Ok,
un’idea davvero perversa, questa XD. Ma non potevo fare a meno di scriverla…
tra parentesi, se qualcuno volesse trarne una bella fic seria, gliene do
facoltà. Basta che mi informi, ed ha la mia benedizione.
Sono pazza di te
di Gan_HOPE326
I capelli biondi sparsi sul cuscino, fatta
eccezione per pochi fili dorati che graziosamente le ricadevano sulle labbra
rosee socchiuse da cui soffiava il leggero respiro del sonno, le braccia nude e
candide piegate vicino al petto, le gambe che emergevano dal taglio inclinato
della tunichetta di cotone per scivolare affusolate sulle lenzuola e terminare
in due piedi sottili e curati accavallati l’uno sull’altro, Ino Yamanaka dormiva
di un sonno profondo ed elegante; come una scultura perfetta, pareva viva,
eppure destinata a non svegliarsi mai. Porte e finestre della stanza erano
chiuse, solo pochi raggi di luce filtravano, trasformando il buio in una dolce
penombra che carezzava quel corpo dando risalto alle sue forme. Shikamaru compì
i pochi passi che lo separavano dal letto in un’eternità di tempo, senza mai
riuscire a staccarle gli occhi di dosso. Perso nell’ammirazione di quel corpo
incantevole. Avanzò, carezzandola, divorandola con lo sguardo, finché non poté
sedersi sul letto, accanto a lei.
Ino non fece un movimento. Il suo capo
scivolò leggermente, seguendo l’inclinazione del materasso, che si era
affossato sotto il peso del nuovo arrivato.
Allora, con un gesto strano, tremante,
combattuto tra la fretta, l’ansia del ladro che prende ciò che sa non essere
suo e il desiderio di assaporare con lentezza un piacere irripetibile, Shikamaru
tese la mano verso il corpo della ragazza. Esitò un ultimo attimo, quindi la
posò sul suo fianco, poco sotto il seno, dove finiva il top e cominciava la
pelle nuda. La fece scivolare leggermente, poi con più sicurezza, intorno
all’ombelico. Sempre rapito, ipnotizzato, dalla vista della bellezza. E infine
si fece abbastanza audace da chinarsi a posarle dei brevi baci sul collo, e su
per la nuca, sulla piega del mento, su, fino al lobo dell’orecchio che sfiorò
appena con le labbra.
Qui il ragazzo indugiò un momento. Lei non
poteva sentire la sua voce; ma non fu che un gesto istintivo, il suo, qualcosa
che non poté trattenere, una dichiarazione che sgorgava dal profondo del cuore.
- Sono pazza di te. –
sussurrò.
Cercò la sua bocca, piegando leggermente la
testa. E nel momento in cui le loro labbra si sfiorarono ci fu un fremito, come
se fosse scoccato qualcosa tra i loro due corpi, anzi tra le loro due anime,
una scintilla, un’energia, e Shikamaru si ritrovò a fissare gli occhi di Ino,
azzurri, spalancati. La ragazza sorrise leggermente, con una strana aria, quasi
imbarazzata. L’altro, invece, restò a dir poco impietrito.
- Ino. – bisbigliò –
Tu...
- Eh. – fece l’altra –
Dai, non fa niente, no?
- Non fa niente?
Questo non puoi certo dirlo tu!
Shikamaru saltò su e si voltò bruscamente,
dando le spalle ad Ino, che, ormai perfettamente sveglia, si stava frettolosamente
alzando dal letto, sbarazzandosi delle lenzuola che le si erano imbrogliate
attorno alle gambe.
- L’hai fatto davvero.
– disse il ragazzo, incredulo – Dio, l’hai fatto davvero.
- Eddai, Shika…
- STA’ ZITTA! – ruggì
improvvisamente l’altro. Era furibondo. Puntava il dito contro Ino mentre si
allontanava da lei, dirigendosi verso la porta con lenti passi all’indietro –
Non voglio sentire una sola parola. Non puoi permetterti di farmi una cosa del
genere. Di… usarmi così. Per i tuoi giochetti. I tuoi sporchi giochetti
da pervertita!
- Shika, guarda che mi
offendo.
- Pensa! Pensa se mi
avessero visto!
- Shika…
- NON! DIRE! NULLA! Tu…
Spalancò la porta, esitò sulla soglia un
momento, tenendola aperta con una mano, una sagoma immobile stagliata contro la
luce accecante dell’esterno. Concluse con poche parole, tremanti di rabbia:
- Tu provaci ancora e
lo dirò a tutti. E tutti sapranno che razza di persona sei.
E uscì, sbattendosi la porta alle spalle. Ino
si lasciò cadere riversa sul letto, all’indietro, gettando lo sguardo verso il
soffitto. Sospirò. Tese una mano aperta verso l’alto, osservando attentamente
la punta delle sue dita affusolate, poi le strinse lentamente, nel gesto di chi
cerca di afferrare qualcosa, ma stringe solo l’aria.
Non c’era riuscita. Di nuovo, non c’era
riuscita.
Che rabbia. Avrebbe voluto piangere.
Se solo la Tecnica del Capovolgimento Spirituale
fosse durata un po’ di più…
FINE