Corri a
perdifiato. Ti volti indietro, quasi sperando di avercela fatta, tra
poco si stancheranno e sarete tutti salvi. No, sai anche tu che si
tratta di una bugia: conosci molto bene i segugi infernali; se
vogliono qualcuno, non si fermeranno fino a che non lo avranno
ottenuto. Continui a correre, cercando di regolarizzare il respiro
che si fa sempre più affannoso; tra poco comincerai a
rallentare, fino a quando, stremato, ti abbandonerai alle loro
grinfie. Perché è così che funziona. No, non
questa volta. Fai uno sforzo sovrumane per far leva sulle ultime
forze che ti sono rimaste.
Poi, trovi
un piccolo sassolino, una stupidissima, dannatissima pietrolina che,
sommata alla folle velocità con cui stai correndo, ti fa
crollare a terra. È un attimo. La scena è la stessa
identica di quella mezzanotte dello scorso anno; in un piccolo attimo
rivedi l'Inferno: le torture, Alastair, la ruota, le anime che tu
stesso hai torturato. Non vuoi tornare là sotto, quindi poggi
le braccia sul cemento. Cerchi di rialzarti, ma è troppo
tardi. Una scarica di dolore ti prende la gamba: ti ha preso. Non hai
neppure la forza di gridare; guardi avanti e vedi Sam e le ragazze
più avanti di te e pensi che è questa la cosa giusta da
fare: sacrificarti e permettere a loro di sopravvivere.
Peccato
che Jo non abbia nessuna intenzione di lasciarti andare. Si volta e
ti vede sdraiato, in preda al dolore più atroce; quel bastardo
si sta divertendo. Non si limita ad ucciderti, no. Vuole farti
soffrire dannatamente, prima di farti ripiombare nel buio più
assoluto. La osservi correre verso di te, con il fucile puntato.
“Che
cazzo stai facendo, Jo? Maledizione, vattene via!” le urli
contro, ma lei sembra non darti retta. Spara.
Accade
tutto in pochi secondi. Gli artigli del cane si sfilano dalla tua
gamba e si scagliano contro di lei. Le urla disumane di Ellen ti
straziano: devi fare qualcosa. Stringi i denti, lottando per
rialzarti. La sollevi di peso, trascinandola via dalle grinfie di
quel grande, puzzolente cane nero.
Riprendi a
correre, maledicendo il dolore che ti attanaglia la gamba, e cerchi
un rifugio, un posto dove poter stare tranquilli. Lo vedi poco
distante, un ultimo sforzo ed è fatta.
Adagi Jo
sul pavimento, mentre Sam mette sale davanti alla porta d'ingresso.
Gli occhi
della ragazza sono quasi spenti, solo le lacrime che sgorgano dal suo
viso ti fanno capire che è ancora viva. Ellen le stringe la
mano, incapace di dire o fare qualsiasi cosa. Le guardi la ferita e
ti rendi conto di ciò che sta per accadere: Jo sta morendo e
non c'è niente che tu possa fare per salvarla.
La ascolti
parlare, rivolgersi a sua madre in lacrime. Non puoi fare altro che
ascoltarla e darle un lieve bacio sulle labbra, poi ti sposti
indietro di un passo: vuoi lasciarle i loro spazi. Vedi il volto di
sua madre deformarsi, adesso piange anche lei.
Chiudi gli
occhi, lasciando che il dolore che stai provando esca dai tuoi occhi.
Li tieni chiusi fino a quando non senti più niente, poi
capisci che l'agonia è finita. Jo Harvelle, la ragazzina che
ti faceva la corte, la sorellina che non hai mai potuto avere, è
morta tra le braccia di sua madre.
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