrienne, arresa, lasciando
che le sue spalle, sempre così dritte, cadessero impotenti.
"Adrienne,
ci credi, ora? Ci credi ancora, alle favole?" Domandò quasi
candidamente Billie, dopo un lungo silenzio; un sorriso invisibile,
sadico, andava ad increspare le sue labbra carnose.
"Io.. Billie, cosa vai farfugliando?"
Gemette lei, mentre l'ombra del suo corpo tremava convulsamente.
No, infatti; non era più un
corpo, non lo era più. Billie cercava di convincersi che
quella carne, quelle fattezze così incondizionatamente amate, fossero
macchiate d'un adulterio che sperava di conoscere soltanto per sentito
dire.
E
invece, schiacciato sotto il peso soffocante della dolorosa
verità, non
poteva che essere spettatore del provarlo sulla propria pelle.
"Le
favole non esistono, Adrienne." Continuò con un
sussurrò Billie,
riempiendo i polmoni d'un ossigeno bruciante con un sospiro.
"..
Billie.. Ti prego.." Supplicò lei, la voce incrinata,
sentendosi
tremare le gambe, il corpo, come se fosse insensibile al caldo afoso ed
umido che permeava la stanza, quello tipico delle estati californiane.
Stringendo
i denti, Billie continuò a piangere, disperato, sentendosi
mancare il respiro ad ogni lacrima che scendeva.
Si sentiva perso, privo di vita, eppure si domandava perché
soffrisse ancora.
Strinse
le mani in due pugni, dove era ancora intrappolato qualche ciuffo
corvino, sentendo la gola accaldata cominciare a bruciargli.
Il
frontman scosse lentamente il capo, non avendo avuto ancora il coraggio
di girarsi, per affrontarla, per affrontare l'entità, la
vera portata
dell'amore che provava, ancora, nonostante tutto, per lei.
Adrienne cominciò a scuotere
la testa, ritmicamente, schiaffandosi una mano sulle labbra, e
scoppiando in un pianto soffocato.
Billie
si sentì mancare l'aria non appena percepì il
suono mozzato dei
singhiozzi di Adrienne; si alzò, un movimento fluido e
deciso.
Camminò verso di lei, fermandosi di fronte alla figura
vacillante della moglie, di sua moglie.
.. Sua? No, non più, oramai.
Percepì
il cuore appesantirsi, e, solo allora, capì a fondo il
significato
delle parole "cuore infranto", e di quanto queste fossero tutt'altro
che una metafora.
Si sporse verso di lei, verso la sua pelle
diafana, che, seppur non riuscisse a vedere, poteva anche solo
immaginare, con gli occhi e la mente di chi ama.
Posò un
leggero, dolce bacio sulla sua guancia, lasciando che la sua mano
indisciplinata accarezzasse la donna della sua vita ancora una volta;
e, solo allora, concesse ad una lacrima di rotolare giù,
lungo la
guancia.
Allontanandosi poi dalla figura immobile, Billie camminò
silenziosamente verso l'ingresso, sfilando dall'appendiabiti la giacca
nera in pelle, infilandola con veloci movimenti.
Aprì la porta; poco
prima di varcare la soglia, Billie Joe si girò, un'ultima
volta, verso
Adrienne, ancora immobile nell'adiacente cucina.
"Le favole non
esistono, Adie." Concluse, le sue iridi verdi incapaci di guardarla per
più di qualche secondo. "Ti amo." Sussurrò, prima
di scomparire dietro
la porta, ormai chiusa.
-Fin (?)-
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